Mar
17
2014

SAI BABA: vi racconto quando ho sentito parlare di Lui la prima volta

 

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Fratelli cari , ieri ho condiviso con voi la prima volta che vidi Sai Baba. Oggi vado ancora più indietro nel tempo,al gennaio 1995, quando per la prima volta sentii parlare di Lui. Ecco uno stralcio del primo libro che ho scritto: “Il mio risveglio – Una storia vera con Sai Baba”. Baci a tutti!

CAP. 13 – IL GRANDE APPUNTAMENTO

 

Perché temere quando Io sono qui?

Baba

 

Dopo l’esperienza al Santuario della Madonna d’Erbia, il mio anelito per il Divino si faceva sentire ancora più forte. Il mio desiderio di  contattarLo era sempre più intenso.

Un giorno, nel periodo natalizio, mi recai in chiesa. Non c’era nessuno, le luci erano spente: che meraviglioso senso di intimità! Sapendo di essere sola mi sentii libera di pregare Gesù alla mia maniera, cantando con tutto l’amore, con tutto il desiderio, per Lui.

La mia canzone-preghiera diceva: “Ritorna Gesù! Abbiamo bisogno di Te ancora! Dove sei? Rivelati a me! Dove sei? Dove sei? Ritorna! Voglio conoscerTi! Voglio vederTi! Voglio amarTi di più!”

Con le lacrime che mi rigavano le guance, così rivolsi a Lui il mio canto.

Sapevo per certo che ascolta le nostre preghiere, ma non avrei immaginato, allora, che mi avrebbe dato una risposta così presto.

Il sette gennaio avevo appuntamento con Angelo ed altri amici in una palestra per un seminario. Solitamente eravamo una quindicina, ma quel giorno restammo solo in sette (seppi in seguito che il numero sette è quello che indica la Conoscenza, che apre le porte alla dimora di Dio, ed è anche il numero che indica l’Avatar, la discesa di Dio in forma umana, mentre il numero nove indica Dio come Assoluto, Immanifesto).

Mi chiesi subito: “Come mai siamo così in pochi?” La risposta arrivò più tardi quando mi accorsi che era un appuntamento speciale, e che non era per tutti, almeno in quel momento.

Eravamo seduti in cerchio; Angelo ci propose un esercizio basato sull’osservazione delle caratteristiche più salienti di ciascuno di noi. Il gioco iniziò e finì con Maria, sì, perché quello che seguì, fu così importante, che ci dimenticammo per quale motivo avevamo iniziato a parlare.

Uno di noi le chiese: “Come fai ad essere sempre così calma, serena, sorridente, nonostante le tue difficoltà, la tua malattia?” Rispose: “Sono così da quando, l’anno scorso, sono andata in India da Sai Saba”.

Dimenticando l’esercizio, ascoltammo con interesse il racconto di Maria, la quale fu stimolata dalle nostre domande e dalla nostra curiosità.

Io non avevo mai sentito Quel Nome, ma mentre ella raccontava, iniziai a piangere. Gli amici erano ormai abituati a vedermi in lacrime ed Angelo, sim­paticamente, mi prendeva in giro. Ma il mio pianto non si fermava.

Era un pianto nuovo, che prima non conoscevo: era un pianto di profonda commozione, di gioia e di stupore.

Capii più tardi che era come il pianto di “Hansel e Gretel” quando, salutato l’amico cigno che aveva permesso loro di attraversare il lago, riconobbero il sentiero che conduceva a casa.

Quello che Maria diceva, non erano cose nuove al mio cuore, ma soltanto alla mia mente.

La mia commozione aumentò quando ella ci raccontò dell’incredibile effetto che aveva prodotto su di lei un semplice sguardo di quell’Essere Straordinario.

“Chi sei per avere questo potere su di me?”, chiedeva mentalmente Maria.

La ri­sposta le arrivò l’ultimo giorno di permanenza in India. Mentre camminava fra le strade del villaggio natale di Sai Baba, si sentì spinta a chinarsi fra la folla a raccogliere qualcosa davanti a lei, per terra. Si vergognava di farsi vedere a frugare in un mucchietto di immondizia, ma una forza più forte delle sue resistenze la spinse. Raccolse un dischet­to rotondo, di quelli che rivestono, all’interno, i tappi dei succhi di frutta, lo girò e con grande stupore e gioia nel cuore, vi vide raffigurato il volto di Gesù!

Maria fece vedere anche a noi il dischetto che teneva sempre nel portafogli.

Si sciolse così ogni suo dubbio. Lei che era stata per tutta la vita una grande devota di Gesù, aveva ritrovato ora il Cristo Vivente, il Signore sceso ancora una volta fra noi, per guidarci sulla strada di ritorno a casa.

Il giorno dopo io, Donato, Angelo e sua moglie, eravamo invitati a pranzo da mia sorella Emilia, a Bergamo.

Non avevo ancora parlato con Donato dell’intensa esperienza del giorno prima.

Ci pensò la moglie di Angelo ad aprire il discorso con tono scherzoso: “Hai saputo, Donato, che vogliono portarci in India da Sai Baba?”

“Chi è Sai Baba?” chiese Donato. “Un Cristo!” risposi io prontamente e Donato, di rimando: “Sì… un povero cristo!”

“Se vuoi ti presterò un libro che parla di Lui” gli disse Angelo.

Così mio marito incominciò a capire la natura del pianto misterioso, che mi aveva accompagnata durante il viaggio in autostrada. Incominciò a comprendere che Qualcosa di veramente grande, aveva toccato il mio cuore.

 

Nei giorni seguenti lessi avidamente il libro che Angelo ci aveva prestato, e subito dopo degli altri.

Leggevo le parole di Questo Incredibile Essere e spesso le lacrime di commozione riprendevano a scendermi lungo il viso:

“Per la protezione del virtuoso, per la distruzione delle forze del male, e per ristabilire una incrollabile giustizia Mi incarno di era in era.

Quando la discordia sconvolge il mondo, il Signore si incarna sotto umane spoglie per ristabilire il dharma (giustizia, rettitudine), per ottenere la pace e per ricondurre la comunità del genere umano sui sentieri del bene.

Ai giorni nostri, i conflitti e la discordia hanno sradicato pace e unità dalla famiglia, dalla scuola, dalla società, dalle religioni, dalle città e dagli stati.

La venuta del Signore fu attesa con ansia dai santi e dai saggi.

I sadhu (cultori spirituali) pregarono ed Io sono venuto” (Sai Baba – l’uomo santo e lo psichiatra – S. Sandweiss – Ed. Milesi – pag. 103);

“Sai è l’Amore. Egli è Amore e Compassione. Incessantemente Egli risiede in tutti i vostri cuori. Affidarsi a Lui significa essere liberi da paure, ansie e dubbi. Egli è Tutto nel tutto. Quando dipendete dal Signore dell’Universo perché dovreste temere?”;

“L’Energia Divina è venuta come Sai, per risvegliare la divinità in ognuno (Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è amore – Ed. Mediterranee – pagg. 27 – 168);

“Che cosa si deve intendere per “discesa di Dio”? Mosso a compassione e per amore il Signore scende fra gli uomini, si mette al livello degli esseri umani. Oltre ad incarnarSi con Coscienza Divina, Si incarna anche con una coscienza umana. Io sono Colui che ha consacrato insieme questi due tipi di coscienza, divina ed umana” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pag 95);

“Il Signore aveva annunciato che sarebbe venuto per ristabilire il Dharma, ed avrebbe assunto forma umana, perché tutti potessero radunarsi attorno a Lui, e sentire l’emozione della Sua compagnia e della Sua parola. Ebbene, il Signore è venuto come era stato annunciato” (Discorsi di Sathya Sai – Volume I – Ed. Libreria Internazionale Sathya Sai S.r.l – pag. 125);

“Lo stesso divino principio che i ricercatori si sforzano di visualizzare durante anni di ascetismo e rinuncia, è davanti a voi qui e ora; rendetevi conto della buona fortuna che avete trovato” (Discorsi di Sathya Sai – volume X – pag. 215).

Queste parole mi colpirono il cuore. Erano la risposta alla mia accorata preghiera fatta a Gesù prima di Natale.

Allora era proprio tornato il Signore dell’universo! Allora non ero sola! Potevo davvero incontrarLo, vederLo!

Con quanti nomi e quante forme era sceso, nella Sua infinita misericordia, per guidarci e salvarci nei vari millenni? Rama, Krishna, Gesù, Zoroastro, ecc.. Io avevo appena scoperto che è tornato il mio Amato, e che oggi si chiama: Sathya Sai Baba.

Continuavo a leggere: “Vedete in Me voi stessi perché Io vedo Me Stesso in voi; voi siete la Mia Vita; il Mio Respiro; La Mia Anima. Tutti voi siete la Mia Forma. Quando vi Amate tra di voi, Amate Me…”;

“Io sono sempre con voi. Il vostro cuore è la Mia casa, il mondo è la Mia dimora. Perfino coloro che Mi negano sono Miei. ChiamateMi con qualsiasi nome, Io risponderò. ImmaginateMi in qualsiasi forma, Io Mi presenterò davanti a voi. Non diffamate né ferite nessuno, perché offendete Me che sono presente in Lui” (Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è amore – ed. Mediterranee – pagg. 53 – 187);

“Tutti i vostri peccati vi sono perdonati nel momento in cui ricevete il mio darshan (visione)”;

“Io porterò tutti i vostri fardelli”;

“Prendete da Me quanta più beatitudine potete e lasciateMi tutti i vostri dolori”;

“Vedete Me in tutti gli esseri, tutti gli insetti, le formiche, tutto il mondo visibile, mobile ed immobile sono il Mio Corpo e la Mia Forma”;

“Guardate Me con tutto il cuore ed Io, a mia volta, guarderò voi alla stessa maniera”;

“Sono venuto perché i buoni, i santi, i saggi, i sadhu, gli aspiranti spirituali, i guru e i devoti Mi desideravano ardentemente” (Kasturi – La vita di Sai Baba – Satyam Shivam Sundaram – Mother Sai Publications – parte I – pagg. 203 – 277);

“L’Avatar si comporta in modo umano, perché gli umani si sentano a Lui consanguinei, ma assurge a livelli sovrumani affinché l’umanità possa aspirare a raggiungerli” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pag. 114).

Colui che si dichiarava Madre e Padre di tutto il genere umano, diceva anche: “In questa Madre Sai c’è l’amore di mille madri verso i propri figli…” (Sathya Sai Baba – Discorsi vol. III – ed. Milesi – pag. 150);

“Voi siete il Mio tesoro, anche quando Mi denigrate. Io sono il vostro tesoro, anche se Mi negate. Mi affezionerò e Mi attaccherò a voi, sottoponendoMi ad ogni sorta di incomodi, per mantenere la Mia proprietà al sicuro sotto la Mia custodia, vale a dire sotto la custodia del Signore, qualunque sia il Nome col quale Lo invocate. Tutti i poteri che posseggo sono vostri” (Discorsi di Sathya Sai vol. I – Ed. Libreria Internazionale Sathya Sai S.r.l. – pag. 151).

 

Che parole altisonanti! Verrebbe proprio da chiedere: “Ma Chi sei mai? Qual è il Tuo segreto?”

Continuavo a leggere:

“Tenete presente che voi non potete comprendere Me e il Mio segreto, se prima non avrete conosciuto voi stessi. Se siete così deboli da non afferrare la vostra realtà, non potete certo sperare di penetrare la Realtà molto più grande del Mio Avvento. Per comprendere il Mio significato dovete fare a pezzi i dubbi e le teorie che possedete e coltivare amore, perché l’Incarnazione dell’Amore può essere compresa solo attraverso l’Amore. I miracoli e le meraviglie, non possono venire spiegati dalle categorie della scienza: a Me sono così naturali che Mi diverto quando li classificate come miracoli” (Discorsi di Sathya Sai – vol. I Ed. Libreria Internazionale Sathya Sai S.r.l. – pag. 124);

“Perché discutete fra voi a proposito della Mia Natura, del Mio Mistero, dei Miei Miracoli, della Mia Realtà? Il pesce non sa misurare il cielo; Il materiale può comprendere solo ciò che proviene dalla materia. L’occhio non può vedere l’orecchio per quanto gli sia così vicino. Se non riuscite a comprendere la vostra stessa realtà, perché sprecare il tempo ad esplorare l’essenza di Dio”;

“La Mia Energia, la Mia Potenza, il Mio Mistero non può essere compreso, chiunque ci provi, per lungo che sia il tempo che ci impieghi e quali che siano i mezzi che usi” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pagg. 82 – 86);

“Il mio potere è incommensurabile, la Mia verità è inesplicabile e insondabile. Io sono al di là dell’indagine più intensa e della misurazione più meticolosa. Non esiste nulla che io non veda, nessun caso di cui non conosca la via, nessun problema che Io non possa risolvere. Il Mio Potere è incondizionato. Io sono la totalità, il Tutto” (Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è amore – Ed. Mediterranee – pag. 189).

Leggevo che Questo Essere Meraviglioso materializza oggetti vari, con un grande significato per i devoti ai quali li dona. Materializza spesso anche la “vibhuti”, la cenere sacra con grandi poteri taumaturgici. Guarisce malattie ritenute inguaribili, ha il dominio sulle forze della natura, resuscita i morti, è Onnisciente, Onnipotente e Onnipresente, ma allo stesso tempo leggevo queste parole di Baba: “Il più significativo ed importante dei Miei poteri, credeteMi, è il Mio Amore. Potrei cambiare la terra nel cielo ed il cielo nella terra, ma non è questo il segno della potenza divina. L’unico vero segno è l’Amore…” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pag. 223).

Che parole meravigliose, commoventi, travolgenti!

Con la lettura di questi libri su Sai Baba, i primi di una lunga serie, portai a livello mentale quella fortissima sensazione, quella sicurezza, che già percepivo ad un livello più profondo del mio Essere, sulla Sua Divinità.

Io, che avevo avuto un “colpo al cuore” al solo udire il Suo Nome, non potevo assolutamente dubitare delle Sue parole.

Sarebbero potuti venire tutti gli uomini del mondo a dirmi che avevo preso un abbaglio, ma io non potevo non credere in me stessa! Avrebbero potuto dirmi che era un truffatore o un demone travestito da Angelo, ma in ogni caso, qualunque cosa Egli fosse, io ero della Sua natura; perché Lo sentivo affine a me, perché suscitava in me il sentimento che prova un figlio nel rivedere la Madre dopo tanto tempo. Non c’erano dubbi: io ero della Sua stessa natura, ero Sua figlia, ero fatta per Lui, come Lui.

Come poteva, poi, essere un demone, se solo a guardarLo in fotografia sentivo il mio cuore così colmo d’amore, da volerne dare a tutto il Creato?

Quelli erano i giorni più belli e sconvolgenti della mia vita! Avevo appena scoperto che il Signore è ancora in mezzo a noi, cammina in mezzo a noi, parla con noi!

Ero scesa negli abissi della sofferenza. Ero stata accudita come un neonato prematuro, totalmente dipendente dagli altri, per umiliare il mio orgoglio, perché imparassi cos’è l’abbandono. Mi ero fatta debole e impotente per riscoprire la mia forza. Avevo rinunciato ad usare questo corpo, per potermi finalmente ricordare che io non sono il corpo, ma la Divinità, che risiede dentro questo involucro fisico. Non sono la casa in cui abito, né la mente, né le emozioni. Sono semplicemente Io: Essere Coscienza e Beatitudine; lo: l’Indivisibile Supremo Assoluto, che alberga in ogni atomo della creazione.

Con la sofferenza, l’immobilità, la malattia, l’io egoico, che aveva voluto farmi credere che ero separata dal tutto, aveva potuto finalmente tacere per qualche istante, per lasciare la parola al Sé supremo.

Le sue ultime parole, prima del silenzio, erano state le parole del naufrago che chiede disperatamente aiuto: “Aiutami Signore! Aiutami o Coscienza Suprema! Aiutami!  Aiutami! Aiutami!”

E l’aiuto era arrivato. Nei giorni di immobilità e silenzio assoluto, l’avevo percepito immediatamente, come un senso di pace e gioia. L’io egoico si era quietato, come un bimbo stanco e spaventato che finalmente si abbandona alla sua cul­la. E mentre questo bimbo dormiva, io ero veramente Io: pace, serenità, sicurezza, forza, amore.

Avevo voluto calmare le acque agitate della mia mente nell’immobilità, per poter finalmente vedere il fondo del mare in tutta la sua infinita bellezza.

Ora è chiaro, per me, che quelle che noi spessissimo chiamiamo, per ignoranza, “disgrazie”, come la malattia, la sofferenza, ecc., altro non sono che veri e propri regali, per chi li sa accettare, per chi sa cogliere ciò che dobbiamo imparare da essi.

La vita aveva trovato il modo di togliermi le bende che avevo davanti agli occhi.

l’Avatar dice che raramente l’uomo impara con semplici richiami, per questo sperimentiamo il dolore dell’errore. Abbiamo bisogno di un campanello d’allarme (dolore) per risvegliarci dal sonno dell’ignoranza.

Ma quanti campanelli avevo ignorato in passato? Quanti richiami della Coscienza non erano stati individuati e quindi ascoltati?

Per questo avevo avuto bisogno di un’assordante sirena, e questa volta sì che l’avevo sentita!

Mi rendo conto della grande Grazia che avevo ricevuto per averLo subito riconosciuto. Baba, infatti, aveva detto che sono benedetti coloro che riconosceranno l’Avatar al solo sentirne parlare.

Che gioia! Anch’io ero fra quei fortunati! Udendo il Suo Santo Nome, un muro si era sgretolato dentro di me, una fitta nebbia si era dissipata ed ora potevo vedere!

Anche la mente si era poi arresa completamente all’Onnipotenza di questo Meraviglioso Essere, che avevo sempre cercato e che mi aveva sempre aspettato.

Written by amaeguarisci in: Articoli |

6 Comments

  • stefano seardo

    meraviglioso, grazie Italia cara

    Commento | Marzo 17, 2014
  • amaeguarisci

    Grazie a te Stefano, per la condivisione!

    Commento | Marzo 20, 2014
  • amaeguarisci

    Grazie di cuore, Stefano!

    Commento | Marzo 20, 2014
  • attilia

    Rivivo le sensazioni che ho provato quando l’ho conosciuto

    Commento | Marzo 17, 2014
  • Endris Menabò

    Anche x noi è stata una Grazia immensa averlo conosciuto …… Grazie a te carissima che ce ne hai parlato tanti anni fa …. nel lontano 1997 /98 poi , x me nel novembre del 2000 il primo Darshan , la prima commozione e tanto , tanto amore nel cuore ….. <3 sai ram <3 Lory <3

    Commento | Marzo 18, 2014
  • amaeguarisci

    Che ricordi meravigliosi! Sapete che non dovete ringraziare me, ma Lui che ci usa tutti come Suoi strumenti! Jay Sai Ram!

    Commento | Marzo 20, 2014

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