Ago
16
2015
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SAI BABA: “VEDERE LUI IN OGNI ESSERE”

Il solo atto di resa non è sufficiente per salvarvi e liberarvi dall’improduttivo circolo dell’arrivare, rimanere e dipartire da questo mondo.
Dovete vedere Lui in ogni essere, essere consapevoli di Lui in ogni momento dell’esistenza, essere immersi nella beatitudine di quella consapevolezza, fondervi nella relazione creata dalla profonda devozione e dall’amore per Lui, dedicare tutti gli atti, grandi e piccoli a Lui, Krisna, vale a dire: il desiderio, la volontà, le attitudini, le attività, i frutti e le conseguenze, ogni cosa dall’inizio alla fine; dovete rinunciare a tutti gli attaccamenti ed infine compiere tutti gli atti in uno spirito di devoto distacco.
Questo è ciò che il Signore vuole da voi.
Sathya Sai Baba
Tratto da: “Gli insegnamenti di Dio – Gita Vahini ”
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Ago
07
2015
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SAI BABA: PERCHE’ SONO VENUTO

il mio dipinto di baba ad olio - il primo
Cari amici, riporto alcune parole di Sathya Sai Baba dove spiega il motivo della Sua venuta. Ricordiamo che quando Sai Baba parla di Sé, si riferisce alla Sua triplice incarnazione: Shirdi Sai Baba; Sathya Sai Baba e Prema Sai Baba, che si manifesterà al mondo quando sarà un ragazzo.
Leggiamo ora le Sue parole:
“Io sono venuto per accendere nei vostri cuori la lampada dell’amore e per far sì che ogni giorno risplenda sempre più. Non sono venuto per parlarvi di qualche religione in particolare, come ad esempio quella indù; non sono venuto con l’intento di far propaganda a qualche setta, credo o causa, né per raccogliere seguaci per qualche dottrina. Non ho in progetto di attrarre discepoli o devoti ad una mia corrente o a qualsiasi altra. Sono venuto per parlarvi della fede universale, unitaria, di questo principio atmico, di questa via dell’amore, di questa legge dell’amore”.
“Quando il Dharma (rettitudine) è in declino, per ristabilirlo per mezzo dell’amore;
quando il mondo è contaminato da conflitti e confusione, per ripristinare il sentiero della virtù e della pace;
quando i buoni sono presi dalle spire crudeli della sofferenza, per salvarli dal dolore e dalla vergogna;
quando i testi sacri non sono compresi in modo giusto, per proclamare il messaggio che essi insegnano all’umanità;
per risollevare la terra dal peso del vizio;
per mantenere la promessa fatta nel Tretha Yuga:
Dio si è incarnato su questa terra, Vasudeva, Sri Hari, è venuto al mondo”.
“Quando c’è un disordine di lieve entità, è sufficiente che sul posto intervenga un poliziotto; quando il disordine tende ad allargarsi notevolmente, si manda un maresciallo; e se la cosa degenera in un tumulto deve intervenire il comandante per reprimerlo. Ma se, come in questo momento, su tutto il genere umano incombe la minaccia della rovina morale, interviene il generale in persona, il Signore con il Suo esercito di santi, che sono i Suoi discepoli”.
“Il Signore aveva annunciato che sarebbe venuto a ristabilire il Dharma e che avrebbe assunto forma umana, in modo che tutti potessero riunirsi intorno a Lui e sentire l’emozione della sua compagnia e della sua parola. Ebbene, il Signore è venuto come era stato annunciato.”
“Dio non scende fra voi per il gusto di predicare, né per eliminare tutti i vostri problemi, per risvegliarvi o per darvi la realizzazione. Avrete ogni benessere, ogni gioia solo se svilupperete in voi l’amore. Cercate di comprendere questa verità: Dio scende sulla terra per mettervi in grado di coltivare l’amore”.
“Egli (l’Avatar) viene quando nel mondo non vi sono che pochi uomini di buona volontà e quando esiste ancora qualche traccia di rettitudine. A che serve il medico quando il paziente è morto? Quando la maggioranza della gente teme che il male possa avere il sopravvento, allora il Signore si incarna per sostenere le anime e ravvivare in loro la fede e il coraggio. Come è detto nella Gita, non si intende solo la protezione dei saggi e degli asceti, ma la protezione di tutti coloro che posseggono le virtù che esistono negli animali, negli insetti e anche nei vermi. Egli proteggerà anche loro!”
“Mosso dalla compassione e dall’amore, il Signore scende fra gli uomini, si mette al livello degli esseri umani. Oltre ad incarnarsi con la coscienza divina, si incarna anche con la coscienza umana. Io sono colui che ha consacrato insieme questi due tipi di coscienza: divina e umana”.

Era un ragazzino quando Sai Baba, in una lettera, scrisse al fratello : “Io ho un compito: guidare il genere umano e garantire a tutti una vita felice. Ho fatto una promessa solenne: quella di riportare gli uomini sul giusto sentiero e salvarli. Sono molto legato a questo lavoro che amo, e desidero allontanare le sofferenze dai miseri, donando loro ciò di cui hanno bisogno. Ne devo essere fiero, perché salvo tutti coloro che mi adorano e mi venerano lealmente. Ho una mia particolare definizione di devozione. Esigo che i miei devoti trattino con la stessa forza d’animo, gioia e dolore, guadagno e perdita. Io non abbandonerò mai coloro che mi amano”.
“Se volete profittare pienamente di questo Avatar, tuffatevi in profondità e immergetevi in Sai Baba. Il coraggio a metà, l’esitazione, il dubbio, il cinismo, il dar retta alle dicerie non servono a nulla. Solo una fede completa e concentrata può condurre alla vittoria.”
Le parole di Sathya Sai Baba sono tratte dal libro . “Al di là della mente”, di Paola Stefanini – Edizioni Milesi.
OM SRI BAGHAVAN SATHYA SAI BABAYA NAMAH!

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Ago
04
2015
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SAI BABA SPIEGA LA BHAGAVAD GITA – IL SEGRETO DELLA LIBERAZIONE

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Cari amici, chi più dello Stesso krisna, tornato dopo più di cinquemila anni, può ďarci la giusta interpretazione delle Sue parole, dettate ad Arjuna allora?
Ecco uno scritto di Sathya Sai Baba tratto dal libro: “Gli insegnamenti di Dio – Gita Vahini” (Mother Sai Publications ), pagg.179/181.
Parole che sono un autentico tesoro!
Un abbraccio!

“Arjuna! Io sono il Testimone. Da Me provengono Prakriti, questa conglomerazione dei cinque elementi chiamata Universo, tutti gli oggetti, mobili ed immobili.
Attraverso di Me quale Causa, il mondo creato procede in modi differenti. Gli stolti che non Mi riconoscono come Principio Supremo e Signore di tutti gli elementi, alla cui volontà questi debbono obbedienza, Mi considerano un semplice uomo. Alcuni grandi uomini meditano con riverenza su di Me, quale Brahman; altri mi rendono culto attraverso Nomi e Forme diversi, ed altri ancora Mi adorano per mezzo del sacrificio della conoscenza dell’Atma.
Indipendentemente dal Nome e dalla Forma adottati nella venerazione, sono sempre Io Colui che la riceve! Poiché sono la Meta di tutto. Sono Uno ed Unico, senza un secondo! Io Stesso divento oggetto di adorazione attraverso le Mie numerose forme ed i Miei molti nomi; non solo, sono anche il frutto di tutte le azioni ed il Dispensatore di tale frutto, il Fondamento ed il Motivatore di tutto. A che scopo ripetere sempre le stesse cose? Io sono la Forza che sta dietro la nascita, l’esistenza e la morte di ogni cosa e di ogni vita. Io sono la Causa Eterna che non nasce e non muore.
Realizza Me, la Causa Prima: questo è invero Moksha, la Liberazione! Chi la raggiunge è un Jivanmukta, un uomo liberato mentre è ancora in vita. Pertanto, Arjuna, se uno vuol divenire Jivanmukta ed ottenere la liberazione, deve seguire alcune semplici discipline; deve sradicare completamente il suo attaccamento al corpo. ”
A queste parole Arjuna esclamò : “Krisna, parli della disciplina del totale distacco come di una pratica semplice! È davvero così facile da seguire? Persino gli asceti esperti la considerano difficile, ma Tu con gran disinvoltura la raccomandi anche a persone comuni come me! Ne parli come di una cosa semplice, ma essa richiede uno sforzo imponenete! Ho l’impressione che con questi consigli Tu mi voglia mettere alla prova. Potrò mai raggiungere quello stato?? Riuscirò mai a conseguire la Liberazione? Non ho proprio alcuna speranza! Detto ciò si sedette scoraggiato.
Krisna vide che Arjuna si demoralizzava sempre più; allora gli andò vicino, gli batté sulla spalla in modo rassicurante e disse:” Arjuna! Non serve turbarsi e disperarsi! La fede non si acquista solo sentendone parlare; devi approfondire ed indagare con l’aiuto della ragione poi ti accorgerai che tale disciplina non è così dura. Per acquisire il completo distacco non è necessario far crescere i capelli ed intreccarli, indossare la veste color ocra e torturare il corpo fino a ridurlo pelle ed ossa. È SUFFICIENTE DEDICARE TUTTI GLI ATTI A DIO SENZA ALCUN DESIDERIO. QUESTO È IL SEGRETO DELLA LIBERAZIONE.
Non è difficile compiere le azioni in tal modo basta avere fede salda e determinazione; ma questo è essenziale per qualsiasi tipo d’attività si voglia intraprendere, ed è quindi indispensabile anche per la pratica spirituale.
CHIUNQUE FRA I DEVOTI DEDICHI A ME TUTTE LE SUE AZIONI SENZA NESSUN ALTRO PENSIERO, CHIUNQUE MEDITI SU DI ME, MI SERVA, MI ADORI, MI RICORDI, EGLI SA CHE IO SONO SEMPRE CON LUI E PROVVEDO A LUI IN QUESTO MONDO E NELL’ALDILA’. IO MI FARÒ CARICO DEL SUO BENESSERE. MI HAI SENTITO?” – gli chiese Krisna, battendogli nuovamente sulle spalle per infondere coraggio al suo cuore avvilito.
La dichiarazione fatta dal Signore che Egli stesso si prenderà cura del benessere del devoto, ha dato origine a molte incomprensioni e persino gli esegeti, per non parlare degli altri, non sono riusciti a coglierne il senso, mentre i commentatori della Gita ne danno spiegazioni diverse.
TALE AFFERMAZIONE, ECCEZIONALMENTE SACRA, È COME L’OMBELICO DEL CORPO DELLA GITA. Come l’ombelico di Vishnu fu il luogo dal quale nacqua Brahma, così questo verso è l’ombelico o il luogo di nascita per coloro che sono assetati di Brahmajnana, la Conoscenza dell’Assoluto. SE QUESTO VERSO SARÀ SEGUITO NELLA PRATICA, L’INTERA GITA VERRA’ COMPRESA”.
Sathya Sai Baba
OM SRI SATHYA SAI KRISNAYA NAMAH!

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Ago
03
2015
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SAIBABA: LA SPIRITUALITA’ E’ UNITA’

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Cari amici, oggi condivido con voi alcune parole di Sai Baba. Ogni suo discorso è un tesoro per noi.
un abbraccio a tutti!

SPIRITUALITÀ SIGNIFICA CERCARE DI REALIZZARE L’UNITÀ DI TUTTI GLI ESSERI: ESISTE SOLO L’UNO E TUTTO È VENUTO FUORI DA QUELL’UNO. LO STESSO COMPLESSO DEL CREATO È USCITO DALL’UNO. In tutte le religioni viene proclamata questa verità. Ad esempio, lo stesso nome “Yesu” è un’abbreviazione sillabica di questa verità: “Ye” significa “uno solo, e “su” significa “buono”. Esiste un solo buono* (vedi nota in basso). Nella parola “Allah”, “A” sta per “Atma” e “la” per “layam” (fusione). Invocare Allah, dunque, significa immergersi nell’Atma, l’Unico Dio.
Nomi e forme sono momentanei ed effimeri; l’Atma, ovvero la Coscienza, è permanente ed immutabile. Nel Vedanta viene chiamata “Sat-Cit-Ananda”. “Sat” è l’Immutabile, “Cit” è soggetto a mutamento. Per fare un esempio, lo zucchero è incorruttibile e mantiene la sua dolcezza in qualunque modo venga trattato, mentre l’acqua è marcescibile. Mescolando le due sostanze si ottiene dello sciroppo, paragonabile all’Ananda, la Beatitudine Infinita. Così la combinazione dell’Immutabile col mutevole genera felicità, Ananda.
(Baba a questo punto canta un bhajan di Mira, dove la santa vissuta fra il XVI e il XVII secolo, devotissima di Krisna, Gli chiede di poter entrare nel suo cuore per poter sperimentare il Suo Amore Puro) .
Solo donando amore potete guadagnarvi la Grazia di Dio. Il succo dell’amore (Prema rasa), se avete nel cuore i fori dei sentimenti e dei pensieri cattivi, scorrerà via disperdendosi; ma se otturate i buchi mediante il dominio delle qualità cattive, se ne risparmierà per un po’ di tempo.
Dovreste evitare di star dietro al corpo o alla mente, seguendo solo la Coscienza.
Scopo della vita è essere d’aiuto agli altri, non già abbandonarsi senza ritegno ai piaceri sensuali. Dall’alba al tramonto vi dedicate ad attività che servono ad assicurarvi delle comodità materiali. Ma, con questo, che cosa avete ottenuto? Inquietudine, stanchezza o malattie. Vostro obbiettivo dev’essere quello di raggiungere la Divinità…
Incarnazioni dell’Amore,
l’Amore è Dio. Incominciate il giorno con amore; riempite il giorno di amore e terminate il giorno con amore. Vivete nell’amore! Non c’è ragione d’aver paura: la paura è solo un prodotto della mente. Coltivate l’amore e solo allora si potrà realizzare la Divinità.
Sathya Sai Baba
Kodaikanal, 14.4.1994 (Capodanno Tamil)
Nota*: uno stupefacente parallelo di questa affermazione di Baba si può trovare nei Vangeli, e precisamente nell’episodio del giovane ricco che chiese a Gesù che cosa “fare di buono” per ottenere la vita eterna. Gesù rispose:”Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono” (Cf. Matteo 19,17).
Tratto da : “Mother Sai – N.2, anno 1996

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