Feb
25
2016
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IN TUTTI GLI ESSERI E’ PRESENTE LO STESSO ATMA

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Cari fratelli, sempre Sai Baba ci ricorda Chi siamo, sempre le Sue parole semplici ci parlano di Realtà profondissime e meravigliose. Egli si è fatto piccino, uomo fra gli uomini, per parlare il nostro linguaggio e ricordarci chi siamo.
Benedetto colui che ascolta e mette in pratica le Sue parole!
Ecco queste Sue parole, scritte sulla lavagna di Prashanti Nilayam (l’Ashram di Sai Baba), il giorno 29.9.2006:
“ In tutti gli esseri è presente lo stesso Atma, lo stesso Amore, la stessa Divinità; tutti sono Uno.
Il cuore è come un serbatoio e tutti i sensi sono come rubinetti; quando il serbatoio è pieno d’amore, anche tutto ciò che esce dai rubinetti è amore.
Qualunque cosa vediate negli altri è soltanto il riflesso del vostro essere interiore. Comprendete questa verità. Il male che vedete negli altri è effettivamente il riflesso dei vostri sentimenti malvagi. Ciò che c’è fuori è soltanto il riflesso, la reazione e l’eco di quanto c’è dentro di voi. Se indossate degli occhiali blu, vedrete tutto blu, se gli occhiali sono rossi vedrete tutto rosso e se siete una persona buona vedrete bontà tutto intorno.”
Sai Baba

Cari amici, il mondo è come è: imperfetto secondo la nostra limitata comprensione umana, ma perfetto nel Piano Divino. Cerchiamo di albergare solo buoni pensieri; scartiamo quelli di cattiveria e divisione che attraversano la mente, lasciamoli andare senza trattenerli, come fossero nuvole passeggere, allora presto avremo “occhiali rosa” : i nostri occhi riusciranno a percepire solo amore e tenerezza ovunque si poseranno.
Vi abbraccio tutti!

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Feb
25
2016
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IL PICCOLO SAI BABA : I TRE SAI

copertina IL PICCOLO SAI BABA
Cari amici, oggi riporto un altro capitolo del libro che ho scritto, intitolato : “Il Piccolo Sai Baba” (Mother Sai Publications of Italy). E’un libro per ragazzi che parla dell’infanzia e della giovinezza dell’Avatar della nostra era.
Siete tutti nel mio abbraccio!

Colui che era venuto come Sai Baba
ora è tornato come Sathya Sai Baba.
Inoltre, i Sai vengono in serie.
Dopo questo Avatar ce ne sarà un altro,
Prema Sai, che nascerà nella regione di Mysore.
Baba

Pochissime persone, nella zona, avevano sentito parlare di quel Misterioso e Potente Essere Divino dell’India moderna: Sai Baba di Shirdi.
Alcuni dicevano che era un santo musulmano, altri che era un santo indù. Morì all’età di novantuno anni, nel 1918, dopo aver detto che sarebbe ritornato dopo otto anni nello stato dell’Andra Pradesh: lo stato a cui appartiene il villaggio di Puttaparthi.
Solo pochi ebbero il privilegio di capire che si trattava dell’Avatar in Persona. Egli stesso, già allora, diceva: “Perché temete se Io sono qui? Io sono Colui che tiene i fili di questa marionetta (la creazione) … Io sono onnisciente. Sono presente nel fuoco, nell’aria, nell’acqua, nella terra, nel cielo, ovunque. Io non ho limiti … Io sono la Madre di tutti. Sono Colui che manovra ogni azione. Sono il Creatore, il Protettore, il Distruttore…”. Lo stesso nome dimostrava la Sua Natura; infatti Sai significa “Madre Divina” e Baba significa “Padre Divino”.
Oggi Sai Baba dice: “Riconoscete questa verità: Sai è in tutti. Quando vi odiate l’un l’altro state odiando Sai. Quando odiate Sai, odiate voi stessi. Se volete infliggere dolore agli altri, ricordate che l’altro siete voi, solo in un’altra forma e con un altro nome”.

Sai Baba, più tardi, disse che quando era a Shirdi, vicino Bombay, era come la Madre che prepara il cibo; ora che è sceso a Puttaparthi ci serve questo cibo, preparato allora. A Shirdi Egli aveva lavorato più di nascosto: ecco perché solo pochi ebbero il privilegio di capirNe la natura.
Sai Baba ha annunciato che dopo la morte del Suo attuale corpo, a novantasei anni, ritornerà di nuovo, dopo otto anni, e si chiamerà Prema Sai Baba. Prema, in sanscrito, significa “Amore”. Si chiamerà così perché nel mondo, allora, ci sarà solo amore, amore, amore! Ora si chiama Sathya Sai Baba. Sathya, come già detto, significa “Verità”. Egli, in questa Incarnazione, è infatti venuto a dirci tutta la verità. Il Suo lavoro più grande per cambiare il mondo spetta, quindi, a questa Sua attuale Incarnazione.
Ma perché Lui che avrebbe potuto cambiare il mondo in un istante, ha scelto di venire in tre corpi successivi, per completare il Suo lavoro?
Egli stesso ci diede, più tardi, la risposta. Se avesse cambiato tutto in un istante per Sua volontà, il mondo sarebbe poi tornato peggio di prima. Solo cambiando le coscienze, una ad una, la pace e l’armonia potranno essere durature.

Ben presto arrivò al villaggio la notizia che il sottosegretario amministrativo di Penukonda era un devoto di Sai Baba di Shirdi e nella sua casa, ogni giovedì, eseguiva un rito speciale dedicato a Quel Santo. Venkappa decise di portarvi il Figlio; se il Ragazzo era veramente ciò che diceva di essere, allora il sottosegretario L’avrebbe dovuto riconoscere. La madre, Iswaramma, desiderava che quelle controversie finissero presto. Ma come poteva, Sathya, essere il Dio Narashima a Ghatikachalam e Sai Baba a Penukonda?

Il sottosegretario accettò di vedere il Ragazzo, ma non era un’anima abbastanza pura da riconoscere in Lui il Guru che aveva sempre venerato. Era troppo pieno di sé, per rispondere al richiamo della Verità; per questo dichiarò che si trattava chiaramente di un caso di disordine mentale, e consigliò ai genitori di fare ricoverare il Ragazzo in un istituto!
Sathya intervenne dicendo: “Si, disordine mentale, ma di chi? Mi hai adorato per tanti anni
ed ora che sono qui, davanti a te, non sei in grado di riconoscere il vero Sai di cui ti proclami devoto!”. Detto questo estrasse dal nulla una manciata di calda cenere e gliela tese, esattamente come Sai Baba di Shirdi aveva I’abitudine di fare con i suoi devoti. Ma l’uomo era troppo spaventato per allungare la mano, per questo Sathya sparse la cenere davanti alle immagini di Sai Baba di Shirdi.

Gli Indù hanno sempre creduto nella reincarnazione, ma era molto difficile, per i familiari, credere che il Giovane Sathya fosse la reincarnazione di un santo musulmano, del quale non avevano mai sentito parlare prima.

Quando la notizia si propagò per il villaggio, gli abitanti furono colti da sgomento davanti a quel mistero. Che ci fosse qualcosa di particolare nel Piccolo Sathya, era risaputo. Altrimenti come avrebbe potuto compiere quei prodigi?
Un giorno alcune persone arrivarono da Penukonda e andarono a casa dei Raju; avevano udito le voci dell’audace dichiarazione di Sathya: che era Sai Baba di Shirdi. Con occhi fiammeggianti uno lanciò una sfida: “Noi sappiamo che Tu sei solo un ragazzino! Il figlio di Venkappa e Iswaramma e se Tu sei lo stesso Sai che il sottosegretario adora, allora dacci subito una prova. Ora!”.
“Vi darò la prova”, rispose calmo Sathya; dopodiché materializzò dei fiori di gelsomino e li gettò sul pavimento, dicendo: “Ecco chi sono Io!”.
Tutti videro che i fiori, cadendo, avevano composto, in caratteri telegu (la lingua parlata nel villaggio), il nome “Sai Baba”!
La scrittura floreale non richiedeva uno sforzo immaginativo, anzi, le parole erano tracciate con sorprendente chiarezza, con tutte le curve e gli svolazzi dell’alfabeto telegu perfettamente riprodotti.
Le lettere formate in un batter d’occhio dai fiori, suscitarono nei presenti una fede nuova, senza precedenti. Quel nome che profumava di gelsomino, che può dare alla mente il candore del gelsomino, li portò all’entusiasmo. Un coro di voci festose esultò: “Sai Baba! Sai Baba! Sai Baba!”.
Il Giovane Sai diede in seguito prova, a molti devoti di Shirdi Baba, di essere lo stesso Sai Baba che tanto essi avevano adorato.

Egli, quando era a Shirdi, curava le malattie facendo dono della cenere sacra. Allora aveva l’abitudine di alimentare continuamente il sacro fuoco della moschea diroccata che aveva scelto come Sua dimora. Ma Sathya Sai Baba oggi materializza la cenere sacra, chiamata vibhuti, con un movimento rotatorio della mano, manifestando il miracolo della creazione.
Da quando rivelò di essere Sai Baba, Egli ha continuamente materializzato e distribuito la sacra cenere. Quest’ultima si forma anche su alcune fotografie di Sai, come segno della Sua Grazia per alcuni devoti. Sono innumerevoli, infatti, i casi in cui la vibhuti si materializza spontaneamente nelle case di questi ultimi. Alcune volte, da immagini raffiguranti Sai Baba, esce spontaneamente anche dell’amrita: una sostanza dolcissima e profumatissima, simile al miele, detta anche “nettare degli Dei”.

Una zia di Sathya desiderava avere notizie su Shirdi. Chissà com’era quel luogo e com’era da vivo Shirdi Sai. Una mattina espresse il suo desiderio a Sathya, che le rispose: “Questa sera la tua curiosità sarà appagata”. Al tramonto la chiamò e, dopo averle coperto gli occhi con le mani, la condusse nella stanza vicina. Poi disse: “Ora puoi guardare”.
La zia rimase senza parole dall’emozione: Shirdi Baba era là, in carne ed ossa!
Sathya allora le sussurrò: “Hai visto zia?”, quindi, con gli occhi ancora chiusi, la riaccompagnò fuori.
La zia, stupefatta, ebbe in seguito un’altra esperienza. Un giorno Sathya le diede da mangiare un frutto che non si trova a Puttaparthi, dicendole che proveniva da Shirdi. La signora lo trovò squisito, per questo chiese allo Speciale Nipotino di darne uno a tutti i presenti. Sathya, allora, si fece portare una cesta. Appena fu nelle Sue mani si riempì, d’incanto, dei frutti di Shirdi, bastanti per quaranta persone. Ma i presenti erano almeno cento. “Non ti preoccupare, incomincia a distribuire questi!”. Disse Baba alla zia. Man mano che i frutti venivano distribuiti, aumentavano di numero, finché ciascuno ebbe ricevuto il suo!
Non c’è da meravigliarsi che, da quaranta, i frutti fossero diventati cento, se si pensa che poco prima non ce n’era nemmeno uno!

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Feb
23
2016
3

MESSAGGIO: UN MOMENTO CRUCIALE PER IL PIANETA TERRA

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Cari amici, anche oggi ho ricevuto un messaggio per tutti noi. Siete tutti nel mio abbraccio!

Amori miei, è un momento cruciale per il Pianeta Terra. Siete venuti in questa dimensioni innumerevoli volte, ma mai avete avuto l’occasione di assistere ad un cambiamento così rapido, come sta succedendo ora.
Quello che dovete fare è solamente galleggiare, lasciarvi trasportare dalla corrente. Non fate opposizione al cambiamento. Tutto ciò che vi sembrava un dato sicuro e santo ora cambia prospettiva. Ora cambiano i punti di vista. Le convinzioni non sono più tali: ciò in cui credevate ieri, oggi non ha più lo stesso valore. Scoprite realtà e dimensioni diverse pur restando sulla terra. Vi si schiudono scenari che prima sembravano fantascientifici, ma nulla è vero, come nulla è falso. Così è: “Nitya”, né vero né falso. Non è vera la materia in quanto illusoria, in quanto tutto è energia che prende forme diverse, eppure è tanto vera quando vi ci siete immersi, come è vera una pietra che vi cade in testa.
State imparando che le cose non sono o bianche o nere, ma hanno tante sfumature, fra il chiaro e lo scuro. Avete ancora molto da ricordare figli miei; ma, man mano che la memoria atavica in voi si mostrerà, non avrete più limiti nel vostro agire in forza e potenza.
Abbiate ancora pazienza. La pazienza è tutta la forza di cui l’uomo ha bisogno, e ne avete tanto bisogno per non perdere il vostro centro, per non perdere la vostra serenità!
Vedrete sempre più schiudersi un mondo nuovo. Il mondo interiore, ripulito e risvegliato, della massa della gente si ripropone nel mondo esteriore, e così tante brutture spariranno. Solo il bello emergerà, ergendosi come un altissimo grattacielo fra capanne distrutte e decadenti. Abbiate questa visuale, questa fede nel vostro creare il nuovo mondo. Siete voi che state attuando tutto ciò, siete voi che vi state pian piano risvegliando alla vostra Vera Essenza, e questo processo è inarrestabile. Nulla potrà mettere bastoni fra le ruote di questa macchina enorme, ormai in moto , ormai avviata. Affronterete così i cambiamenti terrestri, anche non del tutto piacevoli; ma per voi sarà cosa facile quando avrete risvegliato i vostri centri vitali. State tranquilli, non preoccupatevi di nulla, vivete momento per momento in questo presente meraviglioso. Ogni attimo è prezioso, se usato per risvegliare la consapevolezza.
State il più possibile soli con voi stessi, nel silenzio, a contatto con Madre Terra. Ascoltate il suo pianto e lenite le sofferenze inviando amore a vostra Madre Terra, che tanto sta cambiando per ripristinare un equilibrio che la stoltezza umana le ha tolto. Ma lei è una madre amorevole che tutto sa perdonare. Inviatele amore e lei risponderà, ancora più rigogliosa, a nutrire ancor meglio i vostri veicoli fisici, a riempirvi di ossigeno puro, di gioia ed amore puri.
Amatevi Miei Cari, siete tutti “Premasvarupalara”: Incarnazioni del Divino Amore. Amatevi ed amate ogni cosa. Non esistono cose inanimate ed altre vive: tutto è vivo, tutto ha una sua propria coscienza,. Non c’è un atomo che non sia intelligente, che non abbia in sé consapevolezza. Diverse sono solo le capacità di espressione di questa Consapevolezza Divina; ma c’è anche chi sa ascoltare le pietre e le piante, perché agli occhi ed alle orecchie del cuore tutto è possibile. Mettetevi in mezzo alla natura e state in silenzio. Vedrete affiorare nella vostra mente frasi, messaggi, a volte sorprendenti; ma solo dopo aver fatto silenzio nella mente, nel totale rilassamento. Anche creature angeliche sono dappertutto intorno a voi e vi parlano , se le sapete ascoltare.
Liberate la mente da tutta l’immondizia che sempre l’attraversa a ritmo sfrenato. Lasciate che la mente non si appoggi su ogni cosa, come fa una mosca. Scegliete bene su cosa la mente si debba soffermare, perché quello sarà il vostro nutrimento e vi potrà avvelenare o arricchire e nutrire. State quindi attenti, come anche al cibo che ingerite: questo si trasforma in pensieri e la qualità dei pensieri dipende dalla qualità del cibo. Mangiate solo cibo “satvico” (puro), sia con la bocca che con gli occhi e le orecchie. Non permettete a nulla di brutto e sporco di entrare in voi dalle porte dei sensi. Non fatevi rovinare la salute in questo modo. Ora avete ancora più sensibilità di un tempo; il vostro corpo non regge più vibrazioni basse; dovete adeguarvi al vostro nuovo stato e cambiare abitudini. Ormai siete aerei destinati a viaggiare in alta quota, non potete mettere nel serbatoi la miscela dei motorini. Sempre più puro e semplice sia il vostro cibo, così vi innalzerete, come una mongolfiera che butta le zavorre.
Figli Miei adorati, voi siete Me Stesso, in tutte le forme che ho voluto assumere. Io sperimento la vita attraverso le Mie miriadi di forme. Questo è il Mio gioco, questo il Mio volere, questo il mio “Dharma”… ma i giochi possono sempre cambiare, finire e ricominciare. Allora è giunto il momento di ritornare a fondervi in Me , che sono il vostro Sé. Lasciatevi guidare da Me, attraverso la voce interiore, e non sbaglierete. Comunque, in un modo o nell’altro, prima o poi (secondo il vostro spazio tempo), arriverete alla Meta, alla consapevolezza di Essere Me: il Tutto.
Vi amo sempre, vi guido, vi abbraccio, vi coccolo, anche quando non ve ne accorgete, troppo presi da preoccupazioni e pensieri dannosi.
Pensate sempre alla vostra Divina Essenza. Non dimenticate mai che voi siete Me, così riuscirete ad amarvi e ad amare tutti e tutto.
Vi amo da sempre e per sempre!

Written by amaeguarisci in: Messaggi ricevuti |
Feb
19
2016
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SUPERARE IL KARMA

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BUONGIORNO RAGAZZI!
Ripubblico lo scritto che segue per ricordarci che nel presente possiamo cambiare il futuro ed anche il passato, se questo viene digerito, accettato, trasceso. Non c’è un Dio che ci punisce per i nostri peccati: sono i nostri stessi peccati che ci puniscono, ma la Grazia di Dio, che è la Grazia del nostro stesso Sè, può modificare il nostro presente e futuro, liberandoci dal karma accumulato in passato.
Siete tutti nel mio abbraccio!

Anche se con i nostri pensieri, le nostre azioni e le nostre abitudini, dobbiamo raccogliere un certo destino, decidendo di cambiare rotta possiamo ancora “salvare il salvabile”.
A cosa servirebbero, allora, le preghiere, gli esercizi spirituali, i pentimenti, le buone azioni, se il nostro destino fosse ineluttabile? La mano che ha scritto il destino, lo può cancellare e riscrivere. Come? Conquistando la Grazia di Dio.
Ecco alcune parole di Sai Baba in proposito: “La Grazia del Signore può distruggere gli effetti del karma passato o modificarne il rigore. Tenetelo per certo. Se la legge del karma fosse inflessibile, a che pro raccomandare la disciplina spirituale, la buona condotta e la coltivazione delle virtù?…
Mi potreste chiedere: “Se la decisione di Swami è dura come il ferro, come mai può essere cambiata?” Ebbene, la devozione è come il fuoco, e il fuoco fonde il ferro.
Dio è commosso dalla devozione!”

La Grazia di Dio, quindi, può cambiare il nostro destino.
Questo è uno dei motivi per cui a volte le profezie risultano inesatte. Un profeta vede in quel momento il raccolto che l’umanità dovrebbe avere in base a ciò che ha seminato.
A volte, però, la Grazia di Dio conquistata dalle preghiere e dalle azioni di anime buone e sante, cambia il nostro destino.

Swami (termine con cui i devoti, in India, chiamano il Maestro) dice che il cuore di Dio è tenero come il burro: basta un po’ d’Amore nelle preghiere, che si scioglie, ed il Signore corre in nostro aiuto! Se con il nostro amore siamo riusciti a meritarci la Grazia di Dio, questa ci attenua il nostro karma, o addirittura ce lo cancella tutto, portandoci alle massime altezze.

E’ per questo che anche il più grande peccatore, comprendendo i propri errori , con un ritrovato amore smisurato verso gli altri e verso Dio, può assurgere alle più alte vette della spiritualità, anche in questa stessa vita. Nulla è impossibile alla Volontà di Dio! Questo è il concetto della “redenzione”.
Lo vediamo anche nelle guarigioni miracolose che spesso avvengono in coloro che hanno cambiato il proprio cuore, a volte venendo in contatto con santi ed anime molto elevate.

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Feb
18
2016
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LA DEVOZIONE CHE GUARISCE

donna felice e sana
Buongiorno amici! Oggi voglio soffermarmi ancora su un tema che mi è molto caro: la devozione. Mi è tanto caro perché la mia vita mi ha insegnato quanto è potente e meravigliosa la devozione, che porta all’abbandono a Dio.
Ma cosa intendiamo con questa parola? La devozione è Amore Puro e incondizionato per Dio, e quindi per tutti e tutto, nella consapevolezza che Egli è il residente interiore e l’energia che muove ogni cosa.
Noi tutti siamo abituati a distinguere vari tipi di amore: l’amore filiale, l’amore materno, l’amore coniugale, l’amore fra amici, l’amore per gli oggetti, le ideologie, ecc.; ma l’amore è un’energia che da noi emana, a prescindere verso chi e cosa sia indirizzata. Quando indirizziamo questo amore verso Dio, nella forma che ci è più cara, andiamo a raggiungere ogni creatura. E’ come dare l’acqua alle radici di una pianta: arriverà ad ogni singola foglia.
Dio si fa carne di era in era per insegnarci ciò che abbiano dimenticato e per darci l’opportunità di dirigere questo amore verso di Lui, in modo da purificare tutto il nostro essere. Avete presente cosa succede a mettere una lente di ingrandimento sotto un raggio di sole? Questo diventa così potente che può far nascere un incendio. Ecco: l’amore unidirezionale, forte e potente, verso Dio ci permette di sciogliere nel fuoco Divino ogni nostra impurità.
Qual è l’alchimia della devozione? Sviluppa in noi una piena fiducia in Dio, una piena fede, e tutto ciò permette quelli che noi definiamo miracoli. Ogni Avatar ci ha insegnato che se la nostra fede è tanto forte e salda, possiamo smuovere le montagne. Ora anche la scienza sta scoprendo la potenza del pensiero unito al forte sentimento. La legge di attrazione è sempre in azione. Quanto bene , quante meraviglie possiamo attrarre con un amore tanto potente, con un amore non frammentato in mille rigagnoli, ma coinvogliato in un grande fiume , che gioioso e impetuoso ci porta dritti al Mare!
Molti snobbano la devozione, ritenendola un ripiego per le menti semplici e deboli, per coloro che non hanno studiato , per i creduloni. Ora sappiamo, come Krisna, Gesù, Sai Baba e tutti i Maestri spirituali ci hanno insegnato, che è proprio l’atto di credere a creare la realtà. Non possiamo dire: “Crederò quando vedrò questo o quest’altro, perché ciò che ci aspettiamo di vedere non arriverà mai; ma possiamo attrarre a noi ciò in cui crediamo.
Cari amici, cosa succede in noi quando siamo innamorati di una persona? Siamo colmi di una nuova energia, siamo felici, frizzanti, entusiasti. “ Entusiamo” è una parola che deriva dal greco e significa : “in Dio, con Dio” . Abbiamo entusiasmo quando l’amore ci fa percepire meglio il collegamento con Dio, ci fa vivere in Lui, fonderci in Lui.
Allora, cos’è la devozione? Uno stato di innamoramento continuo, che mai va a scemare. Ci rende, gioiosi, felici, entusiasti, pronti ad affrontare tutto con distacco e forza.
L’amore terreno verso una persona è spesso carico di aspettative egoistiche, quindi diminuisce quando queste ultime vengono deluse, o semplicemente quando “il nuovo giocattolo” ci stufa. L’amore per Dio è l’unico Amore che mai ci deluderà, che cresce sempre più col passare del tempo, che non subisce scossoni, che non traballa. Certamente la vera devozione, quella che non oscilla, va conquistata. Più la esercitiamo, più amiamo , e più diventa salda e più ci riempie di Grazia Divina.
La devozione ci permette di accettare gli eventi della vita, ci permette anche di benedirli, tutti, perché ci aiuta a vedere tutto ciò che accade come qualcosa di sacro, che fa parte di un Disegno Divino meraviglioso. E se anche non riusciamo a vedere il quadro completo, la fede e la fiducia in Dio, ci assicurano che alla fine sarà un quadro bellissimo. Ogni puzzle andrà al posto giusto e sarà un’opera splendida.
Riporto, ora, uno stralcio di ciò che ho scritto in un precedente articolo che potete sempre andare a rileggere; si intitola: “La potenza della fede e della devozione”.
Molti santi sono stati definiti pazzi e fanatici; ma è molto meglio essere pazzi per Dio , essere “fan” del Signore, che pazzi per il mondo materiale che ci porta, alla fine, sempre all’insoddisfazione.
Dio è contento soltanto quando Lo trattiamo come un amico intimo. Tutti i nostri desideri verranno appagati solo quando tratteremo il Signore come il nostro più caro amico, il prediletto del nostro cuore.
Dice il Maestro (Sai Baba): “ Se state vicino a Dio, se Gli diventate cari, avrete il Suo amore e presto tutte le cattive qualità svaniranno, per essere rimpiazzate da quelle buone incarnate da Dio. Ampliate il vostro amore per poter vivere sempre più vicini e più cari a Dio: Il metodo più semplice per avvicinarsi a Lui è quello di ricordarlo in tutto ciò che si vede, in tutto ciò che si dice, e in tutto ciò che si fa. Pensate soltanto a Dio e al modo di essergli più vicino. Aprite a Lui il cuore, dategli il benvenuto con tanto amore e con sentimenti di intima amicizia. Sono purtroppo pochi i devoti che si rivolgono a Dio familiarmente e che possono vantare con Lui un’amicizia molto profonda.”
In una lettera ad una devota (tratta dal libro:” Sai Sandesh” di Sai Usha), Sai baba scriveva: “Mia cara! Ti ho già parlato riguardo questo argomento in un’altra occasione, dicendoti che Io accolgo calorosamente l’intimità fra me ed i miei devoti.
Conosci il comportamento della maggior parte dei miei devoti, cara? Essi mi rispettano, mi venerano e hanno di me grande stima e soggezione.
Ma quanti di loro danzano con me, giocano e corrono insieme a me e mi parlano intimamente, confidandomi ciò che racconterebbero al miglior amico?…”

Quando abbiamo come amico intimo il Signore del Creato, in qualunque forma noi Lo adoriamo, che cosa possiamo più temere? Chi invoca Dio in una qualsiasi forma, in realtà invoca il suo stesso Sé. Pregare, quindi, non è elemosinare qualcosa da una realtà estranea a noi. In realtà noi preghiamo noi stessi.
Ma dal momento che siamo in un corpo fisico, nella dimensione terrestre, dove esiste la dualità: caldo/freddo, bello/brutto, luce/buio, ecc. , è per noi molto più facile adorare Dio in una forma ben definita. Quando Dio si incarna in un corpo umano con tutti i Suoi Poteri Divini, per noi diventa un punto di riferimento sul quale convogliare tutto il nostro Amore.
Egli diventa per noi l’Amato; e nel rapporto fra amante e Amato, pensando continuamente all’Amato, si risvegliano in noi le qualità divine che sonnecchiano nella profondità dell’anima e sempre più diventiamo simili all’Amato. La devozione è la strada maestra (come dice la Bhagavad Gita, la Bibbia dell’induismo, e come tutti gli Avatar insegnano) che porta alla conoscenza, alla vera saggezza.
La devozione fa affiorare dal nostro Sé l’onniscienza che gli è propria, come la zangolatura fa affiorare dal latte il burro. Questo è il motivo per cui molti santi, sia del passato sia attuali, sanno anche senza aver studiato. Essi ci dimostrano, con il loro esempio, che davvero siamo un tutt’uno con Dio che dimora nel nostro cuore.

E’ stato il nostro ego a farci sentire separati e distanti dal Tutto, come se la goccia dell’oceano si fosse messa dentro un vasetto di vetro ermeticamente chiuso, e non riuscisse a ricongiungersi al resto dell’Oceano. Con le discipline spirituali, con l’amore sempre più intenso verso tutto e tutti, possiamo rompere il vasetto di vetro e ritornare a fonderci con le altre miliardi di gocce: con l’Oceano Infinito.
Sai Baba ci ha sempre ricordato che quando abbiamo fede e fiducia totali in Lui (o in qualsiasi altra Forma Divina), possiamo permetterci di lasciare a Lui ogni nostro fardello, ogni peso, ogni bagaglio. Proprio come quando saliamo su un treno: finalmente possiamo permetterci di sedere comodamente , senza tenere più le valige in mano, poiché è il treno stesso a trasportarle per noi. Ma ci ammonisce di non fare come quei passeggeri che, non fidandosi di nessuno, se ne stanno in piedi sul corridoio e con i bagagli in mano!
Quanta fatica spetta all’uomo che non sa abbandonarsi a Dio! Come diventa pesante la vita di chi non si decide ad invocare l’aiuto del nostro più Caro Amico!

Riporto qui di seguito alcune parole del Maestro sull’importanza dell’abbandono. Queste Sue meravigliose parole sono come una medicina da prendere ogni qualvolta ne sentiamo la necessità. Sono parole che calmano, leniscono il dolore, sdrammatizzano le situazioni, e donano coraggio, gioia e persino entusiasmo, durante le numerose prove della vita:
“ Perché vi agitate? Lasciate a me la cura di tutte le vostre cose. Ci penserò io: Io intervengo soltanto quando saprete abbandonarvi a me completamente. Io non aspetto altro.
E quando vi abbandonerete a me completamente, non dovrete più preoccuparvi di nulla: lasciate ogni paura, ogni sconforto. Voi dimostrate di non fidarvi di me: confidate in me ciecamente!
Abbandonarsi significa allontanare il pensiero dalle preoccupazioni, allontanare il pensiero dalle difficoltà che incontrate, allontanare il pensiero da tutti i problemi che avete.
Mettete tutto nelle mie mani dicendo: “Signore pensaci tu, sia fatta la tua volontà!”
Che è come dire “Signore ti ringrazio, hai preso tutto nelle tue mani per risolvere ogni cosa per il mio bene maggiore!”
Abbandonarsi non vuol dire preoccuparsi per l’esito delle vostre aspettative, non significa preoccuparsi perché una circostanza ha avuto risultati diversi da quelli che aspettavate.
Così facendo dimostrate di non credere all’amore che nutro per voi, dimostrate di non credere nel fatto che la vostra vita è sotto il mio controllo e che nulla mi sfugge.
Non pensate mai a cosa succederà, a come andrà a finire; se cederete a questa debolezza dimostrerete di non aver fiducia in me.
Volete o non volete che ci pensi io? Allora dovrete smetterla di preoccuparvi voi! Io vi condurrò soltanto se vi abbandonerete completamente a me. E quando devo portarvi per una via diversa da quella che vi aspettereste voi, vi ci porterò con le mie stesse braccia.
Ciò che vi mette in agitazione è la vostra mente, il vostro pensiero, la vostra preoccupazione, il voler provvedere voi a tutti i costi.
Quante volte intervengo quando, per le vostre necessità spirituali e per quelle materiali, la vostra anima si rivolge a me dicendomi .”Pensaci tu!” e poi chiude gli occhi e riposa tranquilla!
Voi riceverete molto soltanto quando la vostra preghiera sarà affidamento totale a me.
Voi nel dolore pregate affinché io intervenga, ma affinché io intervenga come volete voi: non vi affidate a me, ma volete che io mi adatti alle vostre richieste.
Non siete malati che chiedono la cura al medico, ma malati che gliela suggeriscono! Non fate così.
Anche nelle situazioni più tristi dite: “Signore ti lodo e ti ringrazio per questo mio problema, per questa mia necessità. Ti prego di disporre le cose come meglio ritieni opportuno per la vita terrena e temporale. Tu sai cosa è meglio per me”.
Se mi dite realmente: “Sia fatta la tua volontà”, che è come dire “Pensaci tu”, io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni più critiche, anche quelle impossibili.
A volte hai l’impressione che la sventura incalzi invece che allontanarsi?
Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia:
“Pensaci tu. Sia fatta la tua volontà”.
Allora ci penserò io e, quando occorre, compirò anche un miracolo. Io penso sempre a voi, ma posso aiutarvi completamente soltanto quando vi affidate completamente a me”.
( Tratto da : Sandhya – Laura Secca – ed. Mediterranee – pagg. 209 e 210).

Più pensiamo a Dio, più ci riempiamo di gioia e più i nostri pensieri diventano positivi.
Allora i nostri guai perdono pesantezza. Tutto viene alleggerito, sdrammatizzato. E’ come se diventassimo spettatori esterni di una storia che non è più la nostra. Ci immedesimiamo, come è giusto che sia, con il regista della storia, che dal palcoscenico esamina le scene, senza rimanerne emotivamente travolto e turbato.
E’ proprio il distacco emotivo a renderci forti e capaci di affrontare le situazioni con tutta la nostra potenzialità divina. Si! Perché dentro di noi c’è un’eredita di onniscienza, di onnipotenza, che può manifestarsi solo quando il nostro pensiero rivolto a Dio viene superato solo dall’amore che proviamo per Lui!
La pace e la gioia di coloro che chiamiamo “beati” scaturisce proprio dall’abbandono profondo a Dio, che porta loro ogni benessere.
Quando i nostri pensieri sono colmi di gioia e d’amore, il nostro corpo, che è una macchina perfetta programmata con tutti i meccanismi dell’autoguarigione, incomincia a trasformarsi.
Succedono, così, quelli che noi definiamo miracoli.
Dimenticare la malattia riempiendoci solo di pensieri sacri e d’amore, è il sistema più efficace e veloce per riacquistare l’equilibrio psico-fisico che avevamo perso.
Sarà proprio l’amore per Dio, e quindi per tutto e per tutti, a risollevarci dal pantano nel quale eravamo caduti. Sarà per noi come un tappeto magico sul quale salire per innalzarci alle altezze divine.
Vi abbraccio tutti!

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Feb
17
2016
2

UN MESSAGGIO PER LA GUARIGIONE

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Cari amici, ho ricevuto oggi questo messaggio e lo condivido con voi.
Siete tutti nel mio abbraccio!
“In questo kali yuga gli uomini sono pieni di malattie. Tutte le malattie, oltre che dal cibo inadatto ed inquinato, dall’aria e dall’acqua malsane, derivano da problemi interiori irrisolti. Siete pieni di paure: paura di non essere abbastanza validi e capaci; paura di non essere amati e degni d’amore; paura di perdere ciò che avete; paura della malattia e della morte. Tutta questa situazione deriva dalla vostra ignoranza su voi stessi. Avete deciso di dare ragione alla ragione, anziché all’intuito profondo, alla voce dell’anima. Avete deciso di esaltare la logica a discapito del cuore. Avete deciso di seguire solo il successo materiale… ma come potete raggiungere una certa soddisfazione se ignorate la parte più profonda di voi? Esaltate la macchina (corpo/mente) e sminuite il guidatore: il Vostro Sé. Avete paura di scoprire chi siete realmente, avete paura che emergano tutte le vostre debolezze e i vostri lati oscuri, ma non sapete che il solo coraggio di affrontarle vi porta a risolvere tutti i vostri problemi. Ciò che tenete dentro, per paura di mostrarlo al mondo, diventa una pietra sempre più grande che ostacola il vostro cammino. Vi trascinate pietre interiori talmente pesanti da arenarvi e rimanere in uno stagno fangoso. Ciò che portate alla luce vi libera e vi dona forza; ciò che lasciate nella soffitta del vostro inconscio, o conscio, vi soffoca e vi fa ammalare, al punto da rifiutare la vita, per quanto diventa pesante e insostenibile. Quante depressioni, quanti suicidi, quanto malessere…
Forte è colui che si decide a mostrare la propria fragilità, sapendo che tutti hanno lati deboli e fragili: anche gli eroi, che sono diventati tali proprio perché hanno fatto i conti con le proprie paure, senza più nasconderle o ignorarle.
Mi chiedete aiuto qualche volta? Perché arrivate così in basso prima di rivolgervi a Me , che sono il vostro comandante, il Vostre Divino Sé?
Abbiate il coraggio di parlare tra di voi, sempre! Abbiate il coraggio di comunicarvi tutti i vostri pesi e dispiaceri, soprattutto quelli che più vi disturbano e più volete nascondere. Questo sarà il primo passo verso la guarigione.
Figli Miei adorati, riprendete in mano le redini della vostra vita! Ho dato a ciascuno di voi un bagaglio adatto al vostro viaggio: ce l’avete, ma non lo usate! Non sapete come usarlo: usate solo la mente razionale e non vi fidate abbastanza della voce interiore.
Riprendete in mano il vostro Potere, ricordatevi la vostra Natura Divina, sempre! Così non sbaglierete nelle vostre scelte e nei vostri passi.
Amatevi, Creature del Cielo, amatevi perché tanto dura è stata la discesa in questa Terra, piena di prove e tranelli. Amatevi perché anche se vi sentite fragili, siete forti guerrieri che hanno scelto di affrontare una dura scuola. Amatevi perché Io sono voi e l’amore che vi ho dato, dall’inizio dei tempi, lo dovete restituire a Me, che sono il vostro Sé. Amatevi perché nulla è più importante e grande di voi stessi, di ogni mia creatura. Siete i Miei gioielli. State svolgendo una bella rappresentazione teatrale; però siete talmente immersi nella parte che ci soffocate dentro.
Tornate sempre un po’ su, guardatevi dall’altro e riprendete la giusta visione di Voi.
Amate voi stessi ed amatevi fra voi, come Io vi amo da sempre. Siete preziosi… Tutti!”

Written by amaeguarisci in: Messaggi ricevuti |
Feb
12
2016
-

UN MESSAGGIO PER I GENITORI

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Cari amici, mi sono messa al computer chiedendo al Maestro di poter essere, come sempre, un Suo strumento.
Subito sono fluite queste parole sul delicato compito dei genitori.
Così come sono velocemente venute, vi passo queste parole, senza nulla togliere od aggiungere, se non questa premessa.
Siete tutti nel mio abbraccio!
“Svegliatevi Miei cari! Avete avuto in affidamento e cura anime fra le più elevate che possano esserci. Questi figli sono scesi dai cieli più alti per aiutare il Pianeta Terra. Voi li vedete piccoli e indifesi, ma dietro il loro aspetto fragile si cela un angelo-guerriero della Luce, un angelo sceso per dare alla Terra ciò che le vecchie generazioni le hanno tolto.
Non trattateli come fossero poco intelligenti: loro capiscono e vi comprendono più di quanto potete immaginare! Sono nauseati dalla situazione che hanno trovato qui; anche se loro stessi sono scesi, proprio perché dall’alto vedevano questa situazione ed hanno risposto all’appello per aiutare il Pianeta, in questo delicato momento di passaggio dimensionale.
Amateli con tutto il cuore, ma non siate mai ipocriti: perdereste la loro stima. Non sopportano le bugie e l’inganno, quindi non ingannateli mai! Parlate e trattate con loro come fossero adulti; giocate e scherzate con loro come voi foste bambini. E’ questa leggerezza e serietà che chiedono da voi. Non cercate di tenere maschere con loro: vedono la vostra anima. Non cercate di insegnare loro dogmi e concetti imposti da qualcuno: loro sono connessi al proprio Sé e solo a Questo ubbidiranno.
Sono sensibile e meravigliosi, forti e delicati allo stesso tempo; trattateli con tutta l’attenzione e la delicatezza di cui siete capaci! Date loro anche delle regole, regole per il loro benessere fisico e per riuscire a resistere in terza dimensione, ma non obbligateli mai a fare qualcosa che vada contro la loro coscienza: sono disposti ad andarsene per questo, ad ammalarsi e tornare lassù, pur di non tradire il loro Sé Divino. Tutto quello che vi chiedono è amore e sincerità. Vi chiedono di amare non solo loro, ma tutto il mondo. Non sopportano un cuore piccolo ed arido: vogliono che voi siate esempi in cui credere, sennò si allontaneranno.
Sono scesi nelle vostre famiglie per farvi crescere. Sono loro a far crescere voi, con le loro vibrazioni alte, con la loro energia d’amore e correttezza che spargono ovunque .
Allora, cari genitori, questi figli delle stelle non sono figli vostri, ma esseri di Luce venuti in vostro aiuto. Non abbiate atteggiamenti di possesso od appartenenza. La loro famiglia è l’Universo intero. Non limitateli nelle loro scelte: hanno compiti ben definiti; solo loro sanno perché sono scesi. Sceglieranno i loro studi, o sceglieranno di non studiare; non forzateli in scelte che non sono loro: li perdereste. Non possono tradire il compito per cui sono scesi, e seppur non vorrebbero mai darvi dispiaceri, seguiranno il loro cuore, sempre.
Amateli, coccolateli, insegnate loro con l’esempio! Perdonate gli altri, non sparlate degli altri, non siate inquisitori, critici, vittimistici e lagnosi: loro osservano ogni vostro moto dell’anima. Con compassione vi guardano e vi perdonano, ma hanno bisogno di fidarsi di voi affinché siate un supporto per il loro compito.
Ecco amori Miei, figli Miei: vi ho affidato e vi affiderò altri Miei figli: sono fiori speciali , di una bellezza ormai dimenticata: abbiatene cura, tutta la cura che si dà a qualcosa di veramente prezioso!”

Written by amaeguarisci in: Messaggi ricevuti |
Feb
09
2016
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SAI BABA INTERVISTA UN BAMBINO

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Cari amici, riporto questo dialogo fra l’Avatar e un bambino di nove anni.
Se tutti noi avessimo la fede, la fiducia e l’abbandono che questo bambino ha nell’Avatar (o in qualunque Sua Forma Divina), tutti i nostri problemi sarebbero risolti.
Ci sforziamo di trovare tecniche meditative, tecniche varie per raggiungere la pace della mente e l’unione con Dio; ma la vita dei santi ci insegna che la devozione e l’attenzione unidirezionale della mente rivolta verso Dio, ci portano a fare il salto nell’estasi divina; ci portano a sperimentare che davvero esiste solo l’Uno: che tutto è manifestazione di Dio.
Esistono tante strade per raggiungere la consapevolezza Divina: ma la più sicura, la più diretta, quella che più ci riempie il cuore di gioia, è quella della devozione.
Auguro a ciascuno di noi di raggiungere quella fede e fiducia così profonde da poter smuovere le montagne!
Il pezzo che segue è tratto da “Mother Sai” Gennaio/febbraio 1992 – pagg. 37/39, che a sua volta è tratto da “Sanathana Sarathi”, agosto 1991, pagg.221-224.
Siete tutti nel mio abbraccio!

Il 6 maggio dello scorso anno (1990), mentre i devoti si aspettavano un discorso di Sai Baba in occasione della memoria di Sua madre Ishwaramma, Swami sorprese tutti chiamando vicino a Sé un bambino di nove anni e “intervistandolo”. Il dialogo che ne scaturì, fortunatamente registrato da un devoto, mette in evidenza la statura spirituale del bambino e il gioioso divertimento di Sai nell’interrogarlo.
Swami – Come ti chiami?
Bambino – Sai Giridhar.
S. – Quanti anni hai?
B. – Nove.
S. – Come fai a saperlo?
B. – Svami, Tu solo me l’hai detto.
S. – Io non te l’ho mai detto.
B. – Solo Tu mi hai fatto nascere e solo Tu me l’hai detto. Tu solo sei mia madre, mio padre, il mio tutto.
S. – Quanti fratelli e sorelle hai?
B. – Tutti sono miei fratelli e sorelle.
S. – Come fai a dirlo?
B. – Svami, Tu solo sei la madre di tutti; perciò siamo davvero fratelli e sorelle.
S. – Bravo! Da dove vieni?
B. – Da te Svami!
S. – Oh! Da Me?
B. – Si, Svami; il mondo intero proviene da Te.
S. – Ah! Che ne sai tu del mondo?
B. Tu solo, Svami, mi hai insegnato tutte queste cose.
S. – Ma se non ti ho mai parlato prima d’ora!
B. – Si, Svami, Tu solo sei il mio Maestro. Tu sei l’unico Guru per tutti.
S. – O.K. Ed ora, dove ti trovi?
B. – Sto dentro al Tuo cuore, Svami.
S. – Ma il tuo corpo è una cosa e il Mio un’altra.
B. – No , Svami, anche il mio corpo proviene dal Tuo.
S. – E come lo sai?
B. – Si, Svami, il mondo intero proviene dal Tuo corpo. Tu sei Brahma, Vishnu e Maheshvara.
S. – Hai mai visto Brahna?
B. – Si, Svami, Tu solo sei Brahma.
S. – Com’è la forma di Brahma?
B. – Brahma ha quattro mani, nelle quali c’è il fiore di loto, la conchiglia, la ruota.
S. – Ma Io non ho niente di tutto questo…guarda.
B. – Si, Svami, Tu hai tutto.
S. – Perché affermi questo?
B. – Sei Tu che mi hai mostrato in una visione la forma di Brahma.
S. – E quando?
B. – Nei miei sogni mi sei apparso in tutte le forme di Dio. Tutte le espressioni divine provengono ancora e unicamente da Te.
S. – (Rivolto agli altri ragazzi) Un altro Hanumantappa! (riferendosi al Vice Preside dell’Università di Bangalore, il quale aveva pure raccontato molte visioni del genere avute in sogno. I ragazzi ridono) Va bene, che cosa vuoi?
B. – Io voglio solo Te; Svami.
S. – No, no! Chiedimi qualche oggetto: una penna, una matita, del cioccolato, un orologio,…qualcosa insomma.
B. – No, Svami, no. Desidero soltanto Te, e nient’altro che Te, Svami!
S. – Ti dedichi a qualche pratica di preghiera o di meditazione?
B. – Si ,Svami, canto i 108 Nomi di Dio.
S. – Bene. Dimmeli.
B. – Om Shre Bhagavan Sathya Sai Babaya Namah! Poi continuò a recitare questo Nome per 108 volte. (Risate dei ragazzi).
S. – E le preghiere le dici?
B. – Si, Svami, al mattino recito Karagre vasathe Lakshme. A mezzogiorno, per il pranzo, dico Brahmarpanam…
S. – Ne conosci il significato?
B. – Si, Svami. Brahmarpanam vuol dire: offro il mio cibo a Dio.
S. – Chi è Dio?
B. – Tu solo sei Dio! Io offro tutto a Te!
S. – Ti piacciono altre Divinità, come Rama, Krisna?
B. – Perchè dovrei amare altri Dei quando Tu sei con me. Tu solo sei Rama, Krishna…tutto.
S. – Fai meditazione?
B. – Si, Svami.
S. – In che modo?
B. – Mi metto nella posizione del Loto (padmasana) e chiudo gli occhi.
S. – Che cosa vedi?
B. – Vedo solo lo Svami.
S. – Per quanto tempo?
B. – Non lo so, non ho l’orologio.
S. – Vuoi un orologio?
B. – No, Svami, voglio solo Te!
S. – Conosci qualche preghiera comune?
B. – Si, Svami. Loka samasta sukhino bhavantu.
S. – E altre?
B. – Si, Svami. “O Dio, prendi il mio cuore…”
S. – Conosci qualche canzone?
B. – Nessuna, Svami. So solo dei bhajan (canti devozionali).
S. – Cantane uno.
B. – Govinda bholo! Gopala bholo! (e canta per intero il bhajan).
S. – Guardi la TV o dei video?
B. – No, Svami, vedo soltanto dei cartoni animati a casa.
S. – Ma i cartoni animati non sono Dio!
B. – Si, Svami, Dio è in ogni cosa. Tu solo sei Dio!
S. – Ma Io non sono un cartone animato… osserva bene! (E tutti ridono).
B. – Si, Svami. Tu sei Tutto.
S. – Bravo! Litighi con gli altri bambini, oppure ne sei geloso?
B. – No, Svami, Tu sei in tutti loro; perciò come potrei essere geloso di qualcuno?
S. – No, certo. Ma, a scuola qualche tuo compagno potrebbe essere geloso di te o coinvolgerti in una lite.
B. – No, Svami. Come potrebbe fare questo se tu sei in tutti loro? Tu ci insegni ad amare tutti.
S. – Guarda però i fratelli più grandi: sono tutti egoisti.
B. – No, Svami, sono buoni! Tu sei anche in loro.
S. – Nel mondo, tuttavia, c’è del bene e del male.
B. – No, Svami. Tutti sono buoni, perché Tu sei in tutti.
S. – (Mostrando la Sua mano) Che cos’è?
B. – E’ tutto!
S. – Ma non è che una mano vuota!
B. – No, Svami, in quella mano ci sono tutti i poteri e Tu sei tutti quei poteri.
S. – Come fai a saperlo?
B. – L’hai detto Tu che il mondo è nelle Tue mani!
S. – Bene. Bravo! Ora prendi queste 100 rupie e mettile in tasca, al sicuro. Ci potrebbero essere dei ladri fuori. Dunque fai attenzione.
B. – No, Svami. Tu sei anche in loro e nessun altro all’infuori di Te mi toccherebbe; nessun altro mi porterebbe via ciò che ancora Tu mi hai dato.
S. – Bene. Quando usciranno i quadri degli esami?
B. – Non lo so, Svami.
S. – Avrai eccellente?
B. – Si, Svami.
S. – E come lo sai?
B. – Perché proprio ora Tu mi hai detto “Eccellente”!
S. – Hai letto molti libri?
B. – No, Svami. Io conosco solo le parole dello Svami! Lui solo è tutta la scienza.
S. – (Rivolto a tutti) E’ fermamente stabilito nell’atteggiamento di unicità dell’Ideale spirituale (Advaita bhava). Un altro Prahlada ! Anzi, nemmeno Prahlada parlerebbe in questo modo! Bene! Sono molto felice!

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Feb
08
2016
1

MESSAGGIO: IO SONO IL VOSTRO SE’

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Io sono il vostro Sé. Sempre vi parlo dal vostro cuore, ma spesso non Mi sentite perché le onde alte dei pensieri disturbano la ricezione. Ma nel momento della calma, quando la mente tace, Io posso farvi sentire la Mia voce che vi guida e vi sostiene.
Voi Mi pregate in tante forme diverse, ma sempre Io rispondo dal profondo di voi. Vi appaio, a volte, nella forma a voi più cara, perché quello è il mezzo per farmi riconoscere, ma altre mille volte vi ho dato messaggi, utilizzando altri mezzi: persone che incontrate, animali, eventi, coincidenze, sussurri, libri… sono tanti i Miei modi di indurvi ad ascoltarmi, quando siete troppo distratti e presi dalla vorticosa danza della vita quotidiana.
Molti di voi vogliono da Me un messaggio, che arrivi loro da lontano. Ma Io vi dico che non c’è nessuno che non sia in grado di udirmi.
Mettetevi nel silenzio, respirate profondamente, quietate la mente. E quando il battito sarà lento e regolare, pregatemi di darvi un messaggio.
Allora scrivete.. allora ascoltate la voce interiore, che emerge da dentro, che arriva alla vostra mente, e si traduce anche in immagini.
Il problema e che voi non credete a questa comunicazione, pensate di aver bisogno di intermediari, di sacerdoti, di qualcuno che reputate più in contatto con Dio, di quanto lo siate voi.
Miei adorati, vi ricordo che nessuno è più Divino di un altro. Io mi sono diviso in miriadi di forme. Forse una goccia dell’oceano è diversa dalle altre gocce?… può avere forse più concentrazione di sale, ma gli elementi che la compongono sono i medesimi. Non c’è alcuna differenza fra noi, fra me e te. Tu però, essendo nato in un corpo fisico in terza dimensione, hai dimenticato la tua Vera Natura. Ecco perché Io, il Tuo Sé, di era in era, prendo un corpo umano, con tutti i Miei pieni Poteri Divini: proprio per ricordati chi sei, proprio per ricordarti i tuoi poteri reconditi, proprio perché tu possa rispecchiarti in Me, che ho fatto un salto fuori dal tuo cuore per poterti meglio parlare.
Da tante vite avete desiderato il mio contatto; dai tempi di Rama, e ancor più indietro nel tempo, mi avete adorato, invocato, chiamato, desiderato. Purtroppo, ogni volta che arrivo pochi mi riconoscono, avendo preso una forma umana, simile alla vostra. Ma i miei biglietti da visita, di era in era, sono sempre stati quelli che voi, nella vostra ignoranza, chiamate miracoli. Essi sono normali capacità dell’Avatar, dell’Essere completamente consapevole della propria Divinità, e se la vostra fede nelle vostre Capacità Divine diverrà potente e sicura, anche voi farete ciò che ho fatto quando ero nel corpo di Krisna, di Gesù , o di Sai Baba, o in altri corpi meno conosciuti, ma colmi di consapevolezza divina.
Allora, Miei Cari Tesori, sentitevi amati, perchè Io sempre vi ho amato, anche quando fate le parti dei “cattivi”. Nel vostro profondo, chiuso a chiave, c’è uno scrigno segreto colmo di Divino Amore. Ora è vostro compito scoprirlo, aprirlo e spargere nel mondo i tesori che vi sono dentro, perché questo è il motivo della vostra discesa, della vostra nascita umana. Lanciate nell’etere sprizzi e scintille d’Amore Puro, lasciatevi guidare dal Me, dal profondo del vostro cuore. Lasciate stare ciò che siete stati finora: voi siete puri all’interno, come è puro l’interno di un frutto. Se nella scorza avete accumulato polvere e sporcizia, non importa, sempre potete ripulire questa scorza, non è vero?… che è la vostra mente. Questa è la redenzione. Ad ognuno di voi ciò è permesso; è possibile ad ognuno raggiungere la purezza originaria, con un meticoloso lavoro di auto indagine che vi porterà a non identificarvi più con il vostro corpo e la vostra mente.
Amatemi e così vi amerete. Amatevi e così Mi amerete. Amatevi l’un l’altro e così è sempre Me che amerete, e sempre voi stessi che amerete.

Come potete innamorarvi di me, che sono il vostro Sé, se non vi fidate di voi stessi?… se vi detestate, se pensate di non valere abbastanza? Io vi chiedo di amarvi ed onorare in voi la Scintilla Divina, a discapito dell’ego. È ora di tralasciarlo: vi ha tenuti in vita in questa dura scuola terrestre, ma ora l’ego è il vostro peggior nemico, è una zavorra che vi impedisce di elevarvi alle dimensioni più alte.
Allora Miei Amati, ricordate sempre questo. “Io sono Divino, come ogni essere in questo universo, e voglio manifestare ed onorare questa Divinità Onnipervadente, iniziando da me stesso”.
Vi saluto con l’Amore Infinito che solo La Grande Madre può avere per ognuno di voi.
Restituitemi questo Amore ed avrete tutto ciò che vi occorre per la vostra suprema felicità.
Siete amati, benedetti, protetti! Tutti!

Written by amaeguarisci in: Messaggi ricevuti |
Feb
03
2016
1

PARLIAMO ANCORA DELLA GIOIA CHE DERIVA DALL’EQUANIMITA’ E DAL DISTACCO

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Cari amici, parliamo ancora di equanimità e distacco.
Cosa significa equanimità? Significa affrontare le vicissitudini della vita senza subire forti scossoni emotivi, senza precipitare nella depressione, nella rabbia, nei sentimenti negativi in genere, o senza esaltarsi quando le cose vanno bene; significa mantenere il sorriso, nonostante tutto; essere sicuri che tutte le prove sono solo nuvole di passaggio e che presto se ne andranno, così come sono venute. Da dove deriva questa forza? Dal distacco. Distacco da cosa?
Parliamo, allora, degli attaccamenti. La maggior parte della gente è attaccata a tutto ciò che ha: i beni materiali, le relazioni, le idee, le convinzioni, la posizione sociale, le aspettative, le abitudini. La gente è attaccata anche alle proprie malattie e alle proprie situazioni negative, pur di non cambiare abitudini e convinzioni.
Siamo attaccati agli amici, ai luoghi, alla famiglia, al lavoro, alla bellezza della nostra giovinezza…persino ad una certa marca di vestiti o di biscotti! Crediamo di non valere se non abbiamo tutto questo; crediamo di non farcela senza tutto questo .
“Mamma mia! Ho perso la casa… come farò a vivere?… La casa costruita dai miei nonni…no, non posso lasciarla!” … Viviamo nella paura di perdere ciò che abbiamo, pensando che la vita sia degna di essere vissuta solo se abbiamo certe cose, certi requisiti.
Le nostre aspettative ci distruggono. Quando non riusciamo ad ottenere ciò che desideriamo, arriva la tristezza e la rabbia verso chi riteniamo responsabili del fallimento del nostro piano. E le aspettative sono di tutti i tipi, anche delle più stupide.
Le aspettative sono il limite che noi diamo alla nostra felicità: se ciò che aspettiamo non accade, allora ci sentiamo nel giusto a lamentarci e a cadere in depressione. Ci sentiamo vittime innocenti di un mondo ingiusto; ignorando che tutto ciò che viviamo l’abbiamo attratto a noi con il nostro atteggiamento, le nostre parole, i nostri sentimenti ed i nostri pensieri, consci ed inconsci.
Quando noi diamo agli altri ed alle condizioni esterne il potere di renderci felici o meno, perdiamo la nostra forza ed il nostro valore.
Siamo tutti “aquile” che si credono “polli”; vogliamo avere un solido pavimento su cui camminare; non ci rendiamo conto di avere un bellissimo paio d’ali, e che mai, quindi, sprofonderemo!
Purtroppo nel Kali Yuga (la nostra era) abbiamo perso la consapevolezza della nostra Divinità, del nostro potere, del nostro valore; eppure tutti i maestri spirituali ci hanno parlato di ciò che siamo in realtà; ma le persone libere e risvegliate non sono manovrabili e sfruttabili, per questo i poteri politici, economici e religiosi hanno avuto tutto l’interesse a tenerci nascoste le più profonde Verità insegnataci dagli Avatar e da tutti i mistici.
Tutta la nostra società, la nostra cultura, ci ha rimbambiti: ci hanno fatto credere che per star bene occorre avere alcuni simboli di successo: una bella casa di proprietà, una bella famiglia, un lavoro remunerativo e di carriera, il successo, la fama, le belle macchine, ecc.; tutte cose da ostentare per avere l’approvazione degli altri, per “valere qualcosa”. Valere? Ma il nostro valore è intrinseco in noi: siamo noi il Valore! Siamo noi ad assegnare valore alle cose, è l’uomo che assegna un valore al diamante, non viceversa!
In realtà possiamo vivere bene in una piccola casa, anche in affitto, o in una casetta di legno nel bosco. Ho visto tante persone sorridenti in India, persone che vivono di ciò che la terra dono loro, in piccole capanne di fango e paglia: eppure cantavano mentre lavoravano e sprizzavano gioia; sicuramente non avevano tutti i problemi psicologici che tanti ricchi occidentali hanno. Questo significa che possiamo vivere felici con un umile lavoro, che ci permetta comunque di sostenere il nostro corpo.
Possiamo vivere bene anche se una certa persona se né andata: non era quella persona a darci l’energia vitale o le capacità: erano nostre anche prima, le abbiamo per diritto di nascita; eppure siamo convinti di non poter vivere senza quella persona, ed adduciamo la nostra tristezza, o disperazione, al profondo amore che abbiamo verso quella persona. Chi ama non possiede, non trattiene, non pretende di tenere l’amato legato a sé.
E se il Cielo ha rivoluto con sé un angelo? Ci mancherà senz’altro la sua presenza, ma se il suo compito in questa densa dimensione terrestre è finito, quest’anima si merita le gioie delle alte dimensioni. Allora, dopo un sano pianto , cerchiamo di convertire quel dolore in amore puro; cerchiamo di sorridere e gioire della gioia di chi è tornato a Casa, di chi ha lasciato i dolori ed i pesi terreni.
A volte teniamo le persone legate a noi con piccoli ricatti psicologici per paura di perderle, ma così facendole abbiamo già perse. Facciamo di tutto per scavalcare un collega ed ottenere la promozione, per sentirci ammirati, ma proprio così perdiamo in stima ed approvazione. Ci indebitiamo per anni per sfoggiare agli amici una bella macchina…e poi non dormiamo la notte pensando ai debiti.
Siamo proprio in un delirio di massa!
Quanta più felicità può avere una persona che fa con amore un umile lavoro, che va a letto serena, senza preoccuparsi di come mantenere le tante proprietà! Quanta più gioia può avere, quanto più ricco si può sentire, chi è libero da desideri ed aspettative; chi ringrazia ogni giorno perché ha da mangiare e un letto sul quale dormire; chi vede nella natura uno spettacolo meraviglioso e non ha bisogno di andare al cinema per avere emozioni !
Quando ci risvegliamo alla consapevolezza di essere il Divino Sé, possiamo godere della gioia che scaturisce da noi stessi. Quando amiamo siamo felici perché esprimiamo la nostra natura Divina; invece pensiamo di poter essere felici solo se siamo amati .
Se fossi da sola in un bosco e pensassi di valere e di poter essere felice solo se amata ed apprezzata, mi sentirei male perché in quel luogo non ci sarebbe nessuno a darmi quel tipo di felicità condizionata. Ma se fossi in costante contatto col mio Sé Divino, percepirei la bellezza, la gioia e l’armonia tutte intorno a me; la meraviglia e lo stupore riempirebbero il mio cuore ed un fiume d’amore da me uscirebbe, inondando ogni creatura, ogni pianta, ogni sasso. La mia gioia, in questo caso, scaturirebbe dal mio stesso amore, quello che , consapevolmente o meno, spargerei al mio passaggio.
L’ape, attratta dalla bellezza dei fiori, ne succhia il polline, poi, inconsapevolmente, ne rilascia un po’ in giro, impollinando altri fiori. Non è la sua intenzione primaria impollinare, ma essendo piena di dolcezza, la sparge intorno a sé. Così, una persona colma di amore Divino, volente o nolente, sparge tutt’intorno a sé questo amore, come fosse una polverina magica che incanta i cuori.
Allora, cari amici, non c’è bisogno di essere questo o quello, di fare chissà quali grandi cose per sentirsi degni d’amore ed attenzione! Non c’è bisogno di avere grandi proprietà, un lavoro importante o chissà quale altra cosa per essere felici: la cosa più importante è “Essere”, emanare la propria fragranza. E questo succederà, sia che lo vogliamo,o meno, se siamo consapevoli della nostra natura Divina. Solo questa consapevolezza ci fa rimanere sempre a galla anche col mare in tempesta.
Il distacco va inteso anche dal ruolo che stiamo interpretando. Come in un film drammatico l’attore è ben consapevole che sta svolgendo solo una parte, che ciò che vive nella scena non è reale. Anche noi dobbiamo avere questo atteggiamento nei confronti della vita. Siamo tutti attori e registi della parte che stiamo svolgendo, ma tutto è solo una rappresentazione messa in scena per sperimentare sentimenti, prove ed emozioni. Finita la rappresentazione torneremo tutti dietro le quinte, felici e contenti a festeggiare insieme la buona riuscita della rappresentazione: sia che si tratti di una commedia, che di una tragedia.
Non prendiamocela con gli attori che svolgono una parte di disturbo verso di noi: era un copiano già stabilito, proprio per sperimentare. Benediciamo, perdoniamo, lasciamo andare, e nulla ci toglierà la pace!
La gioia e la pace vengono dall’equanimità; quest’ultima viene dal perdono, viene dall’accettazione della vita, viene dal distacco dai sensi, dalle cose, dalle persone, dalle aspettative e dai desideri.
Ma l’equanimità viene soprattutto dalla nostra capacità di comprendere, accettare, e quindi amare incondizionatamente, e solo una mente costantemente rivolta a Dio può raggiungere questo grande dono.
Auguro la gioia che deriva dall’equanimità e dal distacco a tutti noi!

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