Apr
09
2014

SAI BABA: un fiume d’Amore

mio dipinto di baba ad olio- il secondo

Ciao amici! Oggi vi propongo uno stralcio del capitolo 14 del primo libro da me scritto:  “Il mio risveglio – Una storia vera con Sai Baba”.

E’ proprio vero che quando facciamo un passo verso di Lui, Lui ne fa cento verso di noi! All’epoca del racconto io ero molto malata ed il Suo Divino Amore mi ha permesso di dimenticarmi quasi della malattia, per vivere intensamente questa Storia d’Amore, che è nata dall’inizio dei tempi: quella fra noi ed il nostro Signore.

Vi auguro di tuffarvi nella dolcezza della devozione! Quella dolcezza che ci libera dai guai e che lenisce ogni dolore!

 

CAP. 14 – UN FIUME D’AMORE

 

Come le nuvole prendono la forma di goccioline

e cadono sui campi che hanno scelto di nutrire,

così l’Assoluto Senza-Forma si individualizza,

assume una forma e scende in mezzo all’umanità

per salvarla e sorreggerla.

Questo è il segreto di Dio-Madhava, che scende

come uomo-Manava,

come la nuvola che si impietosisce per le

messi che rimangono al sole.

Baba

 

Avevo appena finito di leggere il libro prestatomi da Angelo, quando una mattina andai meccanicamente in cantina. Ma perché ero scesa?… Proprio non lo ricordavo più!

Nella speranza che l’amnesia sparisse, mi avvicinai ad un mazzetto di fogli da me colorati e sfilai l’acquerello di quell’Essere di Luce, con le braccia aperte, che avevo dipinto al Gaver, durante il primo seminario di luglio.

Pensai fra me: “Non è brutto questo dipinto… lo appenderò in cucina!”

Mi piaceva cambiare spesso il “look” delle stanze. Sulle piastrelle della cucina attaccavo fogli con frasi positive, che volevo ricordarmi, ed alcuni miei dipinti.

Non appena appesi il foglio al muro, un brivido attraversò la mia schiena; rimasi a bocca aperta dallo stupore ed esclamai: “Ma sei Tu, Baba!”

Non c’erano dubbi, era proprio Lui! Lo avevo raffigurato sei mesi prima di conoscerLo, ma mi permise di esporre quel dipinto e di ammirare la Sua Forma, solo quando fossi stata in grado di riconoscerLo, solo dopo aver visto la Sua immagine sulla copertina di un libro.

Ecco perché Lo avevo raffigurato con una testa cosi grande! La Sua chioma, fittissima di riccioli, era proprio inconfondibile! Era rimasto, sul foglio, un triangolo bianco, senza colore, al posto del sesso. Un segno che stava ad indicare che non era né uomo né donna, oppure che era sia l’uno che l’altro. In seguito, vedendo altre Sue fotografie, mi resi conto che la figura del mio acquerello era perfetta: la forma delle spalle, le gambe da adolescente (come lessi in un libro), la testa leggermente chinata sulla spalla sinistra, come spesso fa quando, con dolcezza, si rivolge a qualcuno.

Ma la conferma definitiva dell’Ispiratore, Autore e Soggetto del dipinto, l’ebbi una mattina di qualche tempo dopo. Mi avvicinai all’acquerello che avevo incorniciato in un plexiglas, avendo deciso che quello sarebbe stato il suo posto definitivo: il quadro era all’altezza della mia testa; io guardai la Figura con gli occhi lucidi e le mani giunte, e rivolsi a Lui questa preghiera: “Baba… quando posso venire da Te? Dammi la forza, la salute per venire a trovarTi almeno una volta!… Baba, abbracciami!”

Nello stesso istante in cui terminai la mia ultima parola, il quadro si alzò (il chiodo rimase attaccato al muro) e poi cadde proprio sul mio petto; ed io, per non farlo precipitare a terra, lo strinsi a me con entrambe le braccia.

Che meraviglia! Ci stavamo abbracciando per davvero! (Nel dipinto, infatti, Baba ha proprio le braccia aperte). Che gioia mi regalò con quel gesto d’Amore!

La mia mente razionale, ripensando poi all’accaduto, stentava a credere che quanto era successo fosse un “lila” (gioco divino) di Baba. La natura della mente è sempre quella di dubitare; ma poi la misi a tacere ripetendo a me stessa: “C’è poco da dubitare! Non è normale che un quadro si stacchi dal muro all’improvviso e che il chiodo resti al suo posto! Non è normale che mi cada sul petto nell’istante in cui chiedo al mio Adorato Maestro di abbracciarmi!”

 

Da quel giorno furono continui i segni della Sua Onnipresenza ed Onnipotenza.

Una sera, mentre Lo guardavo in una fotografia, vidi il Suo viso trasformarsi. Diventava una donna, dai lineamenti fini, poi un bimbo, poi ancora un uomo, molto serio, poi ancora donna, dall’espressione dolce, ancora un bimbo, e via di seguito.

Il giorno dopo, per capire se fosse o meno un’allucinazione, uno scherzo della mia mente, volli riprovare a guardarLo. Questa volta il Suo volto si trasformava in quello di persone a me conosciute: un’amica, un collega di lavoro, un vicino di casa, ecc.

Gli chiesi: “Cosa vuoi dirmi, Baba, con questi segni? Che sei Padre, Madre, Figlio? Che sei tutti, tutte le persone che incontro?”

Credo che sia stato proprio questo il messaggio che volle trasmettermi in quell’occasione.

Alla fine di febbraio venne da me in sogno per la prima volta, quando ancora non conoscevo queste Sue parole: “Sono reali i sogni che si riferiscono a Dio. Voi Mi vedete in sogno, vi concedo di toccarMi i piedi per fare il pranam (saluto reverenziale), Io vi benedico, vi concedo la Grazia: questo è vero, ed è dovuto alla Mia Grazia e alla vostra pratica spirituale. Se vi appare in sogno il Signore o il vostro guru, dev’essere risultato del Volere di Dio, e non di una delle varie altre cause che producono i sogni. Non può mai accadere come risultato del vostro desiderio” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pag. 180).

Allora non sapevo questo, ma Lui mi diede la prova della Sua Reale Presenza al risveglio: appena aperti gli occhi, vidi una stoffa arancione strisciare sul vetro del lucernario sotto il quale dormivo. Chi poteva mai camminare sopra il mio tetto?

Mi aveva così voluto dire: “Ora sei sveglia, non stai dormendo e Mi vedi. Sono davvero venuto a trovarti!”

Vi racconto quel primo sogno, che, compresi, non era certo un sogno normale, perché mi lasciò, da sveglia, una dolcezza indescrivibile:

– Pioveva, io ero insieme ad un gruppo di amici, compreso Angelo. Dovevamo andare in montagna, poi, invece, all’improvviso abbiamo cambiato meta e ci siamo diretti in India per incontrare Sai Baba.

Mentre gli amici sistemavano i bagagli in un albergo, io non ho avuto la pazienza di aspettare oltre per vederLo. Così, sotto la pioggia, ho raggiunto il luogo dove Egli stava parlando ad un folto pubblico.

Ho capito da poco che quel luogo, che mi sembrava un’immensa aula universitaria, o un grande teatro, poteva essere il “Poornachandra” di Puttaparthi: il grande auditorio che può accogliere diverse migliaia di persone.

Avevo la sensazione di essere arrivata in anticipo ad un appuntamento. Mi sentivo un po’ come una clandestina e per questo non osai entrare nel locale, ma rimasi a guardare Baba da uno spiraglio della porta, cercando di non farmi vedere. All’improvviso Swami (Signore, Maestro, termine con cui si è soliti rivolgersi a Sathya Sai Baba) interruppe il Suo dialogo con un uomo (la sala era colma di gente che ascoltava silenziosa) e chiese: “Cos’è questa puzza?”

Con un tuffo al cuore mi allontanai dalla porta, pensando: “Mi ha sentita! Mi ha scoperta dall’odore!”

Un senso di vergogna mi assalì e mi sentii più clandestina che mai. Ma poi, Egli, colmo di misericordia, mi trasmise mentalmente questo messaggio: “Va bene… dopo questa persona tocca a te… ti riceverò!”

Io, confusa, pazza di gioia per l’interwiew (intervista, colloquio) promessa, rimasi sotto la pioggia che copiosamente e generosamente mi lavava, mi purificava; e per paura di non riuscire poi a parlare dalla forte emozione, per paura di sprecare quell’unica preziosissima occasione, mi ripetevo a voce alta la frase che avevo deciso di dirGli: “I Want to learn to love You with all myself!” (Voglio imparare ad amarTi con tutta me stessa!). Ripetevo questa frase tante e tante volte e pensavo: “Non posso dimenticarmi: to learn, to love. E’ facile da ricordare, ci solo due elle: learn – love”.

Poi arrivò il mio turno. Non ricordo le parole che Sai Baba mi rivolse, ma ricordo come se fosse in questo momento, una meravigliosa sensazione di beatitudine, di fusione. Mi sciolsi in Lui, in una struggente dolcezza. Le parole non sono sufficienti ad esprimere quella sublime sensazione –

Fu allora che aprii gli occhi, e vidi il Suo vestito arancione strisciare sul vetro del lucernario sopra di me, in un ennesimo atto d’amore; confermandomi, in questo modo, che era davvero venuto a farmi visita.

Ebbi così il Suo primo darshan ed il Suo primo messaggio per me, che capii, però, a più riprese.

Quello che pensai in un primo istante, fu che avrei dovuto purificarmi ancora, prima di raggiungerLo, prima di avere la Sua Grazia piena.

Gli dissi: “Baba, lo so, sono molto impaziente (nel sogno infatti ero scappata, mi ero allontanata dal gruppo perché non potevo sopportare di aspettare oltre per vederLo). Mi hai lasciata a lavarmi sotto l’acqua, con in testa un unico pensiero: quello dell’amore completo che voglio avere per Te. Ma poi, Tu, nella Tua Infinita Compassione, hai risposto al mio desiderio ardente di Te e mi hai accolta, anche se appena arrivata, prima di tutti gli altri che pazientemente aspettavano il proprio turno, per avere un colloquio con Te, e mi hai inondata di dolcezza.

Quanto amore per questo “figliol prodigo” che è tornato a casa, per questa bimba assetata di Te!”

Recentemente, da alcuni messaggi di Sai Baba, ho capito un altro aspetto del sogno che non avevo compreso subito.

Baba dice che spesso ci fa da specchio, ci fa vedere quello che siamo e che pensiamo. Dice anche che non giudica nessuno; siamo noi a giudicarci. Con questo sogno, Egli aveva fatto in modo che prendessi coscienza del sentimento di indegnità che provavo verso di Lui.

Io mi ero considerata sporca, impura, una peccatrice “indegna di partecipare alla Sua mensa”, una clandestina alla quale non era stato dato alcun appuntamento, e che doveva quindi rimanere sotto la pioggia. Ma quale fu la risposta di Baba a questi miei sentimenti di indegnità? Mi accolse ancor prima di tutti gli altri, che avevano, così credevo, diversamente da me, il “biglietto” per poter essere alla Sua presenza.

Mi ritrovai così fra le Sue braccia, in una stretta d’amore totale, a dimostrazione che non avevo più alcuna ragione di nutrire quel sentimento d’indegnità. Io e Lui, nella fusione di quell’abbraccio, eravamo infatti un’unica cosa.

Lessi in seguito queste parole meravigliose del Maestro, che mi fecero capire ancor più quanto fosse inopportuno quel sentimento che celavo nel mio cuore:

 

Venite, Venite tutti,

Vedete in Me voi stessi…

Perché Io vedo Me stesso in Voi tutti.

Voi siete la Mia Vita, il Mio respiro, l’Anima Mia…

Voi tutti siete le mie Forme.

Quando amo voi, Io Amo Me Stesso…

Quando amate voi stessi, voi amate Me…

Io ho separato Me Stesso da Me Stesso

per poter essere Me Stesso.

Ho separato Me Stesso da Me Stesso

e divenni tutto questo

per poter essere Me Stesso.

Ho voluto essere Me Stesso… vale a dire

Ananda Swaroopa – Prema Swaroopa.

(Incarnazione della Beatitudine – Incarnazione dell’Amore)

Questo è ciò che Io Sono

ed ho voluto essere questo…

Come potevo essere Ananda Swaroopa e Prema

Swaroopa…

Ricevere Ananda… e dare Ananda

Ricevere Prema… e dare Prema

A Chi dare Ananda…

A Chi dare Prema…

Così, questo feci… Separai Me Stesso da Me Stesso

e divenni tutto questo

                                               Baba

Written by amaeguarisci in: Articoli |

6 Comments

  • Ambika

    Ciao….<3

    Commento | Aprile 9, 2014
  • amaeguarisci

    Ciao Ambika, un bacio a te!

    Commento | Aprile 9, 2014
  • Yolanda

    Davvero toccante il tuo racconto, pieno di vibrante emozione e di riconoscibilissime analogie nel presentarsi di Swami ai Devoti. INfatti citi :“Sono reali i sogni che si riferiscono a Dio. Voi Mi vedete in sogno, vi concedo di toccarMi i piedi per fare il pranam (saluto reverenziale), Io vi benedico, vi concedo la Grazia: questo è vero, ed è dovuto alla Mia Grazia e alla vostra pratica spirituale. Se vi appare in sogno il Signore o il vostro guru, dev’essere risultato del Volere di Dio, e non di una delle varie altre cause che producono i sogni. Non può mai accadere come risultato del vostro desiderio” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pag. 180 e anche per me è accaduto sempre così, compreso il pranam che da sveglia, col mio bagaglio occidentale, non avrei mai pensato di fare, in sogno è stata una cosa sconvolgente e bellissima..un giorno ti racconterò, se vorrai..i miei sogni sono meno articolati e più semplici, perciò non occuperò molto del tuo bel blog! <3

    Commento | Aprile 9, 2014
  • amaeguarisci

    Grazie Yolanda, apprezzo molto le tue parole! Ci sentiamo presto!

    Commento | Aprile 9, 2014
  • stefano seardo

    carissima, veramente toccante e sopratutto è avvolgente il sentimento di Amore puro che trasmetti nei tuoi scritti. una vera Grazia!

    Commento | Aprile 9, 2014
  • amaeguarisci

    Grazie Stefano per le tue parole incoraggianti!

    Commento | Aprile 9, 2014

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