Mag
06
2014

ISWARAMMA: LA MADRE PRESCELTA DAL SIGNORE SATHYA SAI BABA

FIORI CILIEGIO

 

Carissimi amici, oggi, 6 maggio, si festeggia la Madre dell’Avatar della nostra era:  Baghavan Sri Sathya Sai Baba. Queste parole che seguono sono un tributo ad una donna umile, semplice, pura e colma d’amore che ha avuto un compito difficilissimo: essere la madre terrena della Madre Divina.

Buona lettura!

“Io ho deciso la mia nascita. Io ho deciso mia madre”.

Questo annuncio venne fatto da Bhagawan Sri Sathya Sai Baba il 31.12.1970 durante uno speciale raduno dell’Accademia di Studi Vedici, fondata e diretta dallo Stesso Bhagawan, in risposta ad una domanda dell’editore del “Nav Kaal”, un quotidiano di Bombay.

Al termine dei discorsi con cui benedisse i presenti, Egli chiese: “Avete domande?” e l’Editore osando: “Da quanto tempo lei ha questi segni di Potere Divino?”.

La risposta fu immediata: “Dalla nascita… anzi da molto prima. Io ero a Shirdi come Sai Baba prima di incarnarmi nella famiglia Raju a Puttaparthy.. e prima ancora ero Krisna!”.

“Vuol dire che…”, Balbettò l’editore esterrefatto. “Vuol dire  che…” ,lo interrupe Sai Baba, “Che Io ho deciso la mia nascita.  Che Io ho scelto colei che doveva essermi madre. I comuni mortali possono solo scegliersi il marito o la moglie; ma, come Rama scelse Sua madre, lo stesso fece Krisna. E questo è accaduto anche ora…”

Iswaramma nacque a più di cento miglia di distanza da Puttaparthi, in un luogo chiamato Kolimikuntla. Suo padre era un ardente devoto di Iswara. Iswara rappresenta la massima espressione della compassione di Dio, sempre desideroso di benedire i Suoi devoti. Il Padre, Subba Raju, fece costruire nel villaggio un tempio dedicato a Iswara, dove ogni giorno veniva eseguita la cerimonia di adorazione al Lingam (simbolo sacro) che vi aveva istallato. Quando la bimba nacque la chiamò Iswaramma. Il suffisso femminile “amma” venne aggiunto al nome di Dio. Prediceva la sua gloria futura. Infatti il nome significa “Madre di Iswara”, ossia Madre di Dio.

Il sacro matrimonio fra Iswaramma e Pedda Venkapa Raju, il Padre scelto da Baghawan Sri  Sathya Sai Baba, avvenne quando la ragazza aveva solo 14 anni. Ella arrivò nella famiglia dello sposo come un raggio di sole. La casa di Kondama Raju, suo suocero, la accolse con gioia per il Suo splendido carattere. La casa ospitava non solo i genitori dello sposo, ma anche alcune zie vedove, orfani, zii e cugini perché, anche se la casa era piccola, il cuore era grande.

Iswaramma era troppo giovane per portare il peso di essere la prima nuora di una famiglia così grande, ma, come disse in seguito, il gravoso impegno quotidiano era molto ben ricompensato dall’amore che i suoceri le dimostravano. L suocera era una donna pia e timorata di Dio, alla quale il marito aveva insegnato a  non ferire nessuno, inoltre le sue intense pratiche spirituali e i suoi pellegrinaggi la tenevano troppo occupa per badare alle mancanze delle donne che si occupavano dei lavori domestici, sotto la sua responsabilità.

Iswaramma, dopo due anni di matrimonio con grande gioia della suocera, concepì un figlio; una figlia arrivò alcuni anni dopo, seguita da un’altra figlia. I Raju erano felici,avevano la casa sempre colma di risate, di musica e di preghiere; ma, arrivò anche il tempo del dolore: fu quando Iswaramma ebbe quattro gravidanze, una dietro l’altra, non portate a termine. Quando Iswaramma entrò nell’ottava gravidanza sua  suocera fece  voto di eseguire una serie di preghiere a Sathyanarayana, al fine di essere benedetti dalla nascita di un nipotino.

Anche krisna era stato l’ottavo figlio dei suoi genitori.

Un giorno di molti anni dopo, mentre Sai Baba era seduto, circondato dai Suoi devoti, venne improvvisamente interrotto da un pandit molto erudito nei Purana. L’uomo aveva sentito il repentino impulso di  fargli una domanda: “Swami! La Tua Incarnazione è stata una Pravesa (un’entrata) o una Prasava (fecondazione umana)?”

Sai Baba si volse verso Sua Madre che Gli era seduta di fronte e le disse: “Racconta cosa accadde quel giorno vicino al pozzo dopo che tua suocera ti aveva avvertita!”

E Iswaramma raccontò: “Mia suocera aveva sognato Sathyanarayana che le aveva detto di tranquillizzarmi se mi fosse accaduto qualcosa di strano, perché ciò che sarebbe accaduto era il Volere di Dio”, poi continuò: “… e quella mattina, mentre ero al pozzo a prendere l’acqua, una grossa palla di luce azzurra rotolò verso di me, la sentii penetrare in me e caddi.”

Sai Baba si girò verso il Pandit e gli disse: “Ecco la risposta! Io non sono stato concepito.”

Durante la gravidanza si ebbero i primi segni della Divinità del Bambino che Iswaramma portava in grembo. Durante la notte gli strumenti musicali che si trovavano in casa, suonavano una musica dolce e delicata, senza che nessuno li toccasse.

Dalla nascita in poi i prodigi si susseguirono ininterrottamente. Iswaramma dovette fare un grande sforzo: quello di tramutare il suo amore materno in devozione a Dio.

Quante gioie, ma anche quante pene e quante ansie le procurava la sua posizione di Madre del Maestro Universale! Più la popolarità del suo Bambino aumentava,  più compiva riti contro il malocchio e l’invidia che secondo lei avrebbero potuto nuocere a Quel Suo Figlio tanto speciale. Avrebbe preferito che fosse stato un Bimbo come tutti gli altri. Ma presto accettò quella sua grande responsabilità: essere la Madre di un’Incarnazione Divina.

Era troppo umile, troppo modesta per accettare i tributi che la folla sempre più grande le offriva. Allora era una donna di mezza età, semplice, povera, mite e compassionevole. Accoglieva con tanto amore tutte le richieste di aiuto ch le donne del villaggio le facevano. Poi Lei, con il cuore gonfio di pena, andava da Sathya, chiedendoGli di benedire quelle povere anime sofferenti. Poiché le sue richieste venivano da un cuore puro e colmo di compassione, il Signore l’accontentava, risolvendo casi impossibili.

Iswaramma non sopportava di vedere le donne incinta, i malati, i vecchi e bambini, che per avere cure mediche dovevano percorrere molte miglia di strada. Per questo chiese al suo Divino Figlio di costruire un ospedale nel villaggio.

Fu così che Baghawan fece costruire il primo ospedale di Puttaparthy, seguito, diversi anni dopo, (nel 1991) dal Super Speciality Hospital. Fu sempre la Madre a chiedere a Sai Baba  di costruire anche una scuola per tutti i bambini del villaggio. Non sopportava di vedere quei piccini fare miglia di strada, sotto la pioggia o il sole cocente, per andare alle lezioni. Dopo la prima scuola il Divino Maestro fece costruire scuole di ogni ordine e grado, fino alle specializzazioni post universitarie.

Fu sempre dietro richiesta di Iswaramma che Sai baba portò l’acqua potabile a Puttaparthi  e in migliaia di altri villaggi indiani.

Swami diede assistenza medica, formazione scolastica ed acqua potabile gratuitamente perché spettano di diritto ad ogni essere umano, per il solo fatto di esser nato.

Sai Baba, nei Suoi discorsi, durante il giorno della festa della donna, pone sempre enfasi nel ricordare come Egli abbia voluto rispondere alle preghiere pure ed altruistiche della Madre, che Egli porta sempre ad esempio di donna esemplare.

Malgrado, come ogni altra donna indù, Iswaramma avesse dimestichezza con le antiche leggende, le danze e i canti folcloristici  e i racconti delle avventure di Krisna e Rama, le ci vollero molti anni di attenta ed intima osservazione, e centinaia di misteriosi segni e prodigi per convincersi che il Bambino che lei voleva proteggere dalle invidie e dal malocchio era, in realtà, la Madre Divina che tutti protegge.

A Iswaramma venne assegnato un compito quasi impossibile per un’umile analfabeta: quello di espandere la sua consapevolezza oltre la cerchia delle colline, oltre la barriera delle tradizioni , dei tabù, delle usanze e delle caste. Gravata dal prestigioso e comprensibile orgoglio di essere portatrice della più preziosa Maternità cui ogni donna potrebbe aspirare. Malgrado i suoi sforzi, ella non riuscì a sottrarsi a tutti gli omaggi che le venivano offerti da ogni continente. Anche in questa difficile situazione, lei, come tutti gli altri devoti ansiosi di ottenere la Sua Grazia, dovette faticosamente arrancare lungo il sentiero interiore che conduce dalla molteplicità all’Unità, dalla dispersione alla concentrazione e alla meditazione, dall’egoismo al distacco, dalla passione alla serenità, dall’indifferenza all’amore che cura e coinvolge, dall’illusione al Creatore. E tutto questo mentre era occupata come madre e come nonna, sia nella famiglia Raju che con la planetaria famiglia SAI, sempre in continuo aumento, con tutti i suoi credo ed i linguaggi multirazziali.

Come Madre, il Suo amore doveva avvolgere proteggere tutti in modo totale. Fu soprattutto grazie agli insegnamenti e alla Grazia del Suo Divino Figliolo che Ella ebbe successo in questo compito d’espansione e d’amore profondo.

Non c’è da meravigliarsi che il Signore abbia risposto : “Vengo!” quando la Madre, con il suo ultimo respiro invocò la Fusione: “Swami! Swami!”; l’Onda che era sorta in

risposta al Volere Oceanico fu invitata dalla stessa Volontà a reimmergersi in essa.

 

(Tratto dal libro: “Iswaramma” scritto dal Prof. N. Kasturi – Edizioni Milesi)

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |

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