Nov
10
2016

IL RAGAZZINO E L’ASCETA. UN RACCONTO DI KASTURI DI QUANDO SATHYA SAI BABA AVEVA QUATTORDICI ANNI.

baba da ragazzino

Cari amici, oggi voglio riportare un racconto fatto dal Prof. Kasturi nella Biografia che Sai Baba gli aveva chiesto di scrivere.
Il racconto parla dei giorni successivi alla Rivelazione del giovane Sathya, che allora aveva 14 anni, di essere Sai Baba, lo stesso Sai Baba tanto venerato a Shirdi.
Ecco le parole tratte dal libro : “La vita di Sai Baba” – N. Kasturi – Mother Sai Publications, pagg.86/88.

Fin da quei primi giorni Baba fu impegnato nell’insegnamento spirituale (Upadesha); in realtà, la Sua Vita è un continuo insegnamento.
Un chiaro esempio di ciò è l’Upadesha che Egli impartì allo Swami Digambara ( “vestito d’aria”, cioè nudo), quando venne a Puttaparthi, nel 1941. La città Di Bukkapatnam era tutta in fermento per la visita di questo asceta, un uomo anziano che aveva perso l’uso di entrambe le gambe, aveva eliminato l’abbigliamento, e perciò era guardato dalle masse come un triplice esempio di saggezza. I suoi ammiratori erano ansiosi di vedere le reazioni di Baba messo al confronto con un veterano di molte privazioni. Lo Swami Digambara aveva fatto altresì voto di silenzio, perciò, la curiosità della gente si fece ancora più grande. Il Piccolo Dolce Divino Ragazzo incontrò l’imponente eroe che fu trasportato a Puttaparthi e depositato davanti alla casa del Karnam (casa del capo del villaggio dove Baba si trovava). Baba dette al nudo saggio una grossa asciugamano (!) e qualche consiglio, quale non avrebbe potuto ricevere in nessun altro luogo.
“Se tu hai troncato ogni rapporto con la società, come sta ad indicare la tua nudità, perché non vai in una grotta in qualche foresta, lontano dalla società umana? Perché hai paura? D’Altra parte, se desideri ardentemente avere discepoli, un nome e del cibo, disponibili nelle città e nei paesi, perché ti lasci scambiare per un uomo senza alcun attaccamento?”
Queste furono le parole del giovane Baba e tutti rimasero colpiti per la meraviglia e l’ammirazione. Si vide il Digambara Swami abbassare la cresta, perché evidentemente non era abbastanza sincero da comportarsi all’altezza della sua “nudità” e del “voto di silenzio”! Ma Baba non era sarcastico; no, lungi da ciò. Egli era pronto ad aiutare, a rassicurare , a garantire.
Disse, dando una leggera pacca sulla spalla del menomato:
“Conosco la tua difficoltà. Tu temi di non poter ricevere cibo e riparo isolandoti dalla compagnia degli uomini, vero? Bene, ti assicuro, chiunque invochi il Nome del Signore, ovunque si trovi, riceverà il suo cibo. Me ne occuperò Io. Tu potrai trovarti sul più alto degli Himalaya o nella più folta foresta, Io ti darò regolarmente il cibo. Ma se tu non hai quella fede e quel coraggio, puoi meditare su di Lui anche qui: allora non andare in giro nudo e non dare a questa gente tutto questo fastidio di doverti portare da un luogo all’altro.”
Che grande insegnamento! Se solo la gente ne afferrasse il significato! Quella fu la voce autentica, soltanto un Avatar poteva dare quella assicurazione.
E su questo punto è opportuno accennare qui che tale assicurazione viene data anche oggi da Baba a tutti i Sadhaka, gli aspiranti al progresso spirituale.
Tre anni fa, quando Swami Satcidananda lo incontrò, Baba gli disse di coltivare la sua competenza yogica e di non sprecarla nelle molteplici attività come segretario di una associazione e , battendo affettuosamente sulle spalle del settantenne samnyasi (rinunciante), Egli aggiunse:
“Le tue conquiste yogiche penetreranno esse stesse la roccia della grotta dove tu stai seduto e saranno di buon auspicio per il mondo. Vattene in qualche luogo solitario dell’Himalaya; Io ti fornirò cibo e riparo ovunque tu sia.”
La stessa autentica Voce, la voce dell’Avatar, venuto per guidare e proteggere tutti i sadhaka di qualunque religione, razza e regione!

Written by amaeguarisci in: Articoli |

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