LA POTENZA DELLA FEDE E DELLA DEVOZIONE
Ora che ci rendiamo conto di quanto sia importante il nostro pensiero, unito al sentimento,
possiamo comprendere perché Sai Baba dice che Dio si fa schiavo dell’amore, della fede e della fiducia del devoto. Il devoto convoca e Dio va da lui. La devozione è la catena d’oro che, come Sai Baba dice, lega Dio al devoto.
La devozione è anche la medicina più efficace, la vitamina più potente per la nostra salute.
Quando il nostro desiderio di Dio, il nostro amore per Lui è così potente, Egli ci risponde con lo stesso struggimento, con lo stesso ardore con cui noi pensiamo a Lui!
Dio viene descritto come Essere – Coscienza – Beatitudine, è l’Energia Divina che tutto muove e pervade . Egli non è trascendente e lontano ma, come diceva Gesù, alberga nei nostri cuori, come in ogni atomo del Creato.
In realtà, come hanno sempre insegnato i Veda, le più antiche sacre scritture, e come l’Avatar della nostra era ha sempre ribadito, noi stessi siamo Dio e con i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni, siamo i co-creatori del nostro destino e del nostro mondo.
Sai Baba ha detto:” Io sono Dio, ma anche tu lo sei.. L’unica differenza fra me e te, è che io so di esserlo, ne ho piena consapevolezza, tu ancora no.”
Non diceva forse Gesù che se avessimo avuto una forte fede avremmo potuto compiere ciò che Lui stesso compiva?
Un giorno compresi bene le parole del mio Adorato Maestro sulla potenza della fede e della fiducia che attira a noi ciò di cui abbiamo bisogno, semplicemente osservando il mio cane che è stato per me un esempio di vera fede e devozione verso di me.
Quando aveva sete egli si avvicinava al bidet e, scodinzolando, restava silenziosamente in attesa che io aprissi il rubinetto dell’acqua per permettergli di dissetarsi. Io, in quel momento, potevo essere in una stanza lontana dal bagno, ma lui era sicuro che io sarei giunta ad offrirgli l’acqua fresca che desiderava. E così sempre succedeva. Per un motivo o per l’altro mi trovavo spinta a recarmi in bagno (forse telepaticamente percepivo la sua richiesta) e trovavo lui, sempre più felice e scodinzolante, ad aspettarmi.
L’Amato Maestro sempre mi dà occasioni di comprendere attraverso semplici esperienze di vita , il Suo preziosissimo insegnamento, che per me è Oro Puro.
Un altro esempio di piccole esperienze quotidiane, che mi chiariscono Suoi concetti, l’ho avuto un giorno osservando il movimento repentino di una calamita verso un pentolino di Ferro. Finché quest’ultimo si trovava ad una certa distanza dal magnete, non vi fu tra loro attrazione, ma quando avvicinai un po’ di più il pentolino alla calamita, questa fece un rapido balzo verso di lui.
Subito mi tornarono alla mente le parole del Maestro: “Se fate un passo verso di me, io ne farò cento verso di voi.”
Dio, la calamita, non aspetta altro che un nostro movimento di avvicinamento, un nostro sincero desiderio di Lui, una nostra sincera richiesta d’aiuto, per farci percepire, in un istante, la Sua presenza.
Per le anime che sono riuscite a togliere un certo strato di ruggine, le anime che sono sulla strada della purificazione, Dio è davvero un potente magnete, un’attrazione irresistibile!
Molti santi sono stati definiti pazzi e fanatici; ma è molto meglio essere pazzi per Dio , essere “fan” del Signore, che pazzi per il mondo materiale che ci porta, alla fine, sempre all’insoddisfazione.
Dio è contento soltanto quando Lo trattiamo come un amico intimo. Tutti i nostri desideri verranno appagati solo quando tratteremo il Signore come il nostro più caro amico, il prediletto del nostro cuore.
Dice il Maestro: “ Se state vicino a Dio, se Gli diventate cari, avrete il Suo amore e presto tutte le cattive qualità svaniranno, per essere rimpiazzate da quelle buone incarnate da Dio. Ampliate il vostro amore per poter vivere sempre più vicini e più cari a Dio: Il metodo più semplice per avvicinarsi a Lui è quello di ricordarlo in tutto ciò che si vede, in tutto ciò che si dice, e in tutto ciò che si fa. Pensate soltanto a Dio e al modo di essergli più vicino. Aprite a Lui il cuore, dategli il benvenuto con tanto amore e con sentimenti di intima amicizia. Sono purtroppo pochi i devoti che si rivolgono a Dio familiarmente e che possono vantare con Lui un’amicizia molto profonda.”
In una lettera ad una devota (tratta dal libro:” Sai Sandesh” di Sai Usha), Sai baba scriveva: “Mia cara! Ti ho già parlato riguardo questo argomento in un’altra occasione, dicendoti che Io accolgo calorosamente l’intimità fra me ed i miei devoti.
Conosci il comportamento della maggior parte dei miei devoti, cara? Essi mi rispettano, mi venerano e hanno di me grande stima e soggezione.
Ma quanti di loro danzano con me, giocano e corrono insieme a me e mi parlano intimamente, confidandomi ciò che racconterebbero al miglior amico?…”
Quando abbiamo come amico intimo il Signore del Creato, in qualunque forma noi Lo adoriamo, che cosa possiamo più temere?
Dopo tutta una serie di esperienze che mi insegnarono la potenza della devozione e della fede, compresi l’insegnamento della favola della lampada di Aladino.
Quando la fiducia nel nostro Amato Amico Dio è così potente, è come aver a disposizione la lampada magica! Noi invochiamo il Suo nome (nella forma a noi più familiare) con amore, entusiasmo e gioia ed Egli è costretto a comparire davanti a noi. C’è chi Lo vede anche con gli occhi fisici, proprio nella forma da lui invocata ed immaginata!
Certamente ad un cristiano che ha sempre adorato la forma della Madonna o di Gesù, Dio apparirà in una di queste forme; ad un induista apparirà la forma di Krisna o di Rama, ad un devoto di dell’Avatar della nostra era apparirà Sai Baba; chi prega la forma di Padre Pio, in quella forma Dio gli apparirà.
Sai Baba dice: “Continuate ad adorate Dio nella forma a voi più famigliare… Se sei un cristiano, sii un bravo cristiano! Se sei un musulmano, sii un bravo musulmano! Se sei induista, sii un bravo induista!” Dice anche:
C’E’ UNA SOLA RELIGIONE: LA RELIGIONE DELL’AMORE.
C’E’ UN SOLO LINGUAGGIO: IL LINGUAGGIO DEL CUORE.
C’E’ UNA SOLA CASTA: LA CASTA DELL’UMANITA’.
C’E’ UN SOLO DIO: E’ ONNIPRESENTE.
Dobbiamo meditare profondamente su queste parole, se vogliamo raggiungere la tanta agognata pace nel mondo.
Finché ci saranno istituzioni religiose che, per ignoranza, continuano a inviare il messaggio di essere le uniche detentrici della verità, gli unici strumenti di salvezza, l’unione fra i popoli rimarrà solo un sogno utopico.
Come si comportarono i sacerdoti di Gerusalemme nei confronti di Gesù?
Perché l’uomo non impara dall’esperienza passata e continua a fare gli stessi errori? Anche noi cristiani, che siamo stati vittime della persecuzione e dell’ignoranza al tempo di Gesù, e che ancora veniamo perseguitati per la nostra fede, abbiamo spesso la presunzione e la superbia di pensare di essere gli unici che seguono la Verità; ed in questa presunzione non siamo diversi dai nostri persecutori, di allora e di oggi. Quanta violenza per cercare di convertire i popoli di altre religioni! Quanta violenza, sia fisica che psicologica, in nome di Dio!
L’Oceano, cioè Dio, non può amare alcune sue gocce più delle altre. Ogni goccia è l’Oceano stesso. Dio ama Se stesso in ogni sua goccia, in ogni Sua creatura, allo stesso identico modo. Gli uomini buoni di tutto il mondo hanno sempre raggiunto l’unione con Dio, anche prima dell’Avvento di Gesù, e sempre la raggiungeranno, perché solo con l’Amore riusciamo a spalancare le porte della Casa di Dio!
Se siamo autentici discepoli di Gesù Cristo non possiamo tradire il Suo Santo insegnamento, facendo credere alla gente che esiste un noi ed un loro; divulgando un messaggio di separazione e differenza fra i popoli e le religioni. Sentirsi i migliori porta divisione. E’ divino solo ciò che porta all’unità.
Cos’è bene? Cos’è male? Tutto ciò che unisce, tutto ciò che ci porta a sperimentare l’unità di tutto il creato è chiamato “Bene”, perché è l’unica strada che ci conduce a Dio.
Tutto ciò che inganna, separa, tutto ciò che ci impedisce di sperimentare che siamo tutti “UNO” è male, perché ci allontana da Dio.
Altre frasi famose del mio Adorato Maestro sono proprio queste:
TUTTO E’ UNO TUTTO E’ DIO.
AMA TUTTI SERVI TUTTI.
In queste due semplici frasi, è racchiuso, in realtà, tutto l’insegnamento metafisico di tutti gli Avatar e di tutti i maestri spirituali che si sono succeduti nelle varie ere.
L’Uno si è diviso per diventare i molti (Big Ben). Il nostro mondo è fatto come un ologramma. In ogni più piccola parte c’è il disegno del tutto: il macrocosmo nel microcosmo e viceversa.
In ogni atomo troviamo l’informazione del tutto, come in ogni cellula del nostro corpo c’è l’informazione di tutto il corpo (DNA). La fisica quantistica finalmente ci sta portando all’unione tra scienza e spiritualità, facendoci comprendere sempre più gli insegnamenti di tutte le Incarnazioni Divine che nelle varie ere sono scese per ricordarci la Verità e ricondurci sulla strada maestra che porta a Dio.
Se noi siamo una goccia dell’Oceano, è chiaro che siamo fatti della stessa Sua natura, “a immagine e somiglianza di Dio”.
Chi invoca Dio in una qualsiasi forma, in realtà invoca il suo stesso Sé. Pregare, quindi, non è elemosinare qualcosa da una realtà estranea a noi. In realtà noi preghiamo noi stessi.
Ma dal momento che siamo in un corpo fisico, nella dimensione terrestre, dove esiste la dualità: caldo/freddo, bello/brutto, luce/buio, ecc. , è per noi molto più facile adorare Dio in una forma ben definita. Quando Dio si incarna in un corpo umano con tutti i Suoi Poteri Divini, per noi diventa un punto di riferimento sul quale convogliare tutto il nostro Amore.
Se abbiamo una lente d’ingrandimento e ci facciamo passare un raggio di luce, questo diventa così potente da scatenare un incendio. Ecco…L’Avatar è come una lente d’ingrandimento che ci permette, focalizzando su di Lui il nostro Amore, di trasformarlo in un’energia così potente da “bruciare tutto il male”!
Egli diventa per noi l’Amato; e nel rapporto fra amante e Amato, pensando continuamente all’Amato, si risvegliano in noi le qualità divine che sonnecchiano nella profondità dell’anima e sempre più diventiamo simili all’Amato. La devozione è la strada maestra (come dice la Bhagavad Gita, la Bibbia dell’induismo, e come tutti gli Avatar insegnano) che porta alla conoscenza, alla vera saggezza.
La devozione fa affiorare dal nostro Sé l’onniscienza che gli è propria, come la zangolatura fa affiorare dal latte il burro. Questo è il motivo per cui molti santi, sia del passato sia attuali, sanno anche senza aver studiato. Essi ci dimostrano, con il loro esempio, che davvero siamo un tutt’uno con Dio che dimora nel nostro cuore.
E’ stato il nostro ego a farci sentire separati e distanti dal Tutto, come se la goccia dell’oceano si fosse messa dentro un vasetto di vetro ermeticamente chiuso, e non riuscisse a ricongiungersi al resto dell’Oceano. Con le discipline spirituali, con l’amore sempre più intenso verso tutto e tutti, possiamo rompere il vasetto di vetro e ritornare a fonderci con le altre miliardi di gocce: con l’Oceano Infinito.
Questa è solo una semplice metafora che però ben si addice alla comprensione dell’espansione di coscienza che molti santi hanno raggiunto con l’esercizio dell’amore, che li ha portati alla consapevolezza che siamo un tutt’uno con il Tutto.
Se qualcuno ci schiaccia l’alluce del piede, tutto il nostro corpo percepisce il dolore. Allo stesso modo, se i nostri fratelli e le nostre sorelle soffrono, anche se sono distanti da noi, percepiamo questa sofferenza come inquietudine, malessere; a volte anche percependo lo stesso dolore fisico.
A molti è capitato di fare questa esperienza. E’ capitato spesso anche a me.
Un giorno, mentre ero sdraiata sotto l’albero del mio giardino, arrivò la mia gatta che si sdraiò sulla mia pancia. Io immediatamente sentii un forte dolore al basso ventre. Mi resi subito conto che quel dolore non mi apparteneva, ma era della gatta. Ne ebbi conferma quando, vedendo che perdeva sangue, la portai dal veterinario che mi disse che aveva una grave infezione all’utero, per la quale fu poi operata.
Altre volte mi è capitato di sentire nel mio corpo il dolore delle persone a me vicine. Una sera ero a cena con un’amica che aveva un dolore al ginocchio destro. Quella notte mi svegliai spesso per un dolore allo stesso ginocchio.
Un altro giorno sentii un dolore ad una spalla dopo essere stata vicino a mio padre che aveva lo stesso dolore.
Ma più che i dolori fisici è più frequente sentire quelli emotivi e mentali.
Quante volte ci assale un’inquietudine, una strana ansia quando stiamo vicino a persone che sono in quello stato? Quante volte percepiamo tristezza, rabbia o nervosismo frequentando persone che sono cariche di questi sentimenti?
Ma anche senza stare vicini ad una persona particolare, spesso ci sentiamo poco bene quando succede o sta per succedere qualcosa di grave nel mondo. Diverse volte ho sperimentato un senso di malessere prima di un terremoto o di un altro fatto grave che ha causato morte e distruzione. Ricordo ancora che nel dicembre 2004, prima dello tsunami che sterminò migliaia di persone, il mio corpo soffrì per tre giorni di seguito.
Prima dei terremoti percepisco solitamente un senso di sonnolenza che mi accompagna per tutto il giorno, come se avessi trascorso la notte in bianco.
Ricordo che anche il mio cane, prima dei terremoti, delle trombe d’aria o di forti temporali, tremava di paura e mi svegliava in piena notte per ricevere conforto.
Un giorno, quando ancora non avevo capito il motivo di certi miei strani malesseri improvvisi, chiesi a Sai Baba di darmi un chiarimento. Egli mi diede la risposta spingendomi a prendere un libro dalla libreria ed, aprendolo a caso, vi lessi queste Sue parole: “Come l’animo addolorato è causa di lacrime e sospiri, così il corpo che ti provoca malessere e disagio desidera soltanto trasferire all’esterno ciò che di negativo trattiene. Più ti avvicini a Dio, più il tuo spirito si purifica, simile ad un filtro che attira il male per trasformarlo in bene. Su di te graveranno i mali dell’uomo, ma tu portali a me. Quando incontrerai una persona malvagia che cercherà in qualche modo di nuocerti, invoca me. Quando nel cuore della notte ti sveglierai con tanto male addosso e l’angoscia ti attanaglierà il cuore, sappi che hai offerto il bene in cambio del male e non temere: io ti guarirò. Quando ciò che causa il tuo male è karmico (dovuto a conseguenze di azioni negative del passato), io non lo cancello perché nel tuo dolore tu possa ancora crescere, ma potrò tuttavia trasformarlo fino a renderlo più sopportabile. Se un dolore fisico ti coglie improvvisamente, se ti duole un arto, la testa o la gola, o se qualche strana febbre ti costringe a letto, spesso sta per accadere qualcosa di molto grave nel mondo. Comincia il giorno con amore, vivi il giorno con amore e termina il giorno con amore: questo, Tesoro mio, è l’unico antidoto che il Dottor Baba offre ai suoi malati, assieme alla vibhuti (cenere sacra materializzata dal Maestro). Tu dici:” Swami ( appellativo con il quale ci si rivolge in India alle Persone Divine e Sante) quante persone hai gia guarito!”. Non sarebbe stato tanto facile per loro guarire nel corpo se non fossero guarite anche nell’anima. La scintilla del miracolo non sarebbe potuta scoccare. Swami asciuga le tue lacrime e non vorrebbe mai veder soffrire coloro che ama, ma talvolta è necessario alla vostra crescita, così come è necessario che soffriate per aiutare gli altri. Io vi dico: Beati coloro che soffrono perché saranno guariti da me e potranno a loro volta operare guarigioni”.
Tutte le esperienze di cui ho parlato, mi fecero comprendere che siamo davvero tutte cellule di un unico grande corpo: il corpo di Dio.
Così, la frase famosa di Sai Baba : “TUTTO E’ UNO TUTTO E’ DIO” divenne per me, di giorno in giorno, sempre più comprensibile; come l’altra frase che spesso si legge sui tabelloni per le strade di Puttaparthi (il villaggio dove viveva Sri Sathya Sai Baba) : AMA TUTTI SERVI TUTTI, o la frase storica di Gesù: AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO.
Quando amiamo e serviamo gli altri, serviamo in realtà noi stessi, serviamo Dio stesso che è in ognuno di noi. Con questa consapevolezza il servizio altruistico acquista un altro valore. Non c’è un “io” che aiuta un “altro”. Gli altri sono, metafisicamente parlando, noi stessi, solo con un altro nome ed un’altra forma. Per chi raggiunge questa consapevolezza non può più esistere una forma egoica di superbia nell’aiutare gli altri, proprio perché per lui non esiste separazione fra gli esseri del Creato.
L’Avatar è tornato in questa era per ricordarci questa grande Verità che anche Gesù ci aveva già ricordato, ma che molti avevano dimenticato.
Ecco che vivere seguendo i valori umani di Verità, Rettitudine, Pace, Amore e Non violenza, diventa per noi, non più una scelta di “buonismo”, ma una necessità imprescindibile, un modo naturale e spontaneo per vivere da autentici esseri umani per vivere nella gioia e nella salute. L’uomo che vive nell’ignoranza di questa grande Verità, fa la guerra a se stesso, non ama se stesso, non aiuta se stesso.
Quando scoprii che il mio Adorato Signore era presente sulla terra in carne ed ossa, come successe duemila anni fa, la gioia fu così grande che la mia malattia passò in secondo piano nella mia mente. I miei pensieri, da quel momento, furono talmente concentrati sulla “buona novella” che sostituii i sentimenti della paura e dell’inquietudine con quelli dell’amore per il Maestro ritrovato. Ogni giorno che passava pensavo sempre meno al mio corpo e sempre più a Dio.
L’abbandono a Dio, il riempirmi d’amore per Lui, furono la mia salvezza, in tutti i sensi.
Ora era Lui a doversi occupare del mio corpo, non più io. Anche se presto compresi che Egli era nient’altro che il mio Sé che, come diceva Sai Baba, aveva fatto un passo fuori dal mio cuore perché io potessi dialogare con Lui e rispecchiarmi in Lui.
Questo concetto era già dentro di me a livello inconscio, o forse supercosciente.
Dopo la mia lunga malattia, che mi costrinse immobile a letto per diversi mesi, dipinsi un Essere di Luce con una chioma enorme, colma di fitti riccioli, che mi veniva incontro a braccia aperte. In quel momento io sapevo di dipingere me stessa, il mio stesso Sé. E non fu un caso che il dipinto risultò essere l’immagine di Sai Baba!
Ma questo lo scoprii sei mesi più tardi, perché allora non conoscevo ancora , a livello mentale, l’esistenza di Questo Straordinario Essere Divino che era sceso per aiutare l’umanità in uno dei suoi momenti più delicati: quello del passaggio ad una nuova era.
Dopo che un’amica mi parlò di Lui (piansi di commozione e gioia al solo sentire il Suo Santo Nome!) lessi un libro molto bello scritto da un sacerdote: Don Mario Mazzoleni che si intitolava: “Un sacerdote incontra Sai Baba”.
Fu solo dopo aver visto la fotografia del Maestro sulla copertina del libro che fui spinta
a recarmi meccanicamente in cantina ed a sfilare, da un plico di fogli da me dipinti ad acquarello, quello dove appariva quell’Essere di Luce.
Attaccai il foglio sulle piastrelle della cucina, pensando che fosse un bel dipinto. Fu solo allora che riconobbi la Sua figura. Un brivido attraversò la mia schiena ed esclamai: “Sai Baba! Sei proprio Tu!”.
Ricevetti conferma di questa scoperta quando, dopo aver incorniciato il dipinto, qualche giorno più tardi, lo guardai e feci questa preghiera: “ Ti prego, Sai Baba, dammi la forza di venire da Te almeno una volta” ( intendevo dire in India, nel villaggio di Puttaparthi, dove risiedeva); dopodiché aggiunsi: “ Sai Baba abbracciami!”.
Non finii di terminare la frase, che il quadro mi cadde sul petto ed io, per non farlo cadere, lo abbracciai!
Rimasi senza parole dallo stupore. La mente ordinaria incominciò ad indagare, pensando che forse avevo sfiorato il quadro e per questo era caduto. E’ noto che un quadro cade quando il chiodo cede, ma quando mi accorsi che il chiodo era rimasto saldamente attaccato alla parete, compresi che il quadro si era alzato dal chiodo ed era caduto sul mio petto come risposta alla mia fervida preghiera! Sai Baba nel dipinto era, infatti, proprio con le braccia aperte!
Da quel giorno i segni della Sua Presenza si susseguirono e furono proprio questi a stimolarmi a scrivere il mio primo libro intitolato: “Il mio risveglio – Una storia vera con Sai Baba” che il Maestro benedisse il 31.7.1999.
Da quel Suo primo abbraccio il mio amore per Lui crebbe ancora di più, portandomi alla consapevolezza che la cura di ogni più recondito angolino del mio corpo era ormai affar Suo, come quella della mia psiche e della mia anima.
Sai Baba ci ha sempre ricordato che quando abbiamo fede e fiducia totali in Lui (o in qualsiasi altra Forma Divina), possiamo permetterci di lasciare a Lui ogni nostro fardello, ogni peso, ogni bagaglio. Proprio come quando saliamo su un treno: finalmente possiamo permetterci di sedere comodamente , senza tenere più le valige in mano, poiché è il treno stesso a trasportarle per noi. Ma ci ammonisce di non fare come quei passeggeri che, non fidandosi di nessuno, se ne stanno in piedi sul corridoio e con i bagagli in mano!
Quanta fatica spetta all’uomo che non sa abbandonarsi a Dio! Come diventa pesante la vita di chi non si decide ad invocare l’aiuto del nostro più Caro Amico!
Riporto qui di seguito alcune parole del Maestro sull’importanza dell’abbandono. Queste Sue meravigliose parole sono come una medicina da prendere ogni qualvolta ne sentiamo la necessità. Sono parole che calmano, leniscono il dolore, sdrammatizzano le situazioni, e donano coraggio, gioia e persino entusiasmo, durante le numerose prove della vita:
“ Perché vi agitate? Lasciate a me la cura di tutte le vostre cose. Ci penserò io: Io intervengo soltanto quando saprete abbandonarvi a me completamente. Io non aspetto altro.
E quando vi abbandonerete a me completamente, non dovrete più preoccuparvi di nulla: lasciate ogni paura, ogni sconforto. Voi dimostrate di non fidarvi di me: confidate in me ciecamente!
Abbandonarsi significa allontanare il pensiero dalle preoccupazioni, allontanare il pensiero dalle difficoltà che incontrate, allontanare il pensiero da tutti i problemi che avete.
Mettete tutto nelle mie mani dicendo: “Signore pensaci tu, sia fatta la tua volontà!”
Che è come dire “Signore ti ringrazio, hai preso tutto nelle tue mani per risolvere ogni cosa per il mio bene maggiore!”
Abbandonarsi non vuol dire preoccuparsi per l’esito delle vostre aspettative, non significa preoccuparsi perché una circostanza ha avuto risultati diversi da quelli che aspettavate.
Così facendo dimostrate di non credere all’amore che nutro per voi, dimostrate di non credere nel fatto che la vostra vita è sotto il mio controllo e che nulla mi sfugge.
Non pensate mai a cosa succederà, a come andrà a finire; se cederete a questa debolezza dimostrerete di non aver fiducia in me.
Volete o non volete che ci pensi io? Allora dovrete smetterla di preoccuparvi voi! Io vi condurrò soltanto se vi abbandonerete completamente a me. E quando devo portarvi per una via diversa da quella che vi aspettereste voi, vi ci porterò con le mie stesse braccia.
Ciò che vi mette in agitazione è la vostra mente, il vostro pensiero, la vostra preoccupazione, il voler provvedere voi a tutti i costi.
Quante volte intervengo quando, per le vostre necessità spirituali e per quelle materiali, la vostra anima si rivolge a me dicendomi .”Pensaci tu!” e poi chiude gli occhi e riposa tranquilla!
Voi riceverete molto soltanto quando la vostra preghiera sarà affidamento totale a me.
Voi nel dolore pregate affinché io intervenga, ma affinché io intervenga come volete voi: non vi affidate a me, ma volete che io mi adatti alle vostre richieste.
Non siete malati che chiedono la cura al medico, ma malati che gliela suggeriscono! Non fate così.
Anche nelle situazioni più tristi dite: “Signore ti lodo e ti ringrazio per questo mio problema, per questa mia necessità. Ti prego di disporre le cose come meglio ritieni opportuno per la vita terrena e temporale. Tu sai cosa è meglio per me”.
Se mi dite realmente: “Sia fatta la tua volontà”, che è come dire “Pensaci tu”, io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni più critiche, anche quelle impossibili.
A volte hai l’impressione che la sventura incalzi invece che allontanarsi?
Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia:
“Pensaci tu. Sia fatta la tua volontà”.
Allora ci penserò io e, quando occorre, compirò anche un miracolo. Io penso sempre a voi, ma posso aiutarvi completamente soltanto quando vi affidate completamente a me”.
( Tratto da : Sandhya – Laura Secca – ed. Mediterranee – pagg. 209 e 210).
Più pensiamo a Dio, più ci riempiamo di gioia e più i nostri pensieri diventano positivi.
Allora i nostri guai perdono pesantezza. Tutto viene alleggerito, sdrammatizzato. E’ come se diventassimo spettatori esterni di una storia che non è più la nostra. Ci immedesimiamo, come è giusto che sia, con il regista della storia, che dal palcoscenico esamina le scene, senza rimanerne emotivamente travolto e turbato.
E’ proprio il distacco emotivo a renderci forti e capaci di affrontare le situazioni con tutta la nostra potenzialità divina. Si! Perché dentro di noi c’è un’eredita di onniscienza, di onnipotenza, che può manifestarsi solo quando il nostro pensiero rivolto a Dio viene superato solo dall’amore che proviamo per Lui!
La pace e la gioia di coloro che chiamiamo “beati” scaturisce proprio dall’abbandono profondo a Dio, che porta loro ogni benessere.
Quando i nostri pensieri sono colmi di gioia e d’amore, il nostro corpo, che è una macchina perfetta programmata con tutti i meccanismi dell’autoguarigione, incomincia a trasformarsi.
Succedono, così, quelli che noi definiamo miracoli.
Dimenticare la malattia riempiendoci solo di pensieri sacri e d’amore, è il sistema più efficace e veloce per riacquistare l’equilibrio psico-fisico che avevamo perso.
Sarà proprio l’amore per Dio, e quindi per tutto e per tutti, a risollevarci dal pantano nel quale eravamo caduti. Sarà per noi come un tappeto magico sul quale salire per innalzarci alle altezze divine.