Mar
13
2014
5

SAI BABA ERA STATO PROFETIZZATO

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Dipinto olio su tela dell’autrice ” BHAGAWAN SRI SATHYA SAI BABA”

 

 

Cari amici!

Voi che mi conoscete sapete che il mio Adorato Maestro, Sai Baba, è il faro che illumina il mio cammino. Poiché spesso riporto alcune Sue Parole, è giusto, per conoscerLo meglio e quindi dare la giusta importanza al Suo Insegnamento, che  condivida con voi questo capitolo di un libro che sto ancora completando e che parla delle profezie che erano state fatte sul Suo Avvento.

Il capitolo è molto lungo, ma voi leggetelo pure a puntate. Non potevo comunicarvi un lavoro incompleto:

Vi abbraccio tutti, nella Luce Divina!

L’ARRIVO DELL’AVATAR SAI BABA ERA STATO PROFETIZZATO

 

Per proteggere i virtuosi,

  e per ristabilire su ferme basi la morale e la virtù,

Io mi incarno di era in era.

I santi e i saggi hanno atteso con impazienza l’arrivo del Signore:

hanno pregato con fervore ed Io sono venuto.

Durante il regno di questo Avatar , i malvagi non saranno distrutti:

essi saranno corretti, riformati, educati

e riportati al sentiero da cui si sono allontanati.

Bhagawan  Sri Sathya Sai Baba

 

  Tutte le incarnazioni Divine della Storia sono state precedute da diverse profezie.

Gesù era atteso, eppure i sacerdoti ed i politici del Suo tempo non Lo riconobbero e lo crocifissero. Solo i puri di cuore e coloro che Gesù stesso chiamò a Sé riconobbero in Lui il Messia profetizzato.

Affinché gli uomini di oggi avessero l’opportunità di riconoscere l’Incarnazione Divina della nostra era, i profeti di migliaia di anni fa e di diverse religioni parlarono dell’Avvento di Bhagawan Sri Sathya Sai Baba (Bhagawan in sanscrito significa “Signore, Dio” , appellativo che si può quindi dare solo all’Avatar).

Le profezie riguardano tutte e tre le incarnazioni di Sai Baba: alcune parlano di Sai Baba di Shirdi, morto nel 1918, molte parlano di Sathya Sai Baba che ha lasciato il corpo mortale il 24.4.2011, altre riguardano Prema Sai Baba, di Cui Sathya Sai Baba ha già materializzato alcune immagini.

Le profezie più antiche che annunciano la discesa del Maestro del Mondo, risalgono al Vishnu Purana, il commento più antico alle sacre scritture indiane: i Veda. I Purana sono antichissimi, risalgono ai tempi in cui i maestri trasferivano le informazioni direttamente ai discepoli che dovevano imparare a memoria l’umana sapienza.

Nel Vishnu Purana si parla del periodo storico che abbiamo appena vissuto nel secolo scorso  e annuncia che proprio in quel periodo il Condottiero Immortale, il Cristo Cosmico, nascerà nell’India del Sud, in una località che si chiamerà “Villaggio dei Coni”, presso una famiglia che avrà scelto come forma divina da onorare proprio Vishnu, la seconda Persona della Trinità indiana che corrisponde al Figlio Unigenito della Trinità cristiana. Dice inoltre che vivrà fino a 96 anni (secondo il calendario vedico lunare).

Sathya Sai Baba è nato nell’Andra Pradesh, nell’India del Sud, a Puttaparthi che letteralmente significa: “Villaggio dei coni” , perché un tempo era invaso dai termitai che sono a forma di cono.

La Sua famiglia onorava Vishnu.

Ha lasciato il corpo fisico a 96 anni, sempre secondo il calendario vedico lunare (secondo il calendario romano aveva 85 anni).

Nel libro Jaimini Mahabharat, scritto cinquemila anni fa da Jaimini, il discepolo del saggio Vyasa, parla specificatamente della venuta dell’Avatar Sai.

Esso dichiara che l’Avatar avrà il nome di Sathya Narayena  (il Verace il Fedele) e descrive esattamente il Suo lignaggio (la stirpe della sua famiglia). Qui il Sai Avatar viene descritto come l’Incarnazione del Signore Shiva (terza persona della Trinità indù), e dichiara che Egli proclamerà l’arrivo del Sathya Yuga (l’Era della Verità).

Il libro descrive molti miracoli che sono poi stati fatti da Sai Baba molti secoli dopo.

(“Jaimini Mahabharat” – citato da Kristine Gale- Kumar: “The Scriptures are Fulfilled”, p.184- 1991)

I grandi Naadi Granthas dell’India, compilati dai saggi Shuka , Bhrigu e Agasthya, sono delle analisi astrologiche scritte più di 3600 anni fa. Questi testi ci forniscono addirittura l’albero genealogico della famiglia presso la quale si incarnerà il Verbo e descrivono, in numerose pagine, le diverse fasi della Sua missione.  Tutto coincide con la famiglia di Sai Baba e con le tappe della Sua vita, nei minimi particolari!

Ecco alcune parole dello Shuka nadi: “La Sua missione è quella di risvegliare la rettitudine. Il villaggio in cui comparirà nella Sua veste terrena diventerà luogo sacro.

Potrà assumere qualunque forma, potrà eliminare qualsiasi pericolo e qualsiasi ostacolo.

Creerà istituti di educazione e dimostrerà la Sua onniscienza in mille modi.

Se il devoto si arrenderà al Maestro avrà l’opportunità di riscattare i suoi peccati e ottenere la liberazione.

Egli sarà la Personificazione dell’Amore e della Beatitudine, ma soltanto le menti illuminate potranno capirne l’Essenza.

Il Suo Cuore sarà perennemente pieno di compassione. Non ferirà mai nessuno, né mostrerà disappunto per gli errori commessi per ignoranza.

Ogni Suo gesto ed ogni Sua parola avranno un significato. I devoti che seguiranno la retta via, avranno la Sua totale protezione.

Insegnerà che questa nostra realtà è illusoria. Le cose terrene perderanno significato e il devoto scoprirà che soltanto la conoscenza di se stesso potrà portarlo alla liberazione finale” ( Tratto da: “Ti racconto una storia” film realizzato da Luigi Ferrante)

I Naadi Granthas dichiarano, inoltre, che Sri Sathya Sai Baba è un Avatar di Brahma, Vishnu e Shiva (la Trinità indù). Egli sarà Satchidananda Swarupa, ossia l’Incarnazione dell’Essere, Coscienza e Beatitudine (Dio). Egli farà illimitati miracoli. Fonderà molte istituzioni (Sai Baba Ha fondato numerose scuole, università ed ospedali, nonché numerose istituzioni a favore degli orfani, delle vedove e dei più poveri e bisognosi)  ed introdurrà l’era della Verità. Egli unirà tutta l’umanità e stabilirà, sulla Terra la paternità di Dio e la fratellanza dell’uomo. Egli sarà l’Avatar fra gli Avatar.

I Naadi Granthas  parlano di Sri Sathya Sai Baba come reincarnazione di Shirdi Sai Baba. Anche le Upanishads, antichissimi testi vedici, parlano della triplice venuta dei Sai Avatar, che tutti e tre insieme copriranno un arco di tempo di quasi 300 anni.

Maometto aveva fatto una stupenda descrizione del Maestro del Mondo, “El Madhi Maoud”, che sarebbe giunto alla fine del XIV secolo dell’Hegira, praticamente verso il 2000. Che cosa annuncia Maometto?  Nel “Libro della Luce” il Profeta riferisce che soltanto coloro che avranno capito cosa sia il Sé Interiore, riconosceranno in Lui il Grande condottiero Immortale che egli chiama con nomi diversi: Maestro del tempo, Reggente Divino, Padre dei ricercatori di Dio. Per  molti anni i mussulmani ignoreranno del tutto il Maestro perché non saranno spiritualmente preparati a riceverlo.

Maometto fornisce alcuni dati che sono molto preziosi per il ricercatore. L’Apostolo dell’Islam annuncia che il Grande Maestro non vivrà alla Mecca, ma il suo regno inizierà da Oriente.

Il Suo Emblema farà il giro del mondo e sarà accompagnato non soltanto dagli uomini, ma anche dagli angeli che discenderanno con Lui per aiutarlo a trasformare il mondo intero ( il SarvaDharma, il simbolo di Sai Baba che unisce i simboli delle maggiori religioni del Pianeta, è in ogni centro  Sai Baba del mondo, in ogni nazione, in quasi tutte le città del mondo).

Nessun profeta potrà mai avere i poteri con cui discenderà il Maestro del Mondo. Nessun potere del mondo potrà conquistarlo, nessuna potenza potrà ucciderlo.

La Sua sapienza supererà quella di tutti i profeti. Non verrà per fondare una nuova religione, ma tutte le religioni del mondo saranno nel Suo cuore e germoglieranno come fiori in un giardino.

Sarà amico e guida e porterà la pace sul pianeta insegnando a tutti la retta via.

Sarà paterno e amichevole con tutti come se li conoscesse da sempre. I Suoi devoti verranno protetti a tutti i livelli.

Egli sarà il rifugio dei deboli e dei diseredati. Comparirà due volte al giorno per elargire la Sua spiritualità (Sai Baba ogni mattina ed ogni pomeriggio donava alla folla che Lo aspettava il suo Darshan , cioè la Sua Visione, la Sua Presenza Fisica).

Molti sentiranno parlare di Lui, ma penseranno che si tratti del solito ciarlatano, per questo Maometto fornisce un vero identikit del Maestro del Mondo, per distinguerlo dai falsi profeti:

La Sua chioma sarà folta,sarà come una corona.I capelli saranno neri e giungeranno alle spalle (la chioma folta e riccia di Sai Baba era proprio come una corona, come un’aureola intorno al viso, ed arrivava alle spalle). Le sopracciglia si uniranno al centro della fronte (tutte le fotografie di Sai Baba da giovane evidenziano questo ultimo particolare). La fronte apparirà ampia. Il naso sarà dritto e avrà un infossamento alla glabella (La radice del naso era molto infossata). Avrà un neo sulla guancia ed i denti centrali saranno  allontanati fra di loro (Sai Baba aveva un vistoso neo sulla guancia sinistra ed i denti centrali distanziati). I Suoi occhi saranno neri, la statura media se paragonata a quella degli ebrei (sarà quindi basso).

Il corpo sarà minuto e le Sue gambe saranno come quelle di una adolescente ( Il corpo di Sai Baba era minuto come quello di un ragazzino di 13 o 14 anni).

Indosserà due abiti color della fiamma, uno sopra l’altro (Sai Baba aveva sempre avuto una veste ed una sottoveste dello stesso colore) .

Il colore bronzino del viso varierà di volta in volta e sarà così brillante da non poterne descrivere il colore reale (questo particolare può essere confermato anche direttamente da chi scrive. Spesso la Luce che irradiava il Suo volto era così intensa da non permettere una perfetta visione dei lineamenti e della carnagione).

Non porterà mai la barba (Non è mai apparso in pubblico con la barba). Il dorso sarà curvo (quando era in età matura così era il dorso di Sai Baba).

Coloro che lo vedranno saranno felici e le stesse anime disincarnate godranno della Sua visione.

I Suoi devoti si riuniranno a pregare sotto un grande albero (quando era giovane, a Whitefield, si riunivano tutti sotto un enorme albero di ficus benjanmino, e a Puttaparthi i devoti , ancora oggi, si ritrovano a meditare sotto L’Albero della meditazione, un altro enorme ficus benjanmino).

Egli benedirà i devoti toccandoli con la mano e avrà nella Sua mente tutta la sapienza del mondo fin dalla nascita (Nel libro: “Il Piccolo Sai Baba”, edito da Mother Sai Publications , si narra dei miracoli e dell’infinita sapienza che aveva già da piccolissimo)

Materializzerà piccoli oggetti con la mano e con la bocca (nel giorno di Shivaratri Sai Baba materializzava dalla bocca il “lingam” , simbolo dell’Universo creato che esce dalla bocca di Dio. Chi scrive ha avuto il privilegio di vedere personalmente questo impressionante miracolo  il giorno 12.3.2002.  Ogni giorno della Sua vita il Maestro materializzava oggetti, dolci od altri cibi, con la Sua mano. Ma la sua materializzazione più frequente è stata quella della vibhuti, la cenere sacra, che donava come medicina e come mezzo di elevazione spirituale).

I Suoi talismani verranno donati ai devoti che allungheranno il collo per vederlo.

Il Re del mondo, l’Incarnazione di Dio sarà l’unico che fornirà all’umanità un insegnamento di Verità.

Egli vivrà fino a 95-96 anni (Sai Baba ha lasciato il corpo fisico a 96 anni, secondo il calendario vedico lunare).

Maometto conclude con un monito ai fedeli mussulmani: “Voi, mussulmani, sappiate che Colui la Cui nascita vi verrà tenuta nascosta, sarà il Maestro del Mondo: Egli è il Mahdi”.

Sono pochissimi i mussulmani che conoscono l’opera citata . Soltanto i Sufi, alcuni mistici mussulmani, conoscono la profezia di Maometto, che è stata riportata sul bolletino ufficiale dell’Organizzazione Sai Baba, Sanathana Sarathi, nel novembre del 1990.

La descrizione fotografica di Maometto coincide in ogni minimo particolare con il corpo che aveva assunto Bhagawan Sri Sathya Sai Baba.

 Gli antichi eschimesi avevano previsto le calamità che sarebbero accadute nel ventesimo secolo ed avevano parlato di un Profeta di Dio che in questo periodo sarebbe venuto dall’Oriente per  “purificare le anime, illuminare i cuori e guidare tutti i popoli ad amarsi l’un l’altro” ( Brown, Vinson e Willoya, William: “Warriors of the Rainbow” p.71).

Nel Libro dell’Apocalisse di Giovanni si legge: “ Poi vidi il cielo aprirsi ed ecco un cavallo bianco e Colui che lo cavalcava si chiamava il  Fedele e il Verace ed Egli giudica e regna con la giustizia…Era vestito con una veste color del sangue ed il Suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che lo seguivano sopra cavalli bianchi erano vestiti di lino bianco e puro e sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: “Re dei re, Signore dei Signori…

Egli afferrò il dragone del male e lo legò per mille anni. Dopodichè avrà da essere sciolto per un po’ di tempo”.

Giovanni annuncia che il nome del Cristo cosmico sarà: Il Fedele e il Verace. Sai Baba viene registrato all’anagrafe con il nome di “Sathya Narayena”, che in sanscrito significa proprio, “Verace Fedele”. Sathya significa “Verità” ed anche “Verace”  e Narayena “Colui che rimane fedele nel cuore degli uomini”. Il nome Narayena fa riferimento allo spirito di Dio.

Giovanni ci dice che indosserà una tunica color del sangue: Sai Baba era sempre vestito di una tunica rosso vermiglio o arancione scuro, tranne il giorno di Natale e del Suo compleanno, quando vestiva di  bianco, ed il giorno della festa del Gurupurnima, quando vestiva di giallo.

Giovanni riferisce che guiderà truppe vestite di lino bianco: Tutti gli studenti delle Sue scuole, tutti gli uomini Suoi discepoli erano e sono ancora oggi vestiti di bianco immacolato.

Giovanni annuncia che porterà i segni cutanei della Divinità, quando dice che porta scritto sulla veste e sulla coscia “Re dei Re”. Secondo I Veda, le più antiche sacre scritture della terra, i segni cutanei del Divino sono rappresentati da un neo e da una pigmentazione della pelle a forma di aquila (Garuda). L’aquila fa parte di un’antica simbologia.  Essa accompagna sempre il Figlio Unigenito (Vishnu, la seconda persona della Trinità indù). Il simbolo dell’aquila era presente anche nelle leggende babilonesi e bibliche. L’aquila trasporta simbolicamente il Figlio Unigenito o lo Spirito Santo all’interno della realtà materiale. Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento l’aquila diventa colomba.

Secondo i Veda l’aquila è il marchio di riconoscimento dell’Incarnazione Divina, del “Re dei Re”.

Il corpo fisico di un Purnavatar (l’Avatar con tutti i pieni poteri divini) nasce sempre con segni cutanei sul lato sinistro del corpo.

Sai Baba aveva fin dalla nascita un neo sulla guancia sinistra, una macchia più scura a forma di aquila sul petto e un altro simbolo sull’arto inferiore sinistro. Egli ha affermato che anche Krisna aveva gli stessi segni cutanei, come Sai Baba di Shirdi (la Sua precedente Incarnazione) e come li avrà Prema Sai Baba, la Sua prossima Incarnazione.

Sempre nell’Apocalisse si parla di un periodo di cataclismi e carestie che se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe, ma a causa dei giusti quei giorni saranno abbreviati. In quel periodo ecco comparire il Grande Condottiero accompagnato da coloro che erano rimasti addormentati per tanti secoli in attesa di potersi risvegliare alla discesa del Cristo (qui si parla della reincarnazione di santi che il Signore ha chiamato ancora nel piano terrestre per aiutarlo nella Sua missione. Sai Baba stesso ha detto che è sceso con tutto il Suo esercito di santi che sono i Suoi discepoli, proprio per evitare la distruzione del Pianeta).

Sempre nell’Apocalisse Giovanni dice: Vidi poi un altro angelo che saliva dall’Oriente e aveva il Sigillo del Dio Vivente (i segni cutanei di cui abbiamo parlato prima). E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: “ Non devastate né la terra, né il mare , né le piante, finché  non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei Suoi servi”…

Dopo ciò apparve una moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua (durante il compleanno di Sai Baba arrivavano anche un milione di persone da tutto il mondo!).

Tutti stavano  davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide…(l’Agnello è il simbolo di Colui che si sacrifica per gli altri, del Redentore che ci libera dal male).

Nel 1999 Sai Baba ruppe la spina dorsale e perse molto sangue. Un palco eretto per una rappresentazione che dovevano fare gli studenti Gli cadde addosso.

Allora Swami ( termine in cui i devoti chiamano un uomo Santo o il proprio Maestro) ci disse che quell’episodio era successo per diversi motivi: uno era per il fatto che non avevano dato ascolto alle sue parole, che li aveva ammoniti sulla pericolosità dell’impalcatura; un secondo motivo era che sarebbero morti diversi studenti se non si fosse preso il male su di Sé; poi aggiunse la frase più importante: Quello che doveva succedere quest’anno è già successo!”. Nell’astrologia Vedica l’anno 1999 era chiamato l’anno dei pericoli. Tutte le profezie si davano appuntamento per quella data per cataclismi impressionanti.

Più volte, nella Sua vita, Swami prese su di Sé i mali dell’umanità. Prima di abbandonare il corpo fisico per anni ha sopportato i nostri mali. Chiunque non sarebbe resistito alle prove a cui ha sottoposto il Suo corpo fisico.

Solo Lui, l’Incarnazione del Puro Amore, sa cosa ha tolto all’umanità intera. Solo Lui sa quale destino atroce ci ha risparmiato!

Il Signore Gesù parlò della venuta del signore dall’Oriente. Egli disse: “Come il lampo viene dall’Oriente e brilla fino all’Occidente, così sarà l’arrivo del Figlio dell’Uomo” (Matt: “24-27).

Perché si chiama Figlio dell’Uomo? E’ l’inconscio collettivo di tutta l’umanità che chiama l’intervento di Dio in terra. E’ quando la situazione è molto critica che inconsciamente (per i santi e i saggi consapevolmente) chiamiamo la Coscienza Divina, il nostro stesso Sé, ad incarnarsi per il bene di tutto il mondo.

In altri punti del Vangelo di Giovanni Gesù dice: “Avrei ancora molte cose da dirvi, ma ora voi non siete in condizioni di capirle. Quando però sarà venuto Lui, lo Spirito di Verità (Sathya, nome anagrafico di sai Baba, significa Verità),vi introdurrà in tutta la Verità; infatti Egli non parlerà da Se stesso, ma quanto ode udirà, e vi annunzierà le cose che dovranno avvenire. Egli mi darà gloria, perché prenderà del mio e lo comunicherà a voi. Tutto quello che ha il Padre è mio perciò ho detto che del mio prenderà e lo comunicherà a voi. (Giovanni 16,12-15).

 Per quanto riguarda la frase: “Vi annunzierà le cose che dovranno avvenire”, possiamo affermare che tutte le profezie che Sai Baba aveva fatto da quando era bambino e che riguardano i tempi che abbiamo già vissuto, si sono puntualmente avverate. Era ancora Piccino quando aveva profetizzato La pazzia di Hitler, l’occupazione del Tibet da parte dei cinesi, la ritirata dei cinesi che stavano per invadere anche l’India (dicendo, alludendo a Se Stesso, che una Forza più grande di loro li aveva presi per il colletto a li aveva fatti retrocedere, senza nemmeno rendersi conto del perché) e tanti altri fatti storici, sia della seconda guerra mondiale, sia dei tempi più moderni.

Sempre nel Vangelo di Giovanni Gesù dice. “Non parlerò ancora molto con voi, perché il Principe del mondo sta per venire (Giovanni 14,30).

Nel giorno di Natale del 1972 Sai Baba riportò  un’affermazione di Gesù: “Colui che mi ha mandato ritornerà. Il Suo nome sarà Verità. Indosserà una veste rossa, sarà piccolo di statura ed avrà una corona di capelli”.

Sai Baba affermò allora che Gesù si riferiva a Lui, anche se queste parole sono state cancellate, purtroppo, dalla Bibbia; sono rimaste nei vangeli gnostici. ( Tratto da: “L’Incarnazione dell’Amore” di Peggy Mason e Ron Laing, pag.191 -192 – Ed. Milesi)

Il giorno di Natale del 1996 Swami materializzò un piccolo libro, dicendo che quella era la versione autentica della Bibbia, prima che venisse manipolata e mutilata.

Il Dott. Ron Laing, autore insieme a Peggy Mason del libro sopramenzionato, racconta che un giorno chiese a Sai Baba, durante un colloquio privato, se, con l’affermazione che Egli aveva fatto nel Natale del 1972, intendesse anche dire che era stato Proprio Lui, Sai Baba, a mandare Gesù di Nazareth nel mondo. A questa domanda, Sai Baba rispose :  “Si!”.

Ron e sua moglie Peggy rimasero senza fiato, e Ron aggiunse: “In questo caso, sei Tu Colui che i cristiani occidentali chiamano il Cristo Cosmico?”

“Si!”, rispose ancora Sai Baba. Ron racconta: “Mi guardava dritto negli occhi, che non distavano più di trenta centimetri dai Suoi e disse solamente ‘Si!’. Io so solo che fu impossibile non crederGli”.

Nostradamus , il famoso dottore francese che previde le guerre mondiali, l’ascesa di Napoleone ed Hitler, i disastri di Hiroshima e Nagasaki, predisse che un Grande Essere sarebbe apparso in Oriente, in un paese circondato da tre mari (la penisola indiana)  e intorno al 2002 sarebbe stato il Re della rettitudine ed il Signore del Mondo e che il Suo giorno sacro sarebbe stato il giovedì.

Proprio dal 2002 in tutto il mondo, i circa 100 milioni di Suoi devoti, poterono ascoltare via radio (Radio Sai) i discorsi che Sai Baba faceva alla folla.

Quando, a tredici anni annunciò Sé stesso come Avatar, disse che i Suoi devoti dovevano dedicare a Lui il culto dell’adorazione del Guru che cade di giovedì. Da allora in tutti i centri Sai Baba nel mondo (presenti in quasi tutte le città del Pianeta) ogni giovedì i devoti si riuniscono per cantare , pregare e studiare i Suoi insegnamenti. (Ceetam, Erika: “The Prophesies of Nostradamus” p.417).

Nostradamus aggiunse che Egli non apparterrà al clero, sarà quindi un laico e che sarà l’Incarnazione di tutti i poteri che esistono in cielo e in terra e che nessun uomo è mai nato e mai nascerà simile a Lui. Solleverà gli umili e abbatterà i malvagi.

Tutti i tesori del mondo saranno ai suoi piedi, la Legge morale verrà ristabilita sul pianeta e la gente accorrerà per ascoltare il suo insegnamento ( Tratto da: “Sai Baba, Il Cristo è tornato” di Giancarlo Rosati).

Gli anziani degli indiani Hopi (pellerossa) ebbero visioni di un Essere in una lunga veste rossa che sarebbe venuto dall’Oriente ed avrebbe portato la pace al mondo agitato. (Kristine Gale-Kumar: “The Scripture are Fullfilled” 1991 .15-20).

Una petrografia Hopi che aveva preannunciato l’arrivo del Messia dopo un periodo di grandi calamità in tutto il mondo, specifica che questo Essere sarebbe stato l’incarnazione dell’equilibrio fra gli aspetti maschili e femminili dell’Universo ( Sai significa: Madre Divina, Baba significa: Padre Divino. Egli Stesso aveva affermato di essere l’Incarnazione di Shiva: l’aspetto maschile, e di Shakti: l’aspetto femminile).

Nel 1983 i Lama tibetani che avevano visitato gli USA, incontrarono i saggi Hopi; fu un meeting per confrontare le profezie fatte dai loro rispettivi profeti, per risvegliare il mondo ed indurlo a seguire il sentiero della rettitudine, per pregare per il benessere di Madre Terra e di tutti gli esseri viventi. Con grande stupore essi scoprirono che, non solo le profezie degli Hopi e dei buddisti erano condivise, ma che perfino la loro lingua era così simile da non dover usare l’interprete!

In quell’occasione esaminarono la petrografia Hopi e discussero il preannunciato perfetto equilibrio mondiale che ci sarebbe stato grazie al Grande Essere. Essi cercarono di trovare dei segni nella natura, ma allora non trovarono niente.

Poi, nel 1990 la CNN comunicò che un pilota, mentre sorvolava un deserto negli USA, vide sotto di sé un disegno geometrico impresso nel suolo (CNN Tv – 1990).

Le fotografie dei disegni hanno lasciati perplessi i geologi, gli scienziati e i matematici; si trattava di un cerchio che conteneva numerosi triangoli perfetti ed un puntino.

Finalmente essi scoprirono che era esattamente ciò che in India è conosciuto come lo “Sri Chakra Yantra”. Lo Yantra si riferisce alla rappresentazione visuale del Divino, mentre il Mantra e il suo complemento sonoro. Lo Sri Chakra Yantra è una rappresentazione geometrica, un sacro diagramma mistico della Divina Madre.

Dopo questa scoperta Buddisti e saggi Hopi considerarono questo segno naturale come la conferma che la Divina Madre era scesa sulla terra. (Padma Sambava’s Red Cloak Buddhist Sect and Hopi Meet, USA  82-83 – come citato da Gale-Kumar: “The scriptures are Fulfilled” pag.19).

Una tribù indiana d’America, gli Iroquois, fu avvertita dell’arrivo dell’uomo bianco, della conquista spagnola dovuta anche all’avidità dell’oro, della distruzione della loro civiltà, dell’oppressione che avrebbero subito, ecc. Tutte queste predizioni si rivelarono puntualmente. Furono anche informati che, dopo il peggio, sarebbe sorta “una Luce  molto più luminosa del sole che avrebbe rappresentato la Gloria di Dio; e la Luce della Verità (Sathya significa Verità, Verace) avrebbe portato la pace a tutti i popoli; ed i popoli indigeni avrebbero riacquistato un’altra volta la loro posizione e la gloria del passato” (Kristine Gale-Kumar: “The Scriptures are Fulfilled” p.22-24 e 47).

Più recentemente un indiano d’America chiamato Black Elk, sant’uomo molto venerato, ebbe visioni di questo Essere che veniva dall’Oriente vestito di rosso. Egli poté vedere realmente come questo “Grande Maestro” che voleva unire il mondo, iniziasse a divulgare il concetto di fratellanza universale dell’uomo. Spesso egli “vide”  il Santo rivolgersi al gran numero di persone che andavano da Lui ed osservò che il “Santo uomo cantava” alcuni versi prima di iniziare i Suoi discorsi  (esattamente quello che faceva Bhagawan Sri Sathya Sai Baba!).

Black Elk aveva visto che i seguaci del grande essere “avevano una stella sulla fronte”. I devoti di Sai Baba usano mettere la vibhuti , la cenere sacra, o il bindi in mezzo alle sopracciglia,  all’altezza del terzo occhio  spirituale.

 

Edgar Cayce, il veggente mistico americano, parlò dell’arrivo di un Messia dall’Oriente, la cui parola avrebbe raggiunto l’occidente intorno al 1958 e che avrebbe portato l’era della Rettitudine e della Pace. Cayce aveva predetto con esattezza la guerra del Golfo ed aveva parlato delle grandi calamità che sarebbero accadute verso la fine del millennio. Ma disse anche che dalle ceneri dei conflitti sorgerà la Fenice della Pace e che il Messia sarà il messaggero della stessa. (Readings of Edgar Cayce, The Sleeping Prophet, on Jesus Christ: The Second Coming”).

Daniel, il Profeta Ebreo , che previde la venuta di Gesù Cristo, aveva annunziato che verrà un Messia durante questi nostri tempi bui.

Daniel parlò della venuta di un Dio che avrebbe istituito, dopo il Cristo, il Regno di Dio sulla Terra. In una visione Egli parlò del Signore vestito di bianco immacolato e dai capelli come pura lana (i Suoi capelli sembravano più i capelli di un africano) seduto su di un trono (il giorno del Suo compleanno Sai Baba era sempre vestito di bianco, come ogni Natale). Una grande moltitudine di persone era di fronte a Lui (come tutti i gironi accadeva).

(Black Elk Speaks p.208 – Kristine Gale-Kumar: “The scriptures are Fulfilled” p.142-147 e p.156-167).

Zoroastro che visse intorno al 1000 avanti Cristo, aveva previsto la nascita di Gesù e le sue parole profetiche guidarono i Magi a Betlemme, aveva anche preannunciato la venuta di un Messia dall’Oriente intorno all’anno 2000.

PAPA GIOVANNI XXIII, il “Papa Buono”, prima di diventare Papa era stato Nunzio Apostolico in Turchia. Lì aveva fatto alcune profezie. Ecco cosa disse:

“I fratelli d’Oriente ed Occidente si uccideranno e nell’assalto uccideranno i loro figli.

Allora scenderà dal monte il Santo Scalzo e scuoterà il regno. Ascoltate le Sue parole, nella terra di Bhraman (l’India viene chiamata Terra di Bhraman, cioè Terra di Dio) una voce disarmata è la Coscienza del mondo che non morirà mai.

Da Lui verrà un nuovo ordine di cose. Il messaggio di Dio non verrà abbandonato. Sarà il Santo Scalzo a tenerlo vivo, anche quando la violenza, l’odio e il sangue soffocheranno ogni barlume di spiritualità.

Sarà il Santo dei santi,  Colui che cammina a piedi scalzi, che ristabilirà nel mondo la giustizia, la pace e l’amore.”

(Sai Baba ha sempre camminato scalzo).

Sri Aurobindo, uno dei più eminenti filosofi e mistici dei nostri tempi, la cui prima aspirazione nella vita era di portare  la coscienza di Dio sulla terra per la redenzione di tutta l’umanità, il 24.11.1926, giorno dopo la nascita di Sai Baba, disse: “Il Divino è sceso sulla Terra. Dio si è incarnato portando con Sé tutti i poteri della Divinità: l’onnipotenza, l’onniscienza, l’onnipresenza. E’ sceso sotto vesti umane. Un potere infallibile guiderà le menti e nel cuore della gente arderà la fiamma immortale. Le moltitudini ascolteranno la Sua voce”.

Da quel giorno Sri Aurobindo si chiuse nel silenzio e nell’isolamento.

Il Signore Budda aveva dichiarato che  Egli non sarebbe stato l’unico Budda, che in un tempo futuro sarebbe arrivato un altro Budda (Illuminato), da Lui chiamato “Maitreya”.

Egli rivelerà, ancora una volta, l’Eterna Verità e stabilirà la Sua Legge con immensa Gloria. I Suoi discepoli saranno centinaia di migliaia, mentre i Miei sono solo qualche centinaia” , così annunciò il signore Gautama Budda.

Le scritture buddiste, in cui Sathya Sai Baba viene descritto come Maitreya Budda, parlano di Lui come il Budda che ritorna, intendendo che avrà tre incarnazioni successive. (Caras, Paul: “The Gospel Of Budda”, p.245 . Roerich, Nicholas – come citatory da Brown e willoya nel: “Warriors of the Rainbow”, pp.40-41 e Gale Kumar: “The Scriptures are Fulfilled” p.145).

Il Profeta Wowoka, Indiano d’America, nel lontano 1889 dichiarò che il Signore era già sulla Terra in Oriente. Egli parlava della prima Incarnazione dei Sai: Shirdi Sai Baba.

Anche i saggi eschimesi “videro”  la prima Incarnazione di Sai Baba. Essi videro la forma del Signore e  descrissero che era un uomo alto il cui viso era pieno d’Amore, vestito di bianco, con capelli e barba bianca. Aveva sulla testa un tipo di copricapo particolare, un telo avvolto intorno alla testa.

Questa è una descrizione perfetta di Shirdi Baba, fino al segno caratteristico del suo turbante e del suo kafni (vestito tipico dell’epoca).

Sia gli Hopi, sia gli eschimesi, sia le altre tribù indiane d’America parlarono dei Tre Esseri Divini che sarebbero venuti in serie: “I tre dimostreranno ai popoli della terra un grande progetto per una nuova vita che condurrà alla vita eterna”, dichiararono.

Anche Bhagawan Sri Sathya Sai Baba ha dichiarato proprio la stessa cosa: “La prima forma di Sai si manifesta per rivelare la Divinità; la seconda forma Sai per risvegliare la Divinità negli esseri umani; e la terza forma Sai è per rendere gli esseri umani capaci di realizzare l propria Divinità e vivere nella Stessa”.

Gli Hopi considerano quest’ultimo passo un grandissimo evento di evoluzione e preannunciano che ciò accadrà dopo il Grande Giorno di Purificazione. Gli Hopi predicono che due dei Grandi Esseri verranno prima del Grande Giorno ed il terzo (Prema Sai Baba), verrà dopo.

E’ interessante  notare che i saggi Hopi fecero queste dichiarazioni nel 1940, l’anno in cui Sathya Sai Baba, non ancora quattordicenne, annunciò al mondo la Sua Avatarità.

 

Re Djodjobojo dell’Isola di Giava, in Indonesia, nel lontano dodicesimo secolo preannunciò che, verso la fine del ventesimo secolo, un grande Re spirituale avrebbe unito nell’Occidente (l’India è in occidente rispetto all’Indonesia) tutte le religioni, tutte le razze ed i gruppi sociali (caste) e avrebbe portato mille anni di pace (i mille anni profetizzati da San Giovanni, durante i quali il dragone, il male, sarebbe stato rinchiuso)

Re Djodjobojo aveva preannunciato l’arrivo dell’uomo bianco, il dominio coloniale, l’invasione giapponese, ecc. sempre con esattezza.

 

Questo capitolo è stato redatto consultando i seguenti testi ed opere:

“ Il Cristo è tornato” del Dott. Giancarlo Rosati – Ed. Milesi;

“ Dio è tra noi” della Dottoressa Hirmalini Seshandri – Ed Milesi;

L’apocalisse di Giovanni e il Vangelo di Giovanni.

“L’Incarnazione dell’Amore” di Peggy Mason e Ron Laing – Ed. Milesi

Film prodotto da Luigi Ferrante: “Ti racconto una storia” – Surya Entertainment & Communications.

La scoperta di queste profezie per coloro che,  come me, hanno avuto la Grazia di poter conoscere personalmente Sai Baba, è stata soltanto la conferma di ciò che i nostri cuori avevano già percepito, senza ombra di dubbio, sulla Realtà Del Corpo Divino che era accanto a noi.

 

Gloria e Onore a Colui che ci ama dall’inizio dei tempi e che sempre ci amerà!

Jay Bolo Bhagawan Sri sathya Sai Baba Ji Ki!

                                                                                                                   Jay!

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
12
2014
-

IL MESSAGGIO DELLA PRIMAVERA

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Cari fratellini e care sorelline!

Mi vengono in mente alcune considerazioni su ciò che ci insegna la primavera.

Sappiamo che tutto è ciclico: i giorni della settimana, i mesi, le stagioni, gli anni, le ere. Dal micro al macro, tutto ritorna, tutto passa, tutto si rinnova.

Dopo il buio e il freddo dell’inverno ritorna l’espansione portata dalla luce e dal caldo del sole. Dopo le nostre crisi di passaggio da un livello all’altro di consapevolezza, ritorna sempre e poi sempre l’illuminazione della coscienza!

Cari amici, voi tutti che state attraversando un momento delicato, difficile, di grande trasformazione;

voi tutti che siete dentro al “bozzolo della crisalide”e vi sentite imprigionati;

voi tutti che siete ancora dentro un uovo e state lottando, con il vostro beccuccio, per aprirvi un varco verso la libertà,

sappiate che questa è solo una situazione transitoria! Presto avrete ali meravigliosamente dipinte di farfalla, presto avrete rotto il guscio, presto sarete su “un altro pianerottolo” della lunga scala della vita!

Siatene sicuri! La parola crisi deriva dal greco e significa: sentenza, decisione. Proprio così! E’ il momento di prendere una decisione sul cambiamento che vogliamo adottare nelle nostre abitudini, nelle nostre priorità, nelle nostre scelte, nelle nostre “sicurezze” , nelle nostre convinzioni.

Quando andiamo per una strada diversa da quella che come anima avevamo programmato per noi, arriva la crisi per fermarci, per riprendere l’orientamento sulla strada da seguire. Se non arrivasse questo “grande dono” (adesso qualcuno mi manda a “quel paese…”), saremmo andati ,dritti dritti, nel burrone, lasciandoci “le penne”. In parole povere avremmo rischiato di abbandonare prima del tempo questo nostro involucro mentale, emotivo e corporeo , per riprenderne un altro capace di seguire maggiormente le indicazioni del comandante (il nostro Sé Divino). In parole povere: se il comandante ha un aereo che non segue i comandi, fa subito un atterraggio , per non schiantarsi per terra.

Pensateci: rimanere a terra è un modo per non cadere a terra, soprattutto se siamo su un aereo

Crisi, come parola, ha assunto un significato negativo, ma in realtà ogni crisi è “un bozzolo della crisalide”, dove noi stiamo rinascendo a nuova vita.

Sappiamo tutti, ormai, che la fisica quantistica ha avvalorato ciò che le antiche sacre scritture e tutti i mistici ci hanno sempre insegnato sul potere del pensiero, delle visualizzazioni, delle intenzioni e delle parole:

Allora, ragazzi! Non facciamo finta di non credere in questo, non pensiamo che sia un concetto astruso, da extraterrestri, da persone che vivono sulle nuvole! Non pensate di voler essere per forza quegli uomini “con i piedi piantati per terra”! Non siamo mica alberi! Possiamo alzarci in volo, come gli uccelli, come le farfalle, siamo continuamente in movimento. Siamo  creature del cielo in gita sul Pianeta Terra! …Ricordiamocelo, ogni tanto!  Così  la smettiamo di immedesimarci così tanto con le nostre commedie e tragedie, e ci riappropriamo del nostro sorriso.

Amici cari, allora che facciamo?

Il più spesso possibile andiamo in un angolino tranquillo. Chiudiamo gli occhi e immaginiamo cosa faremmo se fossimo liberi, se ci mancassero solo sei mesi di vita. Perché in questo modo scopriamo cosa è più importante per noi.

Immaginiamo tutto quello che di bello vorremmo vivere. Visualizziamo le scene , partecipando con tutti i sensi, quasi fosse un film in 3D, anzi più vero. Sentiamo gli odori, percepiamo il tatto, guardiamo i colori. Siamo tutti architetti del nostro futuro. Disegnamolo come più ci piace, con tanta fantasia. Non abbiamo limiti con la fantasia! Ma facendo questo con entusiasmo, gioia e determinazione, la fantasia si trasforma in magia, in splendida realtà.

Molti di voi hanno già letto alcuni libri di Gregg Braden. Egli, nel libro intitolato “L’Effetto Isaia” spiega benissimo il potere di questo modo di pregare di cui ci parlava il Profeta Isaia.

Gregg Braden racconta che gli indiani d’America, quando volevano pregare per la pioggia,  si mettevano in un luogo sacro e propizio; chiudevano gli occhi, immaginavano l’odore della terra bagnata, percepivano le gocce sulla pelle nuda, sentivano i piedi nel fango umido: ricreavano nella loro mente l’esperienza della pioggia , percependola quasi a livello fisico. Dopodiché, con grande gioia, ringraziavano per l’ottenimento del loro proposito. Come per magia la pioggia arrivava davvero!

Quando facciamo le nostre immaginazioni ci sentiamo subito meglio perché tutto il corpo risponde, con un cambiamento  chimico, a questo innalzamento di energia derivante dai buoni pensieri e dalle buone emozioni.

Ora arriva il bello: ringraziamo con un largo sorriso per tutto questo che abbiamo ottenuto: portiamoci al momento della concretizzazione della nostra visualizzazione.  Andiamo avanti per un po’ a dire: “Grazie! Grazie! Grazie! Garzie! Grazie!…con un largo sorriso. Non c’è antidepressivo più potente di questo! Provare per credere! Subito si innalza il livello di energia, che tira su l’umore.

Presto non ci sentiamo più piccole formiche che vedono sassolini come macigni, ma ci sentiamo come aquile che vedono macigni, piccoli come sassolini!

Qualcuno può obiettare: “Grazie per che cosa, che sto così male?!”… Per tutto quello che di meraviglioso hai deciso di attirare con il tuo nuovo modo di pensare  e di sentire!

Certamente l’inconscio cerca sempre di “fregarci”, riproponendoci, come un disco inceppato, sempre gli stessi pensieri antivitali; ma continuando per tanti giorni a fare visualizzazioni magnifiche  incidiamo un nuovo disco, che va a sostituire quello vecchio. Ci vogliono almeno 40 giorni, dice qualcuno, per incidere un nuovo disco nell’inconscio.

Amici cari, non perdetevi mai d’Animo! Non siamo mai soli! Chiamate a gran voce il Dio che è dentro e fuori di voi! Dategli il nome che volete, risvegliatelo dal Suo letargo!

E’ primavera!!!

Vi abbraccio tutti con tanto Amore!

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
11
2014
-

GUARIRE A MODO MIO – parte terza

 

RUSCELLORagazzi! lo sapete che in noi c’è tutta la potenza guaritrice, vero?

Allora, Amici cari, continuo il racconto estratto dal primo libro che ho scritto: “Il mio risveglio”. Come dico nel retro copertina, questo libro è nato: “per dare speranza a chi è solo, triste, spaventato o ammalato, ho voluto scrivere la mia storia. A volte la realtà è più incredibile della fantasia!…”

Per quasi due anni, tutte le mattine, appena alzata dal letto, prima di qualunque altra cosa, ho camminato a piedi nudi sull’erba del giardino. A volte visualizzavo una luce che dal centro della terra saliva attraverso i piedi e le gambe, pervadendo tutto il mio corpo.

Angelo mi aveva suggerito un esercizio, che svolgevo anch’esso tutte le mattine, con una grossa pietra.

Mi muovevo, con questa pietra fra le mani, facendola girare alla mia destra, alla mia sinistra, alzandola a braccia tese sopra il capo, o mi chinavo lasciando che le braccia dondolassero per il suo peso.

I movi­menti erano spontanei, quelli che il mio intuito mi suggeriva. Mi accorgevo che sentivo sempre il bisogno di fare una rotazione del busto sul lato destro. Percepivo che così facendo, avrei riequilibrato una disarmonia fisica. Sembrava che in quella posizione il mio corpo fosse una giusta antenna, diventava un ponte di passaggio di energia fra terra e cielo.

Mentre mi muovevo con la pietra in mano, cercavo di sentire ogni muscolo del corpo che veniva coinvolto di volta in volta, e soprattutto cercavo di percepire la spina dorsale, più difficile da sentire rispetto alle altre parti del corpo.

Può sembrare un esercizio stupido, questo della pietra, ma in verità era molto utile. Mi aiutava a “sentire” le diverse parti del corpo, in modo da poter essere “presente” (con la coscienza) là dove io volevo. Potevo così intervenire per aiutare il corpo quando era in difficoltà, prima di arrivare ad un suo disperato S.O.S..

Usavo anche l’energia gravitazionale, il peso della pietra, per ripristinare un equilibrio dove mancava, e per tonificare i muscoli dopo tanto tempo di inattività.

Un altro elemento, fra i più importanti, era il contat­to fisico con la pietra, che io sceglievo seguendo l’istinto e che aveva un sua vibrazione energetica specifica, come ogni tipo di albero, come ogni fiore, come ogni cosa.

Insomma, cercavo in tutti i modi di usare coscientemente l’energia, dentro e fuori di me; i diversi tipi di onde, di vibrazioni, che avrebbero riportato l’armonia nel mio corpo.

La vita è rapporto con gli altri esseri umani, con il resto del creato ed anche con parti di me con le quali non avevo prima molto contatto. La vita è scambio. Sentivo, quindi, che sarei guarita, non isolandomi, ma entrando sempre più in rapporto con le energie cosmiche, interne ed esterne a me. Questo era possibile solo amando, amando, amando tutto e tutti!

 

A volte parlavo anche con i miei organi. Ad esempio, rivolgendomi all’ipofisi, che aveva qualche problema, dicevo: “Ipofisi sei sana! Sei forte! Sei rigenerata! Lavora, gioisci!”

Può far sorridere questo sistema, ma funzionava! Del resto avevo imparato, da Yogananda, il grande potere della voce, oltre a quello del pensiero; ed io volevo usare ogni mia potenzialità.

Ero finalmente consapevole di avere dentro di me il più grande medico che possa mai esistere.

La guarigione profonda e definitiva non poteva che venire dall’interno, dal mio Sé.

Cercavo di acquisire sempre maggior fiducia in me e nelle mie intuizioni, e perseveravo nei miei propositi.

Era sempre più evidente che il mio corpo rifiutava qualsiasi intervento impostogli dall’esterno.

Se in passato avevo dovuto provare la frustrazione ed il senso di impotenza, mettendomi completamente in balìa degli altri, era stato per arrivare, finalmente, alla consapevolezza del potere insito in ogni uomo: il Potere Divino.

Per me, quindi, niente più medicine: né allopatiche, né omeopatiche, né di erboristeria.

Persino sistemi di utilizzo dell’energia suggeritimi dall’esterno, come la pranoterapia, il reiki o i “fiori di Bach”, erano rifiutati dal mio corpo.

Avevo da sempre usato le mie mani sul mio corpo, seguendo l’istinto, e questo mi bastava.

Era in atto, dentro di me, una vera e propria sfida: volevo guarire da sola; volevo guarire con la potenza della fede, della volontà, ma soprattutto, dell’Amore.

Volevo imparare ad amare Dio totalmente. Volevo Lui, Lui soltanto e niente di meno.

Volevo conquistare la Sua Grazia!

 

Un giorno Angelo mi diede un foglio da leggere. Le parole che vi erano scritte mi aiutarono molto:

 

Io non cederò mai.

Persisterò sempre, continuamente.

Non accetterò mai il pensiero di aver fallito.

Scuoterò il Dio che è in me e fuori  di me,

lo sveglierò dal suo letargo,

fino a quando non vedrò realizzato il mio scopo.

Io sono un creatore ed il mio scopo è

creare  creare  creare!

E, da quando ho scoperto la forza di volontà,

da quando ho scoperto il suo valore

Io voglio, io voglio imparare a volere.

Io voglio riappropriarmi del mio potere

che altro non è che il Potere insito nella volontà.

Si, il mio potere sta nel fatto che io posso volere!

La volontà è il motore di ogni cosa.

Dietro ogni cosa che accade c’è una volontà.

Il segreto è lì, nel comprendere ed usare la volontà.

La volontà è come una spada affilata e potente

che io ora, con mano tremante ma determinata,

afferro per la sua elsa ed imparo ad impugnare.

E per prima cosa con questa spada

faccio piazza pulita nella mia mente

di pensieri e parole velenose per la mia energia

come: insuccesso, ritirata, non ce la faccio,

non posso, non ci riesco, rinuncio, lascio,

non è per me, non sono all’altezza.

Ecco, l’ho presa in mano, la spada della volontà

l’ho afferrata con ambedue le mani e la tengo salda.

D’ora in avanti sarà la mia compagna più vicina

ed alla quale io sarò sempre più fedele,

perché la sua forza è la mia forza

il suo potere il mio potere.

E di giorno in giorno

con i miei  “atti di volontà”

io la renderò sempre più carica di energia

fino a renderla temprata della terribile potenza della

volontà continua.

La tengo in mano la mia spada

con forza, attenzione

ma anche con grande calma,

per poterla usare con rispetto

e non rischiare di farmi male

lanciandola da incosciente

verso obiettivi confusi.

Con calma definirò le mie mete;

con calma prenderò coscienza di tutti

i possibili ostacoli;

con calma, cercherò di vedere

chi e cosa sarà con me o contro di me

e solo allora lancerò la mia forza di volontà

verso la realizzazione del mio pensiero,

pronto ad avanzare e indietreggiare

ad arrestarmi o a deviare, ad agire o ad attendere,

ma sempre avendo chiara di fronte a me la meta da realizzare.

Pensare certo non basta per creare.

Pensare non è certo volere, tuttalpiù desiderare.

Volere in verità è pensare più agire.

Agire, fare, creare: questa è la magia del vivere!

E la mia forza di volontà, la mia capacità di volere,

sono in realtà la mia energia per vivere.

E se è chiaro ormai che nella nostra vita

da una parte sono costretto ad accettare

di vivere qualsiasi cosa mi può capitare,

dall’altra mi è altrettanto chiaro che

io posso far accadere con la volontà ciò che è

nella mia intenzione

Si!  Si!  Si!  Si!  Si!  Si!  Si!  Si!  Si!

io posso,        io posso,        io posso.

Io posso volere quindi posso creare

quindi posso costruire la mia vita

e fare di me un uomo libero!

Si, io posso, perché posso volere!

Con la forza di volontà farò tremare le paure

e i dubbi e le perplessità;

scalzerò l’inerzia, la noia e la riluttanza;

risveglierò l’intuizione la fantasia e l’immaginazione

rianimerò la fiducia ed i miei talenti.

Nella volontà ritrovata riverserò la mia rabbia,

sì, perché cos’è la rabbia se non

la mia stessa volontà soffocata, impedita,

non riconosciuta né rispettata?

Trasformerò la mia rabbia in volontà

e ritroverò il mio potere!

Non sono più uno schiavo nella vita

e nemmeno un perdente:

sono un guerriero con un’arma inarrestabile

ed un’armatura impenetrabile.

La mia forza di volontà,

la mia volontà di riuscire,

la mia disponibilità a non rinunciare

la mia gioia di creare

sono la forza della Vita in me!

 

“Ciò che ottieni con la tua volontà

è la risposta di Dio alle tue preghiere”

P. YOGANANDA

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
10
2014
-

GUARIRE A MODO MIO – parte seconda

CAMPO FIORI GIALLI

Cari amici, oggi continuo con il racconto estratto dal libro: ” Il mio risveglio”. Per cercare di ristabilire un equilibrio nel mio corpo, mi inventavo le cose più strane…ma funzionavano!   Un abbraccio a tutti voi! Che possiate essere tutti in salute ed armonia!

Cercavo il più possibile di mantenere alto l’umore. Angelo mi aveva insegnato che l’energia fisica, emotiva e mentale sono collegate, anzi sono un tutt’uno, seppur in forme diverse; come l’acqua, il vapore e il ghiaccio, sono forme diverse della stessa sostanza. Sapevo che agendo su una di queste, interve­nivo anche sulle altre. I problemi del corpo fisico, quindi, potevano es­sere risolti lavorando su quello mentale ed emotivo, così come potevo usare movimenti fisici, per andare a modificare una situazione energetica mentale o emotiva.

Ho sperimentato più volte, durante alcuni malesseri, la validità del­l’esercizio del “sorriso interiore”, oltre che esteriore.

Quando sorridiamo mandiamo dei messaggi positivi al nostro corpo fisico.

Sono messaggi di rassicurazione; è come dire alle cel­lule che si trovano in stato di all’erta: “State tranquille, va tutto bene, il segnale d’allarme è terminato!”

Cercavo, quindi, di sorridere il più possibile, non come un bella statuina, ma sentendo la gioia dentro me; non creandola, ma cercandola, visto che noi siamo fondamentalmente Beatitudine.

Con la mia radio mentale mi spostavo su un altro canale, passando, con un atto di volontà, dalla stazione: “Sto male, ho paura”, alla stazione: “Sono un’unica cosa con Dio, con tutto l’universo; non sono il corpo, non sono la mente né l’emotività, sono l’Anima Immortale!”

La mia arma, la chiave di tutto, era sempre la volontà rafforzata e la consapevolezza della mia Vera Natura, nonché la fede nello Spirito Infinito.

Quando avevo qualche malessere, non permettevo alla mente di vagare, ma la riconducevo là, dove sapevo che mi avrebbe dato gioia: a Dio.

Mi riempivo così di Luce, la mia stessa luce (con la visualizzazione) e di Gioia nella consapevolezza di essere “Quello”.

In pochi minuti sentivo i battiti del cuore e la pressione tornare normali. Che bellezza! Fun­zionava sempre! Avevo scoperto “l’uovo di Colombo” che era sempre stato dentro di me.

Avendo imparato a superare, a gestire i miei momenti peggiori: ora non potevo più aver paura di niente.

Non mi servivano pillole, alle quali il corpo era ormai allergico, o al­tre persone, alle quali aggrapparmi con disperazione. Intervenivo, ora, dal di dentro, mettendomi in contatto con il mio vero “comandante”: il Sé, e lasciavo fare a Lui che tutto sa, che tutto può.

Non mi spaventavo più, non mi ribellavo ai malesseri e, accettandoli, riuscivo a superarli con serenità.

La mente e il corpo fisico erano costretti a seguire la parte più profonda di me. Non erano più loro a comandare, a giostrarmi come una marionetta, ma tornavano al loro ruolo di servitori del Sé, a Lui sottomessi.

A volte visualizzavo dei colori con i quali mentalmente riempivo alcune parti del mio corpo, come l’intuito mi suggeriva. Aiutavo così i miei organi, sopperendo un po’ all’abbassamento energetico che seguiva sempre alla digestione. A volte mandavo tanto verde nella zona del cuore, quando mi sentivo agitata o ansiosa, o mi avvolgevo in una nuvola rosa, quando avevo bisogno di sentirmi amata e protetta.

Altre volte mi mettevo in contatto energetico con la natura usando la vista, guardando cioè con amore le piante, la terra, il cielo, le montagne, ecc..

Sentivo che così facendo, io, la terra o l’albero sul quale avevo fermato la mia attenzione, ci compenetravamo. Io mi scioglievo in essi e loro in me.

Non so spiegare, con altre parole, il mio sentimento di unione, la mia sensazione di arricchimento; si può solo provare.

Per sperimentare sempre più profondamente lo scambio d’amore con Madre natura, ho provato a farmi massaggiare la pelle nuda da un forte acquazzo­ne, sdraiata sul prato del mio giardino, riempendomi di quella forza purificatrice. Avevo ricreato così una situazione analoga a quella in cui mi ero bagnata nell’acqua ghiacciata del torrente. La mia pelle, dopo una iniziale sensazione di freddo, diventava rossa, e mi sentivo letteralmente scaldare.

Ho vissuto un’altra esperienza unica quando, avendo sentito un irre­sistibile desiderio di rotolarmi, sempre quasi nuda, sulla terra morbida appena arata, ho lasciato da parte i miei ostacoli mentali e mi sono ab­bandonata a quell’abbraccio meraviglioso, a quella Madre che mi avvolgeva, mi accoglieva, mi nutriva.

Ho potuto comprendere gli indiani d’America che, avevo sentito dire, prima delle grandi battaglie e prima di ogni altra grande impre­sa, usavano ricaricarsi attraverso il contatto con la terra. Ho capito anche gli animali malati, che a volte non fanno nient’altro che aspettare la guarigione sdraiandosi per terra.

 

Questi profondi contatti con la natura, furono per me delle esperienze mistiche.

Ho riprovato, in quei momenti, quel sentimento atavico e meraviglioso, del quale avevo sempre avuto una struggente nostalgia, di sentirmi un tutt’uno con il tutto.

Non c’era più separazione tra il mio corpo ed il resto del mondo, entrambi costituiti dai cinque elementi di etere, aria, fuoco, acqua e terra. Ero solo io, in forme diverse: l’Atma onnipervadente. Ero il vento, l’acqua, la terra.

Ero ancora giovanissima, quando feci un disegno in cui appare una ragazza sull’orlo di un precipizio: il cielo è colmo di nuvoloni gonfi e neri ed un vento impetuoso cerca di spingerla, alle spalle, per farla rotolare giù dal burrone.

Gli alberi intorno a lei, sono ormai piegati da quella forza travolgente. I capelli della ragazza, come pure il suo vestito, sventolano come bandiere che il vento vuole strappare.

Ma lei non si piega, non cede. Stringe, con entrambe le mani, un fiore bianco che addirittura si gira controvento, per guardarla negli occhi e donarle un sorriso, felice perché la ragazza non lo ha gettato via, per aggrapparsi ad un ramo o a qualche altro appiglio fittizio.

Ho capito ora, che il vento burrascoso rappresenta la forza travolgente del kali yuga (la nostra era, l’era delle tenebre), che spinge anche i buoni a cadere nel male, vittime del potere illusorio di maya: l’ignoranza.

E’ quel candido fiore, sottile, delicato, ma potentissimo, ad impedire al vento di far rotolare la ragazza (me stessa) fra i rovi e i sassi appuntiti.

E’ in quel fiore tutta la sua forza, la sua bellezza, la sua vitalità. E’ in quel fiore ogni suo potere.

E cos’è, quel fiore, se non la fede nell’Atma, se non l’amore per l’Atma, se non la consapevolezza di essere l’Atma?

Come può, chi sa di essere l’Atma, temere il vento?

Egli stesso è anche il vento. Egli stesso è tutto il creato: il macrocosmo nel microcosmo.

Di chi e di che cosa aver paura, sapendo che, dietro le forme apparenti, tutto è Uno?

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
09
2014
1

L’AMORE E’…… poesia

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AMICI CARI,

si parla tanto di amore, ma cosa intendiamo , all’atto pratico, con questa parola? Come cerchiamo di esercitare l’amore nella nostra vita quotidiana?

Ecco alcune mie considerazioni:

 

L’Amore è un modo di essere.

L’Amore è non alzare la voce per imporre le proprie idee.

L’Amore è accoglienza e far sentire gli altri a proprio agio.

L’Amore è attenzione ai bisogni altrui, è dare sempre una mano a chi sta annegando,

ma con tanta delicatezza e discrezione.

L’Amore esalta i pregi e le virtù degli altri e ne sminuisce i difetti.

L’Amore sa che ognuno fa del proprio meglio,

e per questo sorride sempre a tutti.

L’Amore sa che Dio è nel cuore di ogni creatura e per questo le ama tutte.

L’Amore sa che Dio è anche dentro di noi,

per questo ci spinge a rispettare anche noi stessi, e a vivere

senza mai tradire la nostra e l’altrui sacralità.

L’Amore è dolcezza nello sguardo e nella voce.

Non è vendicativo, non fa ripicche, non si lega le cose al dito.

L’Amore è generosità in tutti i sensi;

è donare non solo soldi o cibo, ma anche il nostro tempo e le nostre energie

per alleviare le sofferenze altrui.

L’Amore è saper ascoltare con pazienza, certi che ognuno ha qualcosa da insegnarci.

L’Amore è sorridere a chi incontriamo per strada,

è una parola di incoraggiamento ed una pacca sulla spalla a chi è giù,

è un abbraccio a chi si sente disperato, è consolazione.

L’Amore è rispettoso silenzio, quando questo è richiesto;

ma è anche correggere, con i dovuti modi,

chi si sta facendo del male o ne sta facendo agli altri.

L’Amore è  anche pregare per chi ha bisogno di aiuto.

E’ accettare gli eventi con coraggio, equanimità ed abbandono a Dio.

L’Amore è semplicità, spontaneità ed umiltà.

L’Amore è contare fino a dieci prima di parlare quando siamo arrabbiati,

è trovare un posto tranquillo dove sbollire la nostra ira,

prima che faccia troppi danni.

L’Amore dà senza aspettare nulla in cambio;

è mettere a disposizione anche i propri talenti e le proprie conoscenze.

L’Amore non conosce la superbia, né la vanità, né l’ostentazione;

dona sempre con delicatezza, spontaneità e leggerezza.

L’Amore non critica, non condanna, non fa pettegolezzo,

non schernisce, non calunnia.

L’Amore è anche non mandare insulti agli automobilisti scorretti,

né a chicchessia, perché gli insulti che mandiamo arrivano a Dio Stesso.

L’Amore benedice tutto e tutti. Benedice anche quelli che suonano alla porta

o ci telefonano mentre stiamo dormendo: è Dio che ci sta chiamando!

L’Amore porta sempre parole di pace dove c’è discordia.

L’Amore è anche saper ricevere amore da chi ce lo vuol donare,

perché per chi dona con gioia,

non c’è gioia più grande di veder accolto il proprio amore.

L’Amore è condurre i nostri fratelli verso l’Unità, cioè verso Dio,

con il nostro esempio, con le nostre azioni, con le nostre parole.

L’Amore è avere unità fra pensieri parole ed azioni: essere sempre coerenti.

L’Amore è sapere che, se anche non siamo perfetti,

possiamo sempre dare il meglio di noi. Più diamo, più miglioriamo.

L’Amore sa che il dono più grande che possiamo dare agli altri

è la nostra elevazione; per questo ci induce a seguire sempre

la santa Parola del Maestro, affinché la nostra vita diventi il Suo Messaggio.

L’Amore è sempre felice della felicità altrui, non invidia e non mostra rancore.

L’Amore è ciò che ci guarisce, ci libera, ci eleva, ci conduce a Dio.

in realtà:

L’AMORE E’ TUTTO!

L’AMORE E’ DIO!

Written by amaeguarisci in: Articoli,POESIE |
Mar
08
2014
5

DONNE: MERAVIGLIE DI DIO!


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Cari amici, per sapere chi avete accanto,

Care amiche, per rendervi sempre più conto del vostro valore, ecco queste mie parole:

Donne…donne…

Meraviglie di Dio,

sapete chi siamo?

Siamo la Forza che crea,

la Pazienza che ottiene,

l’Abbraccio che accoglie

e che libera dalle pene.

Siamo il Bacio che cura,

l’Empatia che guarisce,

l’Intelligenza dell’intuito,

la Creatività che stupisce.

Siamo una Fontana che zampilla,

un’Esplosione di colori,

siamo la Musica che inebria

e che accarezza tutti i cuori.

Siamo l’Elasticità dell’erba,

la Duttilità dell’oro,

siamo la Potenza della natura,

siamo Il Più Gran Tesoro!

 

 

Written by amaeguarisci in: POESIE |
Mar
07
2014
3

IL POTERE DEL CANTO

DELFINO

 

Ciao amici! oggi vi parlo di una cosa bellissima: la potenza della preghiera cantata e del canto in generale, poiché tutto ciò che dal nostro cuore esce è preghiera.

Per esperienza personale posso dirvi che il canto è una potente medicina. Nella mia lunga malattia ho sempre spontaneamente pregato mettendo in musica la mia preghiera. Quando la chiesa era vuota e buia mi sedevo in una sedia e cominciavo a cantare a Dio. Non ho mai smesso di farlo!

Una mia canzone dice:

Vivo per cantare per te

vivo per cantare per te!

Non farmi mancare la voce, Signore,

per lodare Te!

In questa vita mia

non c’è nient’altro che

possa sembrarmi interessante

possa sembrarmi importante

ad di fuori di te!

Fra tutti gli esercizi spirituali che si possono svolgere in gruppo e che donano più gioia, vi é il canto devozionale.

Il canto unisce tutti cuori, che pulsano all’unisono come un unico grande cuore. Quando la musica inizia, la mente tace: tutte le agitazioni, le preoccupazioni, i dispiaceri vengono dimenticati. Come nella favola del pifferaio magico, tutti vengono trascinati,  inebriati ed ammaliati dalla musica divina.

Il canto libera da emozioni represse, guarisce,  scioglie antichi nodi, mette armonia fra le differenti personalità di coloro che vi partecipano. Il canto dà forza alle parole della nostra preghiera.

Non a caso quando vogliamo intendere che abbiamo voluto esprimere con forza le nostre parole diciamo: “Gliele ho cantate!” Si! Il canto è per il suono come la lente d’ingrandimento per la luce:  quest’ultima può arrivare a bruciare un legno se fra questo ed il sole poniamo una lente di ingrandimento. Allo stesso modo il canto amplifica la potenza della parola, della preghiera, finché una fiamma d’amore si innalza fino al cielo.

I mantra sacri ne sono una chiara dimostrazione. Si dice che gli antichi saggi usassero i mantra per spostare pietre pesanti e fare molto altro; proprio perché sapevano come sfruttare la loro potenza.

Sai Baba Dice che quando cantiamo per Dio, purifichiamo l’aria da tutte le vibrazioni cattive. Le onde dei cattivi pensieri e sentimenti di tutti gli uomini, come le onde radio, girano per il mondo, attorno al mondo e lo penetrano.

Immaginiamo una nuvola nera che avvolge il mondo, formata da tutte le negatività emanate dagli uomini: ebbene, il canto d’amore, il canto sacro, dissipa quella nube e la squarcia, in modo che il sole possa arrivare ancora. Più persone al mondo cantano per Dio, più la luce inonda la terra.

Se battiamo le mani tutti insieme mentre cantiamo, questo ci aiuta ancor più a scaricare emozioni represse, brutti sentimenti e tensioni. La guarigione viene accelerata.

Il Maestro dice: “ Quando due o più persone cantano per Me, Io sono in mezzo a loro”.

Non si contano i casi in cui, durante il canto devozionale, Egli ha dato segni tangibili della Sua Presenza!

Riporto alcune Sue parole sull’argomento:

“Finché canterete i bhajan (canti devozionali) esclusivamente per la vostra gioia, non potrete di certo recare gioia agli altri. Solamente quando il sentimento sorgerà dal cuore, il canto farà appello al cuore degli altri. Il Signore sarà compiaciuto solo quando la nota chiave sarà l’Amore, quando prevarrà un sentimento di unità, quando la melodia giungerà da cuori puri e devoti.

I canti sacri devono essere un’esperienza sentita, non cantate con un occhio sugli effetti che il canto produce sugli ascoltatori e l’altro sugli effetti che esso produce su Dio. Fate che il cuore brami il Signore, allora il ritmo e la melodia saranno automaticamente piacevoli e corretti.

I bhajan devono condurre ad un’emozionante esperienza che deve lasciare i partecipanti colmi di pura energia ed elevato entusiasmo.

Per mezzo di essi la mente dovrà essere resa pura, libera da passioni e rafforzata nella fede.

Il canto dei bhajan è una disciplina spirituale per mezzo della quale il desiderio e l’ira possono essere tenuti lontani: i desideri per i piaceri fisici, il potere, la fama , la ricchezza, l’erudizione; l’ira deriva dalla mancata soddisfazione del desiderio. In quest’epoca colma  di paura ed ansietà il ricordo di Dio e la ripetizione del Suo nome sono gli unici strumenti accessibili a tutti per il raggiungimento della liberazione.

 

Miei cari,

la musica è il suono dell’Amore.

La preghiera che senti nel cuore ti avvicina a Dio.

La felicità si trova nell’unità, non nella dualità.

I discepoli si riuniscono ai piedi del Maestro

che dà loro protezione come un grande albero di bahnyan.

Solo i vasi vuoti possono essere riempiti.

Solo le menti umili e anelanti possono essere illuminate.

Quando la mente cessa di agitarsi il Sé comincia ad illuminare il sentiero.

L’ego è una limitazione e trascina l’uomo nelle tenebre.

I raggi del sole splendono attraverso la coppa di cristallo.

L’onniscienza pervade il potere intelligente dell’uomo.

L’abbandono totale a Dio vi guida alla dimora divina.

Perdendo l’io individuale, si raggiunge l’Io universale.

Vi benedico

Sri Sathya Sai Baba

 

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
06
2014
1

GUARIRE A MODO MIO

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Ciao amici! Oggi riporto uno stralcio del libro che ho scritto diversi anni fa, che si intitola: “Il mio risveglio”. Baci e abbracci!

 

Cap. 12  GUARIRE A MODO MIO

 

Tutta l’Energia, la Forza e l’Intelligenza

sono in voi. Non occorre cercarle all’esterno.

Baba

 

I giorni trascorsi al Gaver mi avevano lasciato una carica di ottimismo e di gioia, che mi permise di passare l’autunno e l’inverno vivendo “di rendita”.

La mia situazione fisica, anche se lentamente, stava migliorando. Riusci­vo ad allungare i tempi di attività, che continuavo comunque ad alternare al riposo. Ora stavo in piedi non più mezz’ora soltanto, ma anche un’ora, un’ora e mezza. Cucinavo, dipingevo, creavo: sentivo che la mia energia vitale si sarebbe sbloccata so­lo se avessi espresso il più possibile la mia creatività. Volevo usare i miei talenti ed il mio entusiasmo per sentirmi sempre più viva. Sarebbe dovuto passare ancora del tempo prima che io scoprissi come mai il mio corpo fosse ancora tanto debole.

La fede in Dio, il mio amore per Lui, e quindi per ogni cosa, erano la mia gioia, il mio nutrimento, la mia “batteria”.

Avevo ormai deciso di riporre tutto ai Suoi piedi; avevo ormai scelto di volerLo conoscere: non potevo immaginare di vivere un giorno senza un con­tatto con Lui, senza dimostrarGli il mio Amore con il mio canto ed il mio sorriso.

Ora che finalmente mi sentivo una farfalla (anche se con le ali ancora un po’ stropicciate), e non più una crisalide nel bozzolo, percepivo intensamente l’atavico desiderio di fondermi nel Divino, di tornare al pun­to di partenza, a Lui, per concludere il mio viaggio. Immaginavo la mia strada come un cerchio: avevo ormai percorso la metà del tragitto, l’avevo superata, e non vedevo l’ora di chiudere il cerchio per raggiungere quel Punto dal quale mi ero staccata.

La mia rigenerazione proseguiva. Usavo molto la visualizzazione per aiutare il mio corpo a ritrovare l’equilibrio. Ormai avevo saputo da Angelo e Yogananda, che noi creiamo tutto con il pensiero. Non è difficile capire questo concetto, se si pensa che nessuna opera artistica o architettonica avrebbe potuto avere inizio, se prima non fosse stata visualizzata nella mente del suo creatore. Allo stesso modo, anche la mia guarigione sarebbe susseguita alle mie visualizzazioni e, di fatto, potei sperimentare nella realtà, magari dopo mesi o dopo più di un anno, quello che prima facevo solo nella mente.

Avevo immaginato per mesi di correre in un bel prato, di ballare, di nuotare con forti bracciate. Quando visualizzavo, ero talmente immersa in quell’esperienza che, ad esempio, mentre pensavo di nuotare, percepivo l’odore salmastro del mare, l’indolenzimento dei muscoli, la sensazione dell’acqua che scivolava sulla pelle.

Nei momenti di riposo, quando il mio corpo mi faceva chiaramente capire di non volere più stare in piedi, io ero comunque, nella mia mente, un’audace sportiva.

In seguito ho corso realmente su un prato, ho nuotato davvero in piscina, e più tardi al mare, ripetendo i movimenti che la mente mi aveva sug­gerito durante le visualizzazioni, e che poi si rivelarono avere una ragione ben precisa.

Non mi restava che imparare ad avere sempre più fiducia nel mio intuito; l’esperienza mi stava insegnando che quest’ultimo non sbaglia.

Sapevo che era molto importante ripetermi in continuazione frasi positive, come per incidere un disco, e ad ogni frase ripetuta il solco diventava più profondo, fino a raggiungere l’inconscio. Il nostro corpo risponde e si adegua ai nostri pensieri profon­di, ai nostri “dischi” nascosti. Io volevo cam­biare musica e programma; non volevo continuare ad agire seguendo i vecchi pensieri negativi di impotenza e malattia che, anche se ben celati, mi avrebbero precluso la possibilità di gua­rire. Per questo mi ripetevo continuamente frasi positive che contrastavano i miei subdoli pensieri antivitali.

Avevo scoperto da poco, durante alcuni esercizi con Angelo, di avere sempre conservato in me un malcelato senso di colpa per essere nata, quasi un senso di indegnità alla vita, che mi aveva spinta, da una parte a sfidare le rego­le, i pericoli e la morte, dall’altra, ad essere il più possibile disponi­bile e compiacente con gli altri, andando anche contro me stessa, pur di sentirmi accettata, degna d’amore e di rispetto. Mi ero sforzata di essere sempre una buona scolara, studentessa, amica, lavoratrice, moglie, ecc., evitando il più possibile i contrasti, per paura di eventuali critiche nei miei confronti, che avrebbero riacce­so quel mio pensiero recondito di non essere degna di vivere. Per questo mi ripetevo tante volte parole utili come: ”Ogni istante scelgo la vita”, “Sono una Scintilla Divina, sono Luce, sono Amore”, ecc..

Avevo scoperto da poco anche l’altro pensiero negativo che spadroneggiava nel mio inconscio e che mi ripeteva, quasi senza che me ne rendessi conto, che ero debole, malata, con poche difese verso gli altri, con poca ener­gia vitale. Io ora, per contrastarlo, mi ripetevo: “Sono sana! Sono forte! Sono viva! Sono guarita!”

Dicevo queste parole quasi come un mantra: “Sono sana! Sono forte! Sono viva!”, ad ogni gradino, ad ogni passo.

Nella mia mente visualizzavo il punto d’arrivo della mia guarigione: io in cima ad una montagna correvo con le braccia verso il cielo, come il giocatore che segna il goal decisivo per il campionato. Mi vedevo sprizzare gioia, entusiasmo e salute da tutti i pori.

Continuavo mentalmente a ricreare questa “vignetta”: io, forte, sana, libera, inat­taccabile. Io, l’Anima Immortale che tutto può…….. (continua)

 

Salute, benessere, amore a tutti!

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
05
2014
3

TUTTO IL MONDO IN UN ABBRACCIO ed altre poesie

download (20)Ciao a tutti! Eccomi ancora qui con voi!

Oggi vi propongo altre mie poesie. Vi auguro una vita colma d’Amore e, quindi, di felicità!

TUTTO IL MONDO  IN UN ABBRACCIO

Quanta dolcezza, quanta tenerezza

nell’Amore materno!

Ma quanti bimbi non hanno una madre….

Quante madri non hanno un uomo…

Quanti uomini non hanno nessuno…

oh..mio Dio!

Come vorrei avere

le braccia ed il cuore così grandi

da abbracciare tutto il mondo!

ESPLOSIONE D’AMORE

Che sempre più cresca!

Che sempre più si espanda!

Che questo Amore esploda

come fuochi d’artificio di mille colori,

come una cascata di fiori,

come un tripudio di angelici cori!

COGLIMI

Forte

è il rumore di questa pioggia

che tutto lava…lava…

Che importa del passato:

tutto è lavato.

Sono qui… bagnata, pulita,

ai Tuoi Piedi.

Coglimi

Ti prego,

come un fiore di campo

sotto l’acquazzone.

Per commenti o comunicazioni cliccare sul quadratino sotto l data

Written by amaeguarisci in: POESIE |
Mar
04
2014
2

SAI BABA: L’AVATAR, UN TESORO INESTIMABILE – parte seconda

Cliccare sull’immagine per visualizzare l’intero dipinto

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Olio su tela – Italia Rizzo

 

Ciao ragazzi!

Ho già pubblicato la prima parte del  capitolo del mio nuovo libro che si intitola: “Sai Baba: un Tesoro Inestimabile”. Sentivo che avevo ancora qualcosa da aggiungere all’argomento. Eccomi qui, quindi, a continuare il racconto…

Chi non sa che Sai Baba è il Purnavatar, cioè L’incarnazione Divina scesa con tutti i poteri Divini che aveva fin dalla nascita, non può comprendere, e quindi accettare la devozione che centinaia di milioni di persone al mondo hanno verso la Sua figura ed il Suo insegnamento. A tal proposito c’è da ricordare che Sai Baba ci ha sempre ripetuto che non è tanto alla Sua forma fisica che dobbiamo essere devoti, ma al Suo insegnamento, che è universale ed eterno. La forma cambia di era in era, è solo un’illusione, come lo è tutta la materia.

Swami ci ha sempre detto di essere il nostro Sé che ha fatto un salto fuori dal nostro cuore affinché potessimo dialogare liberamente con Lui.

Ecco che abbandonarsi ed arrendersi a Lui, significa abbandonarsi ed arrendersi a noi stessi, al nostro Sé Divino.

Il Maestro ci ha sempre ribadito che l’unico vero Guru (Maestro spirituale) è Dio stesso, che ci parla dentro di noi. E’ la nostra voce interiore che ci ha sempre guidato e che, di era in era, prende anche un corpo per comunicare con noi più chiaramente, quando non riusciamo più a sentirla.

Nessun cieco può guidare un cieco. Solo chi è già nell’eternità può portarci all’eternità.

EGLI È IL MAESTRO CHE CI RICORDA CHE NON ABBIAMO PIÙ BISOGNO DI MAESTRI ESTERNI A NOI!

E’ pur vero che, come lo stesso Krisna diceva nella Bhagavad Gita (Cap XII), per gli uomini che vivono nella dualità di questo spazio-tempo è assai difficile raggiungere Dio come Indescrivibile, Assoluto e senza forma: “Per chi ha la mente attratta al non-manifestato, all’aspetto impersonale dell’Assoluto, il progresso sarà molto faticoso. Avanzare su questa via è sempre difficile per l’essere Incarnato…”

E’ un grande aiuto avere una Forma Divina sulla quale concentrare tutto il nostro amore e la nostra mente. L’Avatar diviene, per noi, un’astronave che ci porta alle Altezze Divine.  Ci  spiega bene questo concetto sempre Krisna, proseguendo:

Per chi mi adora e abbandona a Me tutti i suoi atti, dedicandosi esclusivamente a Me, assorto nel servizio di devozione, meditando costantemente su di Me, con la mente fissa in Me, per lui, o figlio di Prtha (Arjuna), IO SONO IL LIBERATORE CHE LO SOTTRARRA’ PRESTO ALL’OCEANO DELLE MORTI E RINASCITE.

Concentra semplicemente la tua mente in Me, Dio, La Persona Suprema, e impegna in Me tutta la tua intelligenza. Così, senza dubbio, vivrai sempre in Me…”

Ecco perché diamo l’appellativo di Salvatore alle Incarnazioni Divine.

 Tutti noi sappiamo che acquisiamo le qualità di ciò su cui la nostra mente sempre si sofferma.

Il pensiero unito ad un forte sentimento d’Amore è potentissimo e creativo. Se la nostra mente si sofferma il più possibile su una forma che rappresenta l’Infinito e l’Assoluto, Questo è lo stato di consapevolezza che torneremo a sperimentare.

L’Amante e l’Amato, in questa alchimia della devozione e del pensiero unificato, ritornano alla consapevolezza di essere Uno; “La goccia torna all’Oceano”.

A questo punto la Forma Divina non ha più ragione di essere adorata, poiché ognuno saprà di aver sempre adorato  se stesso.

Per lo stesso motivo Sai Baba ci ha anche detto : “E’ bene nascere in una religione, ma non è bene morirci.” Questa frase è per noi un augurio di raggiungere lo scopo che dovrebbero prefiggersi tutte le discipline spirituali di tutte le religioni.

La religione è una scuola per purificare la mente e riportare sempre più spesso il pensiero a Dio. Ma quando il ricercatore spirituale diventa consapevole di essere un tutt’Uno con Colui che prega, non ha più bisogno di  “andare a scuola”: ha già raggiunto ciò che doveva raggiungere, è già diplomato, anzi: laureato. Avete mai visto un laureato che vuol tornare nelle aule del liceo, o delle medie, o delle elementari?

Swami ci ha sempre ribadito di onorare e rispettare tutte le religioni, in quanto tutte onorano l’Unico Dio, tutte sono strade che portano a Dio.

Si! Tutte le scuole sono valide e sacre…ma perché voler rimanere sempre a scuola?

Vogliamo essere sempre ripetenti o vogliamo mettere veramente in pratica l’insegnamento di Gesù, o di ogni altro Maestro spirituale? Vogliamo, o no, diventare noi stessi incarnazioni di quell’insegnamento?

Quando andiamo a lavorare nel mondo se stiamo sempre a scuola?

Abbiamo il coraggio di accettare ciò che siamo?

Abbiamo il coraggio di non ascoltare più coloro che ci vogliono vedere sempre dietro ad un banco di scuola, facendoci credere che siamo sempre piccoli e bisognosi di intermediari fra noi e il nostro Sé?

Niente e nessuno può più legarci, imprigionarci o condizionarci!

Gioiamo della nostra libertà! Sorridiamo e ringraziamo il più possibile!

Prendiamo tutto il coraggio per volare alti, come le aquile!

 

Baci a tutti!

Written by amaeguarisci in: Articoli |

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