Apr
26
2014

UN’INSOLITA E BELLISSIMA ESPERIENZA

 

2014-02-17 15.08.27 (2)

Olio su tela, m.1 x 1,50. Cliccare sull’immagine per una visione completa.

Amici cari, oggi condivido con voi una mia insolita esperienza di diversi anni fa, tratta dal primo libro da me scritto, intitolato: “IL mio risveglio – Una storia vera con Sai Baba” . Buona lettura! Vi abbraccio tutti!

Un pomeriggio, mentre cercavo di ricaricarmi di energia, sdraiata in salotto con una musica dolcissima, ebbi un’insolita e bellissima esperienza.

Ero già abituata ad usare la visualizzazione per aiutare il mio corpo nei momenti di maggiore difficoltà, ma questa volta fu diverso: non creavo, almeno coscientemente, le immagini, ma esse si susseguivano nella mia mente, come scene di un film. Era come un vero e proprio sogno da sveglia.

Vi voglio raccontare la storia bellissima alla quale assistetti.

– Mi sono tuffata nuda in mare aperto ed ho nuotato in apnea, come un bravo sub, fino a raggiungere il fondale, dove ho raccolto una sfera luminosa, come una grandissima perla.

Dentro si intravedeva un cuore: il mio!

Felice, sono ritornata in superficie e finalmente ho potuto respirare.

Ho custodito il mio prezioso tesoro dentro un sacchetto, attaccato con una cordicella al collo.

Ho nuotato a dorso con vigore, in modo che il dono ritrovato restasse appoggiato sul mio petto.

Finalmente ho raggiunto la riva. Sorridente, ho corso sulla sabbia bionda, finissima, morbidissima.  Ricordo perfettamente la sensazione sotto i piedi.

C’erano delle dune e qualche cespuglio. Poi ho raggiunto una macchia verde e molto fitta, e mi sono ritrovata in una foresta tropicale.

Ho incominciato a correre nel sottobosco. C’erano anche delle liane che ho usato come Tarzan, per muovermi più rapidamente.

Sapevo che c’erano ragni, serpenti velenosi, ed altri animali pericolosi, ma non avevo paura di nulla: erano tutti amici miei.

Incominciava un pendio. Mi sono arrampicata come potevo, attaccandomi ai cespugli e alle rocce, per non scivolare sull’erba bagnata.

Ho sentito, sempre molto bene, la sensazione tattile sotto i piedi e le mani, come pure gli odori: quello salmastro quando mi trovavo in riva al mare, e quello degli alberi, dei fiori e della terra bagnata, quando ero in mezzo alla foresta. Ricordo con immenso piacere la sensazione di forte energia che pervadeva tutto il mio corpo.

Dopo un po’ ho raggiunto un cunicolo. Mi ci sono infilata: era strettissimo e buio, ma il sorriso non mi ha mai abbandonato.

Ho provato una sensazione di compressione, che veniva esercitata dalle pareti strette del cunicolo sul mio corpo, quasi di claustrofobia, ma continuavo a sorridere, perché sapevo che nulla avrebbe potuto ostacolare la mia corsa. Nulla avrebbe potuto farmi davvero male.

Finalmente ho rivisto la luce del sole e sono tornata all’aperto. Ho urlato: “Sono libera!”

Ho poi lavato il corpo infangato sotto una cascata spumeggiante. Ho anche nuotato nel laghetto che quest’ultima formava. Che sensazione di fresco, di pulito!

Mi sono sentita forte e vigorosa come non mai.

Ho ripreso il cammino. Mi trovavo ora in un paesaggio di montagna. C’era una parete di roccia da superare; mi arrampicavo, mani e piedi; mi attaccavo ad ogni appiglio per arrivare in cima ad un promontorio, dal quale si godeva tutto il panorama: il mare dal quale ero emersa, le dune di sabbia, la foresta, le cime rocciose delle alte montagne tutte intorno. Che spettacolo meraviglioso! Che indescrivibile senso di potenza! Ho alzato le braccia al cielo e ho urlato: “Sono libera!  Sono forte! Sono sana! –

A questo punto le lacrime scendevano dai miei occhi, bagnando il cuscino dal quale seguivo quel “bellissimo film”.

Ma il mio percorso non era finito.

– Ho proseguito per una mulattiera, fra grossi massi di pietra, fino a raggiungere una scaletta di soffice muschio. Era morbidissimo al contatto sotto i miei piedi, ed ho visto, dopo una curva, una porticina di legno, come quelle delle case degli gnomi nelle fiabe.

Nel terzultimo gradino c’era una veste bianca ad aspettarmi. L’ho indossata e la porta si è aperta.

Che meraviglia! Ero a casa! Ero in un mondo stupendo, luminosissimo!

Un prato morbido con tanti fiori colorati, era il pavimento; vicino alla porta c’era un pergolato, dal quale grappoli violetti di glicine penzolavano e si protendevano verso i fiori che erano per terra, come se volessero incontrarsi e baciarsi.

Sulla sinistra c’era la finestra: un precipizio dal quale si vedeva tutto il panorama; molto più ampio e più vasto di quello visto dalla radura di prima. Si vedeva anche oltre le nuvole.

C’era una fontana che zampillava e, in fondo, sulla destra, una casetta di legno; più in là, un parco meraviglioso pieno di alberi diversi: betulle, abeti, querce e salici piangenti che accarezzavano il prato.

C’era qualcosa che stavo cercando con lo sguardo e che finalmente ho trovato.

Era una piccola statua di Sai Baba, posta su un piedistallo.

Io felicissima, mi sono sdraiata per terra, con la faccia rivolta in giù e le braccia aperte, formando una croce, come fanno i sacerdoti al momento dell’ordinazione.

“Ecco, Baba, ho fatto questo lungo viaggio per riportarTi il mio cuore. Tienilo, è Tuo!”

Poi ho sentito una voce, calma e dolcissima, alle mie spalle: “Ciao Italia, sono qui! Non hai bisogno di adorare la Mia Forma (intendendo in una statua di pietra): Io sono qui!”

Mi sono girata, mi sono alzata e, piangendo di immensa gioia, Gli ho buttato le braccia al collo, come una bimba sola e spaventata che finalmente ritrova il Padre e la Madre ad uno stesso tempo.

In questo abbraccio dolcissimo io mi sono sciolta. Vedevo il mio corpo fondersi in Lui. Vedevo la mia luce immergersi nella Sua Luce.

Ero rimasta solo Io: Sai Baba, il Signore dell’Universo. L’onda si era immersa nel mare.

Camminando con la Mia veste arancione, che tutti i fiori cercavano di toccare girandosi e protendendosi verso di Me, Mi sono avviata verso il pendio dal quale si ammirava l’immenso panorama ed ho esclamato: “Quanto è bello il Mio Creato!” –

Che esperienza meravigliosa! Che sensazione indescrivibile!

Avevo vissuto tutto come se fosse vero.

Come nel sogno proviamo gioia e dolore, io avevo vissuto davvero quell’esperienza, anche se in un’altra dimensione. Non era né quella della veglia normale, né quella del sonno. Non so cosa altro dirvi; per me è stato proprio un sogno ad occhi aperti.

Ho riflettuto, in seguito, su quest’esperienza.

Ho capito di aver visto tutta la mia vita: quella che è stata e quella che sarà.

Ho dovuto sprofondare negli abissi, per ritrovare il mio cuore perduto: il mio Sé. Ho dovuto fare un viaggio fra mille pericoli, con mille ostacoli e difficoltà. Ma dal momento che mi ero riappropriata del mio Sé e che l’avevo riconosciuto, il viaggio non poteva più spaventarmi o togliermi il sorriso, perché sentivo che era un gioco da giocare, una corsa ad ostacoli, una rappresentazione teatrale, che non poteva turbare la mia profonda e indistruttibile Natura.

Il cunicolo, poi, rappresenta la mia rinascita; sono passata ancora una volta attraverso un utero buio e stretto. Ma poi mi sono lavata, purificata, sotto la cascata di benedizioni e di amore, che il Maestro ha riversato su di me in abbondanza. Non so di preciso a che punto della storia sono arrivata in questo momento. Sta continuando di sicuro il “lavacro” sacro, che credo continuerà finché non arriverò alla porta di Casa.

Non importa quanta strada mi manca ancora da percorrere. Non importa quanto tempo ci metterò. Io ora, conoscendo la Meta, in potenza sono già a casa.

E’ solo questione di tempo; e il tempo, quando si trascorre a fianco dell’Avatar che ci fa da guida, non ha più valore. Si annulla tutto nel momento presente.

Basta esserGli vicino, guardarLo o addirittura parlarGli, o toccarLo, per essere già nell’eternità!

Allora non ero ancora andata, fisicamente, a vedere il Corpo nel quale Si è incarnato, ma avevo provato degli assaggi di quel “Dolce Squisito”, durante le Sue visite in sogno e durante i messaggi che continuamente mi comunicava con la natura.

Comunque, anche solo guardandoLo in fotografia, sentivo quell’Amore struggente che risvegliava il mio desiderio, l’unico che ormai avevo, di poter essere fisicamente davanti a Lui, che ho sempre amato; di potermi sciogliere in Lui, l’Oceano che mi ha sempre aspettato; di poter danzare Con Lui per l’eternità.

 

Volare con Te

Danzare con Te

Sciogliermi in Te

Amarti, mio Dio,

sempre

per sempre

per l’eternità.

 

P.S. Questo mio dipinto raffigura ,  in qualche modo , ciò che avevo visualizzato .

Written by amaeguarisci in: Articoli |

1 commento

  • Endris Menabò

    CHE ESPERIENZA MERAVIGLIOSA E CHE MESSAGGIO HAI RICEVUTO !!! <3 straordinario !!!! e meraviglioso il tuo dipinto <3

    Commento | Aprile 28, 2014

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