Mag
13
2014

SAI BABA: L’albero dei desideri

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Ciao ragazzi! Oggi vi propongo un altro capitolo tratto dal libro da me scritto, intitolato: “Il Piccolo Sai Baba” (Edizioni Mother Sai Publications).

Quando Sai Baba era un Ragazzino i Suoi amichetti furono testimoni di prodigi e meraviglie di tutti i tipi. Buona lettura!

Il più significativo ed importante dei Miei poteri

è il Mio Amore. Potrei cambiare la terra nel cielo e

 il cielo nella terra, ma non è questo il segno della

Potenza Divina. L’unico vero segno è l’Amore.

Baba

 

A circa un chilometro dal villaggio, su un promontorio roccioso sulla sponda del Citravati, si ergeva un solitario albero di tamarindo. Quest’albero divenne ben presto famoso con il nome di Kalpataru o “albero dei desideri”.

Il giovane Sathya, agile e veloce come il vento, si arrampicava sulla collinetta ed aspettava i devoti che erano capaci di seguirLo. All’ombra dell’albero, Sai Baba domandava loro quale frutto desiderassero cogliere. Non appena quei fortunati pronunciavano il nome di un frutto, esso compariva miracolosamente sui rami del tamarindo selvatico! Arance, fichi, banane, manghi, pere ed altri frutti fuori stagione, o di altri luoghi lontani, sbucavano fra le foglie per incanto. Che meraviglia! Che dolcezza! Quell’albero era il simbolo dell’Avatar: Infatti Egli dà, dà, dà sempre e soltanto a chi ha la grande fortuna di sentire il desiderio di volersi avvicinare a Lui.

Lo stesso Baba ha detto di essere il servitore di tutti, lo Schiavo della devozione.

“Chiedete qualsiasi cosa ed Io ve la darò. Vi do ora ciò che desiderate, perché un giorno possiate desiderare ciò che sono venuto a dare: la liberazione stessa”.

A volte Baba distribuiva ad ogni devoto una foglia colta dall’albero di tamarindo, chiedendo di tenere il pugno chiuso. Dopo qualche istante faceva loro segno di aprire il pugno. Tutti si trovavano nella mano cose diverse! Chi trovava caramelle, chi dolcetti, chi una medaglia. Poi chiedeva agli increduli devoti di richiudere il pugno. Ma … che peccato! Quando riaprivano la mano c’era ancora la foglia di tamarindo.

Tutti pensavano: “Che strano! Come può materializzare simultaneamente così tante cose diverse?”.

Ma inutile farsi domande. Ogni Suo gesto va oltre l’umana comprensione.

Quel luogo benedetto fu spesso teatro di altri giochi e prodigi.

Baba qualche volta sfidava i coetanei alla corsa, per vedere chi arrivasse per primo in cima alla collinetta ripida e rocciosa, sulla quale si ergeva il meraviglioso albero. Baba faceva mancare loro il fiato quando diceva: “Presto, presto!”. Ma erano appena arrivati di corsa e trafelati, che Egli, come un fulmine, già si trovava di nuovo fra i rigagnoli del fiume dove li aspettava ridendo allegramente. Nel momento in cui i ragazzi, col fiatone, stavano per raggiungerLo al fiume, eccoLo in piedi su un altro promontorio dal quale faceva loro cenno di seguirLo. Correva o volava? Quegli instancabili devoti cercavano in tutti i modi di raggiungerLo. Egli, impietosito, tendeva loro la mano per aiutarli a salire, soprattutto i più pesanti che, all’improvviso, si sentivano leggeri come una piuma e volavano come se non avessero nessun peso.

A volte Baba improvvisamente spariva. Tutti Lo cercavano dietro ogni albero, ogni cespuglio; non tralasciavano di guardare dietro ogni più piccola cosa. Alla fine, stanchi morti, sospendevano le ricerche. Solo allora Lui spuntava da dietro il cespuglio di fianco a loro, facendoli spaventare.

Subito i devoti riprendevano forza e vigore. Per loro l’importante era riavere vicino il loro Adorato che non smetteva mai di sorprenderli con i Suoi giochi divini.

Una volta un uomo disse: “Swami, regalaci qualcosa!”.

Egli fece oscillare la Sua fantastica mano e ne uscirono  caramelle, talismani, rosari ed altri oggetti, che lanciò ai presenti. Tutti facevano ressa per acchiappare quei doni. Ognuno ricevette esattamente ciò che desiderava. I malati, aprendo la mano, si accorsero di aver preso un talismano curativo; gli amanti della fotografia un rullino fotografico; i bambini avevano ricevuto penne e caramelle. Tutti iniziarono a danzare come matti, pieni di felicità.

I devoti erano così ebbri di gioia che non erano consapevoli del tempo che scorreva, che giorno e che ora fosse, quanto mangiavano e quanto dormivano. La vicinanza del Signore li faceva vivere in una Divina ubriachezza, dove tutte le pene e i dolori venivano dimenticati. Egli stesso era, infatti, il “Divino Albero dei desideri”.

 

Il libro : ” Il Piccolo Sai Baba”, è stato  redatto consultando i seguenti testi:

 

Discorsi di Bagawan Sri Sathya Sai Baba datati 20 ottobre 1990,6 maggio 1998, 11 settembre 1998, 14 febbraio 1999, 17 ottobre 1999,

18 ottobre 1999 e 5 ottobre 2003;

  • Colloqui – Ed. Mother Sai Publications;
  • Discorsi 1988/89 – Vol. I e II – Ed. Mother Sai Publications;
  • Prema Dhaara – Ed. Milesi;
  • Tu sei l’unico mio rifugio – Anyatha Saranam-Nasthi – Ed. Sri Prema Sai Printers;
  • La voce dell’Avatar – Parte I e II – Ed. Milesi;
  • Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è Amore – Ed. Mediterranee;
  • Al di là della mente – Stefanini – Ed. Milesi;
  • L’uomo venuto dal cielo – Rosati – Ed. Milesi;
  • Il Cristo è tornato – Rosati – Ed. Milesi;
  • Un sacerdote incontra Sai Baba – Mazzoleni – Ed. Macropost;
  • La vita di Sai Baba – Vol. I, II, III e IV – Kasturi – Ed. Mother Sai Publications;
  • Sai Baba fiamma d’Amore – Ganapati – Ed. Mediterranee;
  • Iswaramma – Kasturi – Ed. Milesi;
  • Sai Baba la divinità vivente – Balu – Ed. Eco;
  • L’uomo dei miracoli – Murphet – Ed. Mother Sai Publications;
  • Vangelo di Giovanni 14,30 e 16,12-15.

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |

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