Giu
25
2014

IL PICCOLO SAI BABA – LE PUNIZIONI SCOLASTICHE

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CARI AMICI, UN ALTRO CAPITOLO DEL LIBRO “IL PICCOLO SAI BABA”, da me scritto. Vi ricordo che è un libro per ragazzi, visto il linguaggio semplice, ma per ragazzi dai 9 ai 99 anni, come scritto in copertina (Mother Sai Publicatios – Italia).
Buona lettura!

Inizia il giorno con amore,
trascorri il giorno con amore,
concludi il giorno con amore.
Ecco la strada che conduce a Dio
Baba

Un bel giorno, Sathya decise che era venuto il tempo di dare un barlume della Sua Divinità, per indurre la gente a chiedersi: “Chi è questo ragazzo?”.
Quella mattina I’insegnante si accorse che Sathya non stava prendendo gli appunti che stava dettando. Gridò: “In piedi tutti quelli che non stanno prendendo appunti!”. Sathya fu l’unico colpevole. Quando il maestro Gli chiese perché non stesse scrivendo, gli rispose: “Signore, perché dovrei prendere appunti? Ho capito ciò che dettate. Fatemi qualunque domanda su questo argomento e vi risponderò correttamente”.
Il maestro, ferito nell’orgoglio, diede una punizione a Sathya: doveva rimanere in piedi sulla panca, fino al suono dell’ultima campanella della giornata!
Egli ubbidì, e tutta la classe chinò il capo per il dispiacere. Nessuno era felice di vedere il proprio Guru in castigo.

Quando suonò la campanella entrò I’insegnante dell’ora successiva: Mahboob Khan, che adorava Sathya. Questi rimase molto stupito nel vedere il suo Prediletto in piedi sulla panca ed il maestro ancora seduto. Gli chiese perché non si alzasse ed egli rispose sussurrando, con una voce molto imbarazzata: “Non posso… se mi alzo si alza anche la sedia, perché si è appiccicata al mio fondo schiena!”.
I ragazzi riuscirono ad afferrare le parole bisbigliate e risero di gusto, davanti all’imbarazzo
dell’insegnante.
Mahboob Khan disse allo sfortunato insegnante: “Tu non capisci. Raju non è una persona comune; è un Ragazzo Divino ed io ho visto il Divino splendere in Lui molte volte. Annulla immediatamente la punizione che Gli hai inflitto e la tua stessa punizione scomparirà”.
Allora il maestro invitò Sathya a scendere dal banco ed immediatamente fu libero di alzarsi, senza trascinarsi dietro la sedia.
Questa vicenda preoccupò molto Iswaramma. Ella temeva che le impertinenze del Figlioletto provocassero sdegno fra i professori e la gente del paese. Ben presto, però, si accorse che tutti trattavano Sathya come una celebrità, compreso lo stesso insegnante che era rimasto attaccato alla sedia. Anzi, proprio per merito di quell’incidente, egli arrivò a comporre una poesia che descriveva il Divino Fanciullo e che fece distribuire nel villaggio.
Anni dopo, raccontando l’episodio del maestro attaccato alla sedia, Baba confermò di aver voluto che così accadesse, non per risentimento verso I’insegnante, ma per dare una manifestazione di Sé e preparare le menti degli uomini all’annuncio della Sua Missione e della Sua Identità.

A quei tempi, i sistemi di punizione degli insegnanti erano piuttosto duri. Si udiva, per la scuola, il sibilo della verga che si abbatteva sulle spalle e sulle mani degli sfortunati piccoli monelli.
Spesso I’insegnante decideva di far infliggere la punizione dal ragazzo più brillante della classe. Così, il povero Sathya che era sempre un esempio di Incarnazione di ogni virtù, era spesso gravato da questo penoso compito.
Egli doveva, secondo le direttive dell’insegnante, tenere stretto con la mano sinistra il naso dello sfortunato e con la destra dare risonanti schiaffi sulle guance!
Nella classe vi erano circa trenta studenti, tutti più alti di Sathya; alcuni avevano più anni di Lui. Per questo il Piccolo Sai era costretto, a volte, a salire su un banco o su uno sgabello per adempiere al suo molto spiacevole e impopolare dovere.
Però, nella Sua compassione, non riusciva a colpire con forza come voleva I’insegnante, ma molto delicatamente.
Una volta I’insegnante si arrabbiò con Lui. Lo chiamò vicino a sé e gli urlò: “Ti ho forse chiesto di spalmare della crema sulle loro guance? Ti ho chiesto di picchiarli! Ti mostrerò io come!”.
Così prese il naso del piccolo Sathya e Gli diede una trentina di schiaffi, prima di fermarsi. Egli sopportò tutto in silenzio, perché sapeva che un insegnante non dovrebbe essere offeso o messo in difficoltà. Del resto era stata colpa Sua se, con la Sua morbidezza, lo scopo dell’insegnante di punire il ragazzo non era stato raggiunto.

Su Baba gravava anche il compito di capo classe. Arrivava a scuola alcuni minuti prima degli altri, puliva la lavagna e spesso anche i banchi.
Ogni Sua attività, anche la più banale, era svolta per dare un messaggio e un insegnamento.
Quando il Principio Divino prende una forma umana e appare tra gli uomini, deve comportarsi come un compagno e un comprensibile esempio per i contemporanei.
Insegnava ai ragazzi a non sprecare un solo istante del loro tempo. Diceva loro: “Se dovete incontrarvi a livello di gruppo, parlate solo di cose buone e mantenete mente e discorsi su Dio. Il tempo è l’incarnazione di Dio, quindi non sprecatelo. Tempo sprecato è vita sprecata.
Il vostro tempo a scuola deve essere impiegato non solo per imparare un mestiere, ma anche per imparare ad essere contenti, calmi, coraggiosi e padroni di voi.
Ricordatevi sempre che il corpo è stato dato all’uomo per servire la società. I giovani devono dare il meglio di sé per servire la società.
Quindi, quando avete un po’ di tempo libero prendete parte alle attività di servizio e ripetete il nome del Signore.
Amare tutti e servire tutti è il miglior modo per esprimere il proprio amore verso Dio”.

Written by amaeguarisci in: Articoli |

1 commento

  • Yolanda

    Grazie cara amica di questa condivisione..utilissima anche perchè, se fossero insegnati i valori umani nelle scuole, tutto andrebbe meglio, suppongo… <3

    Commento | Giugno 26, 2014

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