Ott
20
2014

IL PICCOLO SAI BABA – I MIEI FEDELI MI ATTENDONO – 20 ottobre 1940

giovane Sathya Sai baba
Cari amici,
oggi ricorre la data in cui Sai Baba, ancora Ragazzino, dichiarò la Sua Avatarità.
Riporto questo capitolo tratto dal libro da me scritto, intitolato: “Il Piccolo Sai Baba” – (Edizioni: Mother Sai Publications).
Buona lettura!

Venite da Me;
Io riparo i cuori
e guarisco le menti confuse.
Io sono come un fabbro che salda,
aggiusta e rimette a posto.
Baba

Il 20 ottobre 1940, il giorno dopo il ritorno da Hampi, la spilla cadde dal colletto e non si trovò più. In Sathya avvenne un gran cambiamento: così come perse la spilla, perse ogni attaccamento terreno.
Il filo dei legami si era spezzato. Era giunto il momento di imbarcarsi nella Sua Missione di alleviare la sofferenza dei Suoi devoti, di svolgere il compito per il quale Si era incarnato in un corpo umano.
Con questa nuova determinazione si avviò a scuola per l’ultima volta.
L’ispettore locale delle imposte, Shri Anjaneyulu, che era molto affezionato a Sathya, Lo accompagnò fino all’ingresso della scuola. Gli era difficile staccarsi da quell’Essere Meraviglioso; così tornò a casa a malincuore. Quella mattina aveva visto una splendida aureola di luce intorno al volto di Baba, per questo non riusciva a staccare gli occhi da quell’Incanto.
Anjaneyulu sentiva un forte impulso spirituale ogni volta che vedeva Sai Baba. La sua casa si trovava nella stessa strada di quella di Baba. Era solito preparare qualcosa da mangiare e, insieme alla moglie, aspettava il Piccolo Guru con grande venerazione. Pensando che i figli non li avrebbero capiti, li facevano andare dentro casa, per fare in modo che, quando Sathya arrivava, potessero tranquillamente prostrarsi ai Suoi piedi.
Sathya diceva loro: “Signori, siete persone di una certa età, non dovete toccarmi i piedi!”. Ma loro rispondevano: “Raju, si può essere più vecchi nel corpo che in conoscenza e saggezza. Tu sei la Vera Coscienza di Krishna in Persona!”. Questo era il concetto che avevano di Lui, anche se temevano che altri li prendessero in giro, quando dicevano queste cose di Sai Baba.

Sathya, che ogni giorno era solito cantare le preghiere davanti agli studenti riuniti, quella storica mattina disse: “D’ora in poi non vi appartengo più. Appartengo a quelli che hanno bisogno di Me e Mi invocano”. Poi discese dal palco, ancor prima che l’assemblea comprendesse il significato di ciò che aveva dichiarato e tornò a casa.
Era finito il tempo della “commedia”. Il grande lavoro per il quale l’Avatar era sceso Lo attendeva.
Arrivato alla soglia di casa gettò via i libri ed esclamò: “Non sono più il vostro Sathya, io sono Sai!”.
La cognata rimase quasi accecata dallo splendore dell’aureola che vide intorno alla Sua testa. Chiuse gli occhi e lanciò un urlo. Sai Baba le disse: “Me ne vado. Non vi appartengo. Maya, l’illusione, se ne è andata. I Miei devoti Mi chiamano. Ho il Mio lavoro da svolgere. Non posso rimanere più a lungo”. E così dicendo, si voltò ed andò via, malgrado le suppliche della cognata.
Il fratello, avvisato, corse a casa; ma Sathya gli disse soltanto: “Rinuncia a tutti i tuoi sforzi per guarirMi. Il sono Sai, non mi considero imparentato con te”.
Il vicino di casa, lo Shastri che Baba aveva corretto nell’errata interpretazione dei testi sacri, udito il trambusto capì che si trattava di qualcosa di serio. Accorse, vide lo splendore dell’aureola di Baba e cadde ai Suoi piedi, in estatica devozione.
Il Ragazzo uscì di casa. Non era più Sathya Narayana Raju, era Shri Sathya Sai Baba. Come un vigoroso elefante, abbattuti gli ostacoli si allontana dondolando maestoso, Egli sbriciolò le mura di un recinto troppo stretto, per dedicarsi, con Amore Infinito, al compito di salvare gli innumerevoli devoti che versavano in difficoltà.
La Sua Protezione avrebbe incluso, in un ampio raggio, non solo quelli che Lo avrebbero invocato in questa Sua attuale Forma, ma tutti coloro che avrebbero chiamato Dio con qualunque nome, in qualunque lingua, in tutto il mondo.
Colui che si è reso libero da ogni legame terreno, sarà lo schiavo del Puro Amore.

Baba tornò da Anjaneyulu, perché il Signore va dove c’è un vero devoto. Si sedette su un masso fra gli alberi del boschetto di manghi che circondava la casa di Anjaneyulu. Il Suo cuore, rispetto alla casa paterna, era diventato saldo come una roccia. Eppure, per quanto riguardava l’umanità intera, da quella roccia era sgorgata una sorgente di acqua viva.
Molti andarono nel giardino con incenso e canfora per adorarLo. Stando seduto su quel masso, Sai Baba rivelò che i Suoi devoti Lo invocavano e che non poteva più fingere di essere uno studente o un membro della famiglia Raju. Disse: “Ho il Mio compito da completare”, facendo intendere che una parte del lavoro era stato svolto quando era a Shirdi, nella Sua precedente Incarnazione.
Egli, su quella roccia, si proclamò Maestro del mondo, il Cui Messaggio può liberare l’uomo dal dolore.

I compagni di scuola, specialmente quelli della Sua classe, piansero quando vennero a sapere che Sathya non avrebbe più frequentato la scuola, essendo diventato un famoso Swami. Sapevano che Egli era ben oltre la loro portata e che, da allora in poi, la Sua compagnia era destinata solo a coloro ai quali avrebbe elargito la Sua Grazia.
Entrarono anch’essi nel boschetto, con passi esitanti, per avere il Suo darshan almeno da lontano, perché pensavano che non avrebbero più potuto avvicinarsi a Lui adesso che era un Grande Personaggio. Ma Sathya li chiamò e li fece sedere al Suo fianco, li fece cantare e materializzò per loro il prasad, il cibo benedetto.
Veniva così confermata una dichiarazione delle sacre scritture vediche secondo la quale Colui che sta oltre l’aldilà può essere anche più accessibile di chi ci è intimamente vicino.

Trascorsero così tre giorni in quel sacro giardino: tre giorni a cantare i bhajan. Il primo canto che Sai Baba intonò diceva: “Cerca rifugio ai Piedi del Guru o mente, se vuoi attraversare il grande mare dell’esistenza terrena”.
Venne un fotografo per fotografare il nuovo Krishna. Poiché davanti a Baba, che era seduto a gambe incrociate, c’era una grossa pietra, Gli chiese se poteva spostarla, perché copriva una parte della Sua Persona. Ma Baba parve non aver udito. Il fotografo scattò ugualmente la fotografia. Il giorno dopo, quando ebbe sviluppato la pellicola, fu sorpreso da ciò che vide. Corse al boschetto con la foto in mano: la pietra era sempre allo stesso posto. Titubante, mostrò la fotografia a Baba: la pietra aveva preso la forma e la figura di Shirdi Sai Baba!
Tutti rimasero ammutoliti dallo stupore.
Anni ed anni più avanti, Sathya Sai raccolse un sasso e lo mostrò ad un professore universitario, chiedendogli: “Che cos’è questo? Che cosa contiene secondo la geologia?”. Il professore rispose che era una pietra e ne elencò gli elementi costitutivi.
Chiese Sai Baba: “Tutto qui?… Ora guarda”. Baba soffiò sulla pietra che, in un istante, si trasformò in una bella statua di Krishna mentre suona il flauto. Non solo era cambiata la forma della pietra, ma anche gli stessi atomi avevano subito una profonda trasformazione: era infatti una statua fatta di zucchero candito.
Sai Baba spiegò: “Professore, in base ai vostri studi, dite che questa pietra conteneva un certo numero di elementi. Gli scienziati hanno analizzato a fondo gli atomi ed hanno scoperto l’elettrone, il protone, il neutrone. Ma in ognuno di questi corpuscoli c’è l’Energia Divina Primordiale, la stessa Energia che forma, con diverse intensità, tutte le cose. Ma Dio non è solo nella potenzialità fisica degli elettroni e dei neutroni: è anche nella Potenza Vivificante dell’Amore. E per dimostrarlo, qui, l’Energia Primaria suona il flauto; inoltre, per manifestare la dolcezza del Suo Amore, si è trasformata in zucchero”.
Questa fu la spiegazione di Colui che può addolcire i cuori più duri.

Il libro : “Il Piccolo Sai Baba” è stato redatto consultando i testi riportati qui sotto, ed è stato approvato dal Central Trust di Prashanti Nilayam prima della pubblicazione della versione in inglese.

BIBLIOGRAFIA

 Discorsi di Bagawan Sri Sathya Sai Baba datati 20 ottobre 1990, 6 maggio 1998, 11 settembre 1998, 14 febbraio 1999, 17 ottobre 1999, 18 ottobre 1999 e 5 ottobre 2003;
 Colloqui – Ed. Mother Sai Publications;
 Discorsi 1988/89 – Vol. I e II – Ed. Mother Sai Publications;
 Prema Dhaara – Ed. Milesi;
 Tu sei l’unico mio rifugio – Anyatha Saranam-Nasthi – Ed. Sri Prema Sai Printers;
 La voce dell’Avatar – Parte I e II – Ed. Milesi;
 Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è Amore – Ed. Mediterranee;
 Al di là della mente – Stefanini – Ed. Milesi;
 L’uomo venuto dal cielo – Rosati – Ed. Milesi;
 Il Cristo è tornato – Rosati – Ed. Milesi;
 Un sacerdote incontra Sai Baba – Mazzoleni – Ed. Macropost;
 La vita di Sai Baba – Vol. I, II, III e IV – Kasturi – Ed. Mother Sai Publications;
 Sai Baba fiamma d’Amore – Ganapati – Ed. Mediterranee;
 Iswaramma – Kasturi – Ed. Milesi;
 Sai Baba la divinità vivente – Balu – Ed. Eco;
 L’uomo dei miracoli – Murphet – Ed. Mother Sai Publications;
 Vangelo di Giovanni 14,30 e 16,12-15.

Written by amaeguarisci in: Articoli |

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