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30
2014

MEETING : L’ORIENTE INCONTRA L’OCCIDENTE- ASSISI 26/28 sett. 2014 – Intervento di Italia Rizzo sul tema: RISVEGLIO SPIRITUALE E GUARIGIONE

2014-02-17 15.08.27 (2)

Cari amici,
Si è svolto ad Assisi, come tutti gli anni, lo splendido meeting organizzato dalla fondazione: “Il Mandir della Pace”, dal titolo: “L’Oriente incontra l’Occidente”. Come sempre, ci sono stati moltissimi interventi interessantissimi, riguardanti: Spiritualità e ben-essere; etnoscienze; uomo natura e ambiente; etica, economia e valori umani.
Sono stata invitata dalla Dottoressa Maria Gabriella Lavorgna a condividere la mia esperienza di guarigione.
Quello che segue è il testo della mia relazione.
Mio marito ha registrato un video con il tablet, che ho poi messo su youtube.
PER GUARDARE IL VIDEO SU YOUTUBE DIGITARE SOTTO.

In caso di errore di collegamento, collegarsi su youtube e digitare: “RISVEGLIO SPIRITUALE E GUARIGIONE ITALIA RIZZO”.

VI ABBRACCIO TUTTI!

Oggi condivido con voi alcune riflessioni sul rapporto fra risveglio spirituale e salute. Poiché ognuno di noi può trasmettere solo ciò che gli appartiene, parlerò partendo dalla mia esperienza personale.
Sono stata malata per molti anni della mia vita. Non sto, ora, a spiegarvi i dettagli perché sarebbe lunghissima la storia; vi dico solo che per un avvelenamento da farmaci avevo intossicato il midollo allungato, quindi il sistema nervoso centrale da cui partono tutti i messaggi per il corpo.
Avevo come tanti fili arrugginiti che mandavano messaggi sbagliati a tutte le ghiandole e a tutti gli organi. I sintomi erano come quelli del tumore al cervello.
Trascorsi quattro mesi a letto immobile, perché sia la tiroide , sia le surrenali non funzionavano più. Il mio corpo era come una macchina parcheggiata in garage, alla quale era stata tolta la batteria e , quindi, non poteva mettersi in moto.
Dio mi mandò un angelo, un medico olistico che impedì agli altri medici di uccidermi con ulteriori medicine. Si chiamava Angelo Franchina, ora, purtroppo, ci ha lasciati. Fu lui il mio trampolino di lancio verso la metamorfosi da bruco a farfalla.
Sono stata più volte vicino alla morte. Il mio corpo era come una candela ormai consumata che pian piano si spegne. In quei momenti vedevo alcune sfere di luce colorate nel soffitto; ora so che erano gli angeli che intervenivano per mantenermi in vita, perché il mio compito non era ancora finito su questa terra. Certamente Dio stava anche rispondendo alle mie accorate preghiere; non volevo lasciare due bambini orfani.
Feci un digiuno per disintossicarmi: 12 giorni con sola acqua e una settimana con centrifugati di frutta e verdura. Incominciai così, piano piano, a rimettermi seduta, e poi in piedi e a fare i primi passi.
Ero morta e rinata anima e corpo. Come un bimbo di un anno avevo imparato nuovamente a camminare e a nutrirmi con creme di cereali e verdure. Ripresi a mangiare solo cibo vegetariano.
La mia immobilizzazione a letto fu il periodo della “ crisalide”. Dentro di me avvenne una drastica trasformazione: mi ero spogliata di ogni tipo di maschera, per emergere nella mia vera identità. L’amore per Dio esplose nel mio cuore impetuoso come un fiume in piena, travolgente e continuo.
Fu allora che dipinsi il mio Maestro Spirituale: Sai Baba, senza nemmeno conoscerlo. Da allora iniziò a darmi segni tangibili della Sua presenza ed iniziò un periodo fantastico della mia vita. Comunque la storia è lunga, per chi volesse saperne di più , c’è la possibilità di scaricare gratis il primo libro che ho scritto (IL MIO RISVEGLIO – Una storia vera con Sai Baba).
La devozione mi portò gradatamente all’abbandono alla volontà di Dio.
Più pensavo a Dio e più mi dimenticavo della mia malattia, e questo fu un fattore importante per riacquistare la salute. Iniziai tutto un processo di auto guarigione stando molte ore del giorno sdraiata per terra, sotto gli alberi. Imparai a nutrirmi di aria, di sole, di terra, di alberi, di rocce, di visualizzazioni bellissime, di sorrisi, di pensieri positivi, di amore per tutto e per tutti. Questo processo durò degli anni, durante i quali mi si schiuse il mondo sottile dell’energia. Fu un periodo di ascetismo per me, ero ancora troppo debole per andarmene in giro. Sento di aver vissuto tre vite in una: quella prima del precipizio fisico, quella magica dell’ascetismo e del ricordo delle leggi sottili dell’universo e quella attuale, che mi permette di vivere spensierata il momento presente, libera e leggera. Molto spesso mi sento una bambina.
Con il corpo mentale ed emotivo sempre in alto, negli anni ho costretto il corpo fisico a seguirmi.
Si sa che la malattia appare prima nei corpi sottili per poi giungere, dopo tempo, all’involucro fisico. Allo stesso modo, la guarigione deve necessariamente avvenire prima nei corpi sottili, prima di raggiungere quello fisico.
In quegli anni ebbi l’opportunità di guardare tutta l’immondizia psicologica ed emotiva, tutti gli shock, tutti i traumi che mi trascinavo e che avevo ben nascosto dentro me, tutti i pensieri inconsci antivitali che avevo ereditato. Tutto emergeva da sé e tutto offrivo a Dio.
Ripetere il Suo Santo Nome, pensare a Lui, con gioia e gratitudine è stato come far gocciolare di continuo acqua pulita in un secchio di acqua sporca: alla fine vi è rimasta solo acqua pulita e fresca. Gli esercizi spirituali puliscono e guariscono anche ciò di cui ignoriamo l’esistenza, perché conosciamo solo la punta dell’iceberg di noi stessi.
In quel periodo ero come un serpente che ha appena cambiato la pelle, ma ancora non ha quella nuova. Sentivo nel mio corpo tutto ciò che avveniva all’esterno di me: I dolori degli altri, i terremoti, le energie forti che si scaricavano, o si dovevano ancora scaricare sul pianeta. Iniziai a vedere a distanza chi parlava di me con sentimenti non belli, a percepire la potenza della forza del pensiero. Insomma, in quegli anni ebbi l’opportunità di fare un corso intensivo, dove la materia di studio ero io stessa e tutto il creato, al quale ormai sentivo di essere connessa.
Ho avuto opportunità di fare tutta una serie di esperienze pratiche prima di studiare la teoria sui libri, che la Grazia Divina, poi, mi mandava per spiegarmi cosa stava succedendo dentro di me.
Così, le parole del Maestro, che studiai con tanta fame, furono per me talmente ovvie da non poterne mai dubitare: erano la mia stessa esperienza.
La gioia più grande era derivata dallo scoprire che l’Avatar, cioè il Signore, era ancora in mezzo a noi e ci riproponeva gli stessi insegnamenti e gli stessi miracoli di Gesù e delle altre Incarnazioni Divine. Avevo con Lui un appuntamento in questa vita; Lo riconobbi al solo udire il Suo Santo Nome e piansi di profonda commozione e gratitudine, anche se la mente ancora non sapeva Chi fosse quell’Essere del Quale una mia amica aveva appena menzionato il Nome, Quel Nome che mi commuoveva alle lacrime.
Di anno in anno sperimentai la potenza delle visualizzazioni.
Quando ero immobile mi vedevo correre, nuotare, arrampicarmi su per una montagna e saltare di gioia, con le braccia in alto come chi ha appena fatto goal. In seguito feci tutto ciò che visualizzavo.
Quando riuscii a camminare, ad ogni passo ripetevo come un mantra: “Sono sana! Sono Forte! Sono una scintilla Divina!” Dovevo sostituire un vecchio e antivitale pensiero di debolezza e malattia con un nuovo disco, da ripetere così tante volte fino ad inciderlo nell’inconscio. Non permettevo mai alla mente di cascare nell’abisso della disperazione, anche se i malesseri durarono diversi anni (anche perché nel frattempo si era manifestata anche una malattia genetica ai muscoli, che finché non arrivai al precipizio era rimasta latente).
Ormai avevo ben chiaro che le malattie sono opportunità e non disgrazie. Il corpo ci avvisa quando siamo pronti a ricordare il compito per il quale siamo scesi e invece andiamo da un’altra parte. La malattia ci costringe a rimetterci sulla strada maestra, ci costringe a riscoprire chi siamo, a prendere atto che tutto è in noi: la capacità di ammalarci, di precipitare in un baratro e la capacità di risalire.
E qual è la forza più potente, la medicina più rapida per risalire?
L’AMORE! Si! Ho avuto modo di sperimentare che siamo tutti uno, che rimandando al mittente sentimenti di rabbia o biasimo, non solo facciamo del male a colui a cui sono destinati, ma facciamo doppiamente male a noi stessi, quando il boomerang che abbiamo lanciato ci ritorna.
La consapevolezza che ogni persona fa del proprio meglio in base al proprio livello spirituale, mi ha aiutata a sviluppare ancor più la tolleranza, la pazienza, il perdono, la misericordia e l’amore senza se e senza ma, perché ognuno fa il meglio che può fare, sempre, ed è al posto giusto al momento giusto.
Ho ricordato che il nostro stesso Sé Divino decide, prima della nostra nascita, il luogo, i genitori e le prove per esprimere sempre più la Divinità in noi.
Le esperienze fatte quando ancora, come il serpente, non avevo la nuova pelle, mi hanno insegnato che davvero non c’è separazione fra me e gli altri, che davvero tutto è Uno, tutto è Dio, come sempre Sai Baba ci ha ricordato; che siamo tutti cellule del corpo di Dio e se il mignolo è schiacciato, tutto il corpo soffre. La gioia degli altri è la nostra stessa gioia, il dolore degli altri è il nostro dolore. Se ci vogliamo bene dobbiamo necessariamente far di tutto per lenire le sofferenze altrui. Il servizio che facciamo agli altri è servizio a noi stessi, è servizio a Dio.
La malattia ci purifica, toglie quello strato di polvere che l’ignoranza aveva depositato sopra la nostra lampadina, toglie la ruggine intorno al cuore. Per questo poi, siamo attratti, come pezzi di ferro lucidi e puliti, dalla più potente calamita, cioè Dio!
Possiamo paragonare la malattia e le altre dure prove della vita anche a tante martellate date allo strato di roccia che ricopre il cuore. A volte basta un’ultima martellata e ciò che impediva al cuore di espandersi, si sgretola, anche in una sola notte.
Allora cosa proviamo da quell’istante? Una voglia immensa di abbracciare tutti, un amore che va oltre ogni ragione. Perché non ci deve essere un motivo per amare. L’amore è la nostra natura! L’amore siamo noi! Baba ci chiamava: “Premaswarupalara”, che in sanscrito significa: “Incarnazioni del Divino Amore”. Siamo questo noi! L’abbiamo dimenticato! E siamo anche “Anandaswarupalara” cioè Incarnazione della Beatitudine. La Gioia e l’amore sono la nostra vera natura: quella Divina. Il Signore scende per innalzarci tutti al Suo Rango, per ricordarci che siamo tutti principi eredi al trono, non miserabili.
Quando con le prove della vita, e con gli esercizi spirituali diamo l’ultima martellata… allora emerge tutto il meglio di noi, tutta la nostra potenza.
Io mi sono ritrovata come una che sta su una sedia a rotelle e che, cadendo, si rialza e si accorge che non ha più bisogno né di sedia né di stampelle, perché Dio è dentro di noi.
Ora abbiamo anche la fisica quantistica ad avallare gli insegnamenti dei maestri e dei mistici. Sappiamo che ciò che chiamiamo miracolo è ciò che ancora non conosciamo delle leggi dell’universo.
Gli avatar scendono per ricordarci queste leggi, per restituirci il “libretto di istruzioni” di questa macchina meravigliosa che è il nostro corpo.
Noi siamo come i bambini piccoli che ancora non sanno camminare, o andare in bicicletta o parlare, ma seguendo ed imitando la Madre, cioè il Maestro sceso per noi, impareremo un giorno a fare ciò che lei fa.
Allora che rapporto c’è fra risveglio spirituale e guarigione?
La malattia viene per aiutarci a ricordare il nostro progetto di vita, quando andiamo fuori strada, quando siamo abbastanza cresciuti per poterlo ricordare: La malattia viene per risvegliarci, ed una volta risvegliati riscopriamo le potenzialità in noi per recuperare la salute. Infatti, quando abbiamo capito, quando abbiamo imparato, la malattia non ci serve più , ha già fatto il suo compito di maestra.
Allora, cari fratelli, più accettiamo le dure prove della vita più impariamo da esse, e meno ci servono.
Abbiamo la via breve e la via lunga per imparare. Quella lunga è ripetere gli stessi errori più e più volte, finché, sfiniti non ce la facciamo più: solo allora abbandoniamo la nostra ottusità e chiediamo aiuto a Dio; quella breve è quella di seguire gli insegnamenti dei maestri spirituali, degli Avatar, scesi per infinito Amore apposta per noi. Possiamo così evitare il precipizio più profondo.
Ormai l’atteggiamento vittimistico del chiedersi: “Perché proprio a me? ”, è obsoleto. Le nuove scoperte scientifiche sul microcosmo ,che ci riportano ai Veda, ci insegnano che tutto ciò che ci accade l’abbiamo attirato noi , con i nostri pensieri, le nostre paure, i nostri sentimenti, le nostre parole, le nostre azioni… con tutto il nostro essere, in questa vita o in quelle pre4cedenti. Basta incolpare qualcuno o qualcosa di estraneo a noi! Gli altri sono messi lì, come pedine nel gioco degli scacchi, per insegnarci ciò che ancora dobbiamo imparare; sono strumenti di Dio, anche e soprattutto quelli che ci indicano i nostri punti deboli: i nostri quattro in matematica o in pazienza, o in generosità, o in capacità di perdonare, o in autostima o in fiducia di sé. Ognuno di noi ha le proprie materie da riparare.
Amici… finché non impariamo ad amarci, ad amare il Divino in noi, finchè siamo duri, ed ipercritici con noi, lo saremo sempre anche con gli altri.
Anche noi , nel nostro passato abbiamo fatto il meglio che siamo riusciti a fare. La misericordia deve essere verso tutte le creature, iniziando da noi stessi.
C’è un modo per agevolare il nostro processo di rimembranza (parlo di rimembranza perché in noi c’è già tutto; evoluzione significa ricordare sempre più chi siamo e manifestarlo) . Affidiamoci al Signore, nella forma a noi più cara, Lasciamo a Lui l’onere di portare i nostri bagagli. Egli è come un treno: se decidiamo di salirci possiamo permetterci di stare seduti comodamente e mettere la valigia nel portabagagli. Ma, dice Sai Baba, noi facciamo come quelli che vogliono salire sul treno, ma poi se ne stanno in piedi sul corridoio e con la valigia in mano.
Molti snobbano la devozione, ma ha un potere infinito! Il potere di legare Dio a Noi: Dio si fa schiavo della devozione di un cuore puro! La devozione porta alla sapienza, perché tutto fa emergere dal nostro Sé che è onnisciente.
L’amore totale per Dio, che significa per tutto e per tutti, l’abbandono alla Sua volontà, sapendo che ogni cosa che accade è per il nostro bene maggiore, ci porta alla Sue altezze. Quando la devozione è così forte, Dio, come un’aquila reale o un cavallo alato, ci porta in groppa, nei Suoi alti cieli, dove si può esprimere solo il Puro Amore !
VI ABBRACCIO TUTTI!

Written by amaeguarisci in: Articoli |

1 commento

  • Valentina Radha

    Ascoltandoti, dolce e cara Italia, mi son resa conto di quanto amore riesci a trasmettere, non so quale altra parola scrivere se non AMORE… trasmettere un sentimento un emozione così potente non è da tutti , ma tu ci riesci: viene spontaneo dirti grazie!!!!!
    Probabilmente sei un’incarnazione scesa su questa terra x darci dei messaggi forti e potenti , che toccano e ribaltano i cuori più duri, sei fantasticamente divina! Ti voglio veramente un bene indefinibile, e ciò è strano xchè , io fondamentalmente, non ti conosco, se non x via etere… ciao sorellona! TUA RADHA!

    Commento | Novembre 1, 2014

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