Feb
18
2016

LA DEVOZIONE CHE GUARISCE

donna felice e sana
Buongiorno amici! Oggi voglio soffermarmi ancora su un tema che mi è molto caro: la devozione. Mi è tanto caro perché la mia vita mi ha insegnato quanto è potente e meravigliosa la devozione, che porta all’abbandono a Dio.
Ma cosa intendiamo con questa parola? La devozione è Amore Puro e incondizionato per Dio, e quindi per tutti e tutto, nella consapevolezza che Egli è il residente interiore e l’energia che muove ogni cosa.
Noi tutti siamo abituati a distinguere vari tipi di amore: l’amore filiale, l’amore materno, l’amore coniugale, l’amore fra amici, l’amore per gli oggetti, le ideologie, ecc.; ma l’amore è un’energia che da noi emana, a prescindere verso chi e cosa sia indirizzata. Quando indirizziamo questo amore verso Dio, nella forma che ci è più cara, andiamo a raggiungere ogni creatura. E’ come dare l’acqua alle radici di una pianta: arriverà ad ogni singola foglia.
Dio si fa carne di era in era per insegnarci ciò che abbiano dimenticato e per darci l’opportunità di dirigere questo amore verso di Lui, in modo da purificare tutto il nostro essere. Avete presente cosa succede a mettere una lente di ingrandimento sotto un raggio di sole? Questo diventa così potente che può far nascere un incendio. Ecco: l’amore unidirezionale, forte e potente, verso Dio ci permette di sciogliere nel fuoco Divino ogni nostra impurità.
Qual è l’alchimia della devozione? Sviluppa in noi una piena fiducia in Dio, una piena fede, e tutto ciò permette quelli che noi definiamo miracoli. Ogni Avatar ci ha insegnato che se la nostra fede è tanto forte e salda, possiamo smuovere le montagne. Ora anche la scienza sta scoprendo la potenza del pensiero unito al forte sentimento. La legge di attrazione è sempre in azione. Quanto bene , quante meraviglie possiamo attrarre con un amore tanto potente, con un amore non frammentato in mille rigagnoli, ma coinvogliato in un grande fiume , che gioioso e impetuoso ci porta dritti al Mare!
Molti snobbano la devozione, ritenendola un ripiego per le menti semplici e deboli, per coloro che non hanno studiato , per i creduloni. Ora sappiamo, come Krisna, Gesù, Sai Baba e tutti i Maestri spirituali ci hanno insegnato, che è proprio l’atto di credere a creare la realtà. Non possiamo dire: “Crederò quando vedrò questo o quest’altro, perché ciò che ci aspettiamo di vedere non arriverà mai; ma possiamo attrarre a noi ciò in cui crediamo.
Cari amici, cosa succede in noi quando siamo innamorati di una persona? Siamo colmi di una nuova energia, siamo felici, frizzanti, entusiasti. “ Entusiamo” è una parola che deriva dal greco e significa : “in Dio, con Dio” . Abbiamo entusiasmo quando l’amore ci fa percepire meglio il collegamento con Dio, ci fa vivere in Lui, fonderci in Lui.
Allora, cos’è la devozione? Uno stato di innamoramento continuo, che mai va a scemare. Ci rende, gioiosi, felici, entusiasti, pronti ad affrontare tutto con distacco e forza.
L’amore terreno verso una persona è spesso carico di aspettative egoistiche, quindi diminuisce quando queste ultime vengono deluse, o semplicemente quando “il nuovo giocattolo” ci stufa. L’amore per Dio è l’unico Amore che mai ci deluderà, che cresce sempre più col passare del tempo, che non subisce scossoni, che non traballa. Certamente la vera devozione, quella che non oscilla, va conquistata. Più la esercitiamo, più amiamo , e più diventa salda e più ci riempie di Grazia Divina.
La devozione ci permette di accettare gli eventi della vita, ci permette anche di benedirli, tutti, perché ci aiuta a vedere tutto ciò che accade come qualcosa di sacro, che fa parte di un Disegno Divino meraviglioso. E se anche non riusciamo a vedere il quadro completo, la fede e la fiducia in Dio, ci assicurano che alla fine sarà un quadro bellissimo. Ogni puzzle andrà al posto giusto e sarà un’opera splendida.
Riporto, ora, uno stralcio di ciò che ho scritto in un precedente articolo che potete sempre andare a rileggere; si intitola: “La potenza della fede e della devozione”.
Molti santi sono stati definiti pazzi e fanatici; ma è molto meglio essere pazzi per Dio , essere “fan” del Signore, che pazzi per il mondo materiale che ci porta, alla fine, sempre all’insoddisfazione.
Dio è contento soltanto quando Lo trattiamo come un amico intimo. Tutti i nostri desideri verranno appagati solo quando tratteremo il Signore come il nostro più caro amico, il prediletto del nostro cuore.
Dice il Maestro (Sai Baba): “ Se state vicino a Dio, se Gli diventate cari, avrete il Suo amore e presto tutte le cattive qualità svaniranno, per essere rimpiazzate da quelle buone incarnate da Dio. Ampliate il vostro amore per poter vivere sempre più vicini e più cari a Dio: Il metodo più semplice per avvicinarsi a Lui è quello di ricordarlo in tutto ciò che si vede, in tutto ciò che si dice, e in tutto ciò che si fa. Pensate soltanto a Dio e al modo di essergli più vicino. Aprite a Lui il cuore, dategli il benvenuto con tanto amore e con sentimenti di intima amicizia. Sono purtroppo pochi i devoti che si rivolgono a Dio familiarmente e che possono vantare con Lui un’amicizia molto profonda.”
In una lettera ad una devota (tratta dal libro:” Sai Sandesh” di Sai Usha), Sai baba scriveva: “Mia cara! Ti ho già parlato riguardo questo argomento in un’altra occasione, dicendoti che Io accolgo calorosamente l’intimità fra me ed i miei devoti.
Conosci il comportamento della maggior parte dei miei devoti, cara? Essi mi rispettano, mi venerano e hanno di me grande stima e soggezione.
Ma quanti di loro danzano con me, giocano e corrono insieme a me e mi parlano intimamente, confidandomi ciò che racconterebbero al miglior amico?…”

Quando abbiamo come amico intimo il Signore del Creato, in qualunque forma noi Lo adoriamo, che cosa possiamo più temere? Chi invoca Dio in una qualsiasi forma, in realtà invoca il suo stesso Sé. Pregare, quindi, non è elemosinare qualcosa da una realtà estranea a noi. In realtà noi preghiamo noi stessi.
Ma dal momento che siamo in un corpo fisico, nella dimensione terrestre, dove esiste la dualità: caldo/freddo, bello/brutto, luce/buio, ecc. , è per noi molto più facile adorare Dio in una forma ben definita. Quando Dio si incarna in un corpo umano con tutti i Suoi Poteri Divini, per noi diventa un punto di riferimento sul quale convogliare tutto il nostro Amore.
Egli diventa per noi l’Amato; e nel rapporto fra amante e Amato, pensando continuamente all’Amato, si risvegliano in noi le qualità divine che sonnecchiano nella profondità dell’anima e sempre più diventiamo simili all’Amato. La devozione è la strada maestra (come dice la Bhagavad Gita, la Bibbia dell’induismo, e come tutti gli Avatar insegnano) che porta alla conoscenza, alla vera saggezza.
La devozione fa affiorare dal nostro Sé l’onniscienza che gli è propria, come la zangolatura fa affiorare dal latte il burro. Questo è il motivo per cui molti santi, sia del passato sia attuali, sanno anche senza aver studiato. Essi ci dimostrano, con il loro esempio, che davvero siamo un tutt’uno con Dio che dimora nel nostro cuore.

E’ stato il nostro ego a farci sentire separati e distanti dal Tutto, come se la goccia dell’oceano si fosse messa dentro un vasetto di vetro ermeticamente chiuso, e non riuscisse a ricongiungersi al resto dell’Oceano. Con le discipline spirituali, con l’amore sempre più intenso verso tutto e tutti, possiamo rompere il vasetto di vetro e ritornare a fonderci con le altre miliardi di gocce: con l’Oceano Infinito.
Sai Baba ci ha sempre ricordato che quando abbiamo fede e fiducia totali in Lui (o in qualsiasi altra Forma Divina), possiamo permetterci di lasciare a Lui ogni nostro fardello, ogni peso, ogni bagaglio. Proprio come quando saliamo su un treno: finalmente possiamo permetterci di sedere comodamente , senza tenere più le valige in mano, poiché è il treno stesso a trasportarle per noi. Ma ci ammonisce di non fare come quei passeggeri che, non fidandosi di nessuno, se ne stanno in piedi sul corridoio e con i bagagli in mano!
Quanta fatica spetta all’uomo che non sa abbandonarsi a Dio! Come diventa pesante la vita di chi non si decide ad invocare l’aiuto del nostro più Caro Amico!

Riporto qui di seguito alcune parole del Maestro sull’importanza dell’abbandono. Queste Sue meravigliose parole sono come una medicina da prendere ogni qualvolta ne sentiamo la necessità. Sono parole che calmano, leniscono il dolore, sdrammatizzano le situazioni, e donano coraggio, gioia e persino entusiasmo, durante le numerose prove della vita:
“ Perché vi agitate? Lasciate a me la cura di tutte le vostre cose. Ci penserò io: Io intervengo soltanto quando saprete abbandonarvi a me completamente. Io non aspetto altro.
E quando vi abbandonerete a me completamente, non dovrete più preoccuparvi di nulla: lasciate ogni paura, ogni sconforto. Voi dimostrate di non fidarvi di me: confidate in me ciecamente!
Abbandonarsi significa allontanare il pensiero dalle preoccupazioni, allontanare il pensiero dalle difficoltà che incontrate, allontanare il pensiero da tutti i problemi che avete.
Mettete tutto nelle mie mani dicendo: “Signore pensaci tu, sia fatta la tua volontà!”
Che è come dire “Signore ti ringrazio, hai preso tutto nelle tue mani per risolvere ogni cosa per il mio bene maggiore!”
Abbandonarsi non vuol dire preoccuparsi per l’esito delle vostre aspettative, non significa preoccuparsi perché una circostanza ha avuto risultati diversi da quelli che aspettavate.
Così facendo dimostrate di non credere all’amore che nutro per voi, dimostrate di non credere nel fatto che la vostra vita è sotto il mio controllo e che nulla mi sfugge.
Non pensate mai a cosa succederà, a come andrà a finire; se cederete a questa debolezza dimostrerete di non aver fiducia in me.
Volete o non volete che ci pensi io? Allora dovrete smetterla di preoccuparvi voi! Io vi condurrò soltanto se vi abbandonerete completamente a me. E quando devo portarvi per una via diversa da quella che vi aspettereste voi, vi ci porterò con le mie stesse braccia.
Ciò che vi mette in agitazione è la vostra mente, il vostro pensiero, la vostra preoccupazione, il voler provvedere voi a tutti i costi.
Quante volte intervengo quando, per le vostre necessità spirituali e per quelle materiali, la vostra anima si rivolge a me dicendomi .”Pensaci tu!” e poi chiude gli occhi e riposa tranquilla!
Voi riceverete molto soltanto quando la vostra preghiera sarà affidamento totale a me.
Voi nel dolore pregate affinché io intervenga, ma affinché io intervenga come volete voi: non vi affidate a me, ma volete che io mi adatti alle vostre richieste.
Non siete malati che chiedono la cura al medico, ma malati che gliela suggeriscono! Non fate così.
Anche nelle situazioni più tristi dite: “Signore ti lodo e ti ringrazio per questo mio problema, per questa mia necessità. Ti prego di disporre le cose come meglio ritieni opportuno per la vita terrena e temporale. Tu sai cosa è meglio per me”.
Se mi dite realmente: “Sia fatta la tua volontà”, che è come dire “Pensaci tu”, io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni più critiche, anche quelle impossibili.
A volte hai l’impressione che la sventura incalzi invece che allontanarsi?
Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia:
“Pensaci tu. Sia fatta la tua volontà”.
Allora ci penserò io e, quando occorre, compirò anche un miracolo. Io penso sempre a voi, ma posso aiutarvi completamente soltanto quando vi affidate completamente a me”.
( Tratto da : Sandhya – Laura Secca – ed. Mediterranee – pagg. 209 e 210).

Più pensiamo a Dio, più ci riempiamo di gioia e più i nostri pensieri diventano positivi.
Allora i nostri guai perdono pesantezza. Tutto viene alleggerito, sdrammatizzato. E’ come se diventassimo spettatori esterni di una storia che non è più la nostra. Ci immedesimiamo, come è giusto che sia, con il regista della storia, che dal palcoscenico esamina le scene, senza rimanerne emotivamente travolto e turbato.
E’ proprio il distacco emotivo a renderci forti e capaci di affrontare le situazioni con tutta la nostra potenzialità divina. Si! Perché dentro di noi c’è un’eredita di onniscienza, di onnipotenza, che può manifestarsi solo quando il nostro pensiero rivolto a Dio viene superato solo dall’amore che proviamo per Lui!
La pace e la gioia di coloro che chiamiamo “beati” scaturisce proprio dall’abbandono profondo a Dio, che porta loro ogni benessere.
Quando i nostri pensieri sono colmi di gioia e d’amore, il nostro corpo, che è una macchina perfetta programmata con tutti i meccanismi dell’autoguarigione, incomincia a trasformarsi.
Succedono, così, quelli che noi definiamo miracoli.
Dimenticare la malattia riempiendoci solo di pensieri sacri e d’amore, è il sistema più efficace e veloce per riacquistare l’equilibrio psico-fisico che avevamo perso.
Sarà proprio l’amore per Dio, e quindi per tutto e per tutti, a risollevarci dal pantano nel quale eravamo caduti. Sarà per noi come un tappeto magico sul quale salire per innalzarci alle altezze divine.
Vi abbraccio tutti!

Written by amaeguarisci in: Articoli |

1 commento

  • palmerino

    Grazie per la condivisione: sono profondi messaggi che voglio mettere in pratica nella mia vita.

    Commento | Marzo 17, 2016

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