Mag
20
2014

DONIAMO AL MONDO LA NOSTRA PACE

 

TULIPANI E ALBERI

 

Ciao amici cari!

Tutti noi vogliamo la pace nel mondo, tutti noi vogliamo stare in pace, avere rapporti pacifici con gli altri, avere pace interiore.

C’è chi si stordisce con varie sostanze per non pensare a ciò che non va dentro se stessi. E’ un modo di non affrontare i problemi; è come dire: “Ci penserò più tardi”. Possiamo anche decidere di non vedere la nostra “immondizia”, ciò che ci disturba. Possiamo decidere di metterla “sotto il tappeto”; ma oggi e domani, e dopodomani: sotto il tappeto ci ritroviamo una montagna! E così siamo costretti a prendere atto di ciò che abbiamo nascosto  lì sotto , perché “ci inciampiamo”.

La maggior parte della gente cerca di nascondere a se stessa ciò che la disturba, ciò che non le piace, ciò che giudica sconveniente.

Molti si buttano a capofitto in attività esteriori per eludere l’attività interiore di autoconoscenza ed autoanalisi.

Quanto può durare questa situazione? Finché il corpo ci viene in aiuto, costringendoci a fermarci a causa di qualche malessere o handicap.

Cosa ci fa scappare ? Cosa ci costringe a procrastinare il lavoro di autoanalisi?

L’orgoglio che non ci permette di ammettere che qualcosa in noi non va;  la paura di dover cambiare abitudini e stile di vita, in quanto questo costa fatica e impegno; aggiungiamo anche la paura di perdere l’affetto delle persone intorno a noi, se ci dimostriamo in tutta la nostra trasparenza e verità.

Cari amici un saggio di cui non ricordo il nome, una volta aveva detto:

“Se portiamo alla luce ciò che è dentro di noi, ciò che è dentro di noi ci salverà. Se non portiamo alla luce ciò che è dentro di noi, ciò che è dentro di noi ci distruggerà”.

Per fare un’altra analogia, oltre a quella dell’immondizia sotto il tappeto, possiamo immaginare un carretto che ci trasciniamo sempre dietro. Quando subiamo traumi o shock troppo forti  da elaborare, cosa facciamo? Mettiamo questa “pietra” nel carretto dietro di noi, aspettando un momento di maggiore maturità per poter guardare bene la pietra e buttarla via. Così, anno dopo anno, riempiamo così tanto il carretto da non riuscire più a camminare: è troppo pesante da trascinare.

Nelle nostre cellule ci sono tutte le memorie dei sentimenti antivitali passati che continuano a produrre stress nel momento presente. I sistemi per liberarci da queste memorie che sempre ci condizionano , cioè per svuotare il famoso “carretto”, possono essere diversi.

Io oggi ve ne ricordo uno, molto semplice e  molto efficace,  che da sempre ci è stato suggerito dall’Avatar della nostra era, Baghavan Sri Sathya Sai Baba: la ripetizione del Nome del Signore. Per i devoti di Sai Baba può essere: Om Sai Ram, Om Sri Sathya Sai, ecc.; per chi ama la figura di Gesù, può essere: Om Gesù, Gesù Mio a Te m’affido, ecc.;

per chi predilige la figura di Krisna o Rama, sarà: Hare Krisna, Hare Rama, ecc.

Non ha importanza il nome e la forma scelti: l’impostante è il sentimento con cui il Nome viene ripetuto.

Ma voi penserete: Come fa a liberarci dai nostri “massi interiori” la ripetizione del Nome del Signore? Semplice: immaginate un secchio pieno di acqua sporca, non importa sapere di cosa sia sporca. Immaginate ora di metterla sotto un rubinetto che continua a gocciolare. Cosa succede dopo un po’? Tutta l’acqua sporca è debordata e alla fine rimane solo l’acqua pulita.

Ecco qual’è l’alchimia della ripetizione del Santo Nome! Giorno per giorno ci purifica, ci libera da pensieri e tendenze negative. Non è nemmeno importante sapere di cosa era sporca l’acqua; del resto come facciamo a conoscere tutto l’inconscio?

Ripetere continuamente, o il più spesso possibile,  il Nome del Signore è come resettare un computer ed inserirvi un nuovo programma che ci dona gioia e salute.

Per raggiungere la pace della mente dobbiamo diminuire l’iperattività esteriore per concederci i nostri spazi di relax. Se siamo troppo oberati da impegni, incominciamo a lasciare qualche attività non essenziale, alleggeriamoci! Amici miei, perché voler fare  i muli carichi di impegni?

Da ragazzina scrissi: “Un uomo può dirsi libero e tale, solo se ha il tempo per poter pensare.”, e ora che sono più matura aggiungo: “Un uomo può dirsi libero e tale solo se ha il tempo di poter non pensare.  Ma, visto che non pensare è quasi impossibile, aggiungo queste parole: di pensare solo alla propria vera Realtà ,cioè a Dio”.

Concludo con alcune parole che il nostro Signore Sathya Sai Baba disse ad un devoto in colloquio privato (Tratte dal libro: Requiem per Dio” di G: Rosati). Queste parole non sono adatte ai pigri, ma a tutti coloro che non riescono,a causa di forze maggiori, a svolgere un servizio attivo, o per coloro che scelgono di donare al mondo la propria energia di pace con una vita ascetica e di ritiro.

“Ci sono molti modi di servire il mondo. Se non attivamente lo si può fare fornendo la propria serenità. La vostra eredità occidentale venera il lavoro attivo; se il vostro essere tende alla serenità e alla solitudine, prendetela come l cosa migliore. Non vi affliggete per questo. Sono pochi coloro che mano la solitudine e rimanere calmi. Così ha voluto Dio; se no, come potrebbe funzionare il mondo? Se la calma è il tuo destino, osa essere così. Se sei un recluso, sii un recluso; ma un recluso con Me. Potresti non essere un santo, ma potrai serenamente non essere niente. Lasciate che ognuno sia com’è, nel ricordo del suo Autore, della sua Sorgente e della sua Meta. Nessuno è com’è se non fosse per Me.”

 

A Te mi inchino, Madre e Padre dell’Universo!

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |

1 commento

  • CARMEN

    SEMPRE BELLISSIMO LEGGERE QUESTE PAROLE……

    Commento | Dicembre 18, 2014

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