Lug
04
2018

CONDIVIDO CON VOI ALCUNE RIFLESSIONI SULL’INVIDIA

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Carissimi amici, voglio oggi parlare dell’invidia, un bruttissimo sentimento di cui molti sono vittime, magari anche inconsapevoli.
Ogni volta che ci sentiamo inferiori, meno capaci, meno meritevoli di amore ed attenzioni, scatta l’invidia verso coloro che secondo noi hanno tutte queste cose, magari ingiustamente (sempre secondo il nostro giudizio).
Quanto fa male l’invidia, sia all’invidiato sia a colui che la lancia nell’etere!
Non essere felici della felicità altrui ci porta, inesorabilmente, sempre più tristezza, e questo perché è il nostro sentimento, la nostra visualizzazione ripetuta a creare la nostra realtà.
Se, consapevoli dell’unità di tutto il Creato, siamo felici nel vedere il benessere e la felicità degli altri, allora questa felicità viene da noi sempre più creata. Felicità, pensata, vissuta e sentita, crea altra felicità per noi e per gli altri.
L’invidioso, invece, non sopporta che qualcuno stia meglio di lui, poi non importa se quel benessere che vede negli altri sia solo apparente, lui pensa sempre che gli altri stiano meglio, abbiano più fortuna e per questo si sente vittima ingiustificata del fato avverso. Quanta ignoranza metafisica in questo atteggiamento!
Ci sono persone che sorridono sempre, anche quando hanno problemi di salute e di altro tipo, e questo perché il sorriso è la loro natura; poi ci sono persone che si lamentano sempre, che sono sempre insoddisfatte, e questo deriva da un’abitudine mentale deleteria: quella di voler vedere sempre il male, quella dell’ingratitudine verso la vita.
Il sentimento, la sensazione di mancanza, o di non valore verso se stessi, crea un circolo vizioso perché ricrea una realtà per la quale lamentarsi sempre più.
Il paradosso dell’invidioso è che, pensa di meritare molto di più di quello che ha ( ed è vero) non sapendo che è proprio lui a screditare se stesso, a sminuirsi, a pretendere da se stesso sempre di più, a non amarsi ed accettarsi per ciò che è, con pregi e difetti come tutti hanno. Questa rigidezza, questa autocritica (magari inconscia) verso se stesso, lo porta a criticare tutti gli altri, definendoli non meritevoli delle fortune che attribuisce loro. Il suo pensiero ricorrente è : “Perché lui ha questo ed io no?… Perché succedono tutte a me?..”
L’ignoranza su come creiamo la nostra realtà, sulla legge universale del karma e della reincarnazione porta l’uomo ad assumere un atteggiamento vittimistico che è il più deleterio che possa avere.
Chi non crede nella reincarnazione non può credere in una perfezione, in una Giustizia Divina quando vede un bimbo sano e bello nato da genitori ricchi, ed un altro malato nato da genitori indigenti. E per questo, per molti, la qualità della vita dipende solo dalla fortuna o dalla sfortuna, e costoro mai mettono in discussione se stessi, come creatori della propria realtà. La nostra cultura occidentale, purtroppo, ha creato tanti infelici, nascondendoci le più elementari verità metafisiche.
C’è un altro fattore da analizzare: i reconditi sensi di colpa, che ben nascondiamo nell’inconscio. Se ci sentiamo colpevoli di qualcosa, creiamo una realtà atta a punirci, e quindi ci precludiamo gioia ed abbondanza…ma, nello stesso tempo, una parte profonda di noi sa di meritare tutto il bene del mondo.
Come è complicata la psiche umana!
Ma c’è una possibilità di scavalcare tutti questi trucchetti della mente; c’è una possibilità di andare oltre le nuvole nere e rimanere lì, dove risplende sempre il sole: ed è il pensiero costante di Dio, è il vederlo, sentirlo, percepirlo in ogni persona, in ogni creatura, in ogni alito di vento, in ogni scroscio di pioggia, in ogni cosa che succede. Il pensiero costante di Dio ci aiuta a dissipare i sentimenti negativi, sia verso noi stessi, sia verso gli altri; e questo perché, in verità, quelli che chiamiamo altri sono parti di noi. Nulla nella creazione è separato.
Possiamo pensare di fare tanto bene alle altre creature, ma se detestiamo noi stessi, se siamo molto rigidi ed ipercritici verso di noi, è sempre violenza che lanciamo dell’Akasha. La non violenza deve essere verso tutti e tutto e non può escludere la nostra forma fisica e mentale.
Quando siamo consapevoli del nostro valore, che non è relativo a quanto produciamo in beni materiali, ma è intrinseco in noi per il solo fatto che esistiamo in questa nostra forma fisica, allora anche l’invidia perde forza, si dissolve al sole dell’amore che tutto pervade e che ci fa desiderare di vedere tutti felici e contenti, nella consapevolezza che la gioia degli altri è la nostra stessa gioia, come pure la sofferenza.
Già diventare consapevoli di provare invidia, è l’avvio della guarigione.
Chiediamo aiuto al nostro Divino Sé di guidarci nella strada dell’amore che tutto accoglie, che desidera il bene di tutti! Saremo sempre più felici dell’abbondanza, del benessere, della felicità di tutto il mondo.
Siete, come sempre nel mio abbraccio!

Written by amaeguarisci in: Articoli |

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