Giu
09
2014
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COSA SIGNIFICA “ARRENDERSI”

CASCATE NIAGARA< Cari amici oggi qualche riflessione sul termine “Arrendersi”. Con questo termine solitamente intendiamo darsi per vinto in mano del nemico, cedere, piegarsi, abbassare le armi. E’ il contrario di resistere, di opporre resistenza. In questo senso è una parola che ci appare con una valenza negativa. Ma ciò di cui voglio parlare è l’arrendersi che corrisponde alla parola sanscrita saranaghati. Essa significa l’abbandono a Dio, la devozione a Dio e quindi l’accettazione della volontà e del piano Divini. Non significa quindi arrendersi ad un’altra persona, né diventare schiavi di qualcuno: significa arrendersi alla propria Divinità Interiore.
La nostra mente quante volte ci boicotta nel tentativo di seguire il Comandante Supremo di questa “ nave”
chiamata corpo, Il Sé Divino!
Arrendersi significa togliere finalmente tutti gli ostacoli che ci impediscono di raggiungere la consapevolezza divina, significa annichilire la mente e far parlare l’Anima, il Sé immortale. Arrendersi significa decidere di seguire la nostra vera natura e di manifestarla.
Cosa ci rende così difficile la resa? Il nostro ego, con i suoi desideri, gli attaccamenti, le sue menzogne. L’ego non vuole cedere, non vuole rinunciare al luccichio degli oggetti dei sensi, anche se la morte si porta via tutto. La nostra mente ci illude di poter trovare la gioia negli oggetti, nelle relazioni, nei luoghi, e ci mantiene distanti dal nostro vero Sé, che è per natura amore e gioia.
Leggiamo ora le parole di Sai Baba:
Non si tratta di arrendersi a qualcuno, ma a se stessi. Riconoscere che noi siamo l’Atma, significa arrendersi. Abbandonarsi significa capire che in realtà tutto è Dio, che non esiste chi si arrende e non c’è nulla a cui arrendersi, né esiste qualcuno che accetta la resa. TUTTO E’ DIO! ESISTE SOLO DIO La resa a Dio significa…. non compiere azioni per trarne vantaggio, ma fare ogni cosa come un dovere. L’atto è dedicato al Signore e perciò i risultati vanno resi a Lui. (Conversazioni pag. 93, 13, 14 – tratto da : I sentieri di Dio – Jonathan Roof).
L’uomo è scontento e perduto. Fate affidamento nel Signore e accettate quello che vi accade. Egli è in voi e con voi. Sa meglio di voi cosa darvi e in che momento darvelo. Dio è colmo di amore.
Mettetevi nelle mani di Dio. Che importanza ha se vi dà il successo o l’insuccesso? Può volere che diventiate più tenaci e alla lunga tutto andrà a vostro vantaggio. Come fate a giudicarlo? Chi siete per giudicare? Perché giudicare?
Quando viaggiate in treno, dovete solo acquistare il biglietto, prendere il treno giusto e sedervi, lasciando che il motore faccia tutto lo sforzo. Perché dovreste portare il lettino o il baule sulla testa? Allo stesso modo dovete avere fede nel Signore e continuare facendo del vostro meglio.
(Discorsi di Sathya Sai, vol.VI, pag. 176, Discorsi V. III, pag.93, Discorsi vol. I pag. 166 – Tratto da: I sentieri di Dio, Jonathan Roof)
Cari amici, la resa è un alleggerimento, una liberazione, un benedizione. Non c’è più bisogno di fare resistenza, non c’è più bisogno di far fatica: basta lasciarsi trasportare “dal fiume della vita”, senza incagliarsi nei fondali. Galleggiamo, ed il fiume ci riporterà al Mare!

Giu
08
2014
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W.A.T.C.H.: Osserva le tue parole, le tue azioni, i tuoi pensieri, il tuo carattere, il tuo cuore.

MARE DI TULIPANI
Ciao ragazzi!
L’attenzione a ciò che pensiamo, a ciò che diciamo, a ciò che facciamo è davvero indispensabile se vogliamo evitare un sacco di problemi, dolori e insoddisfazioni.
Cosa ci dice Sai Baba a tal proposito? Ecco le Sue parole:
Io dico sempre a molti bambini: “La parola watch (in inglese: osserva) è composta dalle lettere: W,A,T,C,H.
Prima di tutto si dovrebbe insegnare ai bambini: “Che cosa vuol dire ciò?”
Vuol dire “osserva”.
La prima lettera è W: osserva la tua parola (in inglese: word).
Chiedetevi: “Sto incominciando ad usare parole sacre? Oppure sto cominciando a usare brutte parole? Questo dovrebbe essere osservato.
“A” è la seconda. Che cos’è? Azione, osserva la tua azione (in inglese, “action”).
La terza lettera è “T”: osserva il tuo pensiero (in inglese thought).
“C” è la quarta e significa: osserva il tuo carattere (in inglese: “character”).
“H” è: osserva il tuo cuore (in inglese: “Heart).
Questo è vero “watch”. (Appplausi).
Quando uno dice “Watch”, la gente guarda l’orologio (in inglese significa anche: orologio).
Questo non è il giusto watch. Tale watch (nel significato di orologio) si deteriorerà, ma la parola ”watch” ( nel senso di “ osserva”) non si deteriorerà mai: essa darà sempre sacralità.
Come sono grandi tutte queste parole! Sono parole ideali!, che dovremmo assimilare.
L’educazione dei tempi antichi insegnò tanto alle persone, in questo senso, e le trasformò in persone esemplari. Ideali simili sono stati privati oggi di importanza. Quindi anche l’educazione dovrebbe essere molto pura; dovrebbe essere sacra. Che cosa significano “ purezza” e “sacralità”? la natura della spiritualità è purezza.

(Tratto dal Discorso del 20.11.2002, Mother Sai n.5, anno 2003, pag.35)
Cari amici , riuscire a controllare i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni, che, tutti insieme, formano il nostro carattere, è davvero indispensabile per chi desidera dare il meglio di sé.
Quante volte Swami ci ha ricordato l’importanza delle nostre parole?! Le parole sono potenti, possono costruire e possono distruggere; possono unire e possono dividere, possono guarire e possono ferire.
Quando l’ira ci invade, allontaniamoci dagli altri, non permettiamo alla nostra bocca di pronunciare parole di cui poi ci pentiremmo amaramente.
Quando siamo preda dell’ira e della rabbia, Swami ci suggerisce di fare una lunga passeggiata, oppure fare una doccia, o bagnare i polsi e le mani; oppure ci suggerisce di sdraiarci in un posto tranquillo, perché la rabbia è come un fuoco che, per mantenersi vivo e forte, ha bisogno della posizione verticale.
Amici, comunque, quando siamo prede dell’ira allontaniamoci dagli altri, non permettiamo ai nostri “dardi”
di fare troppi danni.
Se le parole fanno danni, quanto più danni possono fare le nostre azioni non amorevoli, non dharmiche?
Un’azione sbagliata porta solo spiacevoli conseguenze. Il male che facciamo a coloro che chiamiamo “altri”, ricade su di noi decuplicato. Un boomerang torna sempre al mittente, con forza ancora maggiore!
Che dire, poi, del pensiero? I pensieri sono i nostri “progetti di vita”, quello che progettiamo, poi prende forma. Prima ancora di controllare parole ed azioni, controlliamo i nostri pensieri! E’ da questi che nasceranno le nostre parole e le nostre azioni.
Osserviamo il nostro cuore. Che significa? Qual è il sentimento che ci spinge a parlare, a dire certe parole?
Per quale ragione portiamo a compimento un’azione? Cosa ci spinge ad agire?
Facciamo volontariato spinti dal desiderio di amare, o per metterci in mostra e alimentare il nostro ego?
Vogliamo acquisire ricchezza tutta per noi, o per condividere ciò che abbiamo con chi ne è privo? Siamo servizievoli per avere qualcosa in cambio, o perché l’amore scaturisce spontaneamente dal nostro cuore?
Osserviamoci! Amici, osserviamoci con onestà! Quante cose possiamo scoprire di quella parte egoica di noi che ancora ci intralcia sul cammino della gioia! Osservarci non significa, però, condannarci ed autopunirci. Osserviamoci e decidiamo di voler cambiare ciò che non ci si addice, ma continuiamo ad avere fiducia in noi stessi, nel nostro Divino Sé! Continuiamo ad amarc! Solo così possiamo migliorare, avere una buona relazione con noi stessi e , quindi con gli altri.
E soprattutto ricordiamoci: noi non siamo il nostro ego, non siamo i nostri pensieri, non siamo le nostre emozioni, non siamo ciò che diciamo e ciò che facciamo: noi siamo l’Uno, l’Assoluto Indivisibile, il nostro Sé Divino ed Immortale.
Noi siamo Dio, come Dio è tutto ciò che vediamo e con cui entriamo in relazione. Ricordiamocelo! Solo così possiamo veramente amare e servire tutti, nella consapevolezza che amiamo e serviamo noi stessi ed amiamo e serviamo Dio stesso. Solo così possiamo avere buone parole, buone azioni, buoni pensieri, un buon cuore e, quindi, un buon carattere!

Jay bolo Baghavan Sri Sathya Sai Baba ji ki!
Jay!

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Giu
06
2014
3

LA POTENZA DEL GAYATRI MANTRA

mio dipinto di baba ad olio- il secondo

Cari amici, oggi parliamo del mantra più sacro dei veda: Il Gayatri Mantra.
Una volta era appannaggio dei bramini e degli iniziati. Oggi Sathya Sai Baba ha riportato a tutti la potenza straordinaria di questo mantra. Da sempre ci ha sollecitati a cantarlo più volte al giorno.
Tutti noi sappiamo che il suono ha un grande potere sulle nostre cellule. I mantra sacri hanno una potenza sonora capace di innalzare le nostre vibrazioni, di stimolare la ghiandola pineale, di portarci all’illuminazione dell’intelletto.

OM
BHUR BUVAHA SUVAHA

TAT SAVITHUR VARENYAM

BHARGO DEVASYA DHIMAHI

DHIYO YONAHA PRACHODAIATH

ASCOLTIAMOLO DIRETTAMENTE DALLE PAROLE DI BAGHAVAN SRI SATHYA SAI BABA, il PURNAVATAR (Avatar con tutti i pieni poteri divini) della nostra era:

O SIGNORE SUPREMO, FULGORE E GLORIA DEI TRE MONDI. TI ADORIAMO NEL VIVIFICANTE POTERE CONTENUTO NEL SOLE. CONTEMPLIAMO IL TUO SPLENDORE E LA TUA GRAZIA; TI PREGHIAMO, ILLUMINA IL NOSTRO INTELLETTO.
(Canti devozionali – Mother Sai Publications)

Significato delle singole parole:

Om: il suono primevo.
Bhur: il mondo fisico, la materia grossolana.
Bhuvah: il mondo mentale, l’atmosfera, l’etere, il mondo sottile.
Suvah: il mondo celeste, spirituale, la materia causale.
Tat: Quello; Dio; il Paramatma trascendentale.
Savithur: il Sole, il Creatore, il Preservatore.
Varenyam: il più adorabile, incantevole, adoriamo.
Bhargo: lustro, splendore, illuminazione, radianza.
Devasya: il Signore risplendente e supremo, splendore divino e grazia.
Dhimahi: meditiamo su, meditazione sul Signore.
Dhiyo: l’intelletto, la comprensione.
Yo: Possa questa Luce.
Nah: nostra.
Prachodayath: illuminare, guidare, ispirare.

tratto da: http://www.sathyasai.org/ e Canti Devozionali – Mother Sai Publications

La Gayatri (la preghiera vedica per illuminare l’intelletto) è la preghiera universale contenuta nei Veda (Conoscenza Divina), le più antiche Scritture Sacre. Essa è diretta alla Divinità immanente e trascendente, a cui è stato dato il nome di ‘Savitha’, che significa ‘Ciò da cui tutto è nato’. [DD del 20-6-1977]
Gayatri è Annapurna, la Madre, la Forza che sostiene ed anima tutta la vita. Perciò, non ignoratela. [ DD del 20-6-1977]
La Gayatri (la preghiera Vedica per illuminare l’intelletto) è un Mantra sacro che dimostra l’unità esistente dietro la molteplicità nella Creazione. È attraverso il riconoscimento di questa unità che possiamo comprendere la molteplicità. L’argilla è una, anche se i vasi fatti con essa hanno diverse forme e dimensioni. L’oro è uno, sebbene i gioielli d’oro abbiano molte forme. L’Atma (il Sé Divino) è uno, sebbene le forme incarnate in cui Esso risiede siano molte. Quale che sia il colore della mucca, il latte è sempre bianco. [DD del 17-3-1983]

Che cosa fa la Gayatri per voi
La Gayatri è considerata l’essenza dei Veda. ‘Veda’ significa ‘Conoscenza’, e la Gayatri è una preghiera che nutre e rende più acuta la facoltà che permette di assimilare tale Conoscenza. Infatti le quattro dichiarazioni di base (mahavakyas) contenute nei quattro Veda si trovano nel Mantra Gayathri, che vi è stato dato come un terzo occhio per rivelarvi la visione interiore mediante la quale potete realizzare Brahman. [DD del 20-6-1977]
La Gayatri vi proteggerà da qualsiasi pericolo o danno ovunque vi troviate – in viaggio, sul lavoro o a casa. Gli occidentali hanno fatto delle ricerche sulle vibrazioni prodotte da questo Mantra ed hanno scoperto che quando esso viene recitato con accento corretto, come descritto nei Veda, l’atmosfera circostante diventa visibilmente illuminata. Durante il canto del Mantra lo splendore del Divino (Brahmaprakasha) discende su di voi ed illumina il vostro sentiero. Alla fine ripetete anche ‘Shanti’ tre volte, perché tale ripetizione conferirà la pace alle tre entità in voi: corpo, mente ed anima. [DD del 20-6-1977]
È essenziale che recitiate la Gayatri almeno tre volte al giorno: al mattino, a pranzo ed al pomeriggio. Questo servirà a ridurre gli effetti delle azioni sbagliate che si fanno ogni giorno. È come pagare la merce in contanti invece di comprarla a credito perché non c’è accumulo di debito karmico (risultato delle azioni), in quanto ogni karma (azione) della giornata viene pagato per quello stesso giorno mediante la recitazione della Gayatri. [DD del 17-3-1983]

Il Mantra Gayatri comprende tutti e tre gli elementi che figurano nell’adorazione di Dio: descrizione, meditazione e preghiera. Le prime nove parole del Mantra rappresentano gli attributi del Divino: Om Bhur-Bhuvah-Suvah Tat Savitur Varenyam Bhargo Devasya. Dhimahi riguarda la meditazione (dhyana). Dhiyo yo nah Prachodayath è la preghiera al Signore. Il Mantra è, quindi, una preghiera a Dio affinché ci conferisca tutti i poteri e talenti.

La Gayatri allevia ogni malattia
(Sarvaroganivarini Gayatri).

La Gayatri tiene lontana ogni sofferenza
(Sarvaduhkha parivarini Gayatri).

La Gayatri appaga ogni desiderio
(Sarvavancha phalasri Gayatri).

La Gayatri elargisce tutto ciò che benefico. In chi canta il Mantra Gayatri si manifesteranno vari tipi di potere.
Ne consegue che il Mantra Gayatri non dev’essere trattato con superficialità.

Di solito la Gayatri si recita all’alba, a mezzogiorno ed al tramonto. Ma essendo Dio oltre la temporalità, possiamo recitare il Mantra in qualsiasi ora e ovunque. Sai Baba ci esorta a recitarlo la sera prima di andare a dormire e la mattina quando ci svegliamo, ma anche mentre facciamo il bagno: così che, mentre l’acqua ci purifica il corpo, il Mantra purifica la nostra mente.
L’invocazione alla divina Gayatri attraverso la recitazione costante e devota del Mantra, illumina l’intelletto del praticante, aprendogli le porte della comprensione, della verità dell’umiltà e della liberazione.La sua potente energia porterà all’adepto salute,radiosità,coraggio,armonia, conferendogli inoltri i poteri riservati ai saggi e agli illuminati.

[…]Nella recita del Mantra Gayatri si dovrebbe far mente locale sul fatto che tutto è in ciascuno di noi e sviluppare, quindi, fiducia nel Sé. L’uomo d’oggi è tormentato da un gran numero di ansie perché non si fida del proprio Sé. L’aspirante sul sentiero spirituale è obbligato a misurarsi con le preoccupazioni e le difficoltà per via dei ‘sei nemici’: la lussuria, l’ira, l’avidità, l’infatuazione, l’orgoglio e l’invidia. Egli deve vincerli. […] L’essere umano è essenzialmente divino, ma tende a dimenticare la propria divina origine. Il Mantra Gayatri è sufficiente a proteggere la persona che lo canta, poiché esso incarna tutte le potenze divine. È un requisito che non deve mancare ai giovani, perché assicura loro un futuro brillante e fausto. I giovani studenti sono i cittadini e i governanti del domani; perciò essi devono sviluppare pensieri puri e nobili. Anche i genitori dovrebbero nutrire ed incoraggiare una simile crescita. […] Cantate la Gayatri il più spesso possibile. Se la cantate quando fate il bagno, esso ne verrà santificato. Cantatela pure prima dei pasti e il cibo diverrà un’offerta a Dio. Sviluppate devozione per Dio con tutto il cuore!
[Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, dal Discorso Divino del 30.09.1981, Prasanthi Nilayam; Ed.Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam]

CARI AMICI, PRENDIAMO L’ABITUDINE DI CANTARE QUESTO SACRO MANTRA! I BENEFICI CHE AVREMO SARANNO DAVVERO TANTI!

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Giu
04
2014
6

DIO DEGLI DEI – CANZONE

il mio dipinto di baba ad olio - il primo

CARI AMICI, OGGI CONDIVIDO CON VOI QUESTA MIA CANZONE, INSIEME AL DIPINTO CHE GIA’ CONOSCETE.
Vi abbraccio! buon ascolto!

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Giu
03
2014
1

IL PICCOLO SAI BABA: SCHERZI, PRODIGI E MERAVIGLIE

copertina IL PICCOLO SAI BABA
Cari amici, oggi vi propongo un altro capitolo del libro che ho scritto intitolato: “Il Piccolo Sai Baba” (Mother Sai Publications).

I miracoli e le meraviglie non possono venire
spiegati dalla scienza: a Me sono così naturali che
Mi diverto quando li classificate come miracoli.
Baba

Una sera, mentre Swami si incamminava con i devoti verso le rive del fiume, improvvisamente scomparve. Si udì la Sua voce: “Sono in cima alla collina! GuardateMi, vi mostrerò il sole!”.
I devoti pensarono: “Come può farci vedere il sole se è appena tramontato?”.
Tutti videro spuntare dei raggi infuocati da dietro la testa di Baba. I raggi divennero sempre più intensi ed emanavano un calore così forte che i devoti iniziarono ad urlare: “Swami! Basta! Fa troppo caldo!”.
Finalmente il calore diminuì, lasciando frastornati tutti i presenti.
Poi si udì nuovamente la voce del Signore provenire dall’alto della collina: “Ora vi farò vedere la luna!”.
Questa volta dietro la Sua testa si videro dei raggi color del miele, poi questi diventarono sempre più bianchi. La temperatura si abbassò di colpo ed i devoti incominciarono a tremare dal freddo, allora gridarono: “Swami! Fa troppo freddo!”.
Dopodichè la temperatura ritornò normale.
Un’altra volta annunciò: “Ora vi farò vedere il terzo occhio, l’occhio della saggezza”.
All’improvviso si vide la testa di Baba gigantesca, come a coprire tutto il cielo. I devoti guardavano stupefatti. Dalla Sua fronte, fra le sopracciglia, iniziarono ad uscire delle scintille abbaglianti.
Qualcuno svenne. Gli altri, spaventati, cercavano Baba perché non Lo vedevano più.
Non sapendo cosa fare alcuni iniziarono a piangere. Allora Egli apparve improvvisamente in mezzo a loro: “Perché piangete?”, chiese loro. Ma essi, non sapendo cosa rispondere, restarono zitti ad abbracciarLo, felici di averLo ancora fra loro.
Lentamente gli svenuti si ripresero.
“Cosa è successo Swami? Stai Bene? Perché non Ti abbiamo più visto lassù?”.
Baba rise e per rincuorarli materializzò della vibhuti che distribuì a tutti i presenti.

Altre apparizioni del genere avvennero in diverse occasioni.
A volte i devoti vedevano nel cielo una ruota di luce con la testa di Sai Baba nel centro! La luce era così intensa che era impossibile, per i ragazzi, tenere gli occhi aperti.
Il Giovane Sai qualche volta assumeva proporzioni gigantesche, simili a quelle del gigante Golia, tanto che gli alberi a malapena Gli arrivavano alla vita.
Talvolta si udiva la Sua risata cristallina provenire dall’alto, e nel guardare in su per cercarLo si vedeva splendere il Suo volto nella luna piena!
A volte assumeva le fattezze delle varie forme divine: Krishna, Shiva, Devi Mahalakshmi, ecc. Qualche volte appariva come Shirdi Sai Baba e qualcuno ha persino potuto abbracciarLo in quella Forma.

Dopo queste apparizioni da lasciare senza fiato, all’improvviso Lo si vedeva passare alle innocenti esibizioni di un bambino. Strappava ad uno ad uno i petali di un fiore e questi si trasformavano in caramelle alla menta! I devoti, anch’essi come bimbi, le prendevano tutti contenti; ma quando le caramelle erano nelle loro mani, queste stesse diventavano dei dolci, uno diverso dall’altro. Che emozione! Che gioia! Quante risate! Il Giovane Guru non smetteva mai di stupire ed inebriare con i Suoi Giochi Divini.

Sai Baba amava fare delle vigorose nuotate in un lago vicino. Era sorprendente quanta forza avesse un Ragazzino così magro! Buttava in acqua i bambini e scherzava con loro. Spesso rimaneva sott’acqua per tanto tempo, senza mai riemergere. I devoti si spaventavano temendo di perdere il loro Adorato Tesoro, ma quando erano proprio nel panico, riemergeva con un grosso sorriso.
Talvolta sospendeva un’asse fra i rami di un albero, accanto al lago, e faceva l’altalena. Un giorno l’asse si coprì di fiori fra i quali stava seduto, non il giovane Sai, ma il Piccolo Krishna! Persino chi era riuscito a sostenere il bagliore della Sua luminosità durante il “darshan della luce”, si sentì venir meno, sopraffatto dall’intenso fulgore che emanava dal Piccolo Sai-Krishna.

In vena di scherzi, un giorno Sathya sfidò una squadra di pugili a muovere tutti insieme la Sua mano; non essendovi riusciti, se ne andarono mortificati.
Una variante dei Suoi prodigi consisteva nell’apparire, ad alcuni fra i tanti presenti, sotto un diverso aspetto, mentre tutti gli altri Lo vedevano nella Sua Forma abituale. I fortunati, commossi sino alle lacrime, suscitavano non poche perplessità, negli altri che non avevano visto nulla di particolare.

Un devoto Gli chiese un giorno di mostrargli qualche miracolo. Baba, allora, lo chiamò insieme ai componenti della sua famiglia e si offrì di mostrar loro le dieci incarnazioni di Vishnu, i dieci Avatar di cui parlano le antiche scritture Indù. Quando apparve la terribile forma di Narashima, gridarono spaventati: “Basta! Basta!”, e Baba si placò.
La visione delle forme dei dieci Avatar fu concessa anche ad un altro signore. Baba lo condusse al fiume: “Caro, guarda la tua immagine riflessa nell’acqua!”.
L’uomo, stupito, vide per primo lo stesso Sathya Sai Baba, poi soltanto l’aureola dei capelli che circondano la Sua testa, e poi ancora tutti i dieci Avatar, nell’ordine in cui sono menzionati nelle sacre scritture. Il Kalki Avatar, l’ultimo profetizzato dalle Sacre Scritture che tutti gli induisti aspettavano, aveva la forma dello stesso Baba!

Il libro suddetto è stato redatto consultando i seguenti testi:

 Discorsi di Bagawan Sri Sathya Sai Baba datati 20 ottobre 1990, 6 maggio 1998, 11 settembre 1998, 14 febbraio 1999, 17 ottobre 1999, 18 ottobre 1999 e 5 ottobre 2003;
 Colloqui – Ed. Mother Sai Publications;
 Discorsi 1988/89 – Vol. I e II – Ed. Mother Sai Publications;
 Prema Dhaara – Ed. Milesi;
 Tu sei l’unico mio rifugio – Anyatha Saranam-Nasthi – Ed. Sri Prema Sai Printers;
 La voce dell’Avatar – Parte I e II – Ed. Milesi;
 Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è Amore – Ed. Mediterranee;
 Al di là della mente – Stefanini – Ed. Milesi;
 L’uomo venuto dal cielo – Rosati – Ed. Milesi;
 Il Cristo è tornato – Rosati – Ed. Milesi;
 Un sacerdote incontra Sai Baba – Mazzoleni – Ed. Macropost;
 La vita di Sai Baba – Vol. I, II, III e IV – Kasturi – Ed. Mother Sai Publications;
 Sai Baba fiamma d’Amore – Ganapati – Ed. Mediterranee;
 Iswaramma – Kasturi – Ed. Milesi;
 Sai Baba la divinità vivente – Balu – Ed. Eco;
 L’uomo dei miracoli – Murphet – Ed. Mother Sai Publications;
 Vangelo di Giovanni 14,30 e 16,12-15.

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