Mag
10
2014
1

SERVIZIO ED EVOLUZIONE

 

mio dipinto di baba ad olio- il secondo

 

Cari amici, oggi vi parlo di servizio, del suo valore, del suo potere. M prima di tutto lascio la parola al Divino Maestro. Buona lettura!

Il servizio è la vera essenza della devozione a Dio, il vero respiro del devoto, la sua vera natura. Nasce dall’esperienza reale del devoto, un’esperienza che lo convince che tutti gli esseri sono figli di Dio, che ogni corpo è un altare su cui c’è Dio, che ogni luogo è la sua residenza (Discorsi di Sathya Sai, Vol. V, pagg.5, 237)”.

“Dio non vi chiederà quando e dove avete fatto servizio. Domanderà invece per che motivo lo avete fatto e quale era l’intenzione che vi ha indotto a farlo. Potete pesare il servizio e vantarne la quantità. Ma Dio cerca la qualità, la qualità del cuore, la purezza della mente, la santità della motivazione( Discorsi di Sathya sai, Vol.XI, pag.195)”.

“Il servizio reso all’uomo aiuta a far sbocciare al Divinità, perché rallegra il vostro cuore e vi fa capire che la vostra vita ha un significato. Servire l’uomo significa servire Dio, Poiché il Signore è in ogni uomo e in ogni essere vivente, in ogni pietra e in ogni tronco (Discorsi di Sathya Sai, Vol. IV, pag.178)”

“Se l’individuo si illude di salvare gli altri, guai a lui perché gli altri non esistono. Tutto è Uno; la sofferenza di uno è la sofferenza di tutti. La pecca maggiore è l’ignoranza dell’uomo. Se egli fosse saggio, saprebbe che tutte le persone sono onde dello stesso oceano. (Discorsi di Sathya Sai, Vol.III, pag.68)”.

Tratto da: ” I sentieri di Dio”  di Jonathan Roof, Edizioni Eco.

Amici cari, per capire bene a chi è rivolto il servizio che svolgiamo, soffermiamoci ancora sul  concetto fondamentale del Messaggio di Sai Baba, che è l’identificazione del Sé interiore con Dio.

Il substrato, la Fonte, l’Energia di ogni cosa creata è Dio. Egli è, quindi, immanente in ogni atomo, in tutto ed in tutti.

Sai Baba riassume questo concetto con queste parole:  TUTTO E’ UNO ,TUTTO E’ DIO.

Con questa consapevolezza metafisica, un’altra Sua famosa frase: “Ama tutti e servi tutti!”, e la famosa frase di Gesù: “Ama il prossimo tuo come te stesso!”, acquistano un profondo significato: quando amiamo e serviamo gli altri, serviamo in realtà noi stessi, serviamo Dio Stesso che è in ognuno di noi.

Il servizio altruistico, con questa conoscenza e consapevolezza, acquista un altro valore.

Non c’è un “io” che aiuta un “altro”. Gli altri sono in realtà noi stessi, solo con un altro nome ed un’altra forma.

Tutti noi abbiamo sperimentato che quando aiutiamo un sofferente anche noi siamo felici, perché la gioia altrui è la nostra stessa gioia.

Con questa consapevolezza non può esistere una forma egoica di superbia nell’aiutare gli altri: da un punto di vista metafisico non esiste separazione fra noi e gli altri.

Grazie! Grazie! Grazie alla fisica quantistica!  Finalmente sta unendo scienza e spiritualità! Ciò che da millenni è sempre stato scritto nei Veda (le più antiche sacre scritture della Terra, dalle quali hanno avuto origine tutte le successive) è finalmente materia di studio e sperimentazione degli scienziati. Ciò che la fisica quantistica sta scoprendo oggi, è ciò che tutti gli Avatar , i saggi e gli  illuminati di sempre ci hanno insegnato. Il termine “Entanglement” (in italiano aggrovigliamento), in fisica quantistica sta ad indicare che fra noi non c’è separazione.

Cosa ci insegnano, in sintesi, i Veda?

L’UNO, cioè Dio, si è diviso nei molti (Big Ben) ed ha preso innumerevoli forme; ma poi, tutte queste forme torneranno all’UNO. Ecco perché così si chiama l’Universo: perché tutti stiamo tornando verso l’UNO, o meglio: stiamo tornando alla consapevolezza di essere UNO.

I corpi possono quindi essere differenti, ma l’Energia Divina che li anima è la Stessa come è l’unica energia elettrica ad accendere tutte le lampadine di una casa.

Ovviamente non tutte le lampadine esprimono la stessa potenza luminosa: ci sono lampadine da 25 watt ed altre da 100. Ci sono piccoli lampioni nelle strade e fari che illuminano a giorno gli stadi, ma l’energia elettrica che li accende è la medesima.

Allo stesso modo in ogni cuore di ogni creatura alberga il Sé, la Scintilla Divina.

Anche Gesù, ci aveva ricordato che il regno di Dio è dentro di noi. Finalmente anche la scienza è arrivata a comprendere che nel microcosmo c’è il macrocosmo, e viceversa. Per questo ciò che facciamo agli altri lo facciamo a noi stessi e a Dio.

Facciamo un’altra analogia: paragoniamo Dio all’Oceano e le sue singole gocce alle anime individuali. Le gocce, evaporando, diventano nubi, pioggia, rigagnoli, torrenti, fiumi, ed infine ritornano ad immergersi nell’Oceano, riperdendo la coscienza individuale.

Ogni goccia dell’Oceano è della sostanza di tutto l’Oceano, e ogni uomo è fatto della stessa sostanza del Padre. Ma quando un’anima prende un corpo fisico perde la consapevolezza di essere un tutt’uno con il Tutto.

Se riempiamo d’aria un palloncino, l’aria contenuta nel palloncino è la stessa che c’è ovunque, ma si sente separata dal resto, proprio perché quel sottile strato di gomma che ha preso un nome (palloncino) ed una forma (sfera), la fa sentire separata, rinchiusa e limitata.

Il palloncino rappresenta l’ego: l’illusione che ci fa sentire separati dal tutto.

Possiamo paragonare l’ego, come diceva Sai Baba, al codino del girino: gli serve finché non cresce. Senza il suo codino il girino morirebbe. Ma quando diventa adulto e si trasforma in rana, il codino non gli serve più, anzi, gli è di intralcio e per questo si stacca.

La coscienza egoica serve per far tutta una serie di esperienze e anche salvaguardare la propria incolumità fisica. Ma quando l’anima è evoluta, l’ego diventa il suo peggior nemico, perché gli impedisce la fusione con il Tutto, il ritorno all’UNO.

Quando prendiamo un corpo fisico con un nome ed una forma individuale che ci contraddistingue, dimentichiamo Chi siamo in realtà.

L’argilla è la sostanza di cui sono fatti i vasi di dimensioni e forme diverse. Quando le mani del Grande Artista (Dio) finiscono di plasmare il vaso, quest’ultimo dimentica di essere argilla e si immedesima con la forma che ha appena assunto ( con il corpo fisico) e da qui nascono tutte le difficoltà, i dolori e le miserie umane. Noi tutti dovremmo sempre identificarci con il nostro Sé: la scintilla divina in noi, mai con il corpo che è solo un veicolo, un’automobile per l’anima.

Più un’anima è evoluta, più esprime Amore Divino, più riconquista la consapevolezza dell’Unità con Dio, perché annichilisce il proprio ego. E’ come se una tale anima avesse bucato da tempo “quel palloncino”, di cui parlavamo prima, che fa sentire separati i normali esseri umani.

Un’anima elevata che ama incondizionatamente, che vive costantemente nel pensiero di Dio, nella misericordia, nella compassione e , quindi, nell’empatia con tutti, non ha più barriere che la possano limitare.

Quando una creatura diventa consapevole di ciò che è in realtà, la forma assunta non le impedisce più di immedesimarsi con ciò che è sempre stato e sempre sarà.

Un Avatar è un realizzato in vita, cioè Colui che vive costantemente nello stato di piena consapevolezza della Propria Realtà Divina.

Un Tale Essere è libero dai limiti dello spazio-tempo di questa dimensione terrestre e lo dimostra con le Sue Capacità Divine.

Alla luce di quanto sopra esposto, cosa significa, quindi, evoluzione? Significa ricordarsi sempre più chi siamo.

Tutti viaggiamo da noi stessi verso noi stessi. La strada è solo una metafora per indicare il processo della rimembranza. Gli Avatar, i Maestri Spirituali vengono per ricordarci la Verità su noi stessi.

Non pecca di mancanza di umiltà chi ricorda a se stesso di essere un tutt’uno con Dio, anche perché un tale saggio sa che ogni uomo, ogni creatura è un’Incarnazione di Dio, non certo solamente lui! Per questo  ama,  onora  e  rispetta tutti.

Sappiamo che il pensiero è uno strumento potente. Non riusciamo a manifestare la nostra Divinità se pensiamo di essere separati da Dio, se Lo immaginiamo lontano e irraggiungibile. Per questo Sai Baba ci diceva che il mantra più proficuo era quello di ripeterci: “ Io sono Dio, Io non sono diverso da Dio”.

Poiché siamo tutti Incarnazioni Divine la capacità di manifestare le qualità divine è insita in noi, ma dipende dal grado di consapevolezza (rimembranza) raggiunto.

Il bambino di un anno ha , in potenza, la capacità di andare in bicicletta, di disegnare e fare tutto ciò che fa la madre. Egli seguendo sempre la madre, osservandola ed emulandola, col tempo imparerà a fare ciò che lei fa.

L’Avatar, quando scende sulla Terra, è per noi la Madre venuta ad insegnarci, venuta perché potessimo seguirla ed emularla.

L’Avatar è una Forza spirituale così Potente, è un Amore così travolgente che ci trasforma e ci innalza alle Altezze Divine.

 

 

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Mag
09
2014
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IL PICCOLO SAI BABA : L’INCENDIO DOMATO

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Cari amici , oggi riporto un altro capitolo tratto dal libro da me scritto intitolato : “Il Piccolo Sai Baba” – Edizioni Mother Sai.

Questo capitolo è tratto dallo stesso racconto di Swami , fatto durante alcuni Suoi discorsi.

Buona lettura!

Anche se il cielo e la terra

si unissero opponendosi a Me,

la Mia Verità resterà incontaminata.

Baba.

 

Nel villaggio c’erano dei malviventi che non sopportavano che un ragazzino alto poco più di un metro fosse così amato ed ammirato. Un giorno irruppero nella stanza di Sathya. Insieme a Lui c’erano anche dieci bambini, dai sei ai nove anni che stavano sempre con lui.

Quei malvagi pensarono: “Ecco qui questo famoso Raju! Vediamo come sa proteggere la verità! Vediamo come sa proteggere Se Stesso!”.

Quella notte i bambini dormivano nella veranda, mentre Sathya era nella stanza. I malviventi chiusero a chiave la porta e diedero fuoco alla stanza.

I bambini gridarono impazziti: “Raju, Raju, Raju!!!”. La porta era ermeticamente chiusa e non c’era alcuna possibilità di aprirla; le finestre avevano le sbarre di ferro, quindi era impossibile uscire dalla stanza. Il Piccolo Sai aprì le ante della finestra e, con un grosso sorriso, disse ai bambini: “Non preoccupatevi! Il Dharma (la rettitudine), quando protetto, protegge. Il Dharma, quando distrutto, distrugge. Il Dharma protegge chi lo protegge e distrugge chi lo distrugge! Noi stiamo proteggendo la Verità e la Verità ci proteggerà. Sviluppate anche voi questa ferma fede”. Disse tutto questo con un dolcissimo sorriso.

I bambini chiusero gli occhi e cominciarono a ripetere: “Raju, Raju, Raju …”, come fosse un mantra. E quella ripetizione divenne il “Namasmarana”, cioè la ripetizione del nome di Dio. Gli abitanti del villaggio accorsero spaventati, attirati dal fumo e dal bagliore delle fiamme. Erano terrorizzati per il Piccolo Sai!

Le fiamme divamparono in un baleno, poiché la casa aveva il tetto di paglia. L’incendio era tremendo. Ma, improvvisamente, si mise a piovere a dirotto! Da dove venne tutta quell’acqua? Si scatenò un diluvio solamente sopra la capanna in fiamme; in nessun’altra parte pioveva!

Impossibile descrivere la gioia dei bambini! ‘Raju, Raju, Raju … che miracolo è mai questo? Eravamo così terrorizzati, siamo stati così male! Non possiamo vivere senza di Te!”. Sathya li chiamò nella stanza e diede loro della frutta da Lui materializzata.

“Chi ha portato qui tutta questa frutta? Da dove viene? Chi Te l’ha data?”, incalzarono i
bambini.
”Perché vi preoccupate di questo? Pensate invece a mangiare!”.

Chi assistette alla scena pianse di gioia, gridando: “Miracolo! Miracolo!”. L’amore ed il rispetto per Sathya crebbero ancora di più.

L’episodio giunse alle orecchie di Subbamma. Questa era una donna molto forte, di grande e nobile carattere; per lei Sathya era la sua stessa vita. Quando seppe cosa era successo, non si diede pace. “Chi sono questi criminali che hanno cercato di uccidere Swami nel cuore della notte? Chi sono?”.

Dopo un’indagine accurata alla fine scoprì i colpevoli. Subbamma, che era la proprietaria di tutte le terre del villaggio, disse allora ai malviventi: “Da domani lascerete le mie terre. Da domani nessuno più dovrà vedere in paese le vostre facce. Non c’è posto in questo villaggio per criminali simili!”.

Subbamma fu molto dura nell’accusarli. Sathya, che era presente alla scena, prese la sua mano e le disse con fermezza: “Subbamma, queste persone non devono passare dei guai

per causa Mia. Anche se hanno commesso un errore, devono essere perdonati. Per favore, non cacciarli via!”.

I malviventi si inginocchiarono davanti al Piccolo Guru chiedendo perdono per ciò che avevano fatto. Ormai, avendo assistito al miracolo della pioggia, si erano resi conto che Quel Famoso Ragazzino era veramente Divino.

Più volte Sai Baba ha detto che è venuto per correggere i malvagi, non per eliminarli. Questo Suo compito, iniziato fin dalla Sua tenera età, continua ancora oggi. Non si contano i cuori trasformati dalla Sua Grazia e dal Suo Amore!

Dopo questo episodio tutti i bambini sollevarono Stahya e Lo portarono in spalla. Due di loro, molto alti, Lo alzarono e Gli dissero: “Tu sei veramente Grande. Nella Tua vita precedente sei stato sicuramente un Grande, altrimenti non potresti possedere adesso queste nobilissime virtù! Grazie a Te, un po’ per volta, questo villaggio crescerà sempre più in reputazione e fama”.

Subbamma prese la parola: “Credete che sia solo un Bambino Piccolo? Oh no! Non è solo un Bambino. Egli è come il tuono! Come potete comprendere la Sua Sacra Pura Persona?”.

Da quel giorno in poi, Subbamma non permise più a Sathya di allontanarsi da lei, e così Egli andò ad abitare a casa sua. Se Raju era con lei, allora dormiva; se Raju non c’era, non riusciva a prendere sonno

Tratto dai seguenti discorsi:

  • Discorsi di Bagawan Sri Sathya Sai Baba datati 20 ottobre 1990, 6 maggio 1998, 11 settembre 1998, 14 febbraio 1999, 17 ottobre 1999, 18 ottobre 1999 e 5 ottobre 2003.

 

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Mag
07
2014
1

SAI BABA: QUANDO DIO SI FA CARNE

il mio dipinto di baba ad olio - il primo

Cari fratelli, ho già pubblicato un lungo articolo che parla del concetto di Avatar e Purnavatar.  Ripropongo questi stralci perché sempre ottimi spunti di riflessione. Buona lettura! Un abbraccio!

Quando un’anima con la piena Consapevolezza Divina ritorna in una forma umana per risollevare le sorti dell’umanità, dimostra fin dalla nascita tutti i pieni poteri divini , così come descritti dalle scritture vediche. Questo è il concetto di Purnavatar che fin dalla nascita è completamente consapevole della Propria Divinità e per questo non ha bisogno di una disciplina spirituale per raggiungere Ciò che è già. 

Come spiega bene la Bhagavad Gita , uno dei testi sacri più famosi dell’Induismo, adorare l’Incarnazione Divina, ci porta ad essere Uno con Lui, a rituffarci nell’Oceano. Quando il Signore prende forma umana, può traghettarci nella dimensione dove Lui è, e farci sperimentare ciò che Lui è. Per questo Egli è sia il Mezzo, sia la Meta: Egli è il Salvatore che di era in era scende con le Sue “scialuppe di salvataggio” quando stiamo annegando.

Ecco le Sue parole:

“Per la protezione del virtuoso, per la distruzione delle forze del male, il Signore si incarna sotto umane spoglie per ristabilire il Dharma  (la rettitudine) , per ottenere la pace e ricondurre la comunità del genere umano sui sentieri del bene. Per ristabilire un’incrollabile giustizia Mi incarno di era in era  (Discorso del 23.11.1968).

Sai è l’Amore. Egli è Amore e Compassione. Incessantemente Egli risiede in tutti i vostri cuori. Affidarsi a Lui significa essere liberi da paure, ansie e dubbi. Egli è Tutto nel Tutto.

Quando dipendete dal Signore dell’Universo perché dovreste temere? (Il mio messaggio è Amore pag.27).

Con una bellissima poesia Sathya Sai Baba spiegò un concetto molto profondo con semplici parole: quello del “gioco di Dio”, del motivo della creazione:  perché l’Uno divenne i molti:

Venite,venite tutti.

Vedete in Me voi stessi…

Perché Io vedo Me stesso in Voi tutti.

Voi siete la Mia Vita, il Mio Respiro, l’Anima Mia…

Voi tutti siete le Mie Forme.

Quando amo Voi, Io amo Me stesso…

Quando amate Voi stessi, Voi amate Me…

Io ho separato Me Stesso da Me Stesso

Per poter essere Me Stesso.

Ho separato me Stesso da Me Stesso

e divenni tutto questo

per poter essere Me Stesso.

Ho voluto essere Me Stesso… vale a dire

L’Incarnazione della Beatitudine, l’Incarnazione dell’Amore.

Questo è ciò che Io sono

ed ho voluto essere questo…

Come potevo essere l’Incarnazione della Beatitudine e l’Incarnazione dell’Amore…

ricevere Beatitudine e dare Beatitudine…

ricevere Amore e dare Amore…

a chi dare Beatitudine…

a chi dare Amore…

 

Così, questo feci…Separai Me Stesso da Me Stesso

e divenni tutto questo.

 

Quante volte ci sarà capitato di pensare: “Come sarebbe bello avere una lampada di Aladino con un Genio nostro amico, o un super eroe che tutto sa, che tutto può!”

In realtà abbiamo sempre posseduto la lampada di Aladino senza saperlo.  L’Avatar è il nostro più grande amico; è nostro Padre, nostra Madre, nostro fratello. Egli è Tutto. Il Suo Amore per noi, come dice Sai Baba, è quello di mille madri ed è sempre pronto ad aiutarci, a tirarci fuori dai guai.

Quando l’Avatar scende sulla terra con un corpo umano, abbiamo una grandissima opportunità. Il nostro rapporto con Dio può essere totale, a tutti i livelli: atmico, telepatico, ma anche fisico! Possiamo parlare con Lui, stringerGli la mano, lasciare che i nostri occhi si sciolgano nei Suoi occhi, colmi d’Amore Infinito.

Possiamo vivere l’emozione della gioia più intensa che si possa immaginare, solo standoGli accanto!

Milioni di devoti in tutto il mondo hanno avuto, come me, questa Grazia, quando Sathya Sai Baba era ancora nel Suo Splendente Corpo fisico; come l’hanno avuta molti discepoli ai tempi di Gesù.

Sai Baba diceva: “E’ un segno d’ignoranza considerare una religione superiore o inferiore ad altre e creare delle differenze  sulla base di questa convinzione. Gli insegnamenti di tutte le religioni sono sacri. Le dottrine fondamentali affondano le proprie radici nella Verità. La Verità dello Spirito è l’essenza di tutte le religioni, è contenuta nel messaggio di tutte le Scritture e sta alla base di tutta la metafisica.

E’ dovere primario dell’essere umano rendersi conto che le vie indicate dalle diverse religioni possono essere varie, ma hanno la stessa meta” (Discorso Divino del 25.12.91).

Egli ci diceva di continuare ad amare Dio nella forma a noi più familiare. Ciò che ci chiedeva non era di essere necessariamente devoti alla Sua Forma attuale, ma al Suo Insegnamento, poiché è proprio questo l’Immenso Dono che è venuto a darci.  E’ lo stesso insegnamento di tutti gli Avatar di tutti i tempi, ma è integrale, non ancora manipolato dagli uomini, o mal tradotto dopo migliaia di anni,  con un linguaggio contemporaneo e adatto all’evoluzione spirituale dell’uomo d’oggi.

Perdere l’occasione di cogliere l’Insegnamento del Dio Vivente, o rifiutarlo, è una grande responsabilità, che si può tradurre in ostacoli , in questa o in altre vite future, al raggiungimento della Verità.

Come Gesù ci ha insegnato, non esiste peccato più grande di quello contro lo Spirito Santo.

Gesù rimproverò ai Farisei il loro rifiuto a credere alla Sua messianicità e alla Sua Divinità. Quando Lo avevano accusato di scacciare i demoni con lo stesso Potere di Belzebù, principe dei demoni, Gesù disse: “Qualunque peccato e bestemmia saranno perdonati agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro” (Mt 12,31).

Gesù, con queste parole, ammonisce i farisei che Lo paragonavano ad un demone, a non disconoscere ciò che è opera dello Spirito Santo. I peccati contro la forma fisica di Gesù sarebbero stati perdonati, ma non quelli compiuti contro ciò che Gesù rappresentava: la Divinità Vivente, lo Spirito Santo che agiva attraverso il corpo fisico di Gesù.

Per coloro che non avessero mai visto i miracoli ed i prodigi operati da Gesù, per coloro che l’avessero oltraggiato in qualsiasi modo, pensando che fosse un uomo come un altro, sarebbero stati perdonati i peccati. Gesù diceva : “Signore perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Ma per chi, dopo aver assistito a miracoli ed atti di Grazia che possono venire solo da Dio,  continua a oltraggiare la Divinità Vivente e quindi lo Spirito Santo che opera in Lui, il peccato non sarà perdonato per tanto e tanto tempo, perché costui si carica di un karma davvero  molto pesante che gli intralcerà per diverse vite la strada verso Dio.

Quando Dio si fa carne, la Sua Parola è Oro Puro; è come l’acqua di un fiume in piena e chiunque può venire a  dissetarsi. Ma questo Fiume di Verità disturba sempre qualche istituzione umana che teme di perdere, con le parole rivoluzionarie dell’Avatar, qualche pecora del proprio gregge,  qualche potere o qualche privilegio; o semplicemente  teme di perdere “il terreno sotto i piedi”, quando si trova a dover mettere in discussione alcune convinzioni, che sono le fondamenta su cui si basa il proprio potere. Per molti è meglio non sapere, che cambiare abitudini, che dover ammettere di aver sbagliato qualcosa. Per molti, la Verità portata dalle Incarnazioni Cristiche, fa veramente paura!

Per questo, purtroppo, la storia si ripete. I sacerdoti del Tempio di Gerusalemme dicevano di Gesù cose scandalose per le nostre orecchie e dolorosissime per i nostri cuori. Hanno permesso che Lo torturassero e Lo ammazzassero. Anche i Suoi discepoli, furono perseguitati ed uccisi.

Krisna fu osteggiato in molti modi per attentare alla Sua vita, e anche Sai Baba, la cui Divinità era sotto gli occhi di chiunque avesse voluto verificare, fu oggetto di diversi attentati alla Propria Vita, che Egli aveva già deciso doveva concludersi a 96 anni (secondo il calendario Vedico lunare).

Poiché non sono riusciti ad ucciderLo, hanno cercato di uccidere la Sua Immagine, infangando il Suo Santo Nome, inventando storie false e calunniose su di Lui.

Alcuni “Giuda”, dietro pagamento di importanti somme, hanno scritto cose inenarrabili che feriscono il cuore di milioni di devoti che dal Maestro hanno ottenuto ogni Grazia.

Ma Il Maestro ci ha sempre invitati ad amare e perdonare anche coloro che trovano diletto nel raccontare calunnie. Tutti sono Suoi figli e non ama di meno i calunniatori e i Suoi detrattori di quanto ami i Suoi  discepoli. Egli sa che un giorno tutti i fiori si schiuderanno, tutti i cuori matureranno e, come i fiori, elargiranno il proprio profumo.

Ma c’è una bella notizia per tutti coloro che non hanno fatto in tempo  a sperimentare la vicinanza al Corpo Divino del Purnavatar: per la prima volta nella storia dell’umanità Egli   ha deciso di venire in una triplice incarnazione!

La prima Incarnazione di Sai Baba avvenne nel 1835 nel villaggio di Patri e lasciò il corpo il 15 ottobre 1918. Visse a lungo a Shirdi, un paese dell’India del Nord, per questo è conosciuto come Sai Baba di Shirdi. Allora pochi conoscevano la Sua vera Realtà di Purnavatar. Era considerato uno dei santi più famosi dell’India moderna. Ma già allora aveva affermato e manifestato la Sua Natura Divina.

Prima di lasciare il corpo, aveva già annunciato ai Suoi discepoli che si sarebbe reincarnato nel 1926 nel villaggio di Puttaparthi nello Stato dell’Andhra Pradesh, e così avvenne come aveva annunciato.

Anche Sathya Sai Baba, prima di lasciare il corpo fisico , e da quando era bambino, aveva annunciato che sarebbe tornato entro otto anni. Si chiamerà Prema Sai Baba e nascerà    nel distretto di Mandhya, nello Stato del Karnataka.

Sai Baba ha materializzato delle immagini del Suo prossimo corpo: avrà la barba ed i capelli lisci e un po’ lunghi. Assomiglierà a Gesù.

Sai significa Madre Divina; Baba significa Padre Divino.  Egli è infatti Padre e Madre di ogni essere.

Sathya Sai Baba ha affermato che quando era a Shirdi era come la madre che prepara la minestra.

Nel Corpo di Sathya (in sanscrito Sathya significa Verità) ha servito ai Suoi figli il cibo preparato per loro; ha detto di chiamarsi Sathya proprio perché è venuto a ricordarci tutta la Verità che è sempre stata scritta nei Veda, ma che avevamo , in buona parte, dimenticato.

Quando ritornerà si chiamerà Prema, che in sanscrito significa Amore, perché durante il Suo soggiorno, come Egli ha detto, in questo Pianeta ci sarà solo Amore, Amore, Amore!

Questo Egli ci ha assicurato. Tornerà, infatti, l’Era dell’Oro annunciata da tutte le sacre scritture e da Sathya Sai Baba Stesso.

 

Auguro a tutti voi di essere pronti ad accogliere il Divino Bambino!

 

 

 

 

 

 

 

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Mag
06
2014
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ISWARAMMA: LA MADRE PRESCELTA DAL SIGNORE SATHYA SAI BABA

FIORI CILIEGIO

 

Carissimi amici, oggi, 6 maggio, si festeggia la Madre dell’Avatar della nostra era:  Baghavan Sri Sathya Sai Baba. Queste parole che seguono sono un tributo ad una donna umile, semplice, pura e colma d’amore che ha avuto un compito difficilissimo: essere la madre terrena della Madre Divina.

Buona lettura!

“Io ho deciso la mia nascita. Io ho deciso mia madre”.

Questo annuncio venne fatto da Bhagawan Sri Sathya Sai Baba il 31.12.1970 durante uno speciale raduno dell’Accademia di Studi Vedici, fondata e diretta dallo Stesso Bhagawan, in risposta ad una domanda dell’editore del “Nav Kaal”, un quotidiano di Bombay.

Al termine dei discorsi con cui benedisse i presenti, Egli chiese: “Avete domande?” e l’Editore osando: “Da quanto tempo lei ha questi segni di Potere Divino?”.

La risposta fu immediata: “Dalla nascita… anzi da molto prima. Io ero a Shirdi come Sai Baba prima di incarnarmi nella famiglia Raju a Puttaparthy.. e prima ancora ero Krisna!”.

“Vuol dire che…”, Balbettò l’editore esterrefatto. “Vuol dire  che…” ,lo interrupe Sai Baba, “Che Io ho deciso la mia nascita.  Che Io ho scelto colei che doveva essermi madre. I comuni mortali possono solo scegliersi il marito o la moglie; ma, come Rama scelse Sua madre, lo stesso fece Krisna. E questo è accaduto anche ora…”

Iswaramma nacque a più di cento miglia di distanza da Puttaparthi, in un luogo chiamato Kolimikuntla. Suo padre era un ardente devoto di Iswara. Iswara rappresenta la massima espressione della compassione di Dio, sempre desideroso di benedire i Suoi devoti. Il Padre, Subba Raju, fece costruire nel villaggio un tempio dedicato a Iswara, dove ogni giorno veniva eseguita la cerimonia di adorazione al Lingam (simbolo sacro) che vi aveva istallato. Quando la bimba nacque la chiamò Iswaramma. Il suffisso femminile “amma” venne aggiunto al nome di Dio. Prediceva la sua gloria futura. Infatti il nome significa “Madre di Iswara”, ossia Madre di Dio.

Il sacro matrimonio fra Iswaramma e Pedda Venkapa Raju, il Padre scelto da Baghawan Sri  Sathya Sai Baba, avvenne quando la ragazza aveva solo 14 anni. Ella arrivò nella famiglia dello sposo come un raggio di sole. La casa di Kondama Raju, suo suocero, la accolse con gioia per il Suo splendido carattere. La casa ospitava non solo i genitori dello sposo, ma anche alcune zie vedove, orfani, zii e cugini perché, anche se la casa era piccola, il cuore era grande.

Iswaramma era troppo giovane per portare il peso di essere la prima nuora di una famiglia così grande, ma, come disse in seguito, il gravoso impegno quotidiano era molto ben ricompensato dall’amore che i suoceri le dimostravano. L suocera era una donna pia e timorata di Dio, alla quale il marito aveva insegnato a  non ferire nessuno, inoltre le sue intense pratiche spirituali e i suoi pellegrinaggi la tenevano troppo occupa per badare alle mancanze delle donne che si occupavano dei lavori domestici, sotto la sua responsabilità.

Iswaramma, dopo due anni di matrimonio con grande gioia della suocera, concepì un figlio; una figlia arrivò alcuni anni dopo, seguita da un’altra figlia. I Raju erano felici,avevano la casa sempre colma di risate, di musica e di preghiere; ma, arrivò anche il tempo del dolore: fu quando Iswaramma ebbe quattro gravidanze, una dietro l’altra, non portate a termine. Quando Iswaramma entrò nell’ottava gravidanza sua  suocera fece  voto di eseguire una serie di preghiere a Sathyanarayana, al fine di essere benedetti dalla nascita di un nipotino.

Anche krisna era stato l’ottavo figlio dei suoi genitori.

Un giorno di molti anni dopo, mentre Sai Baba era seduto, circondato dai Suoi devoti, venne improvvisamente interrotto da un pandit molto erudito nei Purana. L’uomo aveva sentito il repentino impulso di  fargli una domanda: “Swami! La Tua Incarnazione è stata una Pravesa (un’entrata) o una Prasava (fecondazione umana)?”

Sai Baba si volse verso Sua Madre che Gli era seduta di fronte e le disse: “Racconta cosa accadde quel giorno vicino al pozzo dopo che tua suocera ti aveva avvertita!”

E Iswaramma raccontò: “Mia suocera aveva sognato Sathyanarayana che le aveva detto di tranquillizzarmi se mi fosse accaduto qualcosa di strano, perché ciò che sarebbe accaduto era il Volere di Dio”, poi continuò: “… e quella mattina, mentre ero al pozzo a prendere l’acqua, una grossa palla di luce azzurra rotolò verso di me, la sentii penetrare in me e caddi.”

Sai Baba si girò verso il Pandit e gli disse: “Ecco la risposta! Io non sono stato concepito.”

Durante la gravidanza si ebbero i primi segni della Divinità del Bambino che Iswaramma portava in grembo. Durante la notte gli strumenti musicali che si trovavano in casa, suonavano una musica dolce e delicata, senza che nessuno li toccasse.

Dalla nascita in poi i prodigi si susseguirono ininterrottamente. Iswaramma dovette fare un grande sforzo: quello di tramutare il suo amore materno in devozione a Dio.

Quante gioie, ma anche quante pene e quante ansie le procurava la sua posizione di Madre del Maestro Universale! Più la popolarità del suo Bambino aumentava,  più compiva riti contro il malocchio e l’invidia che secondo lei avrebbero potuto nuocere a Quel Suo Figlio tanto speciale. Avrebbe preferito che fosse stato un Bimbo come tutti gli altri. Ma presto accettò quella sua grande responsabilità: essere la Madre di un’Incarnazione Divina.

Era troppo umile, troppo modesta per accettare i tributi che la folla sempre più grande le offriva. Allora era una donna di mezza età, semplice, povera, mite e compassionevole. Accoglieva con tanto amore tutte le richieste di aiuto ch le donne del villaggio le facevano. Poi Lei, con il cuore gonfio di pena, andava da Sathya, chiedendoGli di benedire quelle povere anime sofferenti. Poiché le sue richieste venivano da un cuore puro e colmo di compassione, il Signore l’accontentava, risolvendo casi impossibili.

Iswaramma non sopportava di vedere le donne incinta, i malati, i vecchi e bambini, che per avere cure mediche dovevano percorrere molte miglia di strada. Per questo chiese al suo Divino Figlio di costruire un ospedale nel villaggio.

Fu così che Baghawan fece costruire il primo ospedale di Puttaparthy, seguito, diversi anni dopo, (nel 1991) dal Super Speciality Hospital. Fu sempre la Madre a chiedere a Sai Baba  di costruire anche una scuola per tutti i bambini del villaggio. Non sopportava di vedere quei piccini fare miglia di strada, sotto la pioggia o il sole cocente, per andare alle lezioni. Dopo la prima scuola il Divino Maestro fece costruire scuole di ogni ordine e grado, fino alle specializzazioni post universitarie.

Fu sempre dietro richiesta di Iswaramma che Sai baba portò l’acqua potabile a Puttaparthi  e in migliaia di altri villaggi indiani.

Swami diede assistenza medica, formazione scolastica ed acqua potabile gratuitamente perché spettano di diritto ad ogni essere umano, per il solo fatto di esser nato.

Sai Baba, nei Suoi discorsi, durante il giorno della festa della donna, pone sempre enfasi nel ricordare come Egli abbia voluto rispondere alle preghiere pure ed altruistiche della Madre, che Egli porta sempre ad esempio di donna esemplare.

Malgrado, come ogni altra donna indù, Iswaramma avesse dimestichezza con le antiche leggende, le danze e i canti folcloristici  e i racconti delle avventure di Krisna e Rama, le ci vollero molti anni di attenta ed intima osservazione, e centinaia di misteriosi segni e prodigi per convincersi che il Bambino che lei voleva proteggere dalle invidie e dal malocchio era, in realtà, la Madre Divina che tutti protegge.

A Iswaramma venne assegnato un compito quasi impossibile per un’umile analfabeta: quello di espandere la sua consapevolezza oltre la cerchia delle colline, oltre la barriera delle tradizioni , dei tabù, delle usanze e delle caste. Gravata dal prestigioso e comprensibile orgoglio di essere portatrice della più preziosa Maternità cui ogni donna potrebbe aspirare. Malgrado i suoi sforzi, ella non riuscì a sottrarsi a tutti gli omaggi che le venivano offerti da ogni continente. Anche in questa difficile situazione, lei, come tutti gli altri devoti ansiosi di ottenere la Sua Grazia, dovette faticosamente arrancare lungo il sentiero interiore che conduce dalla molteplicità all’Unità, dalla dispersione alla concentrazione e alla meditazione, dall’egoismo al distacco, dalla passione alla serenità, dall’indifferenza all’amore che cura e coinvolge, dall’illusione al Creatore. E tutto questo mentre era occupata come madre e come nonna, sia nella famiglia Raju che con la planetaria famiglia SAI, sempre in continuo aumento, con tutti i suoi credo ed i linguaggi multirazziali.

Come Madre, il Suo amore doveva avvolgere proteggere tutti in modo totale. Fu soprattutto grazie agli insegnamenti e alla Grazia del Suo Divino Figliolo che Ella ebbe successo in questo compito d’espansione e d’amore profondo.

Non c’è da meravigliarsi che il Signore abbia risposto : “Vengo!” quando la Madre, con il suo ultimo respiro invocò la Fusione: “Swami! Swami!”; l’Onda che era sorta in

risposta al Volere Oceanico fu invitata dalla stessa Volontà a reimmergersi in essa.

 

(Tratto dal libro: “Iswaramma” scritto dal Prof. N. Kasturi – Edizioni Milesi)

 

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Mag
04
2014
-

UNA POESIA DI SAI BABA: FIGLI DELL’IMMORTALITA’

 

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Cari fratelli, oggi una poesia bellissima del nostro Maestro. Nessuna mia parola può essere aggiunta a questa Meraviglia!

Figli dell’immortalità!

Ricordate che voi siete stati creati

a Mia immagine e somiglianza. Perfetti!

 Vivete all’altezza di questa immagine,

in ogni senso, a tutti i Livelli,

vivete come Maestri!

 

Camminate sulla Terra a testa alta

con gli animi innalzati,

i vostri cuori aperti all’amore;

credete in voi stessi e al Dio che è in voi.

Allora tutto andrà bene.

 

La Terra non è altro che

la Manifestazione del mio Essere,

fatta della mia stessa Vita!

 

Ovunque voi guardiate, Io sono là.

Ovunque voi camminiate, lo sono là.

Chiunque voi incontriate, Io sono quella persona.

Io sono in ognuno, in tutto il Mio Splendore.

 VedeteMi ovunque.

ParlateMi ed amateMi,

lo sono in ognuno di voi.

 Allora, da Ciascuno, risponderò

e vi condurrò nella Gloria.

Voi non potete vederMi in un luogo

e non in un altro, perché Io riempio lo spazio.

 

Voi, non potete sfuggirmi

o fare qualcosa di nascosto,

poiché per Me non vi sono segreti.

 

Vivete… Vivete… Vivete… in perfetto accordo

con le Mie Leggi e otterrete cose meravigliose!

 

Ora, riflettete.. è l’errore ad ostacolare

il fluire dell’essenza del Mio Essere

attraverso di voi?

In questo preciso momento

chiedeteMi di rivelarvi i vostri errori

nel silenzio della vostra meditazione.

 

Lasciate che i vecchi ricordi riaffiorino in voi

dal Mio subconscio che è in voi…

Vecchi modelli…

Vecchi pensieri e sentimenti dimenticati.

 Ora, immergeteli nell’Oceano della Luce,

estingueteli dalla coscienza,

affinché possiate divenire

i Veri simboli del mio Essere

 Adesso,

visualizzate la mia Fiamma che arde,

che s’innalza sempre di più,

che arde attraverso di voi.

 

E’ una fiamma che rinfresca,

Purifica e guarisce,

Lenisce il dolore nascosto…

e vi Lascia calmi e quieti.

 

Confidate nel Mio Amore.

Lasciate che tutto quello che siete stati,

durante le vostre molte vite passate,

sino ad oggi, si dissolva nella Mia Luce che Libera.

 

Figli del mio Essere!

Dissolvete i vostri dispiaceri e le vostre paure in Me.

Lasciate che Io cancelli tutto il vostro Karma.

 

Ritornate alla Mia Coscienza,

che è la vostra Stessa vera coscienza.

Lasciate che i vostri insignificanti sé umani

svaniscano, adesso, mentre venite a Me,

a Colui che è il vostro Sé Interiore.

 

Ora voi siete il Mio Glorioso Sé…

Non più separati da Me.

Scioglietevi in Me… Immergetevi in Me…

Divenite Me!

 

Baba

(Prema Dhaara – Una collezione di lettere da Sathya Sai Baba ai Suoi studenti – Ed. Milesi – pagg. 11, 12 e 13).

 

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Mag
02
2014
7

SAI BABA CI PARLA

 

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Cari amici, oggi condivido con voi altre parole del Maestro che, come sempre, toccano molto il mio cuore, riempiendolo di commozione e gratitudine.

Vi lascio alla Sua Preziosissima Parola:

 

“La totalità dell’Energia Divina è venuta come Sai, per risvegliare la Divinità addormentata in ogni essere umano. Io non vi abbandonerò; sono venuto ad aiutarvi. Non abbandonerò mai il mio dovere verso i miei figli, ma sarò molto grato ad ogni mio figlio che mi aiuta nel mio compito.”

“Poiché l’influsso straordinariamente potente di Sathya Sai si è diffuso in tutto il mondo, molte persone affette da invidia e avidità di denaro inventano varie storie per denigrare e diffamare la cultura dell’India. La mente invidiosa sarà sempre impegnata nel male. E’ stato così sempre, in ogni epoca in cui il Divino è venuto fra l’umanità. Ma nonostante simili manovre. La missione di Sai non vacillerà, il trionfo non potrà tardare.

Avrai certamente letto qualche libro sulla vita dei santi o degli esseri divini e avrai notato di quali terribili menzogne e accuse furono vittime! Questo è sempre stato, ovunque, il destino delle anime grandi. Perché allora prendertela tanto a cuore? Non hai mai udito dei cani che abbaiano alle stelle? Per quanto potranno continuare? La verità ben presto avrà la sua rivincita. Io non rinuncerò alla mia missione né desisterò dal mio proposito.”

“Questa terra sarà preservata perché ha una missione da compiere, che nessun’altro può svolgere. Non date peso a stupide paure per la perdita o la limitazione della sua libertà. Questo è impossibile. L’Avatar del Signore è venuto ed il risultato sarà la salvezza di questa santa terra.”

“Il Signore è il Kalpavriksha (l’albero dei desideri). Voi dovete avvicinarvi ed aggrapparvi a Lui, cercare di ottenere la Sua Grazia e stargli sempre vicino, respingendo tutte le forze che cercano di allontanarvi. Anche se commettete qualche errore tecnico nel cantare o nello svolgere un rito, non importa. La devozione fa perdonare ogni errore. Il nettare, anche se versato in una coppa di ottone, non perderà il suo sapore. Il veleno, anche se versato in una coppa d’oro tempestata di gemme preziose, non perderà il suo potere di uccidere.

La devozione costringerà il Signore a darvi in dono Se Stesso.”

“Voi siete il mio tesoro, anche quando mi denigrate. Io sono il vostro tesoro, anche se mi negate. Mi affezionerò e mi attaccherò a voi, sottoponendomi ad ogni sorta di disagi, per mantenere al sicuro i miei beni sotto la mia custodia, vale a dire sotto la custodia del Signore, qualunque sia il nome con il quale lo invocate. Tutti i poteri che posseggo sono vostri: Io rappresento soltanto il magazziniere che li tiene pronti per consegnarveli ogni volta che li desiderate. Il mio amore donerà sempre, anche se non chiederete, perché è vostro diritto condividerlo. Alcuni si lamentano del fatto che non ho dato loro questo o quello, ma la causa di questa loro lagnanza sta nella loro visione, limitata all’immediato futuro o al presente; laddove io conosco quello che c’è in serbo e devo salvaguardarvi da dolori più grandi. Giungono perfino ad incolparmi e coprirmi di insulti, ma io non rinuncerò a loro.”

“Fra tutti, Dio è Colui che vi sta più vicino, è l’amico più intimo, più caro, e voi, quando cercate rifugio presso amici provvisori, lo state perdendo.

Se state vicino a Dio, se gli divenite cari avrete il suo amore e presto tutte le cattive qualità svaniranno per essere rimpiazzate da quelle buone incarnate da Dio. Ampliate il vostro amore, per poter vivere sempre  più vicini e più cari a Dio. Il metodo più semplice per avvicinarsi a Dio è quello di ricordarlo in tutto ciò che si vede, in tutto ciò che si dice e si fa. Pensate soltanto a Dio e al modo di essergli vicino.”

“Baba quando nacque conosceva la Propria Divinità e sapeva di essere Dio in Persona. L’Universo sta nella mano di Baba e, se lo volesse, svanirebbe all’istante. Io sono Dio, anche tu sei Dio. La differenza fra me e te è che Io ne sono completamente consapevole e tu ancora no.”

“Quando il Signore Stesso si fa vostro maestro, vostro guru, perché mai darvi tanta pena per maestri minori, che altro non sono che esseri umani? I devoti di oggi si trovano nella condizione di chi, pur disponendo già dell’albero che esaudisce tutti i desideri, spargono semi qua e là per ottenere una pianticella.”

“Amate quanto più potete! Nel modo più efficace, silenzioso e intenso possibile! Lasciate tutto il resto a Dio che vi ha dato la possibilità di servire.”

(Parole di Sathya Sai Baba tratte da discorsi e scritti di Sathya Sai Baba,  pubblicate nel libro: “Al di là della mente” di Paola Stefanini – Edizioni Milesi).

A Te mi inchino: Madre, Padre, Amico, Signore, mio Tutto!

 

 

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Mag
01
2014
2

DIRE AGLI ALTRI TUTTO IL BELLO ED IL BUONO CHE SONO E CHE FANNO

 

FAMIGLIA TRAMONTO

Carissimi, oggi sono stata stimolata a trattare questo argomento da due conversazioni con amici.

Parto da un articolo che ho letto su face book sugli usi di una straordinaria tribù  africana. In questo articolo si legge che in questa tribù quando qualcuno fa qualcosa di male, qualcosa che possa nuocere, tutte le persone del villaggio circondano quella persona. E sapete cosa iniziano a fare? La sgridono? La puniscono? No! Niente di tutto questo! Per ben due giorni ricordano a quella persona tutte le cose belle e buone che ha fatto!

Questo gruppo etnico è convinto che ogni persona che viene al mondo, sia un bene per tutti.

Ognuno desidera l’amore, la pace, la sicurezza, la felicità. Ma, a volte, nel perseguimento di questi valori commettiamo degli errori.

La comunità vede  quegli errori come un grido d’aiuto di chi ha perso il contatto con la propria Natura Divina. Tutti, allora, si uniscono per sollevarlo e per ricordargli chi sia realmente, per aiutarlo a ricollegarsi con il proprio Sé, finché la persona non si riconnette con la sua Vera, Buona e Divina  Natura . (Questo articolo mi è giunto da una pagina facebook che si chiama: “Docenti senza frontiere”)

Certe persone non fanno direttamente male agli altri con parole ed azioni, ma fanno del male a se stesse quando non si amano abbastanza, e si criticano troppo. Anche a queste persone la tribù dovrebbe ricordare loro i propri pregi ed il bene che hanno fatto! L’amore si espande e produce altro amore; è come una fiammella di una candela: può accendere altre cento candele.

Il racconto di questa meravigliosa tribù,  mi da lo spunto per parlare ancora una volta di ciò che spesso tendiamo a dimenticare: ogni volta che critichiamo qualcuno, o diamo dei brutti epiteti, questi rimangono registrati nella mente di quella persona; e se le critiche sono piuttosto ripetute, queste raggiungono anche l’inconscio della persona, come fossero dei files registrati. La persona tenderà ad avere di sé quell’immagine propostagli  e, coscientemente o meno, ad adeguarvisi.

Le mamme che dicono sempre al bambino: “ Sei un pasticcione! Combini solo guai! Sei Cattivo! Non sei capace!, ecc.”, non fanno altro che spingere il bambino ad uniformarsi a quel giudizio, a dare ragione alla mamma che poi si sentirà, per ignoranza, nel diritto di aggiungere anche: “Vedi che avevo proprio ragione: sei proprio così!”

Stiamo attenti a ciò che esce dalla nostra bocca: le parole uccidono  più della spada!

Meglio ricordare alle persone il proprio valore! Meglio ricordare loro ciò che di buono fanno ! Tutto il loro potenziale, allora potrà esprimersi.

Questo non significa che non dobbiamo mai correggere l’errore di un figlio o di un altra persona, ma stiamo attenti come lo facciamo e , soprattutto, perché lo facciamo. E’ per il grande amore che nutriamo per lei? O ce lo suggerisce il nostro ego per invidia o per rancore?

Sappiamo cheuna persona abituata ad essere sempre criticata, diventa a sua volta ipercritica, innanzi tutto verso se stessa, e poi verso gli altri.

L’ipercritica verso se stessi , quando diventa non amore e non rispetto di sé, è davvero molto dannosa. Tutto quello che pensiamo e  tutti i sentimenti che abbiamo creano la nostra realtà. Come facciamo ad avere un presente ed un futuro di gioia, salute ed amore se non ci vogliamo bene?

Anche Gesù diceva: “Ama il prossimo tuo come te stesso!” Come facciamo ad amare ed apprezzare gli altri, se non amiamo ed apprezziamo noi stessi?

Quante  volte Sai Baba ci ha detto di amare noi stessi, in quanto incarnazione del Divino Amore! Ci ha ricordato che quando non amiamo noi stessi, è Dio che non amiamo, e che il peggior peccato è definirci peccatori. Ci ha anche detto: “Sentitevi puri, ed agirete con purezza!”

Quante volte ci ha esortati a lasciar andare il passato. Una volta compresi i nostri errori, non pensiamoci più. Perdoniamo noi stessi: questo è il senso della redenzione.

Un fazzoletto sporco si può sempre lavare, e così ritorna bianco come all’inizio. Così è la nostra mente.

Pensiamo, allora, al bello e al buono di noi, degli altri, di tutto!

 

Spesso si pensa che se facciamo un complimento ad una persona  aiutiamo  il suo ego a svilupparsi .  E’ vero che i maestri spirituali ci dicono di accettare le critiche come un aiuto per migliorarci, per vedere ciò che non vogliamo vedere. Questo rientra nel  concetto che tutto ciò che ci accade è utile e positivo per noi, e che non dobbiamo nutrire rancore verso chi ci sta aiutando a crescere, anche con le critiche.

Quando riceviamo una critica, possiamo fare un’auto analisi: se è vero ciò che ci viene detto, umilmente prendiamone atto e cerchiamo di migliorare. Se le critiche sono calunnie, non ci devono toccare. Se una lettera non la riceviamo, ritorna al mittente; se una calunnia non viene ricevuta, scivola via e torna al mittente. In questo caso abbiamo l’occasione di esercitare l’equanimità, il distacco e d il perdono che da queste virtù deriva.

Torniamo a parlare della paura che qualcuno ha di fare o ricevere lodi e complimenti.

Se queste parole nascono spontanee dal cuore e sono veritiere,  allora fanno solo bene, proprio perché ricordano alla persona le proprie buone qualità , e questa persona sempre più cercherà di mantenerle.

Invece, l’adulazione,  il complimento che non nasce dal cuore, che non è veritiero e che ha un secondo fine, è un vero danno. Cercare di “lustrare l’ego di qualcuno” solo per ottenere qualcosa in cambio, è deleterio per chi parla e per chi riceve quelle parole ingannatrici.

Per una persona che non si ami abbastanza e che non abbia sufficiente autostima ed amore di sé, non c’è cosa più bella del ricordarle le sue buone qualità,  non c’è cosa più bella e terapeutica del ringraziarla  per quello che è  e per quello che dona.

Quanto bene possiamo fare con un sorriso! Con una parola veritiera ed amorevole! Quanto bene possiamo fare riconoscendo le doti e le qualità di chi ci sta vicino!

 

 

 

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