Mar
22
2014
7

SAI BABA: come saprai che Io sono vicino te…….

 

swami ride piu grande

 

Cari amici, oggi riporto una poesia da brivido, che Sai Baba ha scritto per gli studenti delle sue scuole.

Una poesia che ci fa riflettere molto, sulla capacità di accettazione degli avvenimenti della vita.

Abbiamo fede in Dio, nel senso che sappiamo che esiste. Sappiamo che una data figura , come Gesù o  Sai Baba, o Krisna,  sono  Manifestazioni Divine. Ma abbiamo anche fiducia in loro? Crediamo che tutto ciò che ci succede  sia la cosa migliore che ci possa succedere? Crediamo nelle  loro parole, nei Loro gesti, nelle loro opere? Ci fidiamo veramente dell’Amore di Dio verso di noi?

Leggiamo questa poesia, nata direttamente dal cuore e dalla penna del Genitore Divino!

 DAL GENITORE DIVINO

Carissimo Amato

Come saprai che Io sono vicino a te?

Quando la notte è soffocante e non c’è un filo d’aria,

alla prima leggera brezza che ti lambisce il viso,

sono Io che ti accarezzo…

pensa a Me

 Quando i morsi della fame si sono calmati

 e la tua solitudine diventa gioia…

Pensa a Me

Quando hai la bocca asciutta e fai fatica a parlare

 al primo sorso d’acqua fresca,

sono Io che ti disseto…

pensa a Me

Quando l’ombra della morte indietreggia

Davanti allo sguardo sorridente di un bambino…

Pensa a Me

Quando bagno il tuo viso con gocce di pioggia

e  lavo la terra e le foglie secche,

al primo profumo di pioggia che nasce

sono Io che ti lavo…

pensa a Me

Quando il dolore svanisce

E la paura scompare…

Pensa a Me

Quando il tuo sguardo fermo

Vacilla all’improvviso davanti alla crudeltà della vita,

al primo raggio di sole sono Io che ti conforto…

pensa a Me

 

Come saprai che tu sei vicino a Me?

 Quando i raggi del sole ti hanno bruciato la pelle

e hanno arso la terra;

quando la sabbia e la polvere accecano i tuoi occhi

e non c’è ombra che ti ripari…

e tu Mi ami.

Quando la solitudine e la fame ti travolgono

 e nessuno ti può soddisfare…

e tu Mi ami.

Quando le tue labbra sono crepate,

 la tua lingua è come argilla,

 la tua gola è secca e non c’è acqua,

neanche l’ombra di un miraggio…

e tu Mi ami.

Quando stringi fra le braccia un bimbo morente

I cui occhi t’implorano…

e tu Mi ami.

Quando agito e gonfio le onde dell’oceano

e tu ti dibatti come una foglia tra le sue profondità…

e tu Mi ami.

Quando il dolore diventa insopportabile

e trovi ancora la forza di sorridere…

e tu Mi ami.

Quando ti strappo i tuoi beni più preziosi

e alla prima perdita il buio cala su di te e ti fa vacillare…

e tu Mi ami.

 

Poiché tutto ciò che vedete, ascoltate, odorate, assaporate o  toccate, appartiene a Me,

così come potete darmi ciò che già Io sono se non il vostro Amore? E quello Io l’ho dato a voi, sin da prima dell’inizio dei tempi, come vostro unico possesso. Quando voi Me lo renderete, saprò che siete veramente Miei ed allora dissolverò il vostro dolore e la vostra gioia in Me. Sono io “Quello”, e vi farò vivere per sempre in Beatitudine; perché vi amo e penso sempre a voi.

Dal vostro Padre più amorevole”

 

In questa poesia troviamo il concetto dell’accettazione della Volontà di Dio, dell’abbandono a Lui, che può nascere solo da una mente purificata , equanime nella gioia e nel dolore, libera da aspettative ed attaccamenti. Ad un’anima con un simile cuore ed una simile mente, il Signore promette La Gioia Infinita: promette Se Stesso!

VI ABBRACCIO TUTTI!

 

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
21
2014
1

CON LA GRAZIA DI DIO POSSIAMO SUPERARE IL NOSTRO KARMA

FAMIGLIA TRAMONTO

Ciao amici!

A volte, quando ci succede qualcosa di brutto siamo portati a pensare con tristezza: “Che ci posso fare…. è il mio karma!”

Ragazzi! Anche se con i nostri pensieri, le nostre azioni e le nostre abitudini, dobbiamo raccogliere un certo destino, decidendo di cambiare rotta possiamo ancora “salvare il salvabile”.

A cosa servirebbero, allora, le preghiere, gli esercizi spirituali, i pentimenti, le buone azioni, se il nostro destino fosse ineluttabile? La mano che ha scritto il destino, lo può cancellare e riscrivere. Come? Conquistando la Grazia di Dio.

Ecco alcune parole di Sai Baba in proposito: “La Grazia del Signore può distruggere gli effetti del karma passato o modificarne il rigore. Tenetelo per certo. Se la legge del karma fosse inflessibile, a che pro raccomandare la disciplina spirituale, la buona condotta e la coltivazione delle virtù?…

Mi potreste chiedere: “Se la decisione di Swami è dura come il ferro, come mai può essere cambiata?” Ebbene, la devozione è come il fuoco, e il fuoco fonde il ferro.

Dio è commosso dalla devozione!”

La Grazia di Dio, quindi, può cambiare il nostro destino.

Questo è uno dei motivi per cui a volte le profezie risultano inesatte. Un profeta vede in quel  momento il raccolto che l’umanità dovrebbe avere in base a ciò che ha seminato.

A volte, però, la Grazia di Dio conquistata dalle preghiere e dalle azioni di anime buone e sante, cambia il nostro destino.

Swami (termine con cui i devoti, in India, chiamano il Maestro) dice che il cuore di Dio è tenero come il burro: basta un po’ d’Amore nelle preghiere, che  si scioglie, ed il Signore  corre in nostro aiuto! Se con il nostro amore siamo riusciti a meritarci la Grazia di Dio, questa ci attenua il nostro karma, o addirittura ce lo cancella tutto, portandoci alle massime altezze.

E’ per questo che anche il più grande peccatore, comprendendo i propri errori , con un ritrovato amore smisurato verso gli altri e verso Dio, può assurgere alle più alte vette della spiritualità, anche in questa stessa vita. Nulla è impossibile alla Volontà di Dio! Questo è il concetto della “Redenzione”.

Lo vediamo anche nelle guarigioni miracolose che spesso avvengono in coloro che hanno cambiato il proprio cuore, a volte venendo in contatto con santi ed anime  molto elevate.

Un abbraccio a tutti!

 

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Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
20
2014
6

SAI BABA PARLA DI SE’

 

sai baba inpiedi tutto intero

Amici  cari,

ora che abbiamo letto le parole scritte dai profeti prima dell’Avvento dell’Avatar della nostra era, voglio riportare alcuni stralci dei Suoi discorsi nei quali Sai Baba Stesso parla di Sé e, in più, ci indica il rapporto che dobbiamo avere con Lui.

Le Sue parole sono dolci come l’amrita! Sono un Gran Tesoro per tutti noi!

Io non sono Sathya Sai Baba. Quello non è che un nome col quale mi designate oggi. Io sono quell’Unico Dio che risponde alle preghiere che scaturiscono dal cuore umano, in ogni lingua, da tutte le terre, qualunque sia la forma della Divinità invocata.

 Io appartengo a coloro che hanno bisogno di me. Io sono Rama, io sono Krisna e i miei fedeli sono in diverse parti del mondo. I popoli mi pregano in lingue diverse. Io sono venuto per tutti, santi e peccatori, ricchi e poveri, ignoranti e saggi.

Sono venuto per trasformare ogni cuore in un’oasi di pace in modo che il mondo possa splendere come un’unica vitale oasi.

 Venite tutti a me! Vedete voi stessi in me, poiché io vedo me stesso in voi. Voi siete la mia vita, il mio respiro, l’anima mia. Voi siete le mie forme, tutti.

Quando amo voi, io amo me stesso; quando vi amate l’un l’altro. Amate me! Ho separato me stesso da me stesso per amarmi, miei diletti. Voi siete me stesso.

 Io sono vostro, che vi piaccia o no; voi siete miei, anche se mi odiate e rifuggite da me. Io sono in voi, voi siete in me. Non ci sono distanze o distinzioni. Siete giungi a casa vostra (a Prashanti Nilayam). Questa è la vostra casa. La mia casa è il vostro cuore.

Non c’è nessuno al mondo che non mi appartenga: tutti sono miei. Possono non invocare il mio nome o invocare qualsiasi altro nome, ma sono sempre miei.

 Non date importanza ai miracoli, non esagerate il loro significato. La grandezza del mio potere non sta in questi miracoli, ma consiste solo nel mio amore.

E’ vero, potrei cambiare il cielo in terra e la terra in cielo, ma l’Energia Divina non ama gli sprechi per rivelarsi. E’ solo in forza dell’Amore che la Divinità discende come Avatar. Tutti i miracoli apparenti non sono che goccioline di quell’Oceano d’Amore. Non fatevi abbagliare da goccioline; intravvedete l’Oceano e tuffatevi profondamente in Esso.

 Quando c’è un disordine di lieve entità, è sufficiente che sul posto intervenga un poliziotto; quando il disordine tende ad allargarsi notevolmente, si manda un maresciallo; e se la cosa degenera in un tumulto deve intervenire il comandante per reprimerlo. Ma se, come in questo momento, su tutto il genere umano incombe la minaccia della rovina morale, interviene il Generale in Persona, il Signore, con il Suo esercito di santi che sono i Suoi discepoli.

 Ricordate che Io non subisco nessuna influenza; nessuno può mutare il Mio corso, né alterare minimamente la Mia condotta. Io sono il Signore del Creato.

Io sono presente in tutti i nomi e in tutte le forme che vogliate dare a Dio.

 Swami ha in mano l’Universo, ma i devoti conoscono la Sua Gloria e la Sua Maestà attraverso l’attenzione particolare che Swami ha per ciascuno di loro. Che Swami abbia in mano l’Universo e che allo stesso tempo si curi appieno della vita dei Suoi devoti, fin nei minimi particolari, è la misura della Sua Gloria, presentata in modo che il devoto la possa afferrare.

 Io sono disceso perché sono stato chiamato dai giusti. Sono qui per servirvi. Chiedete qualsiasi cosa ed Io ve la darò, se ciò che chiedete sarà per il vostro bene.

 Quando un Avatar scende sulla terra e chiama i Suoi devoti, questi avranno con assoluta certezza la liberazione in questa vita.

 Io mi faccio conoscere attraverso un libro, un amico…

Sono io che vi chiamo quando è il momento…

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi.

Potrete chiamarvi miei devoti, soltanto quando non avrete più traccia di ego.

 Fate un passo verso di me, ed io ne farò cento verso di voi. Versate una lacrima per me, ed io  asciugherò mille delle vostre lacrime. E non temete finché io resto con voi. Il Purushottama  ( Dio Assoluto senza forma), assume una forma umana  e diventa Purusha (Il Signore, Dio in forma umana) per essere di esempio all’umanità e dimostrare l’unicità del Creato. Io compaio sotto una forma umana, ma porto con me la totalità dei poteri e la sapienza suprema, altrimenti chi mi ascolterebbe? Nella mia forma umana conferisco confidenza all’uomo affinché egli possa aspirare a raggiungere le vette della soprannaturalità.

 Il Signore aveva annunciato che sarebbe venuto a ristabilire il Dharma ( la rettitudine, la legge divina), e che avrebbe assunto forma umana, in modo che tutti si potessero riunire intorno a Lui e sentire l’emozione della sua compagnia e della sua parola. Ebbene, il Signore è venuto come è stato annunciato.

 Io sono l’Avatar. Riunitevi ogni giovedì per onorarmi (Parole pronunciate da Sai Baba a 13 anni).

Benedetti coloro che riconosceranno l’Avatar al solo sentirne parlare.

 Portatemi ciò che avete: dolori e dispiaceri, preoccupazioni ed ansie e prendete da me in cambio gioia e pace, coraggio e fiducia. Io non ho preferenze tra i devoti. La madre passa molto tempo accanto al figlio ammalato, agli altri figli raccomanda di badare a se stessi, mentre nutre con le proprie mani il più piccolo. Ciò non significa che non ami i figli più grandi. Allo stesso modo non pensate che se non presto un’attenzione evidente verso una persona, questa sia esclusa dal mio amore!

 Lasciare che la Madre faccia ciò che vuole: Siate come bimbi nelle sue mani. Abbiate una fede totale nel suo amore e nella sua saggezza. Siate uno strumento, immergete la vostra volontà in quella del Signore. Essa vi salverà da preoccupazioni e sofferenze. Non perdete la fede guardando la gente che finisce fuori strada: sarebbe come credere che l’acqua piovana sia sporca, osservando uno stagno melmoso. L’acqua piovana è pulita, è il fango che la sporca.

 Come il gattino, con un semplice miagolio, fa accorrere la madre là dov’è raggomitolato, così il devoto deve solo struggersi, miagolare come un gattino per la sofferenza della separazione.

  Se chiudo la porta ai peccatori, a chi è caduto o ai rinnegati, dove altro potranno andare?

Io non scarto nessuno, non posso, non è nella mia natura fare questo.

Non ho mai chiesto che mi meritiate, ma solo che abbiate bisogno di me… Datemi i desideri che ricorrono nella vostra mente ogniqualvolta emergono. Essi non possono agitarmi poiché io no ho desideri. Portatemi la vostra confusione, le paure, le aspirazioni, le ansie, l’incapacità di amare, le esitazioni, le gelosie, le deficienze.

 Amate quanto più potete, nel modo più efficace, silenzioso e intenso possibile. Lasciate tutto il resto a Dio che vi ha dato la possibilità di servire.

 Sono felice quando viene da me una persona che porta un pesante fardello di infelicità, perché è quella che ha più bisogno di ciò che io ho.

 Non è facile comprendere il perché delle azioni del Signore. Le può capire solo chi ne ha esperienza diretta: gli altri mai. Per alcune sofferenze superficiali si pensa, a volte, che Dio sia crudele, ma non è così. Egli vi sta invece preparando ad una gioia intramontabile.

 In verità colui che ha il Signore per servitore, è il Signore dei signori!

 In qualunque momento ci sia bisogno di sostenere il mondo, Io divento manifesto assumendo nome e forma… Io sono consapevole di tutte le Mie apparizioni, le Mie manifestazioni. Io sono onnipotente, onnisciente e non solamente Io. Anche voi sapete tutto , ma la vostra saggezza è soverchiata dall’ignoranza. Io sono la Saggezza stessa, Io rimango onnipotente e onnisciente come sempre. Io sono senza nascita e senza morte.

 Questo è l messaggio di Sai per voi: siate messaggeri della nuova era!

Liberatevi da egoismo, cupidigia, odio e violenza. Siate una luce per voi stessi e per gli altri. Possiate divenire validi strumenti per far rivivere la religione dell’amore e per far risorgere i valori umani. Sappiate che Io sono sempre con voi, in voi e attorno a voi. Infatti Io sono in voi tanto quanto voi siete in me.

 Om Sri Sathya Sai Babaya namaha!

 

 

Written by amaeguarisci in: Senza categoria |
Mar
19
2014
-

AUGURIO DI PRIMAVERA

FIORI CILIEGIO

Amici cari! che la Primavera vi porti un’esplosione d’amore nel cuore!

 ESPLOSIONE D’AMORE

Che sempre più cresca!

Che sempre più si espanda!

che questo Amore esploda

come fuochi d’artificio

di mille colori,

come una cascata di fiori,

come un tripudio

di angelici cori!

Italia

Written by amaeguarisci in: Articoli,POESIE |
Mar
19
2014
5

SAI BABA PARLA DELLA PUREZZA

cuore acqua

 

AMICI CARI!

Oggi condivido con voi alcuni stralci di discorsi di Sai Baba dove parla della purezza.

Ascoltiamo la Sua Parola che è ORO PURO!

 

Studenti, tutto ciò che dovete fare per acquisire purezza in pensieri, parole ed opere è riassunto in questi cinque comandamenti:

Non pensate il male: pensate ciò che è buono.

Non vedete il male: vedete ciò che è buono.

Non  ascoltate il male: ascoltate ciò che è buono.

Non parlate del male: parlate di ciò che è buono.

Non fate del male: fate ciò che è buono.

Se rispettate questi cinque comandamenti, proprio come fossero il respiro della vostra vita, sarete in grado di superare tutti i quattro difetti dell’Antahkarana  (organo interno) e di raggiungere la purezza della mente, dell’intelletto, della memoria e dell’ego, sperimentando così un’indescrivibile felicità… (Corso Estivo 1990, pag.93).

Ma che fare per purificarsi interiormente?

C’è una sola via ed è questa: sviluppare la solida fede che il medesimo Dio dimora in tutti gli esseri, anche negli insetti e nei vermi.

Questa convinzione purifica il cuore.

Se si prende coscienza di questa verità, e cioè che Dio dimora in ogni essere, e ci si comporta alla luce di essa, avrete reso santa la vostra vita…

Allora che cosa dovete purificare? Prima di tutto dovete dare stabilità alla vostra mente per poi purificarla. In che modo? Come darle stabilità? Che cosa si deve fare per avere stabilità e purezza nella mente?

Oggi l’uomo fa di tutto per nascondere i propri difetti e le proprie debolezze, mentre cerca di scoprire i difetti negli altri. Finché ci sono questi due punti deboli non è possibile purificare il cuore, né avere una mente stabile. Ciò che serve è riconoscere i propri difetti e le proprie debolezze e vedere le buone qualità negli altri…(Discorsi 88\89 vol.II pagg. 51,52).

Nel mondo d’oggi si sono infiltrate idee e pensieri cattivi perché gli ambienti in cui si vive non sono sacri…

Voi respirate l’aria che si trova dappertutto. Da dove proviene quell’aria? Di che cosa è fatta? Quell’aria è inquinata da parole cattive e respirandola vi assaliranno pensieri cattivi…

I vostri pensieri sono intaccati sono intaccati da tutte le vibrazioni sonore prodotte dalle varie stazioni radio…Queste onde magnetiche raggiungono qualunque posto e vengono assorbite…

LA RIPETIZIONE DEL NOME DI DIO è in grado di purificare quest’aria contaminata. Senza di esso (nome di Dio) i cattivi pensieri vi ucciderebbero…(Discorsi 88\89 Vol. II pag.30).

Questa operazione di pulizia della mente si affettuerà regolando l’alimentazione e le altre abitudini di vita, compreso il divertimento. Gli studenti giovani, in modo particolare dovrebbero evitare di consumare cibo impuro.. (Corso Estivo 1990 pag.86).

Se ci si nutre di cibo animale, si risvegliano tendenze animali. Se ci si alimenta con carne si avranno pensieri animali. Ad esempio: mangiamo la carne di pecora. Qual è la caratteristica della pecora? La cecità: segue, segue, segue! Chi mangia carne di pecora perde la capacità di discriminazione.

Prendiamo la carne  di maiale, qual è la caratteristica del maiale? L’arroganza. A causa di questo tipo di cibo l’uomo diventa arrogante… (Discorso agli stranieri 27.8.1984, tratto da Armonie, nov. 1994 – Sathya Sai Central Council , Regione 4 Sud Europa – Italia).

La purezza del cibo va accertata sia sui recipienti usati, sia sui generi alimentari, sia, in terzo luogo, sulla maniera di cucinare.

A questo proposito è importante notare che si tende generalmente a sottovalutare il fatto che tante malattie, di cui la gente è affetta oggi, sono dovute al consumo di generi ottenuti in modi ingiusti, oppure contaminati dalle vibrazioni cattive provenienti da cuochi di dubbia indole.

E’ estremamente difficile, per non dire assolutamente impossibile, specie al giorno d’oggi, accertare questa purezza da ogni punto di vista ed in ogni momento. Per sormontare tutti questi problemi, la scorciatoia suggerita dalle scritture è di OFFRIRE IL CIBO A DIO prima di consumarlo, considerandolo, com’è giusto, un dono del Signore…(Corso Estivo 1990 pag.86).

Tutte le religioni hanno predicato la purezza di cuore ed hanno anche chiarito che vane sarebbero le pratiche spirituali di un uomo che non fosse puro di cuore. Come sarete puri di cuore se esso è incrostato dalla sporcizia dell’ego?  Il cuore si può detergere. Che cosa ci vuole per pulirlo? LA RIPETIZIONE DEL NOME. Solamente il Divino Nome può purificare il cuore umano..(Discorsi 88\89 Vol.II pag.77)

 

Allora, fratelli cari, quando siamo puri?

Quando vediamo sempre il bene negli altri e dimentichiamo i lati negativi in loro;

quando nutriamo tutti i nostri sensi di cibo puro: guardiamo, ascoltiamo, annusiamo, mangiamo solo cibo puro ;

quando abbiamo coerenza fra buoni pensieri, buone parole e buone azioni;

quando riconosciamo Dio in ogni persona ed in ogni creatura e ci comportiamo di conseguenza;

quando sappiamo accettare critiche, prove e difficoltà, sicuri che tutto è per il nostro bene.

Sai Baba  non ha mai smesso di ricordarci l’alchimia della ripetizione del Nome di Dio, anche con il canto. Immaginiamo un secchio pieno di acqua sporca: ogni volta che ripetiamo il Santo Nome (quello che ci è più caro), è come se una goccia di acqua pura cadesse nel secchio pieno di acqua sporca. Goccia dopo goccia, l’acqua sporca deborda ed alla fine rimane solo l’acqua pura!

Ecco cosa fa la ripetizione del Nome di Dio! Non c’è bisogno di sapere di cosa fosse sporca quell’acqua, non c’è bisogno di andare a scavare nel passato, di andare da analisti e “strizzacervelli “ (senza voler togliere il loro valore; alcune persone, nel loro percorso di vita ne hanno bisogno). Tutto il nostro passato viene lavato via dalla purezza del Santo Nome!

Swami ci diceva anche: “ SENTITEVI PURI ED AGIRETE CON PUREZZA!”

Riconosciamoci  sempre nel nostro Sé Splendente! Noi siamo Quello! Noi siamo Splendore e Purezza!

 

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
18
2014
1

IL TEMPO CHE SCORRE – PIU’ INNAMORATA DI TE – POESIE

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IL TEMPO CHE SCORRE

Quando mi accorgo

che non sto pensando a Te, mio Re,

sento che il tempo scorre inesorabilmente.

Allora mi sento come chi

dovendo prendere il treno per un appuntamento importante,

si avvia verso la stazione,

ma poi si ferma alle bancarelle del mercato

attratto e distratto da forme, colori e luccichii.

e così

non mi resta che correre

per recuperare il tempo perso e sperare nel Tuo Infinito Amore,

affinché tenga fermo ancora un po’ il treno alla stazione;

fermo ad aspettare

gli affannati ritardatari

come me.

Italia

PIU’  INNAMORATA DI TE

Un giorno senza lodarti,

un giorno senza glorificarti,

un giorno senza amarti.

Che senso ha vivere un giorno così?

Fà che ogni giorno della mia vita

sia per me

un giorno di grande festa:

un giorno in cui al risveglio

mi riscopra

più innamorata di Te!

Italia

Written by amaeguarisci in: POESIE |
Mar
17
2014
6

SAI BABA: vi racconto quando ho sentito parlare di Lui la prima volta

 

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Fratelli cari , ieri ho condiviso con voi la prima volta che vidi Sai Baba. Oggi vado ancora più indietro nel tempo,al gennaio 1995, quando per la prima volta sentii parlare di Lui. Ecco uno stralcio del primo libro che ho scritto: “Il mio risveglio – Una storia vera con Sai Baba”. Baci a tutti!

CAP. 13 – IL GRANDE APPUNTAMENTO

 

Perché temere quando Io sono qui?

Baba

 

Dopo l’esperienza al Santuario della Madonna d’Erbia, il mio anelito per il Divino si faceva sentire ancora più forte. Il mio desiderio di  contattarLo era sempre più intenso.

Un giorno, nel periodo natalizio, mi recai in chiesa. Non c’era nessuno, le luci erano spente: che meraviglioso senso di intimità! Sapendo di essere sola mi sentii libera di pregare Gesù alla mia maniera, cantando con tutto l’amore, con tutto il desiderio, per Lui.

La mia canzone-preghiera diceva: “Ritorna Gesù! Abbiamo bisogno di Te ancora! Dove sei? Rivelati a me! Dove sei? Dove sei? Ritorna! Voglio conoscerTi! Voglio vederTi! Voglio amarTi di più!”

Con le lacrime che mi rigavano le guance, così rivolsi a Lui il mio canto.

Sapevo per certo che ascolta le nostre preghiere, ma non avrei immaginato, allora, che mi avrebbe dato una risposta così presto.

Il sette gennaio avevo appuntamento con Angelo ed altri amici in una palestra per un seminario. Solitamente eravamo una quindicina, ma quel giorno restammo solo in sette (seppi in seguito che il numero sette è quello che indica la Conoscenza, che apre le porte alla dimora di Dio, ed è anche il numero che indica l’Avatar, la discesa di Dio in forma umana, mentre il numero nove indica Dio come Assoluto, Immanifesto).

Mi chiesi subito: “Come mai siamo così in pochi?” La risposta arrivò più tardi quando mi accorsi che era un appuntamento speciale, e che non era per tutti, almeno in quel momento.

Eravamo seduti in cerchio; Angelo ci propose un esercizio basato sull’osservazione delle caratteristiche più salienti di ciascuno di noi. Il gioco iniziò e finì con Maria, sì, perché quello che seguì, fu così importante, che ci dimenticammo per quale motivo avevamo iniziato a parlare.

Uno di noi le chiese: “Come fai ad essere sempre così calma, serena, sorridente, nonostante le tue difficoltà, la tua malattia?” Rispose: “Sono così da quando, l’anno scorso, sono andata in India da Sai Saba”.

Dimenticando l’esercizio, ascoltammo con interesse il racconto di Maria, la quale fu stimolata dalle nostre domande e dalla nostra curiosità.

Io non avevo mai sentito Quel Nome, ma mentre ella raccontava, iniziai a piangere. Gli amici erano ormai abituati a vedermi in lacrime ed Angelo, sim­paticamente, mi prendeva in giro. Ma il mio pianto non si fermava.

Era un pianto nuovo, che prima non conoscevo: era un pianto di profonda commozione, di gioia e di stupore.

Capii più tardi che era come il pianto di “Hansel e Gretel” quando, salutato l’amico cigno che aveva permesso loro di attraversare il lago, riconobbero il sentiero che conduceva a casa.

Quello che Maria diceva, non erano cose nuove al mio cuore, ma soltanto alla mia mente.

La mia commozione aumentò quando ella ci raccontò dell’incredibile effetto che aveva prodotto su di lei un semplice sguardo di quell’Essere Straordinario.

“Chi sei per avere questo potere su di me?”, chiedeva mentalmente Maria.

La ri­sposta le arrivò l’ultimo giorno di permanenza in India. Mentre camminava fra le strade del villaggio natale di Sai Baba, si sentì spinta a chinarsi fra la folla a raccogliere qualcosa davanti a lei, per terra. Si vergognava di farsi vedere a frugare in un mucchietto di immondizia, ma una forza più forte delle sue resistenze la spinse. Raccolse un dischet­to rotondo, di quelli che rivestono, all’interno, i tappi dei succhi di frutta, lo girò e con grande stupore e gioia nel cuore, vi vide raffigurato il volto di Gesù!

Maria fece vedere anche a noi il dischetto che teneva sempre nel portafogli.

Si sciolse così ogni suo dubbio. Lei che era stata per tutta la vita una grande devota di Gesù, aveva ritrovato ora il Cristo Vivente, il Signore sceso ancora una volta fra noi, per guidarci sulla strada di ritorno a casa.

Il giorno dopo io, Donato, Angelo e sua moglie, eravamo invitati a pranzo da mia sorella Emilia, a Bergamo.

Non avevo ancora parlato con Donato dell’intensa esperienza del giorno prima.

Ci pensò la moglie di Angelo ad aprire il discorso con tono scherzoso: “Hai saputo, Donato, che vogliono portarci in India da Sai Baba?”

“Chi è Sai Baba?” chiese Donato. “Un Cristo!” risposi io prontamente e Donato, di rimando: “Sì… un povero cristo!”

“Se vuoi ti presterò un libro che parla di Lui” gli disse Angelo.

Così mio marito incominciò a capire la natura del pianto misterioso, che mi aveva accompagnata durante il viaggio in autostrada. Incominciò a comprendere che Qualcosa di veramente grande, aveva toccato il mio cuore.

 

Nei giorni seguenti lessi avidamente il libro che Angelo ci aveva prestato, e subito dopo degli altri.

Leggevo le parole di Questo Incredibile Essere e spesso le lacrime di commozione riprendevano a scendermi lungo il viso:

“Per la protezione del virtuoso, per la distruzione delle forze del male, e per ristabilire una incrollabile giustizia Mi incarno di era in era.

Quando la discordia sconvolge il mondo, il Signore si incarna sotto umane spoglie per ristabilire il dharma (giustizia, rettitudine), per ottenere la pace e per ricondurre la comunità del genere umano sui sentieri del bene.

Ai giorni nostri, i conflitti e la discordia hanno sradicato pace e unità dalla famiglia, dalla scuola, dalla società, dalle religioni, dalle città e dagli stati.

La venuta del Signore fu attesa con ansia dai santi e dai saggi.

I sadhu (cultori spirituali) pregarono ed Io sono venuto” (Sai Baba – l’uomo santo e lo psichiatra – S. Sandweiss – Ed. Milesi – pag. 103);

“Sai è l’Amore. Egli è Amore e Compassione. Incessantemente Egli risiede in tutti i vostri cuori. Affidarsi a Lui significa essere liberi da paure, ansie e dubbi. Egli è Tutto nel tutto. Quando dipendete dal Signore dell’Universo perché dovreste temere?”;

“L’Energia Divina è venuta come Sai, per risvegliare la divinità in ognuno (Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è amore – Ed. Mediterranee – pagg. 27 – 168);

“Che cosa si deve intendere per “discesa di Dio”? Mosso a compassione e per amore il Signore scende fra gli uomini, si mette al livello degli esseri umani. Oltre ad incarnarSi con Coscienza Divina, Si incarna anche con una coscienza umana. Io sono Colui che ha consacrato insieme questi due tipi di coscienza, divina ed umana” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pag 95);

“Il Signore aveva annunciato che sarebbe venuto per ristabilire il Dharma, ed avrebbe assunto forma umana, perché tutti potessero radunarsi attorno a Lui, e sentire l’emozione della Sua compagnia e della Sua parola. Ebbene, il Signore è venuto come era stato annunciato” (Discorsi di Sathya Sai – Volume I – Ed. Libreria Internazionale Sathya Sai S.r.l – pag. 125);

“Lo stesso divino principio che i ricercatori si sforzano di visualizzare durante anni di ascetismo e rinuncia, è davanti a voi qui e ora; rendetevi conto della buona fortuna che avete trovato” (Discorsi di Sathya Sai – volume X – pag. 215).

Queste parole mi colpirono il cuore. Erano la risposta alla mia accorata preghiera fatta a Gesù prima di Natale.

Allora era proprio tornato il Signore dell’universo! Allora non ero sola! Potevo davvero incontrarLo, vederLo!

Con quanti nomi e quante forme era sceso, nella Sua infinita misericordia, per guidarci e salvarci nei vari millenni? Rama, Krishna, Gesù, Zoroastro, ecc.. Io avevo appena scoperto che è tornato il mio Amato, e che oggi si chiama: Sathya Sai Baba.

Continuavo a leggere: “Vedete in Me voi stessi perché Io vedo Me Stesso in voi; voi siete la Mia Vita; il Mio Respiro; La Mia Anima. Tutti voi siete la Mia Forma. Quando vi Amate tra di voi, Amate Me…”;

“Io sono sempre con voi. Il vostro cuore è la Mia casa, il mondo è la Mia dimora. Perfino coloro che Mi negano sono Miei. ChiamateMi con qualsiasi nome, Io risponderò. ImmaginateMi in qualsiasi forma, Io Mi presenterò davanti a voi. Non diffamate né ferite nessuno, perché offendete Me che sono presente in Lui” (Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è amore – ed. Mediterranee – pagg. 53 – 187);

“Tutti i vostri peccati vi sono perdonati nel momento in cui ricevete il mio darshan (visione)”;

“Io porterò tutti i vostri fardelli”;

“Prendete da Me quanta più beatitudine potete e lasciateMi tutti i vostri dolori”;

“Vedete Me in tutti gli esseri, tutti gli insetti, le formiche, tutto il mondo visibile, mobile ed immobile sono il Mio Corpo e la Mia Forma”;

“Guardate Me con tutto il cuore ed Io, a mia volta, guarderò voi alla stessa maniera”;

“Sono venuto perché i buoni, i santi, i saggi, i sadhu, gli aspiranti spirituali, i guru e i devoti Mi desideravano ardentemente” (Kasturi – La vita di Sai Baba – Satyam Shivam Sundaram – Mother Sai Publications – parte I – pagg. 203 – 277);

“L’Avatar si comporta in modo umano, perché gli umani si sentano a Lui consanguinei, ma assurge a livelli sovrumani affinché l’umanità possa aspirare a raggiungerli” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pag. 114).

Colui che si dichiarava Madre e Padre di tutto il genere umano, diceva anche: “In questa Madre Sai c’è l’amore di mille madri verso i propri figli…” (Sathya Sai Baba – Discorsi vol. III – ed. Milesi – pag. 150);

“Voi siete il Mio tesoro, anche quando Mi denigrate. Io sono il vostro tesoro, anche se Mi negate. Mi affezionerò e Mi attaccherò a voi, sottoponendoMi ad ogni sorta di incomodi, per mantenere la Mia proprietà al sicuro sotto la Mia custodia, vale a dire sotto la custodia del Signore, qualunque sia il Nome col quale Lo invocate. Tutti i poteri che posseggo sono vostri” (Discorsi di Sathya Sai vol. I – Ed. Libreria Internazionale Sathya Sai S.r.l. – pag. 151).

 

Che parole altisonanti! Verrebbe proprio da chiedere: “Ma Chi sei mai? Qual è il Tuo segreto?”

Continuavo a leggere:

“Tenete presente che voi non potete comprendere Me e il Mio segreto, se prima non avrete conosciuto voi stessi. Se siete così deboli da non afferrare la vostra realtà, non potete certo sperare di penetrare la Realtà molto più grande del Mio Avvento. Per comprendere il Mio significato dovete fare a pezzi i dubbi e le teorie che possedete e coltivare amore, perché l’Incarnazione dell’Amore può essere compresa solo attraverso l’Amore. I miracoli e le meraviglie, non possono venire spiegati dalle categorie della scienza: a Me sono così naturali che Mi diverto quando li classificate come miracoli” (Discorsi di Sathya Sai – vol. I Ed. Libreria Internazionale Sathya Sai S.r.l. – pag. 124);

“Perché discutete fra voi a proposito della Mia Natura, del Mio Mistero, dei Miei Miracoli, della Mia Realtà? Il pesce non sa misurare il cielo; Il materiale può comprendere solo ciò che proviene dalla materia. L’occhio non può vedere l’orecchio per quanto gli sia così vicino. Se non riuscite a comprendere la vostra stessa realtà, perché sprecare il tempo ad esplorare l’essenza di Dio”;

“La Mia Energia, la Mia Potenza, il Mio Mistero non può essere compreso, chiunque ci provi, per lungo che sia il tempo che ci impieghi e quali che siano i mezzi che usi” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pagg. 82 – 86);

“Il mio potere è incommensurabile, la Mia verità è inesplicabile e insondabile. Io sono al di là dell’indagine più intensa e della misurazione più meticolosa. Non esiste nulla che io non veda, nessun caso di cui non conosca la via, nessun problema che Io non possa risolvere. Il Mio Potere è incondizionato. Io sono la totalità, il Tutto” (Sathya Sai Baba – Il mio messaggio è amore – Ed. Mediterranee – pag. 189).

Leggevo che Questo Essere Meraviglioso materializza oggetti vari, con un grande significato per i devoti ai quali li dona. Materializza spesso anche la “vibhuti”, la cenere sacra con grandi poteri taumaturgici. Guarisce malattie ritenute inguaribili, ha il dominio sulle forze della natura, resuscita i morti, è Onnisciente, Onnipotente e Onnipresente, ma allo stesso tempo leggevo queste parole di Baba: “Il più significativo ed importante dei Miei poteri, credeteMi, è il Mio Amore. Potrei cambiare la terra nel cielo ed il cielo nella terra, ma non è questo il segno della potenza divina. L’unico vero segno è l’Amore…” (Diario spirituale 2 – Mother Sai Publications – pag. 223).

Che parole meravigliose, commoventi, travolgenti!

Con la lettura di questi libri su Sai Baba, i primi di una lunga serie, portai a livello mentale quella fortissima sensazione, quella sicurezza, che già percepivo ad un livello più profondo del mio Essere, sulla Sua Divinità.

Io, che avevo avuto un “colpo al cuore” al solo udire il Suo Nome, non potevo assolutamente dubitare delle Sue parole.

Sarebbero potuti venire tutti gli uomini del mondo a dirmi che avevo preso un abbaglio, ma io non potevo non credere in me stessa! Avrebbero potuto dirmi che era un truffatore o un demone travestito da Angelo, ma in ogni caso, qualunque cosa Egli fosse, io ero della Sua natura; perché Lo sentivo affine a me, perché suscitava in me il sentimento che prova un figlio nel rivedere la Madre dopo tanto tempo. Non c’erano dubbi: io ero della Sua stessa natura, ero Sua figlia, ero fatta per Lui, come Lui.

Come poteva, poi, essere un demone, se solo a guardarLo in fotografia sentivo il mio cuore così colmo d’amore, da volerne dare a tutto il Creato?

Quelli erano i giorni più belli e sconvolgenti della mia vita! Avevo appena scoperto che il Signore è ancora in mezzo a noi, cammina in mezzo a noi, parla con noi!

Ero scesa negli abissi della sofferenza. Ero stata accudita come un neonato prematuro, totalmente dipendente dagli altri, per umiliare il mio orgoglio, perché imparassi cos’è l’abbandono. Mi ero fatta debole e impotente per riscoprire la mia forza. Avevo rinunciato ad usare questo corpo, per potermi finalmente ricordare che io non sono il corpo, ma la Divinità, che risiede dentro questo involucro fisico. Non sono la casa in cui abito, né la mente, né le emozioni. Sono semplicemente Io: Essere Coscienza e Beatitudine; lo: l’Indivisibile Supremo Assoluto, che alberga in ogni atomo della creazione.

Con la sofferenza, l’immobilità, la malattia, l’io egoico, che aveva voluto farmi credere che ero separata dal tutto, aveva potuto finalmente tacere per qualche istante, per lasciare la parola al Sé supremo.

Le sue ultime parole, prima del silenzio, erano state le parole del naufrago che chiede disperatamente aiuto: “Aiutami Signore! Aiutami o Coscienza Suprema! Aiutami!  Aiutami! Aiutami!”

E l’aiuto era arrivato. Nei giorni di immobilità e silenzio assoluto, l’avevo percepito immediatamente, come un senso di pace e gioia. L’io egoico si era quietato, come un bimbo stanco e spaventato che finalmente si abbandona alla sua cul­la. E mentre questo bimbo dormiva, io ero veramente Io: pace, serenità, sicurezza, forza, amore.

Avevo voluto calmare le acque agitate della mia mente nell’immobilità, per poter finalmente vedere il fondo del mare in tutta la sua infinita bellezza.

Ora è chiaro, per me, che quelle che noi spessissimo chiamiamo, per ignoranza, “disgrazie”, come la malattia, la sofferenza, ecc., altro non sono che veri e propri regali, per chi li sa accettare, per chi sa cogliere ciò che dobbiamo imparare da essi.

La vita aveva trovato il modo di togliermi le bende che avevo davanti agli occhi.

l’Avatar dice che raramente l’uomo impara con semplici richiami, per questo sperimentiamo il dolore dell’errore. Abbiamo bisogno di un campanello d’allarme (dolore) per risvegliarci dal sonno dell’ignoranza.

Ma quanti campanelli avevo ignorato in passato? Quanti richiami della Coscienza non erano stati individuati e quindi ascoltati?

Per questo avevo avuto bisogno di un’assordante sirena, e questa volta sì che l’avevo sentita!

Mi rendo conto della grande Grazia che avevo ricevuto per averLo subito riconosciuto. Baba, infatti, aveva detto che sono benedetti coloro che riconosceranno l’Avatar al solo sentirne parlare.

Che gioia! Anch’io ero fra quei fortunati! Udendo il Suo Santo Nome, un muro si era sgretolato dentro di me, una fitta nebbia si era dissipata ed ora potevo vedere!

Anche la mente si era poi arresa completamente all’Onnipotenza di questo Meraviglioso Essere, che avevo sempre cercato e che mi aveva sempre aspettato.

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
16
2014
5

SAI BABA : QUANDO L’HO VISTO LA PRIMA VOLTA

mio dipinto di baba ad olio- il secondo

OLio su tela dell’autrice

Ciao ragazzi! oggi mi piace condividere con voi due pagine del primo libro che ho scritto: “Il mio risvegliO – una storia vera con  Sai Baba”. Era  il mio primo viaggio a Puttaparthi (Il villaggio dove risiedeva il Maestro). Ero ancora molto malata , ma riuscii comunque ad affrontare il viaggio, con la Sua Grazia!  Ecco il racconto:

La sveglia era puntata per le quattro e mezza, in modo che potessimo essere pronti all’appuntamento con gli amici del gruppo, per metterci in fila ad attendere il nostro primo darshan.

Fu soltanto la gioia di poter vedere finalmente il Signore, a permetterci di tirarci su dal letto, dopo una seconda notte trascorsa quasi completamente insonne!

Uscimmo nel buio della notte. Un’incredibile e silenziosa folla era per le strade, diretta come noi verso il Mandir, desiderosa e impaziente come noi di avere un contatto con l’Avatar. Sembravamo tante formichine dirette ad una scodella colma di miele.

Ci sedemmo, gli uomini da una parte, e noi donne dall’altra, in un grande piazzale adiacente al Mandir.

Le donne che erano a capo di ogni fila estrassero un numero da un sacchetto. La fila che avrebbe avuto il numero uno, sarebbe entrata per prima sotto lo splendido porticato del Mandir, avendo ricevuto, così, la Grazia di poter sedere proprio ai Piedi del Signore; dopodiché, in ordine numerico, sarebbero entrate tutte le altre file.

 

Rimasi in un meraviglioso silenzio, ad osservare le migliaia di donne ordinatamente sedute, la luna e le stelle sopra di noi, il porticato del Mandir illuminato a festa, così come il balcone della stanza di Baba.

Parlavo con Lui mentalmente: “Ti stiamo aspettando Dolcissimo! So che sai tutto, so che conosci i pensieri di ognuno di noi. Finalmente sono arrivata e Tu lo sai. Grazie Signore, di avermi permesso di sperimentare la gioia di questa attesa! Esci nostro Dolce Amato! Siamo in migliaia ad aspettarti!”

Pian piano l’aurora tinse il cielo di rosa.

Delle voci angeliche ruppero il silenzio, per cantare soavi inni di lode all’Altissimo: voci colme di devozione e di gioia, che con le loro vibrazioni riempirono il mio corpo di brividi.

Finalmente, verso le sei, le file, ad una ad una, incominciarono ad entrare sotto la “Sai Kulvant Hall” (il grande porticato davanti al Mandir).

Arrivò il nostro turno; un tuffo al cuore! Il momento dell’appuntamento era sempre più prossimo. Cosa sarebbe successo? Cosa avrei provato?

Ogni secondo di quella lunga attesa era un momento magico. Mi sentivo dentro una favola; però era una favola vera!

Mi ritrovai seduta nelle prime file, ad ascoltare gli uccelli che, con canti festosissimi, salutavano il nuovo giorno ed annunciavano, come tante campane a festa, o come squilli di tromba, l’arrivo del Re.

Un’altra preghiera scaturì dal mio cuore: “Ti prego Baba, fa che il mio corpo emotivo non rimanga troppo scosso, perché io possa assaporare appieno la Tua Dolce Presenza!”

All’improvviso gli uccelli si zittirono. Qualche secondo di assoluto silenzio… poi una musica dolcissima annunciò che il Signore era ormai uscito dalla Sua porta, e stava percorrendo un tratto di pochi metri prima che tutti Lo potessero vedere.

 

Alla prima nota della dolce musica, migliaia di mani si giunsero, quasi all’unisono.

Uno spettacolo commovente: mani scure, mani chiare, mani di tutto il mondo; mani giunte, allineate come tanti aghi di innumerevoli bussole, tutte puntate verso il Nord, verso Quella Ciclopica Calamita capace di attrarre a Sé, in un unico grande corpo, cristiani, indù, mussulmani, sik, buddisti, ebrei, parsi, ecc..

Vidi tutto il mondo unito ad aspettare il Signore! Da tutti atteso, profetizzato… da tutti amato.

 

Io ero privilegiata, fra migliaia di privilegiati, seduta in attesa del Suo darshan.

Questo pensiero mi commuoveva e mi riempiva di gratitudine, anche perché avevo letto le Sue parole: “No! Nessuno può venire a Me senza che Io lo chiami, anche se cento persone lo persuadono o lo trascinano o lo spingono…

E’ la Mia Volontà che ha portato ciascuno di voi in questo posto…” (La vita di Sai Baba – Satyam Shivam Sundaram – Kasturi – Mother Sai Publications – pagg. 202-225).

Qualunque atteggiamento Egli avesse avuto nei miei confronti, compresa la totale indifferenza (apparente), sarebbe stato per il mio bene. Di questo ero consapevole. Ma, come quasi tutti gli altri intorno a me, non riuscivo a non desiderare di poterLo guardare negli occhi, di parlarGli o addirittura di accarezzarLo.

Baba parla spessissimo di dare un tetto ai desideri. I desideri infatti sono la principale causa della sofferenza umana, ma è impossibile eliminarli tutti, essendo per noi delle molle che ci spronano ad agire. Meglio quindi indirizzarli verso il Divino, fino ad arrivare ad un unico ultimo desiderio: quello di fonderci in Lui.

Io desideravo ardentemente un Suo sorriso, un gesto, un segno. Mi sentivo come una figlia unica, pur seduta fra migliaia di fratelli e sorelle che aspettavano lo stesso Padre e la stessa Madre.

Eppure sentivo che mi veniva chiesto di trascendere anche questi desideri, queste aspettative.

Dovevo solo abbandonarmi alla Sua Volontà.

Del resto, il solo vederLo era un dono meraviglioso, oltre ogni dire. Baba aveva infatti ricordato: “Trovate sempre un angolo calmo, dopo il Mio darshan, dove poter restare in silenzio e ricevere il completamento delle Mie benedizioni. La Mia energia fluisce da Me quando passo in mezzo a voi. Se iniziate a parlare con gli altri, immediatamente questa energia si dissipa e torna a Me inutilizzata. Siate sicuri che qualsiasi cosa cada sotto il Mio sguardo, viene vitalizzata e trasmutata. Voi venite trasformati giorno per giorno! Non sottovalutate ciò che viene compiuto attraverso l’atto del darshan. Il Mio camminare in mezzo a voi è un dono ardentemente desiderato dagli Dei dei cieli più elevati, e qui ricevete giornalmente questa grazia!” (Sathya Sai Baba – La rivelazione continua – M. L. Donà – ed. Blu International Studio – pagg. 50-52).

 

Io ero lì, a mani giunte, ad aspettare questa grande Grazia.

Finalmente Lo vidi:

Oh Baba… sei proprio Tu!

non è un miraggio… sei proprio Tu!

Il mio corpo è qui seduto,

ma io Ti danzo intorno.

Sto piangendo.

Sto piangendo d’Amore.

Scherzo con Te,

Ti sfioro, Ti accarezzo e rido.

Rido, rido, rido… rido di gioia!

Ho lasciato per un attimo

questo corpo mortale

e mi sono ritrovata,

come fossi nel mondo astrale,

a danzare con Te,

unita a Te, avvolta a Te.

Ho riprovato, per un attimo,

quella gioia immensa,

della quale, fin dalla nascita,

ho sempre avuto una struggente nostalgia.

Perché Ti ho sempre conosciuto;

e Ti ho anche sempre avuto,

ma mi sembrava di averTi perso!

E quanto soffrivo nel sentirmi da Te lontana!

Ecco perché son nata:

per ritrovarTi qui!

Ecco perché son venuta:

per ridanzar con Te!

Ecco perché son scesa:

Per risalire insieme a Te!

 

Tutta la vita avevo aspettato quel momento!

Questa dimensione terrena, che a volte, inconsciamente, non avevo accettato, sempre per quella nostalgia che sentivo dentro di me, ora aveva un senso.

Ora sì che volevo vivere su questa terra!

Se la Coscienza Pura, Dio in Persona, camminava e parlava con un corpo come il mio, accanto al mio, allora quest’ultimo non era più un carcere per me, ma un dono meraviglioso!

Ed ora più che mai desideravo ardentemente tappare ogni falla di questa mia barca che, se avesse fatto acqua, non mi avrebbe permesso di attraversare l’oceano della vita.

Ora, finalmente, ero consapevole di voler guarire profondamente. Ero sicura che l’inconscio ed il cosciente andavano perfettamente d’accordo. Non avevo più dubbi: volevo guarire! Non volevo perdermi l’occasione di poter salire, insieme a tanti altri fratelli, in groppa a Quel Meraviglioso Cavallo Alato, che era sceso, per Amore, per riportarmi lassù, fino al cielo più elevato.

 

 

 

Written by amaeguarisci in: Articoli |
Mar
15
2014
2

ABBRACCIO IL MONDO – canzone

Carissimi , oggi condivido questo mio canto. E’ dedicato a tutti voi, con tanto Amore!!!

MARE CON SCOGLI

Written by amaeguarisci in: canzoni |
Mar
14
2014
3

PROBLEMI DI COPPIA: LA CAUSA PIU’ FREQUENTE

 

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Ciao ragazzi!

Oggi voglio condividere con voi delle considerazioni importanti per l’armonia e la gioia di coppia. Ma gli stessi principi si applicano a qualunque relazione adulta, anche fra amici e colleghi di lavoro, fratelli e sorelle ed anche genitori e figli ormai adulti.

Una  relazione è sana quando vi è il giusto equilibrio fra il dare ed il ricevere. Ma cosa intendiamo con queste parole? Noi solitamente pensiamo alla sola sfera materiale, ma nell’invisibile avvengono i maggiori scambi di energia. Nell’invisibile  la capacità di dare dipende dallo stato emotivo, da quanta gioia e gratitudine  la persona sia capace di generare dentro di sé, da quanta fiducia e  da quanto ottimismo riesca avere nei confronti della vita.

Si può avere di sé l’immagine di essere una persona che dà perché lavora e porta a casa lo stipendio, perché fa doni materiali e provvede alle necessità fisiche. Questo è un aspetto del dare innegabile. Ma c’è un altro aspetto del dare che è ancora più forte ed importante: dare la propria energia di entusiasmo, di gioia, di ottimismo, di creatività, di accettazione, di accoglienza, di affetto!

Chi  ha una mente triste, vittimistica; chi è incapace di immaginare e creare con il proprio pensiero una realtà gioiosa e felice, sia per se stesso che per chi gli sta accanto, è inevitabilmente nel ricevere; perché è una persona la cui felicità dipende esclusivamente da quanto pensa di ricevere dagli altri. Tutto ciò che gli manca non lo cerca in se stesso, ma pensa gli sia dovuto da chi gli sta accanto. E se non è felice, il suo vittimismo lo porta ad incolpare  “il rubinetto” che non elargisce più l’acqua in abbondanza come vorrebbe.

Una persona incapace di trasmettere energie ed emozioni positive e quindi vitali, senza rendersene conto,prende e si nutre energeticamente dagli altri. Immaginiamo una persona che per far andare il proprio aspirapolvere,  si attaccasse alla presa elettrica del vicino di casa. Perché lo farebbe? Semplicemente perché non sa che la presa di corrente ce l’ha anche lui, l’ha nascosta dietro ad un mobile! Cosa rappresenta questo mobile? L’io egoico del bambino interiore che ancora non riesce a crescere.

Ci sono uomini e donne che psicologicamente sono rimasti a quando erano bambini piccoli. Queste persone  vivono ancora nella mente del neonato che dipende completamente dalla mamma. La loro gioia dipende da quanto  “la madre” sia in grado di accudirli, dare loro tutta l’attenzione e tutto il nutrimento ( in questo caso quello energetico). Se “la mamma” soddisfa le loro aspettative, allora è buona, altrimenti la mamma è cattiva, perché non fa abbastanza per loro e  quindi merita di essere punita, “ tenendogli il muso” o in tanti altri modi sottili.

La persona che trova in se stessa la gioia, l’entusiamo, l’amore è la persona più collegata al proprio Sé Divino, ed è  quella che maggiormente dà nel mondo sottile, ed il suo dare  si percepisce fortemente.

Una persona del genere molte volte si sente dire: “Come si sta bene con te! C’è una bella energia vicino a te!”. Eppure, se un partner ha l’aspettativa di avere sempre ed incondizionatamente tutta l’attenzione che il “proprio bambino interiore” richiede, vivrà continuamente stati di rabbia, più o meno consci e più o meno repressi,  verso questa persona,  se dal suo punto di vista infantile non fa comunque abbastanza.

Ovviamente la parte della madre la può fare anche un uomo, quando stiamo parlando di donne psicologicamente rimaste alla prima infanzia.

C’è chi sa dare , ma non ricevere, e, al contrario, chi sa ricevere e non dare. Quando i nostri due emisferi: quello razionale e quello intuitivo- creativo, sono in equilibrio, anche il dare ed il ricevere sono in equilibrio.

Ci sono persone  che possono avere ruoli importanti nel campo lavorativo, essere anche  medici o capi di stato, ma a livello psicologico sono ancora completamente nel ricevere e non nel dare, sono ancora bambini.

La relazione fra una persona che è  prevalentemente nel ricevere con una persona che è prevalentemente nel dare, può durare anche a lungo, perché si compensano. Ma quando una delle due trova il proprio equilibrio interiore fra dare e ricevere, la relazione ha degli scossoni notevoli.

Ci troviamo da un lato un bambino, o una bambina, che ancora chiede tutta l’attenzione ed il nutrimento energetico e spirituale, e dall’altro una mamma che ha deciso di recidere il cordone ombelicale perché vorrebbe vedere più autonomo e cresciuto il proprio “bimbo”, o la propria “bimba” adottiva; o perché, semplicemente, è stanca di donare ricchezza energetica, gioia ed ottimismo, senza riceverne in cambio. A volte la persona che riveste il ruolo di “mamma”  si è talmente svuotata energeticamente  da non avere più energie nemmeno per se stessa. E questo porta inevitabilmente a malattie derivanti dall’abbassamento delle difese immunitarie. L’energia deve girare, deve entrare ed uscire. Come il respiro  che entra ed esce,come il sangue venoso ed arterioso; ci deve sempre essere un movimento ed il ritorno di quel movimento.

Ma non stiamo incolpando una persona soltanto in  questo tipo di coppie, stiamo ponendo l’attenzione allo squilibrio che ognuna delle due ha fra dare e ricevere!

Ci sono persone che hanno l’attitudine a donare completamente e sempre tutte se stesse, e quasi pensano che sia un peccato accettare che  torni loro ciò che donano.  E’ giusto e sacrosanto agire senza mai aspettarsi i risultati dell’azione, ma non è giusto lasciarsi sempre e sistematicamente depauperare le proprie energie. Non è dharmico permettere questo, ne’ nei confronti di se stessi,  ne’ nei confronti degli altri che, così facendo, si caricano sempre di karma negativo.

L’atteggiamento di voler sempre dare e non ricevere, non è comunque un atteggiamento sano, ma solitamente è frutto di una tradizione  sociale  e  religiosa che abbiamo ereditato.

Tranne rare eccezioni, solitamente è l’uomo che fa la parte del bambino che pretende sempre l’attenzione incondizionata ed esclusiva della mamma. A noi donne ci hanno trasmesso che nostro compito è  accudire e fare le crocerossine, e agli uomini hanno trasmesso che loro compito è portare a casa lo stipendio e poi…pretendere da noi di essere accuditi, coccolati, nutriti ed amati. L’abbiamo nel DNA questo pensiero, e non è facile staccarsi dalle tradizioni e non esserne influenzati.

Ogni volta che seguiamo la “tradizione” rendiamoci conto che tradiamo il nostro presente!

Finché la coppia non evolve spiritualmente, questo modello è quasi scontato, perché genetico. Se anche uno dei due ha acquisito coscienza di questi meccanismi psicologici infantili ed inconsci, come può parlarne all’altro che ancora vive emotivamente ad un livello infantile?

La persona più risvegliata sa che l’altro non capirebbe e non accetterebbe mai un dialogo che spieghi certi meccanismi, finché non vede una certa maturità spirituale e quindi psicologica anche nell’altro. Non si  riesce a  parlare  da adulti con chi ha un’attitudine psicologica infantile: la coppia si romperebbe subito.

Allora, sapete cosa mettiamo in atto, inconsciamente? Malattie, sia della “mamma” che si è stancata di dare senza ricevere in cambio,  sia del “bambino” sempre più vittima della propria rabbia per le  aspettative deluse e della propria frustrazione, nata dalla paura di non essere abbastanza amato.

Questi sono i messaggi che il nostro Sé ci invia quando non siamo in equilibrio fra dare e ricevere. Queste sono le opportunità di crescita che ci dona il nostro stesso corpo, per riuscire ad arrivare ad una presa di coscienza di ciò che non va.

A chi non vuole vedere in se stesso il “bambino interiore pretenzioso ed arrabbiato”, spesso la vita dona l’opportunità di accedere al proprio “pozzo interiore” di gioia, entusiasmo ed amore, rimanendo da soli.

Se queste persone non fanno ancora un lavoro di presa di coscienza di ciò che non va in se stessi, allacceranno nuovi rapporti  con le stesse dinamiche, che li porterà ancora di più nell’insoddisfazione, nel vittimismo e nella mancanza di fiducia negli altri e nella bellezza e bontà del mondo. Questo perché ignorano che ciò che vivono l’hanno assolutamente creato essi stessi!

Nella coppia è sempre la persona più consapevole, più  “risvegliata” a dover mettere in atto tanta pazienza per “svezzare” colui che fa la parte del “bambino”, ma nello stesso tempo, al momento giusto, deve manifestare tanta fermezza.

Visualizziamo un nido di aquile: colui che pur avendo già ali da adulto, si sente psicologicamente ancora aquilotto, è giusto che venga aiutato a spiccare il volo dalla fermezza di “mamma aquila”.  Solo in quel momento “l’aquilotto” capace di volare autonomamente,  apprezzerà la fermezza della madre!

Amici cari,

concludendo, sapete come possiamo tutti quanti superare queste difficoltà che nascono da uno squilibrio fra dare e ricevere?

Pensiamo a Dio il più possibile! Immedesimiamoci con il nostro sé Divino! Innamoriamoci di Lui!

La follia spirituale è l’unica che ci fa superare la follia del mondo! E’ l’unica che ci fa vivere sempre connessi con la Fonte, con il Tutto, con la Gioia Imperturbabile!

Solo così i nostri emisferi cerebrali saranno in equilibrio e saremo capaci di dare sia a livello materiale che spirituale , di prendere sia a livello materiale che spirituale.

Saremo emissioni di gioia ed entusiasmo  e la matematica si stravolgerà: 1+1= 4! Sì,  la somma dell’energia di due persone in equilibrio interiore è maggiore della somma delle loro singole energie!

Mentre quando non siamo nell’equilibrio l’equazione spesso è:  1-1=0.

Amici cari,  auguro a noi tutti: luce, pazienza e tanto tanto amore, per superare le nostre difficoltà!

Potete comprendere perché questo blog si chiama “Ama e Guarisci”. Significa che solo con l’amore possiamo guarire noi  stessi!

Innamoriamoci perdutamente di Dio, degli altri, di noi  stessi!

 

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